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Autore: Andy Grim    27/09/2010    3 recensioni
Tutti i fan della saga Urusiana conoscono a memoria il film citato nel titolo, soprattutto la parte finale relativa alla seconda (e ultima) sfida all’onigokko da parte di Lamù verso l’uomo della sua vita. Chi scrive ha letteralmente demolito una videocassetta, a furia di vederla, soprattutto alla ricerca dei “fermo immagine” più significativi (spero di non fare altrettanto col DVD)!
C’è qualcuno che si è chiesto (oltre al sottoscritto, ovviamente) come l’abbiano vissuta, quell’epopea conclusiva, dentro al protagonista maschile? Come abbiano reagito quei Fewer, Simons, Humper, Percival, Racer (lui, in particolar modo…) che tutti i lettori della mia demenziale Storia Segreta dei SISAS hanno potuto vedere all’opera?
Mentre le immagini del cosiddetto Capitolo Finale mi scorrevano davanti agli occhi, già alienato dalla mia versione introspettiva, non potevo fare a meno di chiedermi come si stavano comportando i membri biologici dell’individuo più discusso dell’Universo e mi stuzzicava l’idea di metterlo nero su bianco! Se non che, l’idea della trama parallela che concludeva idealmente la “Spacelove Story” dei nostri due eroi partendo dal finale di Only You, ha preso (malauguratamente?) il sopravvento.
Tuttavia, leggendo le ultime fanfic dedicate alla nostra fantastica aliena cornuta (averne di cornute così...) mi è tornato un certo stimolo che... beh, vediamo cosa ne salta fuori!
Dedico questa fanfic ai miei "seguaci" Achille88 e Kitsune no Pao (alias Ryoda & Oropa) che mi hanno permesso di rivivere un poco di me stesso nelle loro bellissime storie!
Genere: Demenziale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1 (Giorno 0): A una nuova vittoria

Capitolo 1 (Giorno 0): A una nuova vittoria!

 

 

Tante ragazze hanno catturato i miei occhi.

Ma solo tu, Lamù, hai catturato il mio cuore.

Ataru Moroboshi

 

A

lle ore 20 in punto del fatidico giorno nel quale la Principessa degli Oni, al secolo Lamù, aspirante signora Moroboshi, aveva dichiarato le sue condizioni per mezzo dell’ologramma proiettato nel cielo di Tomobiki (in gran parte oscurato dalle innumerevoli cappelle dei giganteschi funghi alieni che continuavano tragicamente a riprodursi) il severo Christopher Wimpey[1] Wellington (in codice A1) Organic Coordinator dell’organismo di Ataru Moroboshi, entrò risoluto nella sala riunioni della direzione, facendo scattare in piedi l’intero Consiglio Organico, da vari minuti già in nervosa attesa del suo arrivo.

“Riposo, signori…” disse blandamente.

Gli otto responsabili di sezione tornarono a sedere, scambiandosi brevi sguardi preoccupati. Dopo averli imitati, il comandante incrociò le braccia venendo subito al punto: “Signori… come avrete appreso tutti, la signorina Lamù, che ci onora da quattro anni delle proprie affettuose attenzioni, ha lanciato una seconda sfida al nostro beneamato assistito. In pratica, per convincere il suo ex pretendente Rupa a risolvere l’incombente problema micologico, ha posto la medesima condizione irrevocabile concessaci a suo tempo dal di lei corpulento genitore (che potesse inghiottirselo un buco nero!) per rinunciare alla conquista della Terra…”

“Sarebbe a dire un’altra gara di corsa?” domandò strabuzzando gli occhi il capo della Cerebrale.

“Esattamente, signor Fewer: il balzano signorotto di quel tenebroso pianetucolo farà divorare quel maledetti funghi dai suoi suini volanti soltanto qualora il signor Moroboshi riesca, entro dieci giorni, a riacchiappare miss bikini tigrato… nonché ad afferrarne le corna!”

La rivelazione di A1 gettò nello sgomento più nero l’intero staff dell’organismo moroboshiano. Alla rottura del pesante silenzio provvide logicamente poco dopo il responsabile della Motoria: “Questa non è una condizione” gemette “è un rifiuto! Lo sappiamo benissimo tutti che quella volta eravamo riusciti a prenderla soltanto perché lei c’era venuta incontro per riprendersi il reggiseno… ma ora non disponiamo di alcun elemento atto a procurarci un’opportunità analoga!”

“Questa è la cruda verità, signor Racer” sospirò Wellington “vi ho perciò convocati per trovare tutti assieme un sistema che ci consenta di… SI PUÒ SAPERE COSA C’È DI TANTO DIVERTENTE, SIGNOR SIMONS??!!”

Il capo della sezione Emotiva, colto suo malgrado in un improvviso atteggiamento ilare del tutto inopportuno, sussultò tutto rosso in faccia: “Mi… mi scusi, signor Wellington. Inconsciamente m’era venuta in mente una cosa buffa! Non volevo affatto…”

“Oh, ma la prego” lo fermò il Coordinatore con apparente bonarietà “non ci tenga all’oscuro delle sue argute considerazioni, Hugh. Dato il momento, una breve parentesi di buon umore non potrà farci che bene. Avanti, faccia ridere anche noi!”

