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Autore: Demdem    21/09/2010    3 recensioni
Luce, di quelle più intense che qualunque essere umano possa desiderare. La Gioia ci Sora era ormai a dei livelli che credeva di non mai più raggiungere. Invece ora era davvero felice. Ma più sali in alto, più ti fai male quando cadi in basso... In un lampo, ogni cosa bella sembrava polverizzata, annientata, distrutta... Solo una persona riuscirà a riportare la luce al suo precedente splendore. Una mistica creatura... di mezza oscurità.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kairi, Riku, Sora
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Propongo questa mia Fan fiction molto vecchia, probabilmente è stata la prima anche se non ricordo, ci sono molo affezionato e mi è sembrata una buona idea postarla anche Qui.

Si tratta di una storia di Kingdom Hearts ambientata dopo il 2° capitolo, più precisamente 3 anni dopo.

Questa fan fic è stata scritta molto tempo prima che uscisse sia 358/2 days sia Birth by Sleeps, perciò non ho tenuto naturalmente alcun conto degli avvenimenti in essi riportati.

Buona lettura!



Capitolo 1: Luce Buia

 

Isole del destino.

Sora era sulla sua barca a remi diretto verso la sua isola in una splendida giornata estiva, il sole batteva forte sul mare, provocando splendidi riflessi sull’acqua, da quando ci era tornato dopo aver sconfitto Xemnas, ci passava molto più tempo di prima. Si alzava la mattina presto e tornava a casa, quando era già buio, i suoi genitori prima erano non poco seccati da questa novità, ma ormai Sora non aveva più di questi problemi; da quando, pochi mesi prima, dopo aver compiuto diciotto anni, si era comprato un piccolo appartamento nella periferia del paese, ormai era completamente indipendente e la cosa gli piaceva.

 

Mentre era ormai a metà strada verso l’isola Sora notò una figura seduta sulla sabbia e appoggiata alle tavole di legno che sorreggevano la passerella che portava alla baracca, aguzzando meglio la vista si accorse che era Kairi. Sora sorrise, dirigendosi verso il molo.

 

Arrivato a destinazione legò saldamente la barca ad un palo per evitare che venisse trascinata via dalla corrente, poi con un abile balzo atterrò sul piccolo molo dell’isola, affondò poi i piedi nella sabbia e si diresse verso Kairi, si accorse che stava dormendo. A Sora gli balenò in mente un’idea, si avvicinò alla rossa quatto quatto, finché, senza svegliarla si sedette vicino a lei. Sora la osservò, era bellissima! La bocca semiaperta e gli occhi chiusi le davano un’aria angelica, i capelli rossi le circondavano il volto come una cornice che racchiudeva un quadro stupendo. Sora si avvicinò sempre di più al suo volto finché non le diede un piccolo bacio a fior di labbra.

 

-mmh- mugolò Kairi svegliandosi, e decidendo di aprire i suoi meravigliosi occhi viola.

 

-Salve bella addormentata sull’isola, il bel principe e venuto a svegliarti- disse Sora, divertito.

 

-Non sono ancora del tutto sveglia, forse mi rivorrebbe un altro bacio- rispose Kairi, sorridendogli.

 

Sora finse una faccia contrariata -eh, no! Questo è approfittarsene!- disse.

 

Kairi rise -si, forse hai ragione-

 

Sora la osservò, adorava vederla ridere, gli dava un grande senso di gioia e soprattutto di amarla ancor di più.

 

-ti va di sederti qui?- chiese il moro, battendo una mano sulle ginocchia.

 

-mmh...va bene- rispose Kairi; la rossa si sedette sulle gambe di Sora, mettendogli le braccia al collo, e posando la propria fronte contro quella di lui, riguardarono negli occhi per un po’.

-Allora, sbaglio o ti devo ancora svegliare del tutto?-chiese Sora sorridendo.

 

-sbaglio, o avevi detto che questo è approfittarsene?- rispose Kairi.

