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Autore: barbara_f    22/09/2010    8 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ed4e [Contatta] Segnala violazione
 19/09/10, ore 16:25 - Capitolo 21: Cap. 21 Esigenza

ahhhhhhhhhhh bellissimo chappy!!!!! mamma mia!!!!! davvero davvero belllisimo finalmente si sn riavvicinati xò cavolicchiooooo si devono già riallontanare speriamo ke qsto nn li allontani.......a prestooooooooo un bacioneeeeeee
grazie grazie grazie!!!!

si, si sono riavvicinati e si amano... ma edward deve ancora confessare a bella il suo passato... staremo a vedere!!!

 IsaMarie [Contatta] Segnala violazione
 18/09/10, ore 22:20 - Capitolo 21: Cap. 21 Esigenza

Brava Barbara! Non ho parole per descrivere questo capitolo! E'... wow! La passione, ma allo stesso tempo anche la dolcezza di Edward, è veramente struggente. Quel ragazzo è un groviglio di emozioni fortissime, sia positive, che negative... mi riferisco alla paura e all'angoscia ormai insite in lui. Il pezzo in auto è stato a dir poco spettacolare. Non mi stancherò mai di ringraziarti per questa bellissima storia e per le emozioni che ci regali sempre! Bacioni!

grazie grazie marie, troppo buona come sempre!!!! Edward, in effetti è un personaggio complesso, anche da descrivere, per questo ci metto un po' prima di pubblicare. voglio che i tratti del suo carattere vengano delineati bene in modo da comunicare le sue emozioni a chi legge...

un bacione e ancora grazie! B.

 francytwilighter80 [Contatta] Segnala violazione
 18/09/10, ore 15:55 - Capitolo 21: Cap. 21 Esigenza

Ciao! Probabilmente è la prima volta che recensisco la tua FF ma è gia da qualche capitolo che vorrei farlo. Mi piace tanto e mi piacciono ancora di più i sentimenti ancora ruvidi di Edward e la fragilità di Bella. Questi due ragazzi assieme possono aiutarsi finalmente a capire come gestire i propri sentimenti che per loro sono ancora qulcosa di sconosciuto e ingestibile. Chissà quanto dolore ancora consuma il povero Edward che di sicuro se aprisse questo suo lato oscuro a Bella si alleggerirebbe l'animo così martoriato. Sono sicura che Bella saprebbe dargli il necessario sostegno. Mi auguro proprio che per farsi un pò perdonare dell'abbandono che Edward faccia una bella sorpresa a Bella a casa di Charlie e la vada a trovare per tornare poi a casa insieme, sarebbe proprio carino!! Non vedo l'ora di leggere il seguito. Baci!

grazie francy e benvenuta!!!

i due protagonisti sono fragili teneri e disperati, edward, inoltre, ha un ingombrante passato alle spalle che lo rende scostante e incline all'istinto di autodifesa.... vedrai nei prossimi capitoli.

baci B.

 fabiiiiiiiii [Contatta] Segnala violazione
 18/09/10, ore 12:47 - Capitolo 21: Cap. 21 Esigenza

bellissimooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 giova71 [Contatta] Segnala violazione
 18/09/10, ore 12:08 - Capitolo 21: Cap. 21 Esigenza

e così bella è stata dimessa dall'ospedale, e và a passare la convalescenza da charlie a forks, eddy non vorrebbe separarsi da lei,bello il loro momento d'amore, speriamo che di momenti di dolcezza come questi c'è ne siano, hanno bisogno l'uno dell'altro vedremo che altro ci aspetta.UN bacione grandissimo ciao *____*

e si!!! bella andrà a Forks per un po'... e si, edward ha divfficoltà a lasciarla andare, è consapevole che lei ha perso fiducia e farebbe qualunqie cosa pur di recuperarla...

vedrai i prorrimi capitoli.... a presto B.

ciao a tutti, volevo avvisare che, data l'imminenza del mio matrimonio (il 25 settembre 2010) sospenderò temporaneamente la pubblicazione della FF per riprenderla dopo il 10 di ottobre (viaggio di nozze! :)  )

quindi, colgo l'occasione per salutare e darvi appuntamento a presto. un bacione a tutte e grazie per i vostri commenti sempre così carini!!

