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Autore: Alex and Vale    26/09/2010    2 recensioni
Cosa succederebbe se, per colpa di una botta in testa, Elizàbethà perdesse la memoria? E cosa succederebbe se, approfittando di ciò, Gilbert ci mettesse il suo zampino, facendole credere ciò che vuole? Tra aiuti improbabili, ex-mariti adirati e dichiarazioni inaspettate, riuscirà la Magnificenza in persona a compiere il suo più grande sogno? [Rating Arancione per alcune scene piccanti e per il linguaggio di Prussia XD] [Prussia/Ungheria]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amnesia

Cap.1:
“Chi sono io?”

Era una giornata parecchio serena quella che si presentava a casa Edelstein.
Gli uccellini cinguettavano allegri, il sole splendeva e come al solito Roderich si esercitava al piano, ogni tanto per noia, ogni tanto per provare nuove melodie.
La fedele Elizàbeta gli portava un paio di strudel e buona tazza di tè, in caso facesse una pausa, gesto ricambiato da un sorriso da parte dell’austriaco.
Non c’era nulla da dire, niente avrebbe turbato quella deliziosa ed elegante atmosfera.

O così almeno pensavano...

Nel pomeriggio, mentre Roderich era uscito per delle compere, lasciando sola la ragazza, intenta a pulire casa, un piccolo pulcino giallo entrò planando da una finestra vicina, preannunciando pigolando l’arrivo di una “certa conoscenza”.

Una conoscenza alquanto sgradita a dire il vero...

“Oh, no… sta arrivando!” esclamò con tono deluso l’ungherese, tirando fuori dal suo grembiule una grossa padella in acciaio “Ma tanto io sono già pronta, che venga pure!”
“Ehi, ehi, ehi!” esordì la “certa conoscenza”, entrando in modo acrobatico dalla finestra “Gilbert “The Awesomest” è arrivato per voi, kesesesese!” aggiunse, sorridendo.
“Pio, Pio, Pio!” pigolò il pulcino, l'irriconoscibile Gilbird.
“Gilbert… lo sai benissimo che la tua presenza non è gradita qui”
“Oh, rilassati, bellezza, la mia presenza è sempre una cosa gradita, ovunque io vada!”
“Te l’ho già detto, io starò mai con te, quindi sei pregato di andartene se non vuoi ricevere una bella padellata nelle tue preziose “parti vitali””
“Oh, andiamo, Lizzie…lo sanno tutti che ormai fra te e quella scopa in culo non c’è più nulla, adesso sei libera di andare con chi vuoi, me compreso, kesesesese!”
“Non provocarmi, Gil…oggi non è nemmeno giornata!”
“Perché, hai forse le tue cose?”
“GIIIILBEEEEEERT!”
“Uh-oh, forse non dovevo dirlo...”

Inutile dire cosa successe dopo: come al solito, da un po’ di tempo a questa parte, ogni volta che il prussiano ci provava con la bella ungherese, questa reagiva “bruscamente”, prendendolo a botte o tirandogli la prima padella trovata in casa, per lo stupore di Gilbert: non si aspettava certo che nella casa del suo acerrimo rivale in amore si potessero trovare così tante padelle.

Anche se, ripensandoci, con una come Elizàbeta, detta “La Signora delle Padelle”, non c’era per nulla da stupirsi.

“Ogni volta è la stessa storia: ma quante volte devo ripetertelo che non sarò mai tua?”
“Oh, suvvia, Liz…che ti costa passare almeno una giornata con me? Potresti divertirti!”
“Sì, come no, nei tuoi sogni, perché non succederà mai una cosa del genere!”

E, fra tentativi di abbordaggio e padelle volanti, i due andarono avanti in questo modo per parecchio, fino a quando Gilbert non si ritrovò davanti alla porta di casa chiusa a chiave. Accidenti, pensò, bisogna essere davvero sfigati per ritrovarsi proprio davanti ad una porta chiusa a chiave.

Purtroppo per il prussiano con c’era tempo per perdersi in pensieri così poco “awesome”, dato che Liz stava per avvicinarsi a lui.

“Oh, accidenti…e anche stavolta mi sa che tornerò a casa tutto pieno di lividi…”
“Beh, consolati, Gil…almeno questa volta imparerai a non fare l'idiota come sempre...”
“Non posso neanche avere l’ultimo desiderio?”
“Fammi pensare…dunque...NO!”