 

-Ma non ho detto che è una cosa sbagliata- ribatté il ragazzo, sorridendo.

 

-E va bene- rispose la rossa -però sono molto assonnata, dovrai metterti di impegno per svegliarmi-

 

-Farò il possibile- rispose Sora, guardandola malizioso, subito prima di iniziare a baciarla in modo non proprio casto.

 

Le labbra di Kairi avevano un sapore come di rugiada, Sora le aveva sempre adorate fin dal giorno in cui all’incirca tre anni prima, si erano dati il loro primo bacio, nel luogo segreto. Sora ricordava benissimo quell’avvenimento: era entrato prima lui osservando i disegni che aveva fatto insieme a Riku e Kairi, fermandosi ad osservare quello fatto da lei e Sora, notando che aveva una differenza, rispetto a come l’aveva lasciato (ve lo ricordate, no? ndA) subito dopo era entrata Kairi, notando ciò che Sora stava guardano; iniziarono a parlare di come effettivamente i loro destini si erano intrecciati, finché il ragazzo sparò fuori tutti i suoi sentimenti senza quasi accorgersene, e non fece neanche in tempo ad arrossire, che Kairi gli era subito volata addosso, baciandolo.

 

Rimasero con le labbra incollate per parecchio finche non arrivò il momento in cui Sora iniziò davvero a odiare Riku, data la sua irruzione nel luogo segreto, presentandosi dicendo:

 

-Scusate se interrompo l’allegra pomiciata, ma siete spariti da un pezzo e dobbiamo tornare a casa-.

 

I due si staccarono guardando a terra imbarazzati, poi mentre uscivano dall’luogo segreto Sora lanciò un occhiata a Riku, che la tradusse come “ti auguro una morte lenta e dolorosa”.

 

Eh si, Sora non si sarebbe facilmente dimenticato del loro primo bacio, ma adesso avrebbe dovuto concentrarsi su quello che si stavano dando in quel momento.

 

Quando si divisero fu Sora a parlare per primo:- Allora, ti sei svegliata adesso?-

 

-Bhe...credo di si- fu la risposta che ottenne.

 

-Credi? Forse è meglio andare sul sicuro- disse il ragazzo avvicinandosi di nuovo a Kairi.

 

-No, no! Scherzavo, sono sveglia!- disse allarmata la ragazza-.

 

-Mmh...va bene- rispose Sora.

 

Kairi, sempre seduta sulle ginocchia di lui appoggio la testa sulla sua spalla, mettendosi in posizione fetale, e iniziando a giocherellare con il ciondolo di Sora a forma di corona.

 

Il ragazzo, dopo avergli messo un braccio attorno alla vita, disse: -Sai…certo che da quando se ne andato Riku, sembra che a questo posto manchi qualcosa-.

 

Riku aveva deciso di partire pochi giorni prima, quando Sora gli aveva chiesto spiegazioni, lui rispose: -ehi, insomma non mi va giù che tu abbia visitato un sacco di mondi e io no. Le uniche volte che sono stato fuori dall’isola; o ero al servizio di quella strega con manie di vendetta, o non ero proprio in condizioni di andarmene in giro per i mondi- terminò, alludendo a quando aveva le sembianze di Ansem -perciò, adesso andrò visitare qualche mondo, così tu e Kairi potrete rimanere a fare i piccioncini, sull’isola senza che io vi rompa le scatole- Sora arrossì.

 

E il giorno dopo era partito su una gummiship prestatagli dal re topolino dicendo che sarebbe tornato dopo qualche giorno.

 

-Si, però- iniziò Kairi -vedrai che tornerà presto-.