Barbara

 

_Cap. 22

 

Inquietudini

 

Arrivai a Forks con un’ora di ritardo rispetto ai miei piani. C’era neve sulle strade, questo dissi a mio padre... Il pensiero di Edward e di quanto avevamo appena fatto mi accompagnò per tutto il viaggio. Sentivo ancora addosso il suo profumo, Fahrenheit di Dior che impregnava i miei vestiti, il ricordo delle sue carezze mi provocò uno stato di eccitazione tale che dovetti fermarmi un paio di volte per non rischiare di perdere la concentrazione alla guida.

Edward mi chiamò ogni mezz’ora, voleva essermi vicino, farmi sentire la sua presenza glie ne fui grata.

“Sono a Forks” dissi rispondendo all’ultima sua chiamata “sto parcheggiando...vedo Charlie, ....ti devo salutare!” il mio tono di voce era triste, come il suo. Cercai di mascherare la mia tristezza, scesi dall’auto e corsi ad abbracciare mio padre.

“Piccola, dai entriamo, ho appena finito di cucinare, ti ho aspettato per pranzare!” strano, molto strano, mio padre non era mai stato un bravo cuoco, aveva sempre preferito i cibi precotti oppure, ordinare dalla tavola calda di Forks...

C’era qualcosa sotto, ne ero quasi sicura. Aveva cucinato e aveva persino preparato la tavola... ancora più strano, da quando mamma era andata via, preferiva cenare sul divano.

“Cosa succede...a cosa devo tutto questo...” dissi indicando la tavola apparecchiata.

“Ero felice di vederti, volevo organizzare qualcosa di speciale...”

“Papà non prendermi in giro... non è la prima volta che vengo a trovarti, non hai mai fatto niente di tutto questo...” il mio sguardo indagatore, lo scrutava cercando di capire il perché di tutta la messa in scena...

“dai Bells, non essere sempre così diffidente...” mio padre non mi guardava negli occhi e c’era una sola ragione, avevo visto giusto.

Mi sedetti al tavolo, lui  mi imitò iniziando a mangiare la pietanza ormai fredda.

“Allora?” insistetti “non mi vuoi proprio dire nulla?!” Charlie alzò gli occhi dal piatto guardandomi intensamente poi sbuffò. Chiaro segnale che la battaglia era vinta.

“Bella io... io beh ecco, stasera ho invitato a cena Billy e Jacob...” lo guardai, non capivo

“Non c’era bisogno di organizzare tutto questo, Billy è un amico di famiglia, Jacob è suo figlio...o c’è di più?!” mio padre arrossì, questo tratto l’avevo preso da lui.

“Ecco, in realtà io speravo che... tu e Jacob... ecco che voi potreste provare a frequentarvi... come amici, magari....” balbettava.

“Papà, io sto con Edward!” stavo arrabbiandomi, non si doveva intromettere nella mia vita privata...

“Edward non mi piace, è uno strano ragazzo, ha qualcosa che.... non lo so, non mi convince...” non potevo permettere che si parlasse male della persona che amavo.

“Certo, la sua famiglia è ineccepibile, Alice è un tesoro ma lui... lui è... non so come definirlo...insolito, cupo...” frenai il fiume di aggettivi

“Papà, Edward è la persona che ho scelto, tu non puoi giudicarlo, tu non lo conosci” Charlie alzò le mani in segno di resa.

“Aspetta Bells, aspetta. Io non voglio e non posso dirti chi frequentare ma posso almeno esprimere la mia opinione e poi, ....tu e Jacob siete amici da tanto tempo... lui ti è stato così vicino quando Edward...” mi misi le mani sulle orecchie, non volevo sentire....

