1.
A bordo dello shuttle di collegamento Iris, duecentoventisei passeggeri, novecentosei tonnellate di merci.
Il comandante si voltò nuovamente verso i suoi strumenti, promettendosi di non distrarsi più. C'erano
il suo secondo e l'ufficiale addetto alle comunicazioni di cui si fidava ciecamente: li conosceva da
due anni e aveva volato molte ore con loro. L'enorme astronave era al sicuro con loro, ma sarebbe stato
davvero disdicevole se il comandante fosse stato colto mentre distratto in quel modo dalla nuova
hostess. Recentemente inoltre erano state aumentate le norme di sicurezza a causa di due collisioni
sfiorate… due gravi incidenti mancati di molto poco, pensò il comandante.
Erano ormai al termine del sentiero di allontanamento da Apollo e nulla poteva turbare la loro orbita verso
Icaro se non qualche imprevisto. La solita noiosa routine, si disse cominciando i normali controlli agli
strumenti.
- In che posizione si trova Ares? – chiese d'un tratto il secondo.
La domanda creò un po' di imbarazzo che durò pochissimo, il tempo di controllare i dati sulle orbite.
- È dietro il pianeta, perché?
- Credo che sul radar ci sia un altro dei loro giocattoli… ne ha fatta di strada: era nascosto dalla massa
della Luna.
- Vediamolo… - disse il comandante preparandosi a ricevere i dati del secondo sul proprio monitor.
- Per la miseria! Rilevo una grande massa compatta… duemila metri di lunghezza! – esclamò il secondo.
- Non dire cazzate… - disse il comandante, incredulo. Ma cominciò a verificare i dati e si rese conto che
sembrava davvero così.
- È troppo grosso per essere un giocattolo dei militari… non stavano lavorando sui prototipi dei mini-caccia? –
osservò il secondo.
- Sì, ultimamente sono fissati con la miniaturizzazione… a meno che quella sia la prima portaerei spaziale
della storia dell'umanità.
- Impossibile che non sia mai trapelato nulla su di un oggetto di quelle dimensioni.
- Non potrebbe essere un asteroide? – disse l'ufficiale alle comunicazioni sporgendosi incuriosito verso gli
strumenti.
- Troppo lento – rispose il secondo.
- E con una forma troppo regolare – aggiunse il comandante.
- Ho la sensazione che stavolta ci scappa un bel compenso extra – disse il secondo.
Ci fu un attimo di silenzio mentre i tre piloti si guardavano in viso l'un l'altro, perplessi.
- Chiama la Compagnia – disse infine il comandante.
Stazione orbitante Apollo, Controllo hangar 3, sala radar. Undici minuti dopo l'avvistamento.
Barney parlava a voce alta tenendo il microfono della cuffia vicino alla bocca con una mano anche se non ce
n'era alcun bisogno: alla Centrale Operativa lo sentivano benissimo.
- No, non sto dicendo che c'è qualcosa in rotta di collisione con l'Iris: sto dicendo che l'Iris ha rilevato
qualcosa di grosso dietro la Luna e cazzo, lo sto rilevando anch'io ora ed è davvero grosso! Grossissimo!
Stazione orbitante Apollo, Palazzo RaeMec, settantanovesimo piano, sede della Compagnia Tedemac. Quarantacinque
minuti dopo l'avvistamento.
Banter stava spostando freneticamente la sua mole da un ufficio all'altro: macchie di sudore gli si stavano
allargando ovunque nonostante il tessuto ad alta tecnologia della sua tunica di stile pseudo vietnamita. Nessuno
sembrava dare peso alla cosa se ne parlava mediante videoterminale o tramite email: forse vedendolo muoversi di
persona con tutti i suoi centotrenta chili standard qualcuno avrebbe capito che si trattava di qualcosa di veramente
importante.
Appoggiò la mano grassoccia sulla piastra di identificazione della serratura della Segreteria di Direzione. La
porta di vero legno si fece da parte silenziosissima per lasciarlo entrare. Banter ondeggiò fino al tavolo più
vicino, quello della signorina Jana Lobin: molto giovane e carina, assunta da poco, aveva già saputo farsi odiare
per la rapidità con cui aveva cominciato a darsi delle arie. Lavorare a stretto contatto col Direttore assieme
alle altre due streghe sue colleghe doveva averle dato alla testa. Vestita con abiti costosi e ricercati, dotata
di accessori molto snob come l'impianto corticale invisibile con cui il Direttore la teneva al guinzaglio, si
ritrasse all'indietro quanto poté all'approssimarsi della mole di Banter, guardandolo con un'espressione a metà
fra il disgusto e l'imbarazzo.
- Buongiorno. Come le ho già anticipato per telefono, vorrei sottoporre all'attenzione del Direttore il contenuto
di questa memoria.
Le dita della mano destra dell'uomo si schiusero per mostrare una memoria di colore rosso vivo posata sul palmo.
- Le ho detto che il Direttore è occupato al momento. Vorrei sapere che cosa contiene quella memoria di così
importante da non poter essere trasmessa tramite la rete.
Banter, rosso in viso per la fatica, odiò quella bella voce trasudante stizza e diffidenza.
- È il rapporto dello shuttle Iris in rotta di allontanamento da Apollo, ricevuto dalla rete di Controllo ormai
più di trenta minuti fa.
- Sì, sì, questo me l'ha detto al telefono.
- Nel rapporto si parla di un oggetto di notevoli dimensioni sbucato da dietro la Luna.
- Signor Banter, dovrebbe sapere quanti falsi avvistamenti si verificano ogni mese… tutti credono di aver
visto qualcosa…
- Quest'oggetto avvistato dalla Iris è un po' troppo grosso per poter essere un errore – protestò Banter.
- Se proprio vuol darmi la memoria la inoltrerò al Direttore appena sarà possibile.
Malvolentieri Banter lasciò la piccola scheda sulla lussuosa scrivania della signorina Lobin e se ne andò meditando
vendetta, furioso per non essere stato ascoltato e ancor più per non poter permettersi di sembrare furioso.