 

-Si, lo so- disse Sora –bhe...ora che facciamo?-

 

-che ne dici se giochiamo...ad acchiapparello?- chiese Kairi con un sorriso furbetto

 

-Tesoro, mi sembri un po’ grande per giocare a acchiap*- ma il moro non fece in tempo a finire la frase che la rossa prese una manciata di sabbia e gliela butto nei capelli, poi, ridacchiando, si alzò e si allontano da Sora, che esclamò -Ehi! I miei capelli!- poi guardò Kairi, che continuava a ridere, con un’espressione tra il serio e il divertito

 

-questa me la paghi!- Sora si alzò di scatto e partì all’inseguimento della ragazza che cercava di sfuggirgli, naturalmente lui era molto più veloce e si avvicinava sempre di più, quando ormai l’aveva quasi raggiunta raccolse un pugno di sabbia, le circondò la vita da dietro e le diede un bacio sulla guancia per fargli abbassare la guardia e poi gli spiattò la sabbia in testa.

 

-oh, no!- esclamò Kairi mettendosi una mano nei capelli

 

-ora siamo pari- disse Sora

 

-No, non è vero! Tu i capelli, ci metti poco a lavarteli, io ci devo stare cinquantamila anni!-

 

Kairi sapendo che non sarebbe mai riuscita a raggiungerlo infilò una mano nella sabbia e gliela buttò in faccia.

 

Sora aveva la bocca aperta, visto che stava per dire “aspetta” ma la sabbia gli arrivò in faccia entrando anche in bocca.

 

Il ragazzo sputacchiò da tutte le parti, per poi ritornare all’ inseguimento della ragazza.

 

E continuarono a rincorrersi ridendo per molto tempo finché, esausti, non si fermarono alla base dell’ albero dove da piccoli si sedevano sempre.

 

-fiù! Ora siamo pari?- chiese Sora che aveva la sabbia anche nei guanti.

 

-direi di si- rispose Kairi, prima di sentire un rumore simile ha un ruggito sommesso -cos’è stato?- si chiese guardandosi in giro.

 

-Ehm...credo sia colpa mia- disse Sora mettendosi una mano sullo stomaco -Ho una fame da lupi!-

 

-Sempre il solito- commentò Kairi -fortuna che ci ho pensato io- la ragazza estrasse dallo zainetto rosa che aveva sulle spalle una generosa quantità di panini, bevande e altri snack.

-oh, Kairi, cosa farei senza di te?- disse Sora ammirando le cibarie che Kairi aveva sparso su una tovaglietta a quadri per terra.

 

-probabilmente adesso saresti in un dubbio amletico tra la fame e la pigrizia, visto che non ti andrebbe neanche di andare a prendere del cibo da casa tua-

 

-già, credo proprio di si- disse il moro grattandosi la nuca, per poi sedersi affianco alla rossa.

 

Trascorsero un’ allegro pomeriggio, a parlare delle avventure di Sora avute in passato.

 

Più tardi i due ragazzi erano seduti sulla sabbia appoggiati al tronco di un albero, ad osservare il mare che lentamente stava inghiottendo il sole, Sora aveva una pepsi in mano e ogni tanto dava qualche sorsata, Kairi invece guardava a terra mordendosi il labbro inferiore, era leggermente rossa.

 

-Qualcosa non va, Kairi?- chiese il ragazzo notando lo strano comportamento della rossa

 

-No, va tutto bene, e solo che stavo...pensando-

 

-e a cosa pensavi?- chiese Sora

 

-bhe...ecco...- Kairi sembrava imbarazzata -Sora...noi quanti anni abbiamo?-

 

 

Sora la guardo curioso per un momento poi rispose -diciotto io, e tu diciassette e mezzo-

 

-ecco...tu...voglio dire...noi...- balbetto Kairi

 

-Insomma, cosa mi vuoi dire?- chiese Sora, guardandola

 

-ecco...io ho paura di...imbarazzarti- si giustificò Kairi

 

-Imbarazzarmi? Io sono un forte e rude guerriero del Keyblade! Niente mi può imbarazzare!- disse il “guerriero del Keyblade” rivolgendo lo guardo verso il mare -Avanti, dimmi- Sora si portò la lattina di pepsi alle labbra.