“Non… non credo sia il caso, signore. Io…”

“È un ordine, Simons!” lo incalzò il direttore, con tono che non ammetteva ulteriori repliche.

Rassegnato, il responsabile neurologico si terse rapidamente la fronte: “Pensavo…” balbettò “…che si potrebbe provare… col pezzo di sotto… signore!” concluse penosamente, per poi chiudere gli occhi in attesa della sfuriata.

Che non si fece attendere, dopo che A1 ebbe zittito i colleghi di Simons, tesi nel vano sforzo di trattenere le risate: “TACETE, MALEDETTO BRANCO DI IDIOTI!!” per dire infine all’improvvido umorista “Complimenti, signor Simons. Era proprio questo che mi aspettavo da lei quando contavo sull’apporto dei miei fidati collaboratori!”

“Mi… mi perdoni, signore. Io… cercavo solo di sdrammatizzare!”

A1 lo incenerì con lo sguardo: “ECCO!! È proprio quel che nessuno di noi deve più permettersi di fare, d’ora in avanti” tuonò, squadrando rapidamente tutti gli altri “sono diciassette anni che qui dentro si sdrammatizzano tutte le situazioni e guardate dove siamo! Non c’è proprio nessuno che cominci a sentire il bisogno di un piccolo salto di qualità?”

“Ha ragione, signore” confermò Brad Fewer “sono sicuro che il nostro collega non aveva che buone intenzioni… ma diamo un taglio alle battute e mettiamoci al lavoro per uscire da questo pasticcio!”

“C’è un unico modo per uscirne” intervenne nuovamente il capo della Motoria “fare esattamente quanto ci chiede miss bikini tigrato!”

“Cioè ridisputare la corsa?” domandò scherzosamente August Percival, responsabile della Genetica.

“Non fare lo spiritoso” s’affrettò a contraddirlo Racer “voglio dire che il signorino dovrà decidersi una volta per tutte a confessare i suoi veri sentimenti”[2] e qui si voltò verso il capo della Neuro “mi hai sentito, Hugh?”

“Chiaro e tondo” rispose quest’ultimo “ma te lo puoi togliere subito dalla testa!”

“Oh, ma insomma” il responsabile della Muscolare non si trattenne dal mollare un pugno sul tavolo “qui mi sembra che l’unico che non voglia contribuire a risolvere questa situazione di merda sia proprio tu! Ma è possibile che il tuo intero staff non riesca a trovare un modo per neutralizzare la testardaggine e l’orgoglio di quel disgraziato?!”

Il responsabile emotivo sospirò, giungendo le mani mentre volgeva lo sguardo al soffitto: “Qui l’orgoglio non c’entra e neppure la testardaggine. Purtroppo la signorina Lamù ci ha cacciato, forse inconsciamente, in un vero e proprio vicolo cieco!”

“Sarebbe a dire?” s’informò il collega della Cerebrale.

“Sarebbe a dire, mio caro Brad, che pur avendo da sempre richiesto una conferma di quanto il nostro assistito provava per lei, pretendendo adesso che lui le si dichiari in una circostanza tecnicamente coercitiva - per non dire ricattatoria - se anche il signor Moroboshi l’accontentasse, la signorina Lamù non potrebbe mai sapere se dietro le sue parole ci sarebbe la verità o piuttosto il mero proposito di risolvere il problema contingente!”

“Beh, vediamo di fare un passo per volta” intervenne nuovamente A1 “la priorità sta ora nell’eliminare quei maledetti funghi che minacciano di ricoprire l’intera parte emersa del pianeta. In un secondo tempo vedremo come appianare anche il rapporto con la Principessa degli Oni.

“No, signore” obiettò Hugh Simons, scuotendo la testa “non aggiusteremo mai il rapporto con Lamù, se il nostro assistito le si dichiarerà in un modo così ambiguo. Glielo posso assicurare!”

A tale incisiva dichiarazione, Chris Wellington emise un sonoro grugnito, per poi piantare due occhi di fuoco sul povero subordinato: “E allora cosa consiglia di fare, Simons?”

Un lungo sospiro precedette la risposta di quest’ultimo: “Mi duole riconoscerlo, ma la sola via d’uscita è appunto quella di rivincere la corsa. Soltanto allora il signor Moroboshi potrà dichiarasi con tutta chiarezza. Le assicuro, signore, che oramai non desidera altro.”

“Sei un idiota” saltò su nuovamente Racer “come fai a non capire che le nostre controparti ci hanno teso una trappola? È ovvio che non riusciremo mai ad acchiappare quella maledetta orca senza nessun’altro asso della manica!”

“Burt, questo lo so perfettamente anch’io” gli ribatté il collega “ma la nostra unica speranza starà proprio nel trovarlo, questo asso. Ci siamo pur riusciti quattro anni fa: perché non dovremmo riuscirci ancora?”

“Temo che tu t’illuda, Hugh” gli disse pacato Fewer “le nostre gentili colleghe non saranno così sprovvedute da farsi sorprendere una seconda volta!”