“ok scusa, scusa...” mio padre era imbarazzato e dispiaciuto al contempo.

Mi calmai.

“Papà, io voglio già bene a Jacob e lo ringrazio per quanto ha fatto per me, anche se non ricordo molto, ma...lui non vuole essere mio amico... non solo...”

Charlie mi guardò alzando un sopracciglio

“Intendi dire che lui si è preso una cotta per te?” faceva il finto tonto, non lo sopportavo quando si comportava così, era imbarazzante. “Jacob piaceva anche a te o sbaglio!”

“Papà, smettila...” arrossii “avevo tredici anni... Jacob mi piaceva, molto. Ma, da quando sono andata via con mamma... non una mail, non una cartolina, non una telefonata... era come se...come se mi avesse cancellata!” il mio tono risuonò duro, ero ancora arrabbiata per il comportamento di quello che, seppure non era mai stato il mio ragazzo, almeno sarebbe dovuto essere il mio migliore amico. “Nemmeno quando ero in vacanza da te si è fatto vivo... poi, Angela mi ha raccontato che si era messo con... Leah Clearwater, se non sbaglio...!”

Ricordai la tristezza intensa alla notizia che, l’unico ragazzo che mi fosse piaciuto sul serio, ora era di un’altra...

“Ok Bells, ma ora le cose sono cambiate, lui è cambiato, si è tranquillizzato ed è tornato a cercarti!” come poteva essere così ottuso, come faceva a rifiutare la realtà dei fatti...

“Si papà, le cose sono davvero cambiate, io sto con Edward ora, e sono innamorata di lui!” mio padre sorrise, mi preoccupò molto quella sua strana reazione.

“Se sei sicura dei tuoi sentimenti e di quelli di Edward...” pronunciò il suo nome con disprezzo...me ne dispiacqui. “...allora non avrete nessun problema ad avere Jacob che vi ronza un po’ intorno... o Edward teme la rivalità?”

“Cosa intendi dire con... vi ronza un po’ intorno?” deglutii a vuoto un paio di volte poi, decisi che, qualunque cosa avesse in mente, lo avrei ignorato. Poggiai la forchetta, ormai mi era passato totalmente l’appetito.

“Vado in camera, il viaggio è stato faticoso... vorrei riposare un po’”

“Buon riposo Bella!”

Mi precipitai su per le scale e mi chiusi in camera poi, afferrai la borsa e presi il telefono. C’era qualcuno con cui volevo parlare.

*********************************************************************

Avevo chiamato Bella da poco, era arrivata. Mi sentii sollevato. Ero frastornato dall’entità e dalla portata della passione tra noi, non riuscivo ad immaginare che il mio cuore potesse contenere tanta intensità... era rimasto imprigionato per così tanto tempo... Sorrisi. Ero felice, per la prima volta ero davvero felice.

Montai in macchina e mi diressi verso casa, appena giunto l’avrei chiamata, volevo sentire il suono della sua voce, mi  mancava. Già mi mancava!

Sorrisi ancora e una dolce melodia si formò nella mia fantasia poi, il volto di mia madre apparve tra le pagine della mia mente scompigliandole...era triste, piangeva...

“Edward”, mi chiamò,  la sua voce era così nitida... mi stupii di riuscire a ricordarla dopo così tanti anni.  Sentii subito l’inconfondibile morsa allo stomaco...

“Perché” urlai da solo dentro l’abitacolo della mia Volvo, mi tremavano le mani “Perché non posso essere felice...perchè!!!” urlai ancora.

“perché tu non meriti di essere felice” la mia voce, la sua voce rimbombavano dentro di me. Accostai non riuscivo più a guidare, mi sentivo male, stavo per avere un nuovo attacco di panico. Uscii, l’aria gelida mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee. Era freddo, dannatamente freddo, la neve aveva ricoperto ogni cosa ormai, ero a poche centinaia di metri da casa, dovevo solo riuscire a rientrare poi, in camera mia avrei potuto dare sfogo alle mie paure. Cominciai a camminare a piedi... la macchina abbandonata lungo il viale.

