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Autore: Mary Black    21/09/2010    7 recensioni
La mia stupidità comunque fu spazzata ben presto via quando incominciai a capire che tu non saresti sopravvissuta mai, non così.
Non senza il tuo bel marito e il tuo bambino, non senza la tua stabilità, non senza la tua onestà.
Tu saresti morta per quell'amore che a me avevi sempre negato.
Me l'avevi negato, sì. E una parte di me ti voleva seppellire con tutta la tua famiglia, ma l'altra - quella nobile, direbbe Silente - non riusciva a concepire l'idea di vivere in un mondo in cui tu non esistevi.
Ho tradito tutto per te. Per i tuoi rifiuti, per i tuoi no.
Perché eri tu, Evans. L'unica.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non ho mai capito questa fissa degli uomini di morire da eroi, per essere ricordati, riveriti, idolatrati. E' una cosa arrogante degna di, oh sì, di... James Potter.
No, penso che se vuoi veramente cambiare il mondo la pelle devi essere pronto a lasciarla in qualsiasi momento, senza ambizioni.
Un tempo lo ero. Ambizioso.
Amavo le Arti Oscure come loro amavano me, avevo un feeling speciale con filtri e veleni e avevo anche talento da vendere per inventare incantesimi diabolici.
Diventare un Mangiamorte era una strada scontata, nonostante fossi un mezzosangue.
Non mi sono mai chiesto se fosse giusto. Cercavo solo la gloria, quella gloria che mi era stata negata da due occhi stupendi, da labbra fantastiche.
Cercavo il potere per riempire quella fossa che avevo nel cuore. Quella tomba, piena di rimorsi e di rancori, che non avevo la forza di sanare con le mie mani.
Ero debole. Disgustosamente debole.
La mia stupidità comunque fu spazzata ben presto via quando incominciai a capire che tu non saresti sopravvissuta mai, non così. Non senza il tuo bel marito e il tuo bambino, non senza la tua stabilità, non senza la tua onestà.
Tu saresti morta per quell'amore che a me avevi sempre negato.
Me l'avevi negato, sì. E una parte di me ti voleva seppellire con tutta la tua famiglia, ma l'altra - quella nobile, direbbe Silente - non riusciva a concepire l'idea di vivere in un mondo in cui tu non esistevi.
Ho tradito tutto per te.
Per i tuoi rifiuti, per i tuoi no.
Perché eri tu, Evans. L'unica.

Ora sto morendo. Naturale.
La mia mente acutamente fredda inizia a sragionare e temo che potrei dire qualcosa di assurdamente stupido.
Non ho paura della morte. Sarà più come riabbracciare una vecchia amica, con quel suo gelo. Quel gelo che mi ha ghiacciato le ossa quando ti ha presa.
E non mi sono scaldato mai più, lo sai?
Eppure ci sono così tante cose che avrei voluto dirti...
Per esempio, che quel tatuaggio sul mio braccio sinistro non significava nulla. Mi sarei seduto comunque con te sull'erba, al sole, a parlare come tanto tempo fa.
Se solo me l'avessi permesso.
Maledetta, Evans... Maledetta!
Ti amavo, con tutta l'anima! E anche di più!
Questi occhi neri come pozzi non hanno mai cercato altro che te, il tuo viso da bambina, il tuo sguardo verde chiaro, quel veleno che si celava nei tuoi smeraldi, pronto ad essere scagliato su chiunque, come il più spregevole tra i morsi di serpente.
Ma io ti amavo ugualmente, Evans... E non mi basterebbero tutte le parole dell'universo, tutte le stelle del firmamento, per fartelo capire.
Era troppo forte, era troppo schietto.
Era una cosa grezza, ruvida, istintiva. Era amore a prima vista, era amare da morire.
Morirò per te, tesoro! Non chiedo di meglio che potertelo strappare un bacio, almeno nell'aldilà.

