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Autore: ShunLi    24/09/2010    0 recensioni
“Io te l'avevo promesso, ma non ne sono stato in grado. Come posso chiamarmi ancora uomo? Ho perso me stesso, non so chi sono... Mi posso prendere cura di te, quando non sono capace di prendermi cura di me?”
La ragazza ti guarda e tu riconosci gli occhi di quel giorno: belli e senza disprezzo.
“Si che puoi, perché non sei da solo, perché ci siamo salvati a vicenda.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brucia.
Brucia imperterrita la sensazione di essere vivo.
Di poter ancora respirare e di poter aprire gli occhi. Ma in quel momento si rifiutano. Vedono una creatura dalle ali spiegate, e sembra condurti in un luogo fatto di cenere e fuoco. L'aria però è gelida.
Ti chiedi dove sei, cosa fai, perché non reagisci... Il buio sembra divorarti nelle sue più oscure viscere e ancora una volta, lo strano essere con le sue ali color del sangue, ti voltano le spalle. E si muovono.

Apri gli occhi.
Sei consapevole adesso della vita che ti scorre dentro come un fiume in piena, dell'ossigeno che fa funzionare correttamente i polmoni. Il cielo sopra di te è scuro, puntellato da candide stelle che circondano la luna. Piangi. Non sai il motivo, non riuscirai mai a sentenziarne la vera ragione. I tuoi occhi verdi si riempiono di lacrime, abbondanti e calde. Quindi ti alzi in piedi, sei stordito, ma riesci almeno a ricordare. Le piastrine di metallo al petto, una divisa verde militare...
Sei in guerra. Una fottuta guerra che ti ha condotto vicino alla Morte, se così si può definire.
Corri. Corri più forte e veloce che puoi, consumando il fiato che ti rimane nel torace, fino a quando le gambe non urleranno di un dolore sordo e pesante. Poi arrivi in un luogo di devastazione, caos e perdita.
Il fuoco brucia. Brucia le carni, le vesti, le anime.
Rimane solo la cenere, solo il dolore.
Ti pieghi sulle ginocchia, maledicendo non sai cosa in quel momento, per non aver fatto la cosa giusta...
Già, chissà qual'è la cosa giusta...
Le tue mani prone sul grembo non hanno forza. Il tuo corpo non ha peso. Ti senti come in bilico su due mondi differenti. E' così che ti riduce la guerra, l'odio?
Un fruscio alle tue spalle ti mette all'erta, i tuoi muscoli allenati scattano al pericolo imminente.
Ma è una ragazza.
E' sporca, ha il vestito stracciato, ha lo sguardo spaurito. Quando vede il ragazzo davanti a sé, si avvicina senza badare alla sua incolumità, e comincia a raccontare di suo padre che stava trattando con dei commercianti e poi erano arrivati dei soldati e poi... La ragazza non riesce più a concludere le frasi, per la maggior parte confuse, che, una dopo l'altra, escono dalla sua bocca. La sua voce si spezza sotto il peso di un singhiozzo, facendo cambiare la situazione, facendo scattare in te qualcosa: ti muovi verso di lei, per avvolgerla in un tuo caldo abbraccio. Lei continua a piangere, ma ti stringe forte, così forte, che anche a te viene il magone e non riesci a dire altro se non “Ti salverò! Prometto che ti salverò!”
E poi il buio.

“Io ti salverò!”
“Non avere paura, sono qui con te.”
“Qualunque cosa accada, ti salverò.”
“Per fortuna, per fortuna ti ho salvato, ora sei al sicuro.”
“Non te ne andare, ti prego!”


Sono passati alcuni mesi dalla fine della guerra. Ti sei rialzato ancora una volta sapendo che sei vivo, ma allo stesso tempo vuoto. Nei tuoi sogni si ripetono delle frasi, vedi il sangue e delle braccia candide tese verso di te. Sei sicuro di aver dato la tua parola d'onore ad una persona, ma non ricordi né chi sia, né cosa avevi promesso. Le tue giornate passano e il peso di quella guerra, non riesce proprio a svanire. Forse sono le piastrine, con incise il tuo nome e in cui non ti riconosci. Forse è la barba incolta che non radi da giorni. O forse è la perdita dell'appetito.
Comunque sia hai già preso la tua decisione. Partirai, partirai alla cerca di te stesso e del tuo cuore, perso in quel campo arido e crudele, di fuoco e fiamme.