“Sono perfettamente d’accordo” convenne A1 “e credo che il solo modo per uscire da questo casino sia convincere quel dannatissimo Rupa a intervenire coi suoi maiali, senza tener conto del parere di Lamù.”

“E cosa le fa supporre che ci darebbe ascolto, signore?” domandò a questo punto il capo delle Sensitiva, Jerry Humper, rimasto silenzioso fino ad allora. 

“Beh, ma porca miseria” imprecò Wellington con veemenza “al di là dei suoi pessimi precedenti, non posso credere che voglia farsi complice di una simile bassezza: coinvolgere l’intera umanità nelle beghe di una coppia di adolescenti immaturi, mi sembra proprio del tutto abominevole!”

“Anche a me appare strano che quel tizio abbia dato manforte a Lamù” commentò il capo della Cerebrale “capirei se lo avesse fatto su pressione della sua pretendente… ma, a quanto mi consta, Lady Carla non si è più messa in contatto con lui, dopo avergli riferito quanto stava accadendo sul nostro pianeta.”

“Allora non resta che rivolgersi a Lady Carla, per chiederle di metterci in contatto con Lord Rupa.” disse A1 dopo avere annuito a quanto diceva Fewer.

Malauguratamente, arrivò questa doccia fredda: “Non funzionerà!”

Il Coordinatore di Ataru sentì come un crampo allo stomaco. Quando il capo della Sensitiva emetteva un giudizio era praticamente impossibile che venisse smentito dai fatti.

“Cosa glielo fa credere, signor Humper?” gli chiese comunque A1.

“Primo, sarà praticamente impossibile parlare con Rupa all’insaputa di Lamù. Secondo, non è escluso che Rupa non intenda cogliere quest’occasione per incasinare definitivamente il suo rivale. Terzo, non è detto che anche Lady Carla non darebbe manforte a Lamù nello spingere Ataru nell’angolo, proprio allo scopo d’allontanarla dal proprio amico d’infanzia.”

“E quindi…?” lo incalzò il comandante, con un tono parimenti minaccioso e preoccupato.

“E quindi non posso che concordare col collega della Neuro” sospirò Humper, prima di concludere “non ci rimane che rivincere quella corsa…”

“Ma lo volete capire che è assolutamente impossibile?!” tornò a protestare Racer.

“Non lo sapremo mai se non ci proviamo.” obiettò Humper, alzando le spalle.[3]

“Già, fai presto a dirlo, tu” ribatté il collega con amaro sarcasmo “tanto me la dovrò risgrugnare io solo, questa faccenda!”

“No, Burt” intervenne il responsabile cerebrale “non sarai solo: ci siamo anche noi dentro a questa maledetta carcassa e metteremo tutte le nostre competenze a tua disposizione. Come ha detto prima Hugh, se esiste un sistema per far pendere di nuovo la bilancia dalla nostra parte, noi lo troveremo!”

“E se non esiste?” insistette il collega della Motoria “Se falliremo? Cosa ne sarà della Terra? E che ne sarà di noi?!”

“Questo è un problema che affronteremo in caso di fallimento” dichiarò perentorio A1 “per adesso dobbiamo preoccuparci di non fallire!”

“Ben detto, signore” approvò Brad Fewer “ce la metteremo tutta.”

“Ai voti, allora” replicò A1 “c’è qualche membro del Consiglio che si oppone alla mozione del signor Simons e del signor Humper?”

Nessuno si sentì di contraddire il Coordinatore dell’Uomo più allupato di tutto l’Universo, che allora dichiarò, compiaciuto: “Benissimo: comunicherò immediatamente via telefono rosso a Rowena Starlet[4] che la loro sfida è stata accettata!”

Detto ciò, premette un pulsante davanti alla sua postazione. Pochi istanti dopo due inservienti entrarono nella sala riunioni recando un vassoio con nove bicchieri e una bottiglia di pregiato sakè. Quando i bicchieri furono colmi, Chris Wellington si levò in piedi, imitato da tutti, alzando il proprio calice all’indirizzo dell’assemblea: “Signori… a una nuova vittoria!”

“A una nuova vittoria…!” esclamarono tutti, più o meno convintamente.

 



[1] Ho prelevato il secondo nome di A1 dall’omonimo personaggio disegnato dal fumettista americano Elzie C. Segar, creatore del celeberrimo Popeye (Braccio di Ferro). J.Wellington Wimpey (in Italia Poldo Sbaffini) era l’amico del fortissimo marinaio divoratore di spinaci. I tratti salienti del carattere di Poldo erano un’insaziabile golosità accompagnata da un opportunismo sfrenato… e direi che come affinità col “marito” di Lamù ci siamo perfettamente.

[2] Come ben sanno coloro che hanno visto il film Boy meets Girl, la condizione posta da Lamù per lasciarsi prendere era che Ataru le si dichiarasse davanti a tutti!

[3] Il capo della Sensitiva moroboshiana si mostra sempre molto propositivo…

[4] La Coordinatrice Organica di Lamù.

  
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