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Autore: Inc    24/09/2010    1 recensioni
Piangere non le sarebbe servito, c'erano quelle labbra intanto.
Quella cioccolata, per Margaret aveva un sapore misto a lacrime salate d'amore e labbra bagnate dalla pioggia.
Spasmodica ed irrefrenabile felicità!
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cioccolata salata




Aveva un sorriso beato stampato sul dolce viso cosparso di leggere chiazze rossastre che davano vita a quel corpicino smilzo. Sentiva il sapore di pioggia che le stava attraversando tutto il corpo, la destabilizzava, la inondava, ma probabilmente le fomentava un senso di sgomento.

Era piccola, troppo piccola per sentirsi in grado di amare. Un corpo così fragile non poteva sopportare altre delusioni, ma era difficile smettere di sentire fremere il sangue nelle vene, lo sentiva fluire irrequieto, non aveva intenzione di fermarsi quando soltanto sentiva il suo nome. A Margaret tremava il cuore quando lo nominavano.

Lope.

E il suo cuoricino perdeva un colpo.

Un suo sguardo.

Arrossiva violentemente e si torturava le dita in grembo.

Una sola singola sillaba pronunciava il ragazzo.

Margaret si sentiva instabile, pareva che il pavimento volesse scomparire da i suoi piedi.
Aveva paura, paura di essere rifiutata e solo questo pensiero la scombussolava. Portò una ciocca dei suoi capelli, che al sole catturavano gemme di raggi solari, dietro l’orecchio soppesando tutte le possibilità.

Ma l’istinto, che era una delle sue tante pecche, riuscì ad avere la meglio e si alzò dal prato del bosco con aria ansiosa e si diresse alla sua vecchia moto. La velocità ed il forte vento di New York, le intorpidivano il nasino all’insù.

Mancavano pochi metri dalla porta del pensionato dove viveva Lope. Ancora non riusciva a crederci, il coraggio, cosa che non le era mai appartenuta, era scoppiato dentro di sé . La porta era chiusa. Bussò e l’aprì il signor Smith.

“Signorina! Che bello rivederla!” ma Margaret non aveva tempo di smancerie. Aveva paura. Tanta paura. Corse e salì a due a due la rampa di scale che la divideva da lui. Lui. Lope. Con il fiatone arrivò alla porta numero quindici. C’era una targhetta d’orata con inciso il suo nome “Lope Rodriguez”. Aveva origini spagnole, dedusse.

Senza notare altri particolari fece un grosso sospiro e si fece coraggio. Non poteva tirarsi indietro proprio in quel momento. Osservò la porta intagliata con note musicali, probabilmente chiavi di violino, e si decise proprio in quel momento. Spalancò la porta violentemente e ai suoi occhi prese vita un’immagine orribile. Disgustosa. Vomitevole.
Una ragazza, bellissima, era aggrappata letteralmente alle labbra di Lope e quest’ultimo girandosi per fulminare con lo sguardo chiunque avesse interrotto il suo momento di pura intimità con la ragazza. La vide. Spalancò gli occhi di fronte a Margaret, con cui aveva parlato si o no tre volte e si chiese immediatamente cosa ci facesse lì.

Lei invece si sentì morire. Si sentì persa e in quello stesso istante avrebbe voluto scomparire, volatilizzarsi. Avrebbe voluto uccidere, spazzare via tutto quello che si trovava sottomano. Il suo sguardo era spento e incredulo. Le cominciarono a pizzicare gli occhi, e si rese conto di aver perso un pezzo di cuore, o forse tutto?

Si voltò, e scomparì dietro l’uscio, lasciando il ragazzo mortificato e la ragazza infastidita. Scappò, corse, voleva andarsene immediatamente di lì, sfogarsi con Kate, la sua migliore amica e soprattutto piangere, piangere, piangere.

Uscì dal pensionato dove viveva Lope e si sedette sul ciglio della strada e non riuscì più a trattenersi e le sue guance furono inondate da gocce salate piene di odio e rancore.

*I SOGNI NON SI REALIZZANO. Forse TU hai creduto in quello sbagliato! Non demordere, vai avanti e SORRIDI SEMPRE. Nessuno è così importante da toglierti il sorriso.*


Le lacrime non si fermarono, non volevano smettere di scendere lente e dolorose. Lame calde e pesanti che sgorgavano da quegli occhi di un verde cristallino ormai arrossato. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, ma non si girò. Tutto in quel momento poteva aspettare. La mano si spostò fino al sottile mento. Lo spostò e la costrinse a fissare chiunque fosse negli occhi.