Ma, proprio quando sembrava che stesse per calare la padellata finale, il caso volle che inciampasse nella sua gonna, perdesse l’equilibrio e si colpisse con la padella, al posto del ragazzo. Prima di svenire, la ragazza non poté fare altro che ridere come un idiota per la botta ricevuta e perdere i sensi davanti ad uno stupito Gilbert.

“Oh, mamma…questa sì che potrebbe essere considerata una botta di culo, kesesese! Ora però è meglio se tolgo il disturbo, altrimenti se quella si sveglia di nuovo è un casino… o forse potrei approfittare un po’ di lei mentre quel damerino di un pianista non c’è, kesesesese…”

Presa questa decisione, col molta cautela, prese in braccio la ragazza e la portò in soggiorno, appoggiandola quanto più delicatamente possibile sul divano.
Cosa alquanto improbabile, dato che in Prussia la parola “delicatezza” non esisteva neanche sul dizionario e lui era universalmente conosciuto come il tipo più rozzo e sgraziato mai esistito finora. Sorvolando allegramente su questi dettagli insignificanti (in fondo lui era la Magnificenza in persona, kesesese!), Gilbert cominciò a darsi da fare: toltole il grembiule, cominciò a sbottonare la camicetta della ragazza, con la viva speranza che la ragazza non si svegliasse nel momento sbagliato.

“Kesesese…Gilbert, sei proprio un genio!” si complimentò con sé stesso, sbottonando l’ultimo bottone e notando un bel reggiseno sotto la camicetta “Hai capito Lizzie…” aggiunse, cominciando ad allungare le mani sul seno di lei e tastandolo “Oh…però! È bello, morbido e sodo!”
“Pio, pio!”pigolò Gilbird, d'accordo col padrone.
“Mmmh?” mugolò lei, aprendo stancamente gli occhi “Che c’è? È già mattina?!”

Merda, si è svegliata! Oh, beh, almeno ho avuto l’occasione per toccargli le tette

“Uh? Che succede, signore, qualcosa che non va?”
“Eh?!” possibile che...la padellata?!
“Sul serio, c’è qualcosa che non va? Oh, cielo, ma chi è stato a farle tutti quei lividi in faccia?”
“Ma come, Liz, non ti ricordi? Sei stata tu a farmeli!” Gilbert sempre più stupito fissava la ragazza.
“Io? Ma figuriamoci, io non farei mai una cosa del genere…e poi, chi è questa Liz? La conosco?”
“Dovresti, perché è il tuo nome, ed è diminutivo di “Elizàbetha””
“Davvero? Oh, non me lo ricordavo…ad essere sinceri, non ricordo nulla...”
“Nemmeno chi sono io?”

Gilbert, lentamente, iniziava a capire...

Non è che la padellata le avesse...danneggiato la memoria?

“No, è come se avessi dimenticato tutto…mi sento come se mi avessero colpito duramente con qualcosa di duro e molto solido, tipo una padella”

Si, era proprio come pensava il ragazzo.

“Oh, capisco…e quindi, non ti ricordi proprio nulla? Nulla, niente? Neanche di Roderich?”
“Roderich...chi sarebbe?”
“Ma come? È il tuo ex-marito, quello che adori tanto persino quando suona il piano!”
“Davvero? Io ero sposata? Con uno che suona il pianoforte? Sembra un tipo noioso...”

Lo stupore di Gilbert si tramutò in una sorta di gioia folle: a quanto pare Lizzie si era scordata completamente del suo noioso ex-marito, poteva farle credere di tutto!

“Mi scusi, signore, è tutto apposto?” probabilmente doveva aver notato il lampo di vendetta che saettava negli occhi del ragazzo.
“Eh? oh, si, non preoccuparti, Liz, stavo solo pensando…Comunque, io sono Gilbert, e questo piccoletto sulla mia spalla è Gilbird”
“Oh, allora piacere di conoscervi, Gilbert e Gilbird. Sai, hai un animaletto molto carino!”
“Beh, non dovresti stupirti, visto che siamo fidanzati, tesoro. Tu probabilmente non te lo ricorderai, ma io e te ci amiamo follemente, baby”
“Come? Siamo fidanzati? E da quando?”
“Da quando hai lasciato Roderich, ovviamente!”
“Oh, ma non mi dire…e dimmi, c’è altro che dovrei sapere?”
“Credimi, mia cara, ciò che ti ho detto è solo l’inizio, kesesesese…”

Fine Cap.1

  
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