Crossover
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Autore: A Bahn    21/09/2010    0 recensioni
Spiderman come alleato,ma Albert Wesker come nemico! Ed anche con un simile alleato al fianco,James Bond dovrà giocarsi il tutto per tutto per sventare i piani di Umbrella Corp. e SPECTRE,unite per la conquista del mondo...
Genere: Commedia, Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fumetti, Libri, Videogiochi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte IV-Capitolo II- L'inizio del grande gioco " Mani in alto,Sir....!"
I cristalli delle vetrate non avevano ancora finito di spargersi per terra : ma già dieci bocche urlarono all'unisono quell'ordine.E quelle dieci bocche appartenevano,con grande gioia di Bond e con buona pace di Wesker, a dieci omaccioni in mimetica,ancora imbragati nelle cinghie dei paracadute,il più piccino dei quali era un armadio a tre ante che avrebbe  contenuto senza difficoltà due o tre Wesker.
Ecco la cavalleria!
Nel giro di pochissimi secondi,dieci bocche di fucili da assalto si spianarono,per maggiore chiarezza,addosso ad un Wesker più attonito che furente,ormai diventato una statua di sale : non un singolo muscolo del suo corpo tradiva un guizzo,mentre la bocca,diventata un'inespressiva linea orizzontale,tradiva invece il turbine delle sue emozioni,ma solo con un quasi invisibile tremolìo alle labbra.Bond ne avrebbe riso di quel tic : sembrava un bambino di tre anni,pronto a mettersi a piangere perché gli avevano tolto di mano il suo giocattolo preferito e di bocca il lecca-lecca.
Ne avrebbe riso,certo,se non fosse che il 'giocattolo preferito' era lui,mentre il 'lecca-lecca' era il virus dentro la dannata siringa puntata verso la vena del braccio destro...
" Issate lentamente le mani,palmi in vista,al di sopra della nuca,Sir!E via dalla vostra mano quella siringa ipodermica...!!!"
Gridò il sergente : anche lui aveva compreso che lì dentro non c'era certo il richiamo dell'antitetanica...
Wesker parve scuotersi,comunque,a quell' urlaccio-sorrise e si voltò verso il comandante della squadra.
" Non c'è bisogno che mi ripetiate tutta la solfa,signor ufficiale : anche io,nel mio piccolo,ho servito nella vostra stessa barricata..."
" Non nelle gloriose SAS,spero... "
Fu la risposta boriosa,detta per chiaro spirito di corpo. Wesker non sembrò prendersela-non più di tanto.
"Non nelle SAS..."
Soddisfatto della risposta,il graduato chiamò intanto uno fra i soldati,una sorta di Hagrid sbarbato che riusciva a spiccare anche fra quei colossi.La radiotrasmittente che portava alla cintura fece capire a Bond la qualifica di lui : marconista.
" Inverness!"
Il soldato Inverness scattò sugli attenti.
" Agli ordini,Sir...!"
" Mettiti in contatto colle squadre Beta e Gamma;digli che il pesce grosso è nella rete,ripeto,il pesce grosso è nella rete;fàtti comunicare la loro posizione,e ricordagli il rendez-vous sulla posizione prestabilita alle ore 17.00 GMT!"
Nuovo scatto d'Inverness.
"Sì,Sir...!"
Il sergente tornò a quel punto a voltarsi,mitra in pugno, verso Wesker.Lo stesso fecero i suoi uomini.
" Quanto a voi,Sir..."
E Wesker porse i polsi,placido come un agnellino,sotto gli occhi stupiti del sergente.
"Perché quella faccia,sergente?Eppure ve l'ho rammentato anche prima,a voi ed ai vostri uomini : so le regole della partita!So anche riconoscere quando una partita è chiusa,e questo mi pare il caso...."
" Bof',d-direi proprio di sì...Salter,provvedi!"
Bofonchiò il sergente per tutta risposta,mentre il soldato Salter,ligio alla consegna,stringeva i polsi di Wesker con le manette.
Non solo lui sembrò prendersela per quell'umiliazione,ma Bond notò come si permise anche di ridacchiare,divertito nel vedere quanto i badili  che il soldato si trovava  per mani penassero per farle scattare.
"Kerumpf..."
" Avete detto qualcosa,Mister Bond?"
Ah,finalmente se ne accorgeva che esisteva anche lui....
"No,nulla di che-solo...non vi state scordando d'un piccolo particolare?"
Non era rossa come quella che appariva dietro le lenti di Wesker,ma Bond notò lo stesso la luce che si accese negli occhi del graduato-se non altro,perché s'era accesa almeno dieci secondi buoni dopo il dovuto...
" Ah,voi,Sir...?"
"Sergente,vi applaudirei anche,se potessi fisicamente farlo..."
La risposta alla sua stilettata ironica fu che,con un sinistro scintillìo,dieci pollici buoni di pugnale in acciaio seghettato passarono dalla fondina alla mano destra di lui.
Troppa ironia,forse.
"Ehm,sergente,vi ricorderei che la buona riuscita della missione dipende dalla mia pellaccia-o sbaglio...?"
La lama sciabolò in aria e tagliò.
Tagliò tutte le cinghie di cuoio che lo tenevano avvinto al lettino,che avrebbero resistito alla forza d'un elefante,ma che,con un solo colpo vibrato da quei muscoli di titanio,cedettero come burro.
" No,non sbagliate,Sir..."
Ridacchiò il graduato,felice di potergli restituire la pariglia : Bond fece allora per rispondere,ma lasciò stare,e provò invece concentrare le sue residue forze ad alzarsi.
Sarebbe stato meglio rispondergli!
Subito il mondo attorno gli si ridusse ad una macchia indistinta,mentre la testa gli si reclinava pesantemente all'indietro,ma un provvidenziale appoggio lo salvò da un nuovo supplemento d'anestesia,stavolta procurata dalle stanghe del lettino : era la  mano del sergente a tenerlo stretto per la collottola,né più né meno come un micietto.
Gli si inumidirono gli occhi a sentire quella stretta,e soprattutto a sentirne il bisogno-umiliante,veramente umiliante...
" Mister Bond,credo proprio che abbiate bisogno d'una di queste..."
E gli porse con estrema delicatezza da una tasca della giberna una pastiglia bianca,assieme alla borraccia dell'acqua.
"Avrei anche una fiaschetta di buon torcibudella scozzese",ammiccò, "Ma è  meglio non pigliarlo assieme ad una 'pillola del coraggio'..."
Bond capì all'istante l'antifona.
" Ossia Pervitin,vero..? Ma non dovrebbe essere illega.."
La parola 'illegale' gli morì in gola,soffocata dalla risata omerica del sergente.
"O bella! Sapreste dirmi una sola cosa legale nei nostri rispettivi mestieri?!?"
Se non gli venne in mente nulla da rispondere al sergente,non era certo per lo stress post-anestesia...
Gli vennero in mente,veramente, tante belle parole dei suoi superiori sul Supremo Bene Comune,sempre vittorioso sui banali lacci delle leggi,e blablabla.
Ma preferirì mandarle giù,assieme alla magica pastiglia.
Giù tutto.
"  Kerumpf ! Potreste mettere nel mazzo anche me,Gentlemen..."
La sottile lingua di serpe di Wesker s'infilò gelida nei loro discorsi.
"Oh,intendete dire la folta schiera di chi non è tenuto a rispettare le leggi dei comuni mortali?Potrei anche,volendo,ma c'è una differenza sottile come un capello fra me e voi,Mister Wesker : io lavoro nella zona grigia,voi in quella nera..."
"Il sangue macchia allo stesso modo le mie e le vostre mani,però..."
Il resto della frase di Wesker fu un soffio.
"...e macchierà ancora le mie!"

