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Autore: Banryu    26/09/2010    2 recensioni
Pensieri di Bankotzu, dopo la sua resurrezione, a proposito della sua Lama: Banryu.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bankotsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dopo 5 mesi dalla sua stesura, finalmente mi sono decisa a postarla!

Spero vi piaccia. ^^ Io ho sempre amato il modo in cui Bankotzu trattava Banryu, quindi questo è un piccolo omaggio a loro due! =)

Nero.
Tutto è immerso nel nero più profondo. Perché?
Non riesco a muovermi. Fratelli? Dove siete? Niente. Non c’è niente.
Poi, un bagliore, tenue, lontano. Provo a metterlo a fuoco. Ai miei occhi sembra quasi uno scintillio. Una spada! Mi porto una mano alla schiena, ma non c’è nessuna mano, nessuna schiena. Se avessi potuto muovermi in questo momento mi sarei immobilizzato dall’orrore. La mia alabarda! La mia Banryu! Non posso crederci. Non c’è più, non è più accanto a me.
Non capisco. Perché non c’è più? Non può avermi abbandonato, lei non lo farebbe mai. La mia compagna. Non mi tradirebbe per nulla al mondo. Ma allora dov’è?
Un flash. Ora ricordo. Ci hanno traditi. Quei bastardi ci hanno messi con le spalle al muro, ci hanno teso una trappola! E mi hanno portato via la mia Banryu! Come se fosse un loro trofeo. Non li perdonerò mai.
Il mio sguardo torna sul bagliore che ho davanti agli occhi. Non è che… Non potrebbe essere proprio… la mia Banryu! Quanto darei per potermi muovere. Un attimo… perché non posso muovermi?
… Avevo scordato la parte clou del flash: ci hanno uccisi. Tutti. Dannazione… Ma allora, come posso pensare? E’ forse questo l’Inferno? Un posto tutto oscuro dove sei costretto a rivivere piano piano tutti gli eventi negativi della tua vita? No, non credo, perché io riesco a ricordare perfettamente anche tutte le mie scorribande e battaglie, e quelli non possono certo essere definiti eventi negativi, per me. Quindi non capisco.
Poi lo vedo: il bagliore di prima purtroppo non è la mia Banryu, è una persona. Un uomo che si avvicina a me con in mano delle cose che luccicano. Che sia morto anche lui?

Sorrido. I miei occhi possono di nuovo vedere, la mia lingua parlare, le mie orecchie sentire, e, sia ringraziato il cielo, mi posso muovere come e dove voglio! Quasi mi viene da ridere.

Me ne sto in piedi, ad osservare dopo tanto tempo il palazzo di quel signore che ci ha trattati così scortesemente. Sono molto contrariato. Quel tizio ha ancora la mia compagna. L’unica degna di stare nelle mie mani. Chissà quanta gente all’infuori di me l’avrà toccata, mi viene il voltastomaco. E se ci trovo anche solo un graffio… vedranno come glielo riduco quel castello da strapazzo! Sospiro.
Bene, mi siedo a gambe incrociate sull’erba, ora arriva il difficile: com’è che si scriveva? Sbuffo prendendo in una mano un pennello e nell’altra un foglio di carta. Ecco, dunque… proviamoci.

Beh, alla fine non è servita a molto la mia lettera di avvertimento. C’erano tanti soldati da uccidere fuori e dentro il castello, sì, ma il signore non l’aveva mica preparato il collo! Anzi, voleva perfino avermi al suo servizio. Forse non sapeva leggere, poverino. Peggio per lui alla fine. Spero che non avesse pensato che solo perché aveva tenuto in buono stato – ottimo anzi, era perfino tutta lucidata, uno splendore! Mai vista così bella la mia compagna! – la mia Banryu, io l’avrei lasciato andare via vivo. C’era scritto nella lettera. Gli avevo espressamente detto di preparare il collo, per rendergli il favore che aveva fatto a me, mica per altro.
Finalmente ho potuto ucciderlo, quel traditore. Per me e per la mia compagna è stata la millesima vittima umana! Fantastico. Il mio voto è per metà compiuto. Ora devo arrivare a mille demoni, e me ne mancano solo nove.
Dopo io e lei, insieme, potremmo fare ogni cosa, non che ora non possiamo, intendiamoci, ma dopo saremo ancora più forti ed imbattibili.
Prima di uscire dal castello mi fermo un attimo a guardarla meglio, ora che ho ucciso tutti lì dentro posso prendermi una pausa.
La tengo con la mano destra, mentre con la sinistra ne tasto la consistenza, la levigatezza. E’ fredda al tatto, nonostante tutto il sangue che nel tempo gli è passato sopra. Seguo il contorno del filo con l’indice. La mia lama. L’unica che mi abbia mai conosciuto in ogni mio momento, da vivo, da morto e da risorto. Lei. Lei c’è sempre stata. E’ stata la prima vera lama che ho impugnato, e l’unica. Non potevano essercene altre dopo di lei, e mi sarei contrariato anche ad averne avute altre prima, dopo che l’ho impugnata.
Sorrido. “Sei di nuovo con me.” Le sussurro piano. ‘E ti giuro che non ti avrà nessun altro.’ Aggiungo mentalmente. Già troppi hanno osato tenermela lontana. Non succederà più.
Le do un ultimo sguardo, per poi rimetterla nel suo fodero di stoffa viola. E’ perfetto per lei, si intona perfettamente alla mia armatura e al mio kimono. Perfetta. Lo era prima, ma lo è ancora di più ora che è di nuovo legata alla mia schiena. Di nuovo con me. Nessun fratello potrà mai prendere il suo posto. Per quanto voglia bene a tutti loro, in particolare a Jakotsu, è così. Loro lo sanno e lo accettano, senza lamentarsi ne fare domande. Mi basta.
Ora sono pronto. Con Banryu al mio fianco posso andare ovunque. E così, un passo dopo l’altro, mi avvio verso l’esterno. E’ l’ora di far ricordare al mondo cosa vuol dire saper combattere bastando a se stessi, essere un tutt’uno: io e Banryu.

  
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