Alcuni passanti del villaggio ti vedono, ma non si fermano, non una parola di addio, ne di augurio, solo sguardi strani da coloro che sono stati degli estranei. E' stato sempre così. Tranne per quella volta, in cui in quegli occhi, appartenenti al volto senza forma nei tuoi sogni, non lo hanno guardato come un estraneo. C'era calore, c'era passione, c'era... Amore?
Chi diavolo era quella persona? Perché non riesci a ricordarla?
Cammini senza fermarti. Le piastrine tintinnano ad ogni tuo passo, le ferite coperte dalle bende e dai cerotti bruciano da morire. Hai la testa china e non contempli il paesaggio, la tua strada è il mondo e quando arriverai nel luogo che desideri, forse potrai chiamarlo casa.

Frush frush
frush frush
frush frush
frush frush frush

Questo fruscio continua a carezzarti l'orecchio come un invito. Ti giri, fermando la tua camminata stanca. In mezzo all'erba, una distesa verde macchiata da fiori di tutti i colori, una ragazza fruga nel manto della Madre Terra come se stesse cercando chissà cosa. Poi si rimette dritta, soddisfatta, ornandosi il capo con una corona di fiori. Tu la guardi sorpreso: improvvisamente, l'ombra della persona che popola i tuoi sogni, prende la forma di quella ragazza. E' lei, è lei che avevi promesso di salvare e a quanto pare, ci sei riuscito. Ma come?
Quella ragazza continua a sistemarsi la corona come una vera principessa. Indossa un candido vestito color pesca e i suoi capelli rossi le ricadono selvaggiamente sulle spalle. Poi ti nota. Il tuo cuore perde un battito, ti senti strano, non hai voglia di perdere tempo, ma non riesci a muoverti.
“Frédéric?” Dice la ragazza con voce incerta.
A sentire quel nome, che subito riconduci a quello inciso sulla piastrina militare, ti irrita. Trovi il coraggio di dare la schiena e riprendere a camminare.
“No aspetta!” Urla di rimando la ragazza. Corre tra l'erba e i suoi passi sembrano leggerissimi.
“Non te ne andare! Mi hai salvato ricordi? Mi hai affidato al tuo comandante e poi sei sparito, ti ho cercato ovunque! Mi avevi promesso che non te ne saresti andato... Sniff.”
Nuove lacrime rigano le sue guance. Stavolta ti fermi, ogni volta che senti qualcuno piangere rivedi te stesso, piccolo e abbandonato al tuo Destino.
Lei continua a piangere, quanto pensi che potrà sopportarti ancora lontano, Frédéric?
“Frédéric... Per.. Sniff. Favore... Sniff...”
La voglia di piangere ti sovrasta sopra ogni altra intenzione. E ti volti.
Lei si accorge del tuo gesto e prende la rincorsa. Sbatte malamente il viso al tuo petto, per sentire l'unico calore che l'ha fatta sentire viva, in quel luogo di morte e desolazione.
Ascolta rapita il battito del tuo cuore.
Cominci a parlare, come non avevi mai fatto prima.
“Io te l'avevo promesso, ma non ne sono stato in grado. Come posso chiamarmi ancora uomo? Ho perso me stesso, non so chi sono... Mi posso prendere cura di te, quando non sono capace di prendermi cura di me?”
La ragazza ti guarda e tu riconosci gli occhi di quel giorno: belli e senza disprezzo.
“Si che puoi, perché non sei da solo, perché ci siamo salvati a vicenda.”
E ti bacia.
Da quel bacio, capisci che andartene, sarebbe solo un grosso errore.
Hai trovato te stesso, hai ritrovato il tuo cuore. Nella poca strada del mondo, hai trovato il luogo che puoi chiamare finalmente casa.
L'Amore.

NDA
Ho scritto questa fic dopo esser stata ispirata da un disegno su pixiv, molto intenso, che sembrava tratto da una vera visual novel u.u
E' incredibile quanto il fattore disegno possa ritrasformarsi, dipende solo dalla fantasia dello scrittore.
Mi rendo conto che è un pò incompleta, scarna di dettagli e ci sono quà e là imbeccate importanti in tutto questo ammasso di parole... Forse può essere il prologo di qualcosa... Mi piacciono i prologhi :D
E se non sarò troppo pigra da non dimenticarmene, forse questa creatura avrà un seguito u.u
Bhè, se siete arrivati fin qui, grazie mille /me si inchina
Alla prossima, by Shun!
  
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