 

-ehm...Sora tu...pensi che sia troppo presto per...quello?-

 

A Sora andò la pepsi di traverso, iniziò a tossire rumorosamente, battendosi un pugno sul petto, quando finalmente ebbe evitato il soffocamento, disse completamente rosso:

 

-Ka...Kairi...ecco...i...io non...non...-

 

-non fa niente, Sora..forse sono stata io troppo...avventata- disse la rossa imbarazzatissima.

 

I due guardarono i direzioni opposte, rossi per l’imbarazzo. Lui si ritrovò a pensare. In tutta sincerità non gli era mai venuta in mente una cosa simile, però tutt’ ad un tratto l’idea non gli sembrava così brutta, insomma, ormai aveva diciotto anni, no? Era a quell’età che si iniziava a farlo, e poi lui in tutti i mondi era diventato una persona famosissima, già se lo sentiva nelle orecchie: “il forte, potente e valoroso custode del Keyblade, colui che ha riportato la pace in tutti i mondi…è ancora vergine” no, decisamente non ci stava. E apparte quello… lui amava Kairi, giusto? E allora perché aspettare ancora?

 

Sora allora prese un bel respiro e disse -va bene-

 

-cosa?- chiese Kairi

 

-se...se tu...vuoi farlo i...i...io non...te lo impedirò- balbettò il ragazzo guardando a terra.

 

-davvero?-

 

Sora rispose con un mormorio di assenso

 

-va bene- disse la rossa

 

-ehm...- iniziò Sora -non credo...che qui sia il posto più adatto-

 

-no, infatti, ehm...dove andiamo?-

 

-Nel...nel mio appartamento?-

 

-OK- rispose semplicemente Kairi

 

Si alzarono insieme e si diressero verso il molo, Sora guardava in alto a destra, e Kairi in basso a sinistra.

 

Il ragazzo decise di volgere lo sguardo verso la sua ragazza e notando il suo stato d’animo, le prese la mano e gliela strinse con sicurezza; Kairi si voltò verso Sora, vedendolo sorridere.

 

 

Poco dopo erano gia in paese, e camminavano mano nella mano verso l’appartamento di Sora, che in quel momento aveva in testa più pensieri di quanto ne avesse mai avuti: si chiese cosa avrebbe fatto una volta entrati in casa, non sapeva proprio come cominciare, non aveva alcuna esperienza in quel campo; certo qualche volta si ritirava in un angolo dell’ isola con Kairi a pomiciare, in quello era esperto, ma lì si trattava solo di baci e carezze, non aveva idea di come avrebbe fatto a...

 

Sora deglutì nel vuoto, erano arrivati d’avanti al portone di casa sua.

 

Si mise una mano in tasca e ne estrasse un mazzo di chiavi, gli ci vollero due tentativi per far entrare le chiavi nella toppa, visto che tremava per quanto era nervoso.

La porta si aprì cigolando, Sora e Kairi attraversarono l’uscio, poi lui chiuse il portone a chiave.

 

-Ehm..eh...la c...c...amera da letto...è di sopra- disse un imbarazzatissimo Sora

 

-o...ok- rispose Kairi -an...andiamo?-

 

-s...si-

 

Salirono insieme le scale e ad ogni gradino, il ragazzo si terrorizzava sempre di più. Arrivarono di fronte ad una porta con una targhetta che diceva “stanza di Sora”, il proprietario della stanza aprì la porta e i due vi entrarono, Sora si chiuse la porta alle spalle.

 

Bene, e adesso? Ormai non c’erano più strade lunghe da prendere.

