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Autore: littledramy    22/09/2010    10 recensioni
Draco Lucius Malfoy non era mai stato superstizioso.
Odiava i superstiziosi e le loro assurde teorie quasi quanto odiava i mezzosangue...Era per quello che si era rifiutato di credere a Blaise Zabini quando di punto in bianco gli si era presentato in camera tutto trafelato per annunciargli che diciassette era il numero che lo rappresentava....Alcuni giorni dopo però Draco non aveva più potuto ignorare che il diciassette lo perseguitasse in qualche modo. Si rifiutava ancora fermamente di credere a Blaise e a tutte le spazzature che il Cavillo pubblicava, invece aveva cominciato a credere fermamente nella sfiga e nel fatto che quest’ultima si fosse legata indissolubilmente al numero diciassette e avesse iniziato a perseguitarlo.
STORIA PARTECIPANTE AL NUMBER 17, contest indetto da elyl, piperina e remvsg
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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17

 

- titolo : Diciassette
- personaggi : Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger
- pairing: Draco/Hermione
- rating : Verde
- genere : introspettivo, sentimentale, romantico
- avvertimenti : One shot, leggero ( spero ) OOC
- Citazione scelta: Esperienza è il nome che gli uomini danno ai propri errori. (Vera o i nichilisti, Oscar Wilde)

- Prompt: Attimo- noce

STORIA PARTECIPANTE AL NUMBER 17, contest indetto da elyl, piperina e remvsg

 

Diciassette



Draco Lucius Malfoy non era mai stato superstizioso.


Odiava i superstiziosi e le loro assurde teorie quasi quanto odiava i mezzosangue.

Stupide ed inutili credenze da babbani.

Era per quello che si era rifiutato di credere a  Blaise Zabini quando di punto in bianco gli si era presentato in camera tutto trafelato per annunciargli che diciassette era il numero che lo rappresentava.

Draco aveva sbuffato imprecando sotto voce e lo aveva mandato via in malo modo, maledicendosi fra sé e sé per avere un amico così stupido.

E così dannatamente superstizioso.

In effetti non era solo colpa di Blaise.

Da un po’ di tempo nell’insulso giornale del Cavillo – a cui ovviamente Blaise, che era un amante dello strambo  in un modo per lui assolutamente incomprensibile , era abbonato - c’era sempre un’intera sezione dedicata agli oroscopi, una qualche sorta di diavoleria babbana che pretendeva di dirti cosa sarebbe successo durante la settimana-  e ai numeri che ti rappresentavano.

Draco si chiedeva spesso come potesse Blaise anche solo pensare che quella robaccia fosse vera.

Persino Hermione Granger  - che venerava qualsiasi cosa avesse inchiostro stampato su carta -  l’aveva definito spazzatura.

 

 

Alcuni giorni dopo però Draco non aveva più potuto ignorare che il diciassette lo perseguitasse in qualche modo.

Si rifiutava ancora fermamente di credere a Blaise e a tutte le spazzature che il Cavillo pubblicava, invece aveva cominciato a credere fermamente nella sfiga e nel fatto che quest’ultima si fosse legata indissolubilmente al numero diciassette e avesse iniziato a perseguitarlo.

 

 

Tanto per cominciare era inciampato – per la prima volta nei suoi diciassette anni – nei suoi stessi lacci e nel tempo di un attimo era rotolato giù per diciassette maledettissime scale.

Quanto possono costare cari gli attimi Draco lo sarebbe venuto a sapere presto.

Si sarebbe senz’altro spezzato qualche osso se non fosse atterrato su un corpo morbido e caldo.

Quando aveva alzato gli occhi sul suo salvatore con un sorriso di ringraziamento stampato sulle labbra, il sorriso era svanito e la sua parte purosangue, che avrebbe preferito spaccarsi l’osso del collo piuttosto che trovarsi steso per terra, in una posizione decisamente equivocabile, sopra Hermione Granger, era inorridita.

Presa coscienza di trovarsi stesa sotto di lui, anche lei aveva assunto la sua stessa espressione disgustata.

Era stato il tempo di un attimo e lei aveva già afferrato il libro a terra accanto a lei - e Draco aveva fatto in tempo ad inorridire quando aveva visto che si trattava di ‘’Diciassette modi per riprendere in tempo un incantesimo sbagliato’’- e glielo aveva dato sulla testa con la chiara intenzione di fracassargli il cranio riuscendo laddove anche le dannate scale di Hogwarts avevano fallito.