“Edward, mi hai dimenticata?” la voce di mia madre nella testa mi tormentava,

“Non avevi detto che mi avresti voluto bene per sempre?” stavo impazzendo, la lontananza di Bella aveva scatenato di nuovo le mie ansie... “io ti voglio bene mamma! Ma amo anche lei!” dissi sottovoce rispondendo alla voce nella mia testa.

“Non ti ho dimenticato mamma, come potrei...” un singhiozzo proruppe dal mio petto, ero nuovamente incapace di piangere, poi una stretta allo stomaco mi costrinse ad accasciarmi. Mi stesi a terra stringendo le ginocchia con le braccia, quello era l’unico modo che conoscevo per tentare di tenere insieme i pezzi di me stesso, dovevo farlo per Bella, dovevo essere forte, dovevo riuscire a superare tutto questo dolore che avevo dentro.... ancora la sua voce, ancora una fitta allo stomaco.

“Voglio essere felice” sussurrai con le ultime forze, poi non sentii più nulla.

*********************************************************************

“Emmett, ma non è la macchina di Edward quella?” Rose mi indicò la Volvo abbandonata sul ciglio  della strada. Accostai e scesi.

Era proprio l’auto di Edward ed era aperta, le chiavi erano ancora inserite nel quadro del cruscotto. Dove poteva essere andato? Una strana sensazione di paura mi invase.

“Rose, ascolta, io cerco Edward, tu porta a casa la macchina, io ti raggiungerò con l’auto di Ed!” diedi un bacio sulla bocca alla mia fidanzata. Nonostante stessimo insieme da un po’, sentii l’eccitazione premere prepotentemente contro i miei pantaloni. Ora però non potevo prenderla, ero preoccupato per mio fratello, anche Rose lo era.

“Ok Emm, vado a casa, per qualunque cosa chiamami!” un altro bacio. Alzai la mano in segno di saluto mentre Rosalie riportava a casa il fuoristrada.

Girai attorno all’auto, avevo uno strano presentimento... per fortuna aveva smesso di nevicare e riuscii ad individuare una traccia. Una lunga fila di impronte si dirigeva verso il fitto del bosco... cosa diavolo ci faceva Edward nel bosco? Il cuore prese a battermi fortissimo, ero preoccupato, molto preoccupato.

Erano passati ormai quasi dieci minuti, dove poteva essere andato con questo freddo? Poi lo vidi e il mio cuore perse un battito.

Era sdraiato a terra in posizione fetale, le ginocchia strette al petto, non si muoveva. In un attimo gli fui accanto.

“Edward!” urlai. Nessun movimento. Era pallido e gelido.

Mi accovacciai accanto a lui cercando di districarlo da quella posizione. Cominciai ad avere paura, veramente paura... da quanto tempo era li? Riuscii a sollevarlo, mi tolsi il cappotto e lo avvolsi attorno alle sue spalle poi afferrai il cellulare a chiamai Rose.

“Amore, cerca Carlisle, subito! Ho bisogno di lui... sono a pochi passi da casa” il mio tono era concitato, tremavo di paura, paura per mio fratello. Era così fragile, così chiuso in se stesso...

“Emmett, cosa succede!” Rose mi riscosse dai miei pensieri

“Ho trovato Ed, non sta molto bene, è congelato...” silenzio, poi un singhiozzo. Avrei voluto abbracciarla, non sopportavo di vedere la mia piccola Rosalie, piangere.

“Zio Carlisle sta arrivando!” richiuse.

Strofinai le braccia di Edward cercando di scaldarlo e, finalmente aprì gli occhi.

Ma non mi vide, lo sguardo era vitreo e perso in chissà quale pensiero.

“Voglio essere felice!” sussurrò, poi richiuse gli occhi.