 

Fu Sora il primo a parlare -immagino...che dovrei togliermi la maglietta-

 

-si, credo- rispose Kairi

 

-però in fondo si può fare anche senza togliersi la maglietta- aggiunse in fretta il ragazzo

 

Kairi sembrava soprappensiero -Sora, ascolta; se tu non vuoi non devi sentirti obbligato- disse

 

-oh, Kairi, no; io vorrei, davvero. E solo che...- Sora ci pensò. Già, cos’è che lo frenava? Perché si sentiva così insicuro? -Io ho paura di non essere all’ altezza-

 

-è solo per questo?- chiese Kairi

 

Sora annuì

 

-oh, Sora, ma come fai a pensare ad una cosa del genere? Ascolta, a me non mi importa che tu sia bravo o no, io voglio farlo solo perché... perché ti amo, va bene?-

 

Sora rimase profondamente colpito da quelle parole, era troppo bello, Kairi lo amava! Avrebbe voluto urlarlo, fregandosene se qualcuno gli diceva di stare zitto, ma l’unica cosa che riuscì a fare era avvicinarsi e baciarla dolcemente, il bacio subito dopo diventò rovente, Kairi infilò le mani sotto la maglia di Sora sentendo i muscoli del ragazzo, fortificati durante le sue avventure contro gli Heartless e i Nobody. Sora rabbrividì a quel contatto, e con urgenza si tolse la giacca, e dopo essersi staccato da Kairi a malincuore si tolse anche la maglia, lasciando libero il possente fisico scolpito.

 

Kairi lo osservò per un istante per poi tornare al bacio appassionato.

 

E Sora, mentre faceva stendere Kairi sul letto, pensò che ormai nessuna barriera del pudore avrebbe più potuto fermarlo.

 

 

*

 

Il sole ormai era già sorto sulle isole del destino, gli uccellini cantavano allegri annunciando l’inizio di una nuova giornata.

 

Sora dormiva beato abbracciato a la sua Kairi, quando un fascio di luce gli colpì il volto, svegliandolo.

La prima cosa che vide gli tolse il fiato, vicino a lui coperta da un lenzuolo leggero c’era lei, bella come un angelo, che dormiva tranquilla. Sora ancora non poteva credere a quello che era successo la notte prima; rimase a guardare Kairi per un po’ finché anche lei non si destò dal sonno.

 

-buongiorno- disse Sora sorridendogli.

 

-ciao...- rispose Kairi -che ore sono?-

 

Sora guardò la radiosveglia sul suo comodino che segnava le 6:05

 

-sono le sei e cinque- disse il ragazzo

 

-mmh, è ancora presto- disse lei accucciandosi contro il suo petto, Sora la abbracciò protettivo

 

-Kairi?- chiamò il moro

 

-si?-

 

-ti amo- disse prima di baciarla sui capelli -ti amo con tutto il cuore-

 

E insieme, si addormentarono nuovamente.

 

Qualche ora dopo di sonno, Sora si svegliò per la seconda volta, senza aprire gli occhi strinse le braccia convinto che tra esse ci fosse Kairi, ma quando alzò le palpebre si rese conto che Kairi, nel letto, non c’era.

 

Guardò la radio sveglia, quella segnava le 9:20

 

Forse Kairi si era già svegliata ed era andata giù, chissà, magari a preparargli la colazione.

 

Sora si infilò i boxer, i pantaloni e le scarpe da ginnastica restando a torso nudo, mentre si vestiva continuava a immaginare Kairi hai fornelli, e la tavola apparecchiata con una deliziosa colazione

Scendendo le scale, era ormai sicurissimo della sua ipotesi, così, entrando nella cucina disse:

 

-Buongiorno, amor*-

 

Ma in cucina non c’era nessuno, nessuna tavola apparecchiata e nessuna colazione.

 

Sora si chiese, allora, dove potesse essere; la cerco per tutta la casa ma niente. Kairi non era da nessuna parte.

 

Allora, iniziando a preoccuparsi, si vestì in fretta e decise di andare a controllare sull’ isola, quando vi arrivò la cerco dappertutto ma di lei non c’era traccia.

 

Sora, si sedette sul pontile riflettendo: conosceva Kairi in ogni particolare (ora davvero!) e sapeva che se fosse sparita all’ improvviso, gli avrebbe scritto una lettera con delle spiegazioni, ma non c’era neanche quella.