- Malfoy spostati!Spostati subito! Ma che diavolo combini stupido di un furetto? Cos’è hai deciso di sperimentare un nuovo gioco intitolato ‘atterriamo i sanguesporco’ ? – gli chiese furiosa

- Mezzosangue calmati! Se non te ne fossi accorta sono scivolato dalle scale!-

-Oh ma poverino!- disse lei in tono compassionevole

Draco assottigliò gli occhi, tremando per la rabbia.

-Vedi di non rifarlo mai più Malfoy altrimenti le scale non ti semberanno nulla al confronto di quello che potrei farti io- esclamò fissandolo con gli occhi accesi per la rabbia.

Per un attimo, un solo attimo, Draco fu completamente rapito dagli occhi dorati di lei e dalle fiamme che aveva visto danzarvi dentro.

Aveva sempre avuto un debole per le ragazze belle e focose.

E la Granger, con quel bel viso delicato, con quel corpo morbido e con quel caratterino che si ritrovava, bella e focosa sapeva senz’altro esserlo.

Presa coscienza dei pensieri appena formulati il suo cervello purosangue fu invaso dal disgusto, mentre portandosi una mano sulla testa si chiese se avesse sbattuto anche quella.

Lei lo fissò allibita per qualche secondo.

Draco si era portato le mani alla testa ed aveva iniziato a sussurrare fra sé e sè:

-Pensa Draco pensa. Tu non credi a queste cose. Pensa-

Ma per quanto si sforzasse Draco non riusciva a trovare nulla di razionale che giustificasse perché fosse perseguitato dal diciassette.

- Cos’è parli anche da solo adesso?-

- Perché sei ancora qui?-

- Ti sei fatto male?- chiese invece lei ignorando la domanda

Draco la guardò allibito.

Ma cosa diavolo prendeva alla Granger quel pomeriggio?

- Ti ho chiesto se ti sei fatto male- ripeté lei

-Non sono sordo mezzosangue, ho sentito quello che mi hai detto-

Lei non rispose ma continuò a fissarlo in attesa di una risposta.

Scocciato dal fatto che dargliela fosse l’unico modo per togliersela dai piedi, Draco la guardò di nuovo.

- Certo che mi sono fatta male Granger. Sono scivolato dalle scale e come se non bastasse tu mi hai quasi fracassato il cranio con quel tuo dannato coso- sbuffò

- Quel dannato coso Malferret è un libro e ha persino un nome! Si chiama ‘’ Diciasse’’..- ma non riuscì a terminare la frase perché lui in un attimo fu accanto a lei coprendole la bocca con la mano.

-Zitta per amor del cielo! Non pronunciare quel numero in mia presenza!-

Hermione sembrava quasi sconvolta da quel gesto.

Forse in sette anni di scuola si erano sfiorati qualche volta.

Ma quella era la prima volta che la toccava.

La sua mano profumava di noci.

Vedendola impallidire Draco la lasciò andare con uno scatto repentino e mise fra di loro una certa distanza per impedirsi di rifare lo stesso gesto.

La sua mano bruciava nel punto esatto in cui aveva toccato le labbra di lei in un modo per nulla spiacevole.

La storia del diciassette lo stava distruggendo, non c’era che dire.

A quanto pare era proprio vero che Hermione Granger non sopportasse il silenzio perché dopo qualche secondo fu lei ad interromperlo con la domanda più strana che potesse fargli in quel momento.

- Hai mangiato qualche noce di recente?-

Draco tornò ad osservarla.

Non c’era che dire anche la Granger era notevolmente impazzita.

Forse la pazzia del diciassette aveva iniziato a contagiare anche lei.

Odiava il diciassette.

-Come scusa?-

- Ti ho chiesto se hai mangiato qualche noce di recente. La tua mano profuma di noci indi sono abbastanza propensa a credere che tu le abbia mangiate-

Draco si annusò la mano.

Aveva ragione lei, profumava di noci davvero.

Improvvisamente ricordò del cesto di noci in sala comune.

- Oh sì ne ho mangiate alcune prima- rispose

Lei annuì e poi sorrise.

- Non ti sembra strano questo Malfoy?-

- A cosa ti riferisci esattamente Granger?-

-All’essere qui a parlare di noci-

Lui annuì.

