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Autore: Aly_Bellatrix_Riddle    21/09/2010    1 recensioni
Finalmente, dopo due anni passati assieme ai genitori adottivi, Emily torna nel mondo magico, grazie all'aiuto dei suoi migliori amici: Harry, Ron e Hermione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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-Ma che fa? Dorme?-

-Emily? Emily!-

Sentivo delle voci che mormoravano vicino a me.

La prima mi sembrava di conoscerla… ma non sapevo dire a chi appartenesse.

-No è inutile… non si sveglia-

Disse una seconda voce.

Anche questa suonava familiare.

-Accidenti... Emily!?-

-Emily! Emily!!-

Aprii gli occhi. Non riuscivo a distinguere le facce che mi stavano attorno: l’unica luce proveniva dal camino, che si stava ormai spegnendo.

Tuttavia riuscii a mettere a fuoco qualcosa che brillava nell’oscurità. Due lenti appartenenti a un paio di occhiali.

-Harry!- urlai gettandogli le braccia al collo.

-Zitta, sveglierai i Babbani!- mormorò qualcuno al suo fianco.

Ron.

Sorrisi raggiante.

 –Sono così contenta di vedervi!- continuai a bassa voce.

-Quanto vi ho sognato…- mormorai.

-Ecco perchè non riusciva a svegliarsi- disse Ron annuendo. –Si spiega tutto-

- Come il fatto che aveva paura di svegliarsi e trovarsi per davvero davanti alla tua brutta faccia?-

-Hermione!- urlai correndo incontro alla mia migliore amica.

-Zitta!- ripeté Ron lanciandomi un occhiata d’avvertimento.

Ma io non ci feci caso. Ero troppo contenta per ascoltarlo.

-Emily! Scusami per il ritardo, sarei venuta prima!- disse Hermione  guardando male Harry e Ron.

-Purtroppo qualcuno ci ha fatto fare tardi.-

Sorrisi -Non preoccuparti! Sapessi quanto sono felice che siate qui! Mi siete mancati da morire-

Poco più in là, Harry lanciò un’occhiata d’intesa a Ron.

-Meglio sbrigarsi... i Babbani potrebbero aver sentito.- disse.

-Svelte, ragazze!- Ron fece segno di salire nella macchina volante, parcheggiata appena sotto la finestra della mia camera.

-Arriviamo- risposi prendendo il baule e caricandolo nel portabagagli.

Pochi secondi dopo, volavamo sopra Londra, nel cielo stellato.

Vedevo le stelle sfocate, tante erano le lacrime di gioia che mi riempivano gli occhi.

-Ehi, tutto bene?- mi chiese Hermione.

Annuii, senza trovare niente da dire.

Mi limitai a fare un gran sorriso voltandomi in direzione del finestrino per nascondere le lacrime che mi rigavano il viso.

-Ti ho vista!- disse Harry con un sorrisetto.

-Miseriaccia, non credevo di fare questo effetto alle ragazze-

-Oh, Ronald chiudi il becco.- intimò Hermione.

Risi per la prima volta dopo molti mesi, durante i quali ero rimasta chiusa in casa chiedendomi quando sarei potuta tornare nel mio mondo.

Chiedendomi quando avrei potuto rivedere i miei amici.

Chiedendomi quando avrei potuto di nuovo usare la magia.

*Chissà quante cose mi sono persa…* pensai.

Ne era passato di tempo! E non sto parlando di giorni o settimane, bensì di anni.

Di certo avrei trovato tutto cambiato...

-Prossima fermata: La Tana!- esclamò Ron, distraendomi così dai miei pensieri.

Abbassai il finestrino e guardai in giù: era ancora lì: una casetta alta e traballante… e bellissima. Proprio come la ricordavo.

La macchina cominciò la discesa e, poco dopo, atterrammo nel giardino di casa Weasley.

-Silenzio, ora- disse Harry. –Spero che tua madre stia dormendo, Ron… non le piacerebbe sapere che abbiamo di nuovo rubato la macchina-

-Già…- fece Ron entrando in casa -ieri quando l’abbiamo usata di nascosto è andata fuori di testa. E dirle che l’abbiamo presa soltanto per andare a salvare Harry non è servito a niente-

-Salvare?- domandai confusa.

Poi cominciai a capire… -Non mi dirai che ti hanno chiuso a chiave in camera tua!-

-Peggio. Avevo le sbarre alla finestra… sai come sono i miei zii- rispose lui alzando le spalle.

-Shh!- bisbigliò Hermione.

-Ho sentito qualcosa- e indicò una vecchia poltrona che dava loro le spalle. C’era qualcuno seduto davanti al camino.

Trattenemmo il respiro, aspettandoci di vedere la signora Weasley alzarsi, con il viso contorto dalla rabbia.

Ma non fu lei quella che apparve davanti a noi con un sorriso.

- La prossima volta che vi verrà in mente di fare un’azione così sconsiderata, come rubare la macchina, vi pregerei di chiamarci – disse Fred Weasley.

- Vedo che sono arrivati altri ospiti! – aggiunse George, comparendo accanto al gemello. Erano entrambi cresciuti molto ma Ron rimaneva sempre il più alto, in famiglia.

-Mamma ne sarà felice. Il difficile sarà spiegare come avete fatto a portarle qui.-

-Non una parola sulla macchina- disse Ron in tono minaccioso.

Fred alzò le spalle.

-Sottovaluti nostra madre, Ron. Lo scoprirà comunque- fece, sbadigliando.

Ron finse di non ascoltarlo e si rivolse a me. –Tu e Hermione dormirete nella camera di Ginny- disse.

-Attente a non svegliarla, potrebbe correre a raccontare tutto alla mamma -

-Non lo farebbe mai- ribattè Fred –Stiamo parlando di nostra sorella, non di Percy-

Hermione cominciò a salire le scale.

-Io vado a dormire. Di sicuro domani bisognerà alzarsi presto per andare a comprare i nuovi libri di scuola- disse.

Annuii… - ‘Notte- salutai trascinando il baule fino in camera.

Quella notte non riuscii a prendere sonno.

Mi risultava impossibile: per due anni ero stata separata dalla magia.

Chiusi gli occhi…

Mi rividi tre anni prima, mentre conoscevo per la prima volta i miei genitori adottivi… vidi la direttrice dell’orfanotrofio consegnarmi una lettera, prima di lasciarmi andare con la mia nuova famiglia.

La scena cambiò. Ero seduta in camera mia e scoprivo l’esistenza del mondo magico grazie alla lettera che mi rivelava chi fossi in realtà.

Ora la McGranitt mi metteva in testa il Cappello Parlante il quale, poco dopo, mi avrebbe smistata tra i Grifondoro.

Mi vidi chiacchierare allegramente con i miei nuovi amici, frequentare le lezioni e assistere alle partite di Quidditch della mia casa.

La scena cambiò nuovamente: mia madre mi aspettava alla stazione di King’s Cross, apparentemente contenta di rivedermi. Se solo avessi saputo che, poche ore dopo, mi avrebbe impedito di rimettere piede in quella scuola, avrei subito fatto dietrofront e ripreso il treno.

Ma non potevo prevederlo. Dopotutto, perchè mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere?

Eppure l'aveva fatto. Mi aveva rinchiusa in casa, senza darmi spiegazioni.

Così ero rimasta isolata dal resto del mondo per ben due anni.

E ora ero veramente tornata.

Una parte di me aveva paura che, se mi fossi addormentata, tutto sarebbe scomparso e che, la mattina dopo, mi sarei ritrovata a casa mia, circondata dai Babbani e con nient’altro che i libri come unici amici.

 

 

 

 

  
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