 

All’improvviso, un potente rombo di motori, lo distolse dai suoi pensieri. Guardò in alto e vide che qualcosa in cielo si stava avvicinando sempre di più al terreno.

 

Guardando meglio, Sora si accorse che era una Gummiship, anzi, era la Gummiship, proprio quella che usava lui insieme a Paperino, e Pippo. Quando ormai era vicinissima al terreno, i propulsori alzarono un forte vento e Sora dovette coprirsi gli occhi per evitare che della sabbia gli andasse negli occhi.

 

Una volta atterrata sulla spiaggia, la Gummiship spense i motori e l’abitacolo si aprì e ne uscirono proprio loro: il capitano dei cavalieri reali, e il mago di corte al castello Disney.

 

Paperino, e Pippo scesero a terra e il papero si stiracchio dicendo:

 

-aaah, questi viaggi mi spezzano sempre la schiena-

 

-Forse dovresti cambiare quegli scomodissimi sedili, yuk!- disse Pippo

 

-EHI, ragazzi! Di qua!- chiamò Sora dall’altro capo della spiaggia, sventolando una mano.

 

-SORA!- esclamarono insieme il cavaliere e il mago, correndo verso di lui.

 

Vedere Paperino e Pippo, non era una sorpresa per Sora, visto che venivano sull’isola, ogni due o tre settimane.

 

-Allora, come te la passi Sora?- chiese Paperino

 

-tutto bene, spero- disse Pippo

 

-Beh, non proprio- confessò Sora

 

-come mai?- chiese il cavaliere

 

-non riesco più a trovare Kairi, lo cercata ovunque ma non c’è da nessuna parte-

 

-hai visto su tutta l’isola?- chiese il mago

 

-si ma non sono riuscito a trovarla, e sinceramente il mio sesto senso mi dice che le è successo qualcosa- disse il ragazzo, preoccupato.

 

-Direi che il tuo sesto senso funziona perfettamente- disse una voce grave

 

Sora si guardò intorno, allarmato, ma non vedeva nessuno.

 

-mi duole interrompere una così bella storia d’amore, ma temo di essere io l’artefice della scomparsa di Kairi-

 

Sora scesa dal pontile con un colpo di reni, appena atterrato sulla sabbia estrasse il suo Keyblade, e mettendosi in posizione d’attacco, disse: -Chi è là?!- anche Paperino e Pippo estrassero le loro armi.

 

-oh, qualcuno che tu conosci molto bene-

 

-FATTI VEDERE, CODARDO!- Esclamò Sora, stringendo di più l’impugnatura del Keyblade.

 

Detto fatto, al centro della spiaggia, si aprì un portale oscuro e da esso ne uscì…

 

-No, non è possibile.-

 

-sorpreso di vedermi, guerriero della luce?- disse Xemnas con un ghigno divertito

 

Sora lo osservò, era proprio lui, il membro numero uno dell’organizzazione XIII, nel suo elegante soprabito nero, ma aveva qualcosa di diverso: la parte superiore del corpo era leggermente trasparente, e man mano che si andava verso i piedi, la trasparenza aumentava fino a far diventare le gambe quasi invisibili.

 

-TU! COME FAI A ESSERE ANCORA VIVO!?- esclamò Paperino con la sua solita furia da combattente

 

-curiosi di sapere come sono sopravvissuto al nostro scontro?-

 

-certo che si! Come sei sopravvissuto?! Sono stato io stesso a vederti morire!- Esclamò Sora.

 

Xemnas ridacchiò

 

-Sei un fantasma?- chiese Pippo che dei tre, era l’unico rimasto calmo.

 

-beh...non esattamente, ma ci va vicino- rispose il Nessuno.

 

-Sputa il rospo, rifiuto oscuro! Come fai a essere ancora qui!?- chiese Sora in preda alla collera.

