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Autore: HopelessGirl    22/09/2010    16 recensioni
Riaprì gli occhi venendo accecata dal sole e quando si abituò nuovamente a quella forza abbassò lo sguardo cercando nelle vicinanze la sagoma di Andrè. Non trovandolo più si corrucciò: dove si era cacciato in nemmeno un minuto?
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oscar fissava quelle spalle possenti fasciate dalla infida camicia che morbida ricadeva per occultare alla sua vista i muscoli di quel corpo magnifico e articolato, paragonabile a quello di un dio greco. L'uomo in questione era troppo preso a svolgere delle abituali mansioni nelle scuderie per rendersi conto dello sguardo insistente della donna dai capelli d'oro che era pigramente seduta sul bordo della fontana con un libro tra le mani. Libro che avrebbe voluto leggere, ma la sua volontà era evaporata nel medesimo istante in cui il suo sguardo aveva incontrato la sagoma del bel ragazzo a pochi passi da lei.


Andrè sistemò anche l'ultimo cavallo prima di sospirare sollevato di aver terminato il proprio lavoro. Amava badare a quegli splendidi animali, ma con quel caldo asfissiante era ancora più duro lavorare. Si voltò verso la fontana con uno sguardo indagatore e non appena notata la sagoma di Oscar vi si diresse con passi lenti e tranquilli. La donna quando se lo ritrovò davanti alzò lo sguardo dal libro, che si era imposta almeno di fingere di leggere, e lo puntò in quello smeraldino di Andrè.


-Oscar.-


La salutò allegro accennando un sorriso divertito prima di chinarsi verso la fontana a pescare dell'acqua con le mani a coppa così da potersi bagnare il collo e il viso in difesa contro quel caldo sfinente. Una volta finito di bagnarsi sollevò le braccia al cielo e chiusi gli occhi si stiracchiò godendosi la forza del sole in contrasto con la freschezza dell'acqua che ancora gli impregnava il corpo.


-Andrè.-


Mugugnò Oscar in risposta che dal canto suo, tenendo saldamente il libro fra le proprie mani, osservò piccole perle d'acqua scivolare giù per quel collo così possente e invitante per perdersi oltre lo scollo della camicia. Chiudendo gli occhi il percorso dell'impertinente goccia continuava scivolando su quel pettorali scolpiti, assaporando millimetro dopo millimetro quella pelle così liscia e calda, fino ad infrangersi contro la stoffa.


Riaprì gli occhi venendo accecata dal sole e quando si abituò nuovamente a quella forza abbassò lo sguardo cercando nelle vicinanze la sagoma di Andrè. Non trovandolo più si corrucciò: dove si era cacciato in nemmeno un minuto?


Si alzò in piedi avvertendo le gambe tremare leggermente per la velocità con cui aveva agito e con un gesto rapido poggiò il libro sul bordo della fontana guardandosi attorno leggermente irritata. Mosse alcuni passi verso la scuderia chiedendosi se fosse rientrato lì per ultimare alcuni lavori e non appena fu vicina avvertì dei rumori provenire dall'interno. Inarcò un sopracciglio e si affacciò oltre la porta scrutando il buio che vi era all'interno. Tutto quello che vide furono i cavalli e uno dei servitori che sistemava le ultime attrezzature. Con un gemito di impazienza si voltò e ripercorse i propri passi riavvicinandosi alla fontana. Senza soffermarsi troppo a pensare si diresse a grandi falcate all'interno del palazzo Jarjayes e subito il fresco di quelle mura la colse rubandole un sospiro sollevato.


Cosa le prendeva? Perchè stava inseguendo Andrè? Una volta trovato cosa gli avrebbe detto? Che senso aveva tutto questo?


Prima che riuscì a trovare una risposta per tutte queste logiche domande che le frullavano nella testa si diresse a grandi passi in cucina spalancando la porta con un gesto rapido della mano. Lo trovò lì, in piedi poggiato contro il tavolo con una mela fra le mani. Quella visione sortì l'effetto di una ventata calda e secca nella gola di Oscar, così arida che le strappò dal petto la voce.


Le gambe della biondina si mossero rapide mentre accompagnavano il corpo della donna vicino a quello di Andrè. Non sapeva cosa, non sapeva per quale motivo ma sentiva il bisogno di quelle labbra. Le voleva per se ad ogni costo, le pretendeva con la stessa violenza e la stessa prepotenza con cui aveva desiderato da bambina avere una vita normale come ogni ragazza.


Annegò una mano nei capelli scuri e corti di Andrè senza concedersi il lusso di perdersi in quell'occhio smeraldino che la fissava completamente stupefatto. Tirò il viso di lui verso il proprio e quando Andrè cedette la donna si alzò appena sulle punte poggiando le sue labbra contro quelle dell'uomo. La mano libera, che non era annegata nei capelli castani di lui, si intrufolò immediatamente nello scollo della camicia carezzando quella pelle umida e calda, bollente sotto al suo tocco.