                                                                     §

"NO!"
Bond urlò : aveva già capito.Aveva già capito,ma,pur accanto a Wesker, il soldato Salter ed il soldato Inverness ci misero un millesimo di secondo in più a sentirla ed ad afferarne il senso.
Fu quell'attimo a condannarli,ma loro,a differenza di Bond,non urlarono.
Non urlarono,quando la catena delle manette si spezzò;non urlarono,quando Wesker balzò verso di loro;non urlarono,quando le mani di lui si strinsero sui loro colli taurini.
Soprattutto,non urlarono quando,spinte da una forza incommensurabile,le loro teste cozzarono l'una contro l'altra.
Crollarono senza un solo lamento,assieme alle loro mitragliette,inutile ferraglia : toccarono terra nello stesso momento,tanto fulminea era stata la mossa di Wesker.
Non si sarebbero mai più rialzati.
Bond lo sapeva,e lo sapevano anche i loro camerati,se era per questo-quei due corpi colossali erano ancora per aria,che già le bocche dei mitragliatori avevano cominciato a spargere una tempesta di piombo,urlando al posto loro una rabbia impotente.
Un muro di metallo si abbattté addosso a Wesker,ma lui ci passò in meezzo.
In mezzo!In mezzo!Bond lo vedeva,ma non riusciva a crederci : otto mitragliette MP5-SD3 sparavano qualcosa come 6400 colpi al minuto,ma non uno parve colpirlo!
Tre sbuffi di sangue si alzarono,infine,da quel corpo fasciato di nero-qualche pallottola lo aveva finalmente colpito,più in forza del numero che altro.
Lui non rallentò d'un passo.
Continuò imperterrito la sua corsa,verso la finestra:ora solo il corpaccione del sergente,e la sua mitraglietta,stavano fra lui ed il suo obiettivo.
Non aveva rallentato d'un passo.
Non aveva rallentato d'un passo,raggiunto da tre raffiche di mitraglietta!
Ancora troppo sbalordito da quanto aveva visto,non riuscì a vedere Wesker balzare in aria verso il finestrone mujedar.
Ma lo sentì.
Aveva usato,infatti, la testa del sergente per darsi la spinta finale verso la libertà,e la pressione di quel piede fu la stessa delle mani su queli poveri soldati,se non di più : il rumore di qualcosa d'infranto,infranto irreparabilmente, invase la stanza,mentre il collo del sergente assumeva una posizione innaturale.
Le raffiche lo inseguirono ancora,vanamente,ma già non era che una sagoma stagliata contro il sole, incorniciata dalla finestra come una gigantesca falena.
E poi scomparve.










 








  
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