CAPITOLO DUE: QUESTIONE DI STILE
Oh lettori.
Dopo una
riflessione di tre giorni e due notti, sono giunto alla conclusione che nel mio
romanzo mi rivolgerò direttamente a voi. Dite che è un’idea brillante? Concordo.
E non è solo questa l’idea!
Non mi rivolgerò a voi chiamandovi semplicemente
“lettori”, bensì “sessantasei lettori”!
Perché?! Ma come perché? Ovvio! Così sembrerò incredibilmente modesto! E una
delle prime cose necessarie per la buona riuscita di un’opera, è che al lettore
stia simpatico l’autore. E così facendo sarò sicuramente simpatico.
Aspettate un secondo, però. Il sei non è il numero del
diavolo? Oh, sta a vedere che se scrivo così poi la chiesa viene a protestare!
Dimezziamo, vah.
Trenta lettori. Trenta
lettori. Trenta lettori. Che
schifo.
Venticinque!
Sì, molto, molto meglio.
A noi, venticinque lettori!
Riguardo alla storia, avevo in mente di scrivere il primo
romanzo storico di tutti i tempi.
Però. Pure qui c’è un però.
Se scrivo un romanzo storico e mi rivolgo a voi, in
qualche modo verrete a conoscenza dei miei pensieri su quel periodo. Potreste
essere in disaccordo con me e.. zac! Abbandonate il libro nel primo angolo
della strada o lo usate per sistemare quella famosa gamba del tavolo che si è
rotta.
E noi vogliamo evitare questo, giusto?
Allora io farò finta si trovare un misterioso manoscritto,
diciamo del.. 1600. In questo manoscritto ci sarà la storia che racconterò. Ma
in una lingua straniera. O meglio, meglio! Nel barocco del 1600.
Così passo pure per una persona intelligente –non che non
lo sia, certo- che traduce in lingua corrente uno scritto antico.
E poi mi è venuto un altro colpo di genio: la mia
caratteristica principale starà nelle descrizioni. Lunghe, lunghissime. E molto
particolareggiate. Le userò dappertutto! Descriverò ogni singola cosa che mi
capiterà di citare. Lo scopo è uno solo: annoiare a morte il lettore.
Perché, mi chiedete? Perché?!
Ma allora è vero
che sono molto più intelligente di voi tutti messi assieme!
Se faccio descrizioni lunghe, il lettore si annoia,
giusto? E allora cosa fa? Salta il paragrafo! Così posso scrivere tutto quello
che mi pare, che tanto nessuno leggerà interamente la parte descrittiva. E farò
di più! Prima di una grande divagazione, sia essa narrativa o descrittiva,
scoraggerò il lettore a leggerla, suggerendogli di saltare il pezzo.
E il lettore, saltando il pezzo, cosa penserà? Che è
troppo stupido per leggerlo! Che se si annoia, è perché non riesce ad
apprezzare la pura poesia che c’è nelle mie parole!
E quando gli amici gli chiederanno com’è il libro che sta
leggendo, credete che lui gli risponderà che è più noioso di suo nonno quando
parla dei suoi dolori? Eh no!
Dirà che è il più bel libro che abbia mai letto per non
sembrare uno zotico. E allora gli amici compreranno –COMPRERANNO- e leggeranno
il mio libro. Lo troveranno noioso, giusto? E allora penseranno che il loro
amico è davvero un genio, talmente intelligente da cogliere la bellezza di
questo romanzo. E così via.
E io intanto?
Osannato come il genio della letteratura, sarò ritenuto un genio, avrò un sacco di pretendenti e sarò incredibilmente, inevitabilmente, infinitamente, RICCO.
grazie mille per aver letto e grazie mille alle cinque anime pie che hanno commentato lo scorso capitolo, mi avete letteralmente riempita di gioia!
Questo è il secondo capitolo della sotira, ma posso dire che personalmente mi piacciono di più quelli dal 4 in poi =)
Per quando riguarda la pubblicazione, poiché questa sezione è scarsamente popolata, mi vedo costretta a pubblicare una volta ogni due settimane, ma non è detto che gli aggiornamenti non si facciano più veloci ^^ spero non me ne avrete male :)
detto questo vi saluto, a presto!
Marti <3