Si accorse che era lui. Lope. Ma perché aveva un’espressione afflitta in volto?

“Perché sei scappata? Perché piangi?” le chiese con una voce rotta dalla desolazione. Ma lei non rispose e con uno strattone si alzò e fece per andarsene, ma lui la fermò tenendola per un braccio. “Rispondimi, ho bisogno di sapere” ma lei si girò dall’altra parte. Parecchi secondi passarono prima che Marge riuscisse a calmare la voce rotta dal pianto. “TU, non mi devi toccare. Non capisci niente. Lasciami andare. Lasciami…” ma non riuscì a concludere che altre lacrime sgorgarono sul suo piccolo viso.

“Cosa devo capire?” chiese ancora afflitto. Bruscamente, quasi violentemente, le si avvicinò, gli prese il mento tra le mani, e con un sorriso beffardo disse “Dimentica. Fai come se non fosse successo nulla questa sera. Ritorna da quella ragazza, si chiederà che fine hai fatto!” ma non riuscì a lasciare la presa, quegli occhi la ipnotizzarono. Erano di un lapislazzuli intenso, magnetico. Quel’alchimia era palpabile nell’aria per entrambi.

Lui distolse lo sguardo, e lo posò sulle sue labbra carnose di un rosa vivo. Lentamente si avvicinarono, come se avessero paura l’uno dell’altro, ma c’era passione, una passione nascosta. Nel frattempo Lope sentì le prime gocce di una pioggia già accennata in precedenza dal fascio di nubi che coprivano il sole. Ma adesso lui non riusciva a capire cosa lo trattenesse sulla terra, cosa lo facesse restare lì fermo e saldo sulla terraferma. Era lei, quella piccola ragazza quasi sconosciuta… Forse si chiamava Margaret? O forse Caroline? Ma che importanza aveva il nome in quel momento! Lui bramava un contattò vorace, quasi violento con quelle labbra eccitanti. Voleva baciarla. Voleva che fosse sua per sempre. Per sempre. Un bacio e poi sarebbe potuto anche morire se necessario.

Lei era stordita dal suo intenso profumo di colonia. Lo inalava come se fosse fonte di sostentamento per lei. Le labbra si sfiorarono sempre con una lentezza assoluta, fino a poggiarsi e ad unirsi come pezzi di un puzzle. Erano perfetti. Combaciavano. Le labbra non si distinguevano più. Erano un tutt’uno.

Ma allora il barlume di coerenza che era rimasto in quella situazione spuntò sul viso di Marge e lo allontanò con uno strattone. Si mise a debita distanza e gli sferrò uno schiaffo sonoro, ricco d’ira e di rancore. Era arrabbiata, infuriata. Si rese conto di quello che aveva fatto soltanto quando Lope si massaggiò la guancia offesa e sul suo voltò ritornò quell’espressione di rammarico e di dispiacere.

Quegli occhi… Non la fecero resistere. Se prima era come se avessero paura di sfiorarsi, adesso entrambi volevano un contattò diretto, vorace, persuasivo. La bocca si fuse nuovamente con quella del ragazzo in una vorticosa danza, pericolosa, impossibile. Entrambi esplorarono l’ignoto, piccoli morsi, leggeri sospiri. Era passione. Passione vorace.

Nemmeno si resero conto di essere zuppi d’acqua finché si staccarono per riprendere aria. Si guardarono negli occhi. Si spogliarono con lo sguardo, l’anima di entrambi era nuda di fronte all’altro. Erano occhi sinceri.

Lei si morse il labbro e sorrise timidamente. Gli occhi ancora arrossati, ma vivi. Sprizzava vitalità ovunque. Anche lui le sorrise, felice come non mai. Aveva ritrovato un pezzo di cuore, e lo stesso era per Marge. Si resero conto delle loro condizioni e scoppiarono in una fragorosa risata, piena di calore.

“Ti va una cioccolata?” mi chiese speranzoso, mi morsi il labbro tremulo per l’emozione e acconsentì con il viso. Si avvicinò e con affetto, e probabilmente anche amore spensierato, Lope le morse il nasino rosso. E lentamente ripresero quella tempestosa danza composta da note d’amore e lacrime di felicità.





*Angolo “autrice”. Ma quale autrice? Io? Vi prego, non mi uccidete, è la mia prima One-shot. Spero vi ispiri, oltre che un raptus di violenza verso lo schermo, un po’ di emozioni vere =) Incondizionatamente fusa oggi o.O*


   
 
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