 

-va bene, deciderò di rivelarti come sono sopravvissuto-

 

Sora rimase in ascolto

 

-Sono sicuro che tu saprai, che per realizzare un’ essere, occorrono: corpo, cuore e anima-

 

Il ragazzo non smise di guardarlo con sospetto

 

-devi sapere che tra questi elementi esiste una connessione, che è la seguente: corpo/cuore, cuore/anima- disse Xemnas

 

Tu sai benissimo, che noi nessuno siamo esseri senza alcun cuore, ed è questo il motivo per cui sono rimasto in vita: quando uccidi un essere, la distruzione inizia dal corpo, poi il cuore e in seguito l’anima; ma quando un nessuno viene distrutto, la distruzione si ferma al corpo, perchè tra corpo e anima non esiste alcuna connessione- terminò Xemnas sorridendo.

 

-Quindi anche gli altri membri dell’organizzazione sono sopravvissuti!- disse Paperino

 

-no- rispose il nessuno -loro sono anime, è vero; ma sono invisibili, immateriali, incapaci di avere alcun collegamento con il mondo di coloro che possiedono un corpo-

 

-e allora perché tu puoi farlo?- chiese Sora impaziente.

 

-Kingdom Hearts- ebbe in risposta -ricorderai senz’altro, che prima che il mio corpo venisse distrutto, ho acquisito i poteri di Kingdom Hearts, che hanno influenzato la mia anima e il mio corpo, ed è per questo che riesco ad avere un contatto con questa terra-

 

Sora, lo guardò rabbioso; dunque ciò che avevano fatto non era servito a distruggere Xemnas, la sua anima era ancora in vita.

 

-Va bene, abbiamo capito! Sei vivo! Ora che hai fatto la tua sceneggiata, ridammi Kairi indietro!- esclamò Sora rabbioso.

 

-oh, rivuoi indietro la tua sgualdrina?- chiese Xemnas beffardo.

 

Sora sbarrò gli occhi, stringeva il suo Keyblade così forte che le nocche gli erano diventate di un bianco pallido -non. chiamarla. più. così- disse, non era un’ ordine e nemmeno una minaccia, era un’ avvertimento.

 

-chiamarla come? Sgualdrina?- domandò il nessuno

 

-STA ZITTOOOOOOOOO!!!- Sora non ci vide più dalla rabbia, si lanciò contro Xemnas preparandosi a colpirlo con il Keyblade, ma la magica chiave lo attraversò, senza fargli un graffio.

 

-mi dispiace, ma è impossibile ferire un’anima- disse Xemnas

 

Sora lo guardo con odio crescente.

 

-Che cosa vuoi farne di lei?!- chiese rabbioso

 

-oh, questo non posso dirtelo, di dico solo, che per ciò che mi serve, gli ho dato un potente veleno-

 

Sora ebbe una scossa di terrore.

 

-purtroppo il veleno agisce lentamente, possono restargli….si e no tre settimane di vita-

 

-addio, guerriero della luce- salutò Xemnas, prima di scomparire.

 

Sora aveva il capo chino, iniziò ha formarsi un doloroso groppo alla gola. Lasciò cadere il Keyblade, poi si poggiò a terra prima con le ginocchia e poi con il resto del corpo.

 

E pianse

 

Non ci voleva credere, perchè doveva sempre essere così? Che cosa aveva fatto di male? Non poteva avere una vita normale come quella di ogni ragazzo? No, doveva per forza continuare a combattere per poter guadagnarsi una vita normale, anche se, iniziava a pensare che neanche quello bastasse per poter vivere in pace.

 

E questa volta Kairi era stata vittima di quella sua maledizione, e per colpa sua rischiava di morire. Si colpa sua, Sora ne era sicuro, altrimenti perché avrebbe dovuto rapire una ragazza innocente, se non per il fatto che era legata al custode del Keyblade?

 

Mentre era accasciato sulla sabbia, gli venne in mente il volto beffardo di Xemnas, e al posto del dolore ora provava solo rabbia, odio puro verso quel rifiuto delle tenebre.