Una lacrima scese sul mio viso. Non avevo mai visto ridere Edward, mai veramente; il suo volto era sempre velato, come coperto da una maschera che impedisse a tutti di guardarlo veramente, di percepire l’intensità del suo dolore.

Non sapevo cosa gli fosse successo ma ero certo che, qualunque cosa fosse, lo stesse lentamente distruggendo portandolo alla follia. Carlisle arrivò in pochi minuti e mi aiutò a portarlo in macchina. Delirava. Accese il riscaldamento e di diresse immediatamente a casa.

“Quando l’hai trovato?” il suo tono era concitato ma, al contempo calmo e professionale.

“Pochi minuti fa ma non so da quanto tempo fosse li” guardai mio fratello, il suo colorito era passato dal bianco al rosa tenue. Tirai un sospiro di sollievo.

“Cosa succede!” Esme era agitatissima, Ed era il suo figlio prediletto, perché quello più bisognoso di amore... non ne ero geloso, lo trovavo giusto.

“Emmett lo ha trovato svenuto qui vicino” poi Edward cominciò ad agitarsi e tutte le attenzioni furono per lui.

“Voglio essere felice...voglio...ti prego mamma...” Esme gli accarezzò il volto.

“ ti prego, lasciami andare.......” poi sorrise, un sorriso di una dolcezza che non avevo mai visto. Si illuminò come non aveva mai fatto...

“Bella...” disse con un filo di voce.

“Ti amo......Bella!....” ancora un sorriso, più dolce, più tenero, inconsapevole della nostra presenza. Poi riaprì gli occhi.

“Forks...voglio andare da lei...”

**********************************************************************

Camminavo in una nebbia fitta e fredda, nulla intorno a me, solo l’immagine di mia madre.

“Edward, perché mi hai dimenticata?” mi chiedeva insistentemente. Come potevo dimenticarla, non l’avrei mai dimenticata né sostituito il mio amore per lei con quello per un’altra donna.

“Voglio essere felice mamma!” il suo sguardo si fece più intenso e una lacrima rosso sangue scese dai suoi occhi. Il dolore allo stomaco si accentuò non volevo rivedere quell’immagine, non volevo più essere perseguitato dal suo fantasma...

“Tu sei morta mamma, e non è colpa mia!” gridai ma le parole restarono nella mia testa “ero un bambino, solo un bambino!” volevo piangere tutte le lacrime trattenute per tutti quegli anni.

“Smettila Edward!” quel tono autoritario che conoscevo... il tono di mio padre

“Non piangere, gli uomini non piangono!” ancora dolore, un dolore straziante mi perforava le viscere.

“Non avevi detto che mi avresti voluto bene per sempre?” ancora mia madre, ancora il gelo che riempiva le mie vene.

“Voglio essere felice...voglio...ti prego mamma... ti prego, lasciami andare.......”

Volevo abbandonarmi, non volevo più sentire, avrei preferito morire pur di non avere più le loro voci nella testa. Poi un tepore simile a un raggio di sole in primavera si insinuò tra le fumose cortine della mia mente, dissipando lentamente la nebbia che ottenebrava il mio cervello.

“Edward” la sua voce, la voce della donna che amavo. Dovevo dirglielo, dovevo confessarle il mio amore ancora una volta

Bella...” la chiamai e lei sorrise, dolce, tenera, accogliente, calda. Il mio cuore prese a battere più forte, a battere per lei.

“Ti amo......Bella!....” confessai.

Il calore cominciò pian piano a rifluire in me, ora ero in grado di muovermi ma non ero ancora certo di essere uscito dal sogno. Aprii gli occhi, Esme mi guardava preoccupata e così Emmett, Rose e Carlisle.

“Forks...voglio andare da lei” dissi prima di riprendere piena coscienza di me.

Mi alzai lentamente e mi accorsi di essere in camera mia... come ci ero arrivato?