- Non è spiacevole come pensavo- disse

Lui la guardò ammutolito.

La mezzosangue aveva davvero appena affermato che gli aveva fatto piacere starsene lì a parlare con lui di noci?

Lei era sparita dalla sua vista, prima che Draco accettasse il pensiero che  non era dispiaciuto nemmeno a lui.

L’aveva trovata persino simpatica.

Non c’era che dire.

Quel dannato diciassette lo avrebbe fatto ricoverare al San Mungo di quel passo.

 

 

Con il passare dei giorni la situazione non era migliorata

Quel giorno poi era talmente preso da quell’assurda faccenda del diciassette che non era riuscito a concentrarsi su niente altro e la McGranitt gli aveva fatto ripetere l’esercizio finché la sua mano sinistra non fu perfettamente uguale ad una spillatrice.

 - Oh molto bene Malfoy ci sono voluti diciassette tentativi ma alla fine ce l’ha fatta!- disse puntandogli la bacchetta addosso e ritrasformando la spillatrice nella mano di Draco.

Draco rabbrividì all’istante.

Possibile che quel dannato numero non volesse lasciarlo in pace?

Lui non voleva più sentir parlare del diciassette fino alla morte.

Ed invece eccolo che tornava sempre appena possibile a rovinargli la giornata.

-Non credevo di averti colpito così forte l’altro giorno Malferret! –

Draco alzò gli occhi per ritrovarsi davanti la Granger che lo guardava con un risolino sulle labbra.

-Granger piantala. La mia pazienza è già al limite questa mattina senza che ti ci metta anche tu- sbuffò raccogliendo le sue cose.

- Che ti succede Malfoy?- chiese lei avvicinandosi

Draco alzò di nuovo gli occhi su di lei, stupito.

Si sarebbe aspettato una frase provocatoria in risposta, non quello sguardo davvero interessato.

- Non che siano fatti tuoi mezzosangue-

Lei lo ignorò ancora e rimase a fissarlo in attesa di una risposta.

Non l’aveva mai guardata così da vicino e non aveva mai fatto caso a quanto fosse diventata bella negli ultimi anni.

Per la seconda volta il suo cervello inorridì di fronte ai propri pensieri.

Diciassette secondi dopo, Draco non li aveva contati, ma sapeva che fossero diciassette esattamente come sapeva di essere Draco Malfoy, lei era ancora lì a fissarlo in attesa di una risposta.

- Non te ne andrai finché non ti avrò dato una risposta non è vero Granger?-

Lei scosse la testa.

- Attenta Granger potrei pensare che io ti piaccia date tutte queste attenzioni-

- E dimostreresti per l’ennesima volta di essere un perfetto idiota. E’ nella mia natura aiutare gli altri. E poi pensavo che avessimo già appurato che dopotutto non fosse così male-

Draco non ribatté.

- Tu credi negli oroscopi Granger?-chiese infine

- Negli oroscopi? Che assurdità certo che no Malferret. Non credo nemmeno nella divinazione, o perlomeno non in quella della Cooman, ho lasciato il corso dopo neanche due settimane!-

Lui annuì.

Lei era saggia, era razionale.

Come lui d’altronde.

Era evidente che non credesse in tutte quelle sciocchezze.

Appuntò mentalmente di dire a Blaise di farsi una bella chiacchierata con la Granger, magari lei sarebbe riuscita a fargli una bella lavata di testa e togliergli dal cervello tutte quelle idiozie.

- Allora forse tu hai una risposta razionale del perché da qualche giorno a questa parte il diciassette mi perseguita senza attimi di tregua-

- Da quando?-

- Blaise si è fiondato in camera mia qualche tempo fa dicendomi che il diciassette era il numero che mi rappresentava e da allora non ho più un attimo di pace-

- Riesci a ricordare quanti giorni fa è successo? Più di due settimane?-

- Sì credo di sì, ma non ho contato i giorni-

- E cosa hai fatto fin ora? –

- Ho ignorato tutto ovvio! Cosa altro avrei dovuto fare? Speravo che l’esperienza mi rivelasse qualcosa o che la smentisse del tutto!-

- Esperienza è il nome che gli uomini danno ai propri errori Malfoy! Come hai potuto essere così superficiale da ignorare i segnali? Non hai pensato che potesse essere l’incantesimo ravvivante vero?-

Lui sgranò gli occhi.