 

Strinse le mani nella sabbia, nella mano destra trovò un pezzo di legno, Sora desiderò ardentemente che fosse il collo di Xemnas, il legnetto si spezzò.

 

Improvvisamente gli occhi di Sora diventarono per un attimo gialli ma poi tornarono blu.

La stessa cosa stava accadendo ai suoi capelli, che da castani diventavano grigi, per poi tornare al colore originario.

 

 

Paperino e Pippo stavano assistendo alla rabbia dell’amico

 

Pippo si stava dirigendo verso Sora con aria funerea ma Paperino lo fermò

 

-non credo che sia il caso di andare a consolarlo...- disse preoccupato.

 

Attorno al ragazzo si stavano creando sinistre scariche elettriche viola.

 

-gosh!Ma che cosa gli sta succedendo?- chiese Pippo allarmato

 

Sora non si stava accorgendo di nulla, non riusciva a togliersi il volto di Xemnas dalla testa.

Si alzò in piedi urlando di rabbia, le sue grida si udirono per tutte le isole del destino, finché senza fiato, ritornò a terra battendo forte i pugni sulla sabbia, nell’istante in cui le sue mani toccarono il terreno, ci fu una forte esplosione.

 

BOOOOOOOOM!

 

Nel punto esatto in cui prima c’era Sora, ora non restava che un’ enorme colonna di oscurità, che si ergeva fino al punto più alto del cielo.

 

Si alzò un vento potentissimo che sembrava un uragano, provocando una tempesta di sabbia che costrinse Pippo e Paperino a coprirsi gli occhi.

 

Il vento aumentava a dismisura, la potenza era tale che stacco una trave dal pontile che con forza inaudita si dirigeva verso il mago di corte.

 

-UACK!- urlò il papero

 

-Paperino!- urlò Pippo prima di mettersi d’avanti a lui, bloccando la trave con il suo scudo.

 

Fortunatamente, la tempesta provocata dall’ esplosione si diradò, e la colonna oscura si stava lentamente stringendo, fino a dissiparsi completamente, lasciando ricomparire Sora, genuflesso con il capo chino.

 

-Sora! Stai bene?- dissero in coro i suoi due amici, avrebbero voluto andargli vicino, ma qualcosa diceva loro di non farlo.

 

Sora si alzò, dava loro le spalle.

 

-scordatevi quel nome- disse, freddo e distaccato.

 

Si voltò.

 

Il suo volto era completamente cambiato: i suoi capelli, prima castani ora avevano un’ intensa tonalità di grigio ferro, i lineamenti era no leggermente più duri, la sua carnagione era più scura e i suoi occhi non erano più blu del mare, ora erano gialli, come quelli di un falco.

 

Anche il suo abbigliamento era cambiato, il suo vestito nero era scomparso lasciando posto ad un altro abbigliamento: ora indossava un impermeabile bianco smanicato con il colletto alto, sul bicipite destro aveva una fascia nera, le mani erano nascoste da dei guanti, neri come gli stivali che indossava; di una tonalità più chiara era il suo pantalone, grigio come i suoi capelli; a completare il tutto un grande cinturone di ferro gli cingeva la vita da sopra l’impermeabile, però c’era una cosa che era rimasta, ovvero, il pendente che portava al collo, ma la corona era scomparsa lasciando posto ad un altro simbolo.

 

Paperino cercò di aguzzare la vista per capire che simbolo fosse, quando lo distinse, trattenne il fiato per lo stupore misto a paura.

 

-Sora, ti senti bene?- chiese Pippo preoccupato.

 

-ho detto: scordatevi quel nome!- Esclamò con furia -e ricordatevi quello di Eykard...perché d’ora in poi ne sentirete parlare spesso-

 

Il ragazzo si voltò di nuovo, e dopo qualche passo scomparve in un alone oscuro.

 

Pippo si avvicinò a Paperino chiedendo -Hai visto il simbolo che...?-

 

-si l’ho visto- disse il papero -temo proprio che Sora- sospirò -sia diventato un Heartless-



  
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