Dopo brevi istanti si trovò a ingaggiare una lotta prepotente e sensuale con la lingua di Andrè mentre la sua mano sempre più avida aveva aperto la camicia dell'uomo e ora vagava indisturbata prima sui pettorali tesi, poi sugli addominali perfetti. Avvertì un tonfo piccolo e contenuto verso il basso e non le ci volle molto per comprendere che si trattava della mela che poco prima Andrè stava mangiando, anche perchè pochi istanti dopo una mano di Andrè si poggiò sul suo fianco destro stringendolo con passione mentre l'altra era poggiata sul tavolo ancora intorpidita dallo stupore.


Le sue labbra sapevano di fresco, di dolce, di mela e d'estate. Erano calde, morbide e così invitanti che più di una volta non si trattenne dal mordicchiarle con dolcezza. Era persa, continuava ad annegare nella perfezione di lui e del suo corpo chiedendosi come e con quale coraggio si era potuta privare per così tanto tempo di un qualcosa di magnifico come quello.


Quando si separò ansante da lui e avvertì il respiro dell'uomo soffiarle sul viso, un brivido caldo e violento le percorse la schiena tramutandosi in una scarica adrenalinica non indifferente. Intrecciò la sua mano con quella dell'uomo e senza dire nulla si voltò trascinandoselo dietro. Attraversò un corridoio che le parve decisamente infinito e poi trovata la porta che cercava vi si scagliò contro aprendola con frenesia. Quando anche Andrè fu entrato chiuse a chiave la porta e si voltò verso l'uomo che in piedi al centro della stanza la guardava tra il perplesso e l'eccitato.


Si avvicinò a lui e senza dire nulla lo privò, gettandola a terra, della sua camicia, ammirando alla luce tenue, che penetrava appena dalle imposte chiuse per evitare di far entrare quell'atroce caldo estivo anche in quella che era la stanza di Andrè, il petto di quest'ultimo. Vi posò le mani e mentre carezzava quel torace scolpito si riappropriò delle sue labbra. Lo desiderava, lo desiderava immensamente. Ne aveva un bisogno disperato, di lui e del suo corpo. Voleva per se quei sorrisi, quegli sguardi, quella sua gentilezza, quella sua dolcezza, la sua determinazione, voleva tutto di lui. Lo voleva con tutta se stessa.


Andrè rispose a quelle carezze con altrettante, più febbrili e passionali suscitando in breve i gemiti di Oscar mentre inspiegabilmente i loro vestiti finivano al suolo e il corpo di Andrè tirava quello di Oscar senza violenza, ne prepotenza verso il letto.


La biondina non si accorse nemmeno di essere finita stesa ormai nuda su di lui. Troppo il ritmo serrato di quella loro sensuale danza di movimenti, carezze, baci, sussurri. Troppa la prepotenza di quello che sentiva, di quello di cui necessitava.


Desiderava Andrè tanto da sentirsi male, desiderava Andrè tanto da sentirsi ardere, desiderava Andrè in ogni sua sfaccettatura e voleva sentirlo gemere in preda al piacere il suo nome.


Si lasciò andare a quei baci sempre più avidi e lunghi, tanto da rubarle il fiato, ma non c'era modo migliore di impiegare quegli attimi sospesi annegando fra le sue labbra. Avvertì i corpi aderire alla perfezione, la pelle calda di lui entrare in contatto con la propria altrettanto bollente ormai totalmente preda delle proprie emozioni. Percepì le labbra di lui sussurrare calde e intime il suo nome e improvvisamente il ponte gettato con il suo intimo diventare solido. Lo strinse a se quasi cercando di poter essere assorbita da quel corpo magnifico che lui le stava donando...




Oscar spalancò gli occhi sussultando mentre il suo corpo si fletteva teso portandola seduta. Si guardò attorno spaesata avvertendo il proprio cuore battere a mille mentre il silenzio del palazzo Jarjayes era rotto solo dal proprio respiro affannato. Posandosi istintivamente una mano sul cuore si guardò attorno prendendo finalmente contatto con la realtà.

La sua camera.

Cercò segni evidenti di quello che aveva appena creduto di vivere. Un sospiro le nacque nel petto sedando ogni sua febbrile agitazione e placando quei battiti frenetici che vennero però presto sostituiti da una morsa profonda. Del suo sogno era scomparso tutto... eccetto il desiderio che anche in quel preciso momento nutriva per Andrè.

Lo voleva, lo amava, ne era totalmente assuefatta.

Si portò una mano sulla fronte stendendosi nuovamente, ignara che quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di sogni poco casti nei riguardi del proprio ex-attendente.





















HopelessGirl's corner

Non so nemmeno io stessa cosa sia questa cosa che mi è uscita in un pomeriggio come questo. Del resto mi serviva staccare un po' dal mio progetto, per questo mi sono tuffata in un foglio di Word nuovo nuovo cercando qualche spunto da cui partire. A voi i commenti al riguardo e chiedo scusa per errori, ripetizioni o quant'altro. È una sorta di sfogo scritto in fretta nel poco tempo che ho a disposizione.

Un ringraziamento che parte dal cuore per tutti coloro che hanno commentato tutte le mie precedenti fanfiction, ovvero: Eau Fraîche, Porcellana, Critical e {this can't be healthy.

Un bacio a tutte

  
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