“Edward!” mio padre aveva la voce intrisa di preoccupazione.

“Cosa ti è successo Edward” non sapevo cosa rispondere, non lo sapevo, non veramente e non avevo la forza di inventare qualcosa. Optai per la verità.

“Non lo so...” cercavo di capirci qualcosa anch’io.

“Stavo tornando a casa dopo aver salutato Bella ed aver mangiato qualcosa al campus... mi sono sentito male durante il tragitto... non riuscivo più a guidare...ero quasi arrivato, volevo proseguire a piedi...evidentemente non ce l’ho fatta.” Carlisle mi sentì la fronte

“Non hai febbre, per fortuna!” tirò un sospiro di sollievo “eri quasi congelato... se non fosse stato per Emmett...” non finì la frase un brivido lo scosse. Guardai mio fratello e gli sorrisi

“Grazie Emm...” lui fece un cenno con la testa, aveva gli occhi lucidi, non l’avevo mai visto così preoccupato, lui sempre burlone e leggero, ora era davvero agitato.

“Non mi hai detto tutto vero Edward?...prima di svegliarti hai chiamato tua madre, hai chiamato Bella...” ora lo sguardo di mio padre si era fatto intenso. Feci un cenno con la testa. Tutti restarono in attesa.

“Mentre guidavo ho sentito la voce di mia madre...”  fece una pausa “poi l’ho vista, ho avuto una sorta di allucinazione...”

“Ti è successo già altre volte!” la sua non era una domanda. Feci segno di si con la testa. Esme si mise una mano davanti alla bocca, aveva gli occhi lucidi. Carlisle la guardò poi con un sorriso chiese a tutti di lasciare la stanza.

**********************************************************************

Emmett aveva portato a casa Edward in condizioni preoccupanti, e non era il suo principio di congelamento a farmi agitare. Delirava, chiamava sua madre, la sua vera madre, il tono era angosciato, terrorizzato, la implorava.

 “Voglio essere felice...voglio...ti prego mamma... ti prego, lasciami andare.......” questa frase mi turbò profondamente. Non sapevo molto di Edward, solo quello che i servizi sociali ci avevano raccontato quando decidemmo di occuparci di loro: famiglia più che benestante, padre assente, madre depressa, nessun altro famigliare. Edward aveva assistito alla morte della madre, Alice ne era stata risparmiata. Nient’altro. Non osavo immaginare le sofferenze di un bambino che vede morire la propria madre sotto ai suoi occhi.

Guardai quello che ora consideravo mio figlio, dormire un sonno agitato e mi si strinse il cuore. Continuava ad implorare la madre, continuava a ripetere di voler essere finalmente felice. Poi un cambiamento, un sorriso, un nome pronunciato con una dolcezza infinita, una dolcezza che non aveva mai mostrato per nessuno.

“Bella...” disse sorridendo ancora “Ti amo....Bella!” poi aprì gli occhi pronunciando una sola parola: Forks.

Era li che desiderava essere, li accanto alla donna che amava.

 “Non mi hai detto tutto vero Edward?”gli chiesi non appena si fu ripreso.

Fece cenno di no

 “Mentre guidavo ho sentito la voce di mia madre... poi, l’ho vista, ho avuto una sorta di allucinazione da sveglio...” il suo sguardo rifletteva preoccupazione per una situazione che, ne era cosciente, non era normale.

“Ti è successo già altre volte!” non era una domanda ma una certezza, quante cose ci aveva nascosto? Quanto dolore aveva dentro di se? Fece segno di si con la testa. Esme si mise una mano davanti alla bocca, aveva gli occhi lucidi, ma ora non era tempo per le lacrime, Edward aveva bisogno di essere sostenuto, non compatito. Lo guardai intensamente e percepii l’imbarazzo di mio figlio, qualunque cosa gli fosse successo voleva parlarne solo con me. Con un sorriso invitai tutti a lasciare la stanza poi mi voltai verso di lui.