Perché io non ti ho mai baciata.
Non ti ho mai toccata, nemmeno per sbaglio.
Ti ho immaginata. Questo sì, tante volte.
Nuda. Sempre più spesso.
Nuda nel mio letto, in cui non saresti mai voluta entrare.
Forse ti ci saresti seduta, per parlare. Per parlare al tuo migliore amico.
Suona proprio come un ripiego. Che poi, è quel che sono.
In ogni caso, io ti ci immaginavo lo stesso.
La pelle chiarissima, un velo di seta perlacea spruzzata di macchie di caffè. Le tue lentiggini: piccole stille di caffè sparse per sbaglio a formare un disegno favoloso su un pregiato manto d'avorio.
La curva della vita sottile e dei fianchi sodi, sotto le lenzuola scure.
Un'ombra tentatrice, che sempre si desidera afferrare.
Il seno scoperto, gonfio e avido di baci.
Una vaporosa chioma sul volto inclinato verso il basso.
Sinuose onde che si snodano in modo selvaggio lungo la tua schiena pallida.
Capelli morbidi, vagamente arruffati. Rosso scuro.
Ti figuro intenta a toccarti davanti a me.
Le piccole mani sul tuo stesso corpo.
Una sul petto, a stringere e graffiare.
L'altra tra le cosce, le dita che frugano piano in un Paradiso infuocato.
I minuti trascorrono lenti.
Nessun movimento oltre a quelli languidi, impercettibili, dei tuoi polpastrelli candidi.
Poi, d'improvviso, un gemito.
Il tuo viso, eternamente dolce, si solleva di scatto, mostrandosi orgoglioso.
Che bellezza arrogante che hai, Evans.
Fiera, indomabile. Sembreresti quasi pazza, intrappolata nel delirio del piacere, se non parlassi.
La voce è fredda, velata d'ironia.
"Severus...".
Il polso tra le tue gambe scatta, si divincola con foga.
Ansimi.
"Sono qui."
Uno sbuffo di risata, confuso tra mille sospiri, ti scuote. La risposta non si fa attendere, rapida.
"Lo so."
La schiena si inarca, i capelli ondeggiano.
Denti bianchi affondano crudeli sulle tue labbra rosse, rosse come brace.
Agiti le caviglie, ondeggi convulsamente. Gemi, miagoli, sempre più forte.
Voglio possederti.
Quasi gridi, come travolta dalla forza del mio pensiero.
Eppure non puoi saperlo, Evans. Non puoi capire.
L'orgasmo arriva, travolgente come ogni notte.
Macchia le mie mani olivastre e ti inumidisce la pelle calda.
Ma anche allora non apri gli occhi.

E il mio sogno cessa, la mia mente mi tormenta, la realtà chiama. Un'ultima volta.
Tuo figlio, dinanzi a me.
James, quanto ti odio. Perché l'hai avuta? Non l'hai mai amata come la amo io. Te lo ripeto, mai.
Non è possibile, semplicemente.
Ci vuole un cuore di quelli che tu, mio caro, non possiedi.
Non l'avresti mai amata come la amo io.
Lily, maledizione. Come hai potuto non vedere?
Ho sbagliato, mio Dio. Ho rovinato tutto!
E' il rimorso ad ammazzarmi, non il veleno.
Lily, ti amo. Perdonami... Perdonami...
Non volevo chiamarti 'Mezzosangue' quel giorno! Ero così umiliato... Quel bastardo mi teneva gambe all'aria davanti alla donna che adoravo e, per giunta, mi aveva rivoltato contro un mio incantesimo!
E' bastato che fossi una mezzosangue solo una volta, che io ti considerassi inferiore per una dannata volta, per perderti.
E lui, che ti ostentava come un giocattolo. Lui, che ti amava di quel suo amore frivolo.
Lui l'hai perdonato.
E io invece c'ho rimesso il cuore, l'anima, la felicità, una vita intera.
Sei crudele, Evans. E sei bella da impazzire.
Perdonami... Fa così freddo in questa stanza... Ho il fuoco nel sangue, e Potter parla... Cosa diavolo sta dicendo, questo moccioso?
Lily, ho paura...
I tuoi occhi. Così verdi, così vicini.
Potter, devi vedere! Ti ordino di guardare quello che ho fatto per te e per lei.
Prenditi i miei ricordi, prendimi tutto quello che vuoi. Strappami la pelle dalle ossa, se ti aggrada, ma non staccare gli occhi dai miei. Non osare.

"Dopo tutto questo tempo?" "Sempre."
Silente, avevi ragione... E' passato tanto tempo.
Sto morendo per te, Evans.
E, te lo giuro, non avrei mai desiderato una fine più gloriosa. Morire per una mezzosangue.
Lily, ti amo.
Anche dopo tutto questo tempo. Sempre.

  
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