Un errore.

Sono stato considerato tale fin da quando sono stato concepito.

Era destino che non dovessi esistere, tuttavia non potevo essere cancellato con un click come un file dal computer.

Mi è stato raccontato che io sono il frutto di una relazione clandestina tra mia madre, una ricca ereditiera, e un semplice impiegato di banca. Siccome erano entrambi sposati, e io rappresentavo un problema, sono stato abbandonato in un orfanotrofio chiamato Wammy’s House, gestito da un conoscente della mia genitrice.

I primi tempi in quel posto non furono semplici, mi era stato detto che dovevo ereditare il titolo di L, un geniale investigatore al servizio del mondo. Assurdo che io dovessi difendere una società in cui non ero ben accetto, ma non avevo un altro posto dove andare, quindi accettai, lasciandomi trascinare dagli eventi. Mi sentivo come se fossi caduto in un torrente di montagna, e non avessi avuto la forza di lottare per uscirne e tornare sulla terraferma.

Ora che ci penso, la mia vita è sempre stata passiva, forse perché ho sempre avuto paura di espormi e di prendere delle decisioni.

La mia vita è sempre stata in bilico tra la vita e la morte, proprio come quella di un’equilibrista.

Un giorno, però, Watari tornò con un nuovo bambino, leggermente più piccolo di me: Beyond, non sono mai riuscito a capire se quello fosse il suo vero nome o una sorta di pseudonimo, è stato il mio primo e unico amico. Ricordo che fui io ad aiutarlo ad “ambientarsi”, e non appena terminai di mostrargli i locali principali, mi osservò con una lente ad ingrandimento (trovata nella sala comune), chiedendomi dove potesse reperire della marmellata di fragole.

Una richiesta piuttosto insolita per un bimbo dotato del suo quoziente intellettivo, ma non mi stupì più di tanto, dato che alla Wammy’s House ognuno si distingueva per qualche particolare peculiarità.

Probabilmente, fu proprio la stranezza che permeava il suo essere a farmi avvicinare a lui, oppure quel profumo inebriante di pericolo che lo circondava a renderlo interessante ai miei occhi. In breve tempo, diventammo amici, anche se spesso dovevo svolgere il ruolo di “baby sitter” e assicurarmi che Beyond non combinasse dei guai, vista la sua indole violenta.

Una sera, dopo aver cenato, io e il mio compagno decidemmo di guardare un documentario alla televisione, dedicato ai tornado.

“Sai, B ho sempre adorato i tornado. Mi affascina la loro forza, e ti confesso che per una volta, vorrei essere io a spazzare via ogni cosa” gli confidai sospirando, mentre mi sistemavo gli occhiali sulla testa.

Beyond, accucciato accanto a me, mi squadrò con i suoi occhi rossi come quelli di un diavolo.

“Sei sicuro, A?”

Era la prima volta da quando lo conoscevo che avvertii un filo di titubanza nella sua voce; le sue labbra, solitamente increspate in un ghigno sarcastico, erano lineari, conferendogli un’aria seria, e quasi adulta. Mi diede la vaga impressione di essere a conoscenza di qualcosa che io ignoravo, o meglio, di qualcosa che mi rifiutavo di dire.

“Sì” fu la mia risposta semplice e concisa.

Beyond non aggiunse altro, limitandosi a fissare un punto indefinito oltre la grigia finestra della sala comune, cercando di nascondere come meglio poteva la malinconia che lo aveva assalito.

Il giorno seguente spazzai via tutto, forse anche l’esistenza (e i sentimenti) dell’unica persona che per me contava davvero qualcosa.

Salve a tutti,

vi presento una brevissima flash-fic senza pretese scritta di getto e narrata dal punto di vista di A. Adoro immaginare la vita di A all'interno della Wammy's House, così come mi piace descrivere il

suo rapporto con B (altro personaggio che adoro)^^ ovviamente, l'ultima frase pronunciata da A è riferita a B>__<

Grazie a chiunque voglia commentare o leggere soltanto questa piccola storia^^

A presto

Fe