“Dimmi Edward, da quanto tempo hai attacchi di panico e allucinazioni?” dilatò gli occhi, chiaro segno che avevo indovinato.

“Da dopo la morte di mia madre!” rispose semplicemente, come se fosse normale, come se fosse parte di se. Sentii una morsa allo stomaco per il mio ragazzo. Soffriva, soffriva tanto e teneva tutto dentro di se.

“Edward tu hai bisogno di aiuto” qualcuno doveva aiutarlo, qualcuno doveva riuscire a farlo aprire per tirare fuori tutto il suo dolore.

“Non voglio più parlare con gli psicologi...non voglio essere rinchiuso, strizzato come un calzino bagnato, non voglio più rispondere alle domande di nessuno...” fece una pausa poi mi guardò più calmo... “però devo uscirne papà, devo farlo per Bella, lei merita qualcosa di più di me!”Abbracciai mio figlio con le lacrime agli occhi.

“Fatti aiutare Edward, confidati con me, confidati con Bella, o con i tuoi fratelli ma parla, per l’amor del cielo, togliti questo peso che ti porti addosso da troppi anni.... ti prego! Non preoccuparti, non ti farò rinchiudere, non lo farei mai...e ascolterò tutto quello che vorrai dirmi, quando lo vorrai. Ricordati, io sarò sempre qui!” annuì e mi sorrise.

“Grazie papà, appena mi sentirò pronto ti dirò tutto ciò che ricordo ma ora vorrei solo vedere Bella, con lei mi sento un’altra persona...”

L’amore, l’amore vero poteva forse essere il balsamo che avrebbe curato il suo animo ferito.  Bella avrebbe potuto essere la sua salvezza. Lo sperai con tutto il cuore...

“Domani partiremo per Forks, andremo nella nostra casa e passeremo il Natale li, così potrai incontrare la tua ragazza!”

Mi sorrise, felice come non lo era mai stato. Gli accarezzai la testa e lasciai la sua camera. Le note di Brain Damage riempirono l’aria. Niente era più vicino allo stato di Edward come quella canzone, in quel momento.

 http://www.youtube.com/watch?v=T1bgxfxchkQ

The lunatic is on the grass, The lunatic is on the grass
Remembering games and daisy chains and laughs, Got to keep the loonies on the path.
The lunatic is in the hall, The lunatics are in my hall
The paper holds their folded faces to the floor, And every day the paper boy brings more
And if the dam breaks open many years too soon And if there is no room upon the hill,

And if your head explodes with dark for bodings too, I'll see on the dark side of the moon
The lunatic is in my head, The lunatic is in my head
You raise the blade, you make the change, You re-arrange me till I'm sane ,

You lock the door, And throw away the key
There's someone in my head but it's not me, And if the cloud bursts, thunder in your ear
You shout and no one seems to hear, And if the band you’re in starts playing different tunes
I'll see you on the dark side of the moon*

 

*Il pazzo è sull'erba, il pazzo è sull'erba
ricorda giochi, corone di margherite e risate, bisogna mantenere i pazzi sul sentiero giusto
il pazzo è nella sala i pazzi sono nel mio corridoio,

il giornale tiene le loro facce rivolte al pavimento e ogni giorno il ragazzo dei giornali ne porta di più,
e se la diga crolla, apre molti anni troppo presto, e se non c'è spazio in cima alla collina
e se la tua testa scoppia con oscure inquietudini, ti incontrerò sul lato oscuro della luna.
il pazzo è nella mia testa, il pazzo è nella mia testa
tu sollevi la lama, fai dei cambiamenti, mi curi fino a quando sono rinsavito,

chiudi la porta, e getti via la chiave
c'è qualcuno nella mia testa ma non sono io e se la nuvola scoppia, il tuono è nel tuo orecchio
gridi ma nessuno sembra udirti,
e se il gruppo di cui fai parte, inizia a suonare melodie diverse
ti incontrerò sul lato oscuro della luna.

   
 
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