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Autore: e m m e    25/09/2010    3 recensioni
È il 7 giugno 1940 quando Gellert mette per la prima volta piede a Parigi.
I suoi uomini lo guardano, trionfanti, fiduciosi, insanguinati.

[Seconda classificata al contest 'I Love Dates!' di LoveChild]
Genere: Generale, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gellert Grindelwald
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Autore: emme

Fandom: Harry Potter

Titolo: Le campane di Notre Dame
Personaggi: Gellert Grindelwald

Riassuntino: È il 7 giugno 1940 quando Gellert mette per la prima volta piede a Parigi.
I suoi uomini lo guardano, trionfanti, fiduciosi, insanguinati.
Rating: R
Disclaimer:
Non è mio, nè lui nè chiunque altro inserito nella fic, sia esso realmente esistito o meno.
Note:
Fanfiction giunta seconda a pari meritco nel contest "I love Dates" di LoveChild
Note2: La storia risale al 2010, ma l'ho modificata e corretta il 19/03/2013

Note3: Fic che si basa sul Prompt "1940 - Inizia la Rivoluzione di Grindelwald"


 

Le Campane di Notre Dame

 

“Inferiorità nei numeri,
inferiorità nell'equipaggiamento,
inferiorità nei metodi.”
Gamelin a Churchill,
riferendosi al contingente francese.

 

 

 

 

È il 7 giugno 1940 quando Gellert mette per la prima volta piede a Parigi.
I suoi uomini lo guardano, trionfanti, fiduciosi, insanguinati.
Dalle loro tombe di cemento i morti lo guardano a loro volta, gli occhi banchi, ricoperti di macerie e calcinacci.
Gellert sorride davanti ad una Parigi ancora fumante per i bombardamenti, davanti ad una donna che chiede «Pourquoi!? Pourquoi?!»  inginocchiata accanto al cadavere di un bambino dai riccioli neri.
Con un gesto della sua mano i cinque uomini attorno a lui si allontanano sollevando i cappucci e nascondendo così i loro volti.
In lontananza le campane di Notre Dame suonano il loro lugubre saluto agli ultimi contingenti dell’esercito Francese, in fuga verso Bordeaux.
Gellert, isolato da tutti, mentre tutti corrono attorno a lui gridando ordini, pensa solo che con il proseguimento della guerra, con i campi di sterminio Tedeschi e Russi, i Babbani finiranno per sterminarsi da soli.
Divertente come una piccola spinta possa far precipitare un così precario equilibrio.
Merlino! Tutto è molto divertente: la guerra non sembra altro che un gioco, un gioco che sa già di poter vincere.
Per questo Gellert sorride, mentre l’alba avanza disperdendo la nebbia e le grida della notte.
«Signore...» uno dei suoi uomini interrompe i suoi pensieri «Rommel richiede la vostra presenza.»
Senza smettere di fissare le strade della città lui ride tra sé: «Un Babbano che richiede la mia presenza... » commenta. Poi, dopo qualche secondo di silenzio aggiunge: «Non ti sembra molto divertente?»
«Non saprei Signore.»
Gellert ride piano, mentre la donna continua a singhiozzare sul cadavere del figlio.
«Durerà per poco. Sono solo pedine, il mio è un piano universale, che non comprende né Rommel, né il beneamato cancelliere tedesco, né Churchill, né tantomeno quella donna. Se è crudele, se è senz’anima, come qualcuno lo definì, dobbiamo ricordarci che è per un Bene Superiore» spiega infine, più a se stesso che a chiunque altro.
«Sì signore» risponde il giovane, ancora fermo in piedi dietro di lui.
Gellert, i riccioli biondi e la barba sottile solo un poco ingrigita, cammina fino alla donna sconosciuta, ignorata da tutti, insignificante per tutti.
S’inginocchia accanto a lei, scostando il suo mantello nero, e le prende una mano per farla alzare.
Lei, instupidita dal dolore, accompagna il movimento e si alza in piedi singhiozzante.
Sta ancora piangendo mentre muore. Quando cade a terra come una bambola rotta continua a fissare gli occhi divertiti di Gellert, che rinfodera la bacchetta con un movimento leggero del polso.
La lascia cadere senza più curarsene e si avvia, quel sorriso sempre sul volto.
«Parce que vous n’êtes rien(1)» dice alla brezza leggera che si è appena levata, e poi finalmente si lascia condurre da Rommel, colui che ha guidato l’attacco alla Francia, ma che per gran parte del tempo era stato guidato dalla Maledizione Imperius.
E Gellert continua a trovarlo un gioco molto divertente.

 

Fine

 

 

 (1) “Perché voi non siete niente”, riferito ovviamente ai Babbani.

 

 

Note:
La storia si ambienta la mattina in cui l’esercito tedesco invase Parigi, segnando così la sconfitta della Francia e la sua occupazione.
Il Generale Rommel, di cui si parla, fu il più grande condottiero di quella campagna, muovendo con tale velocità le truppe che non era più possibile seguirle via radio.
Nella mia mente l’ideatore di quel brillante piano d’attacco non fu altro che Gellert stesso (per questo il contatto radio non funzionava), il quale ha sospinto, come si sottintende, le sorti della guerra, e lo scoppio in sé per sé.
Con questa fan fiction non voglio assolutamente denigrare i fatti della Seconda Guerra Mondiale, né ridicolizzarli o prenderli sotto gamba. JKR stessa ha detto che Grindelwald e la WWII sono strettamente collegati. Io ho solo dato la mia interpretazione.

 

 

Note 2:
Ecco il mio risultato inaspettatissimo!

 

Seconda Classificata (pari merito):"Le campane di Notre-Dame" di e m m e 
Grammatica e sintassi: 23.2/25
Stile: 15/15
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Attinenza alla traccia e sviluppo della trama: 15/15
Gradimento personale: 15/15
Bonus OC: 1.3/5 punti (Gellert Grindelwald)

Totale: 94.5/100 punti

Geniale!
Credo che per questa storia non ci sia migliore definizione. Sei riuscita, in poche righe, a sviluppare un’idea davvero complessa come il parallelismo fra la prima Guerra Magica e quella Mondiale. Il tuo stile essenziale si adatta perfettamente al tipo di racconto che hai deciso di scrivere. La tua descrizione dei fatti è totalmente estrapolata dal contesto, come se fossi stata un muto osservatore mentre gli eventi si svolgevano.
Il tuo Gellert è come me lo sono sempre immaginato: freddo, spietato e, in fondo, totalmente disinteressato riguardo al mondo babbano.
Ammetto di aver avuto molti dubbi quando ho letto dell’uccisione della donna. Il suo gesto ha provocato in me una serie di riflessioni. Inizialmente mi è sembrato un atto di pietà, per nulla consono ad un personaggio di quel genere; poi ho pensato che, al contrario di Voldemort che ama sfogarsi sui babbani, probabilmente per vendicarsi delle ingiustizie che ha subito quando ancora non sapeva di essere un mago, Grindelwald avvertisse il pianto della donna come eccessivamente fastidioso; alla fine mi sono risolta a pensare che, in realtà, i babbani contano così poco per Grindelwald da essere considerati alla stregua di bambole, di burattini nelle sue mani, così come Dio tiene le redini della nostra vita, allo stesso modo i maghi possiedono i destini dei babbani.
Non credo di poter dire altro, se non rinnovarti i miei complimenti, sono stata felicissima che tu abbia partecipato a questo contest. Spero di poter leggere altre tue storie perché hai un potenziale evocativo davvero strabiliante.
Geniale!

 

  
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