- L’incantesimo ravvivante?-

-Ma certo! Descrivimi esattamente cosa è successo quando Zabini ti ha detto che il diciassette era il tuo numero personale-

- L’ho scacciato in malo modo-

-Hai imprecato?-

- Io credo di sì-

- Credi? Malfoy quanti errori dovrai fare prima di sfruttare questa esperienza a tuo vantaggio? O hai intenzione di aspettare che sia lei a distruggerti? Sono sicura che sono passati diciassette giorni da allora come sono certa di essere una strega!-

- D’accordo d’accordo. Ho imprecato. E con questo? Chi non lo avrebbe fatto visto..-

- Oh taci Malfoy è possibile che non ci arrivi? Non ti ricordi cosa ci ha detto Vitious?

‘’L’incantesimo ravvivante è alquanto pericoloso perché non ci si rende conto di averlo attivato in nessun modo fin quando esso stesso non ci si rivela proprio nel modo in cui noi lo abbiamo attivato, insultando qualcosa con rabbia e ferendo un amico. Prende la forma di ciò che questo ultimo ci ha detto e..’’-

- Ma hai inghiottito un’intera enciclopedia Granger?- chiese lui interrompendola

Lei lo fissò male e si avviò verso la porta risentita.

- D’accordo Malferret, visto che non hai bisogno del mio aiuto ti lascio da solo a cavartela con il tuo diciassette. Fammi un fischio se ce l’avrai fatta-

Lui le bloccò la mano.

Il profumo di noci arrivò anche a lei.

- Ancora noci è Malfoy? Non sapevo che ti piacessero così tanto-

Lui annuì.

-Mio Dio! Come siete permalose  voi donne!- sospirò per poi continuare – Resta. Per favore Hermione resta. Ho bisogno di te. Non posso farcela da solo. Non sono bravo come te-

Hermione.

Lei assaporò la consistenza del suo nome sulle labbra di lui.

Sorrise.

Lui si sentì incendiare.

-D’accordo resto-

Fu il turno di Draco di sorridere.

- Da quello che ho capito, e sono abbastanza certa  di aver capito bene – disse con un sorrisetto impertinente sulle labbra – hai attivato l’incantesimo perché hai ferito Zabini e questo si è attivato prendendo le forme del diciassette che è stata l’ultima cosa che lui ti ha detto. Ora c’è un solo modo per annullare l’incantesimo: batterlo al suo stesso gioco-

- E sarebbe a dire?-

-Devi fare qualcosa che renda felice te ed un’altra persona per diciassette volte, poi sarai libero- spiegò lei

- Qualsiasi cosa?-

- Sì qualsiasi-

 

 

Draco non pensò, agì.

Le prese il viso fra le mani inclinandole il capo in modo che lo guardasse negli occhi.

Occhi grigi che non aspettavano altro che perdersi in quelli dorati di lei.

Lei non si mosse trattenendo il respiro.

Quando un gemito, traditore, le uscì dalle labbra Draco lo catturò appropriandosi dolcemente della sua bocca, in un bacio denso e carico di promesse.

La dolcezza fu ben presto sostituita dalla passione.

Essa divampava fra un bacio e l’altro come una scintilla che porta l’incendio.

Si sentivano bruciare.

Non riusciva nemmeno a riprendere fiato che le labbra di lei, esigenti e affamate, lo riassalivano di nuovo e quando era lei a dover riprendere fiato erano le sue stesse labbra che inseguivano quelle di lei per appropiarsene nuovamente

Diciassette baci dopo le labbra di lei erano gonfie, rosse e invitanti.

Draco se ne riappropriò per un diciottesimo, anticipazione di tutti i prossimi che avrebbe voluto darle e ricevere.

Era libero.

E lei era sua.

Amava il diciassette.

Oh se lo amava.

 

 

 

N. A: Non esiste nessun incantesimo ravvivante ovviamente, me l’ho inventato io per far combaciare tutti i pezzi! L’idea mi è venuta da sé non appena ho letto il contest, spero che vi sia piaciuta! Io mi sono divertita un mondo ad immaginare Draco cascare dalle scale per finire su Hermione e a vedere lei prenderlo a librate.

Non c’è che dire questi due mi fanno proprio impazzire insieme.

Signore, aspetto il vostro giudizio! Giulia.

 

 


  
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