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Autore: HopelessGirl    29/09/2010    16 recensioni
Oscar e Andrè in uno spezzone di vita collocato successivamente alla presa di coscienza di Oscar dei propri sentimenti verso Andrè. Un'alternativa che lascio a voi giudicare. Un immagine dei nostri due amanti un po' diversa dal solito presa da un'idea che è sorta in una giornata di pioggia, alimentata dalla necessità di scrivere qualcosa a causa dei miei decisamente troppi impegni che non mi lasciano un momento di respiro. Buona lettura
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sua mano si strinse attorno a quel polso diafano mentre il calore di quel contatto procurò alla donna un caldo brivido in contrasto con il freddo che l'avvolgeva. Avvertiva la pelle ruvida, calda e morbida esercitare una pressione piacevole e confortante sul suo polso, come se la sua presa fosse adatta e perfetta, destinata ad incastonarsi così fin da principio. Non vi era prepotenza o dolore in quel semplice e primitivo contatto, anzi dolcezza, cura, delicatezza anche se forza.


I capelli biondi di Oscar ondeggiavano in modo disordinato per via del vento che li scuoteva astioso mentre le gocce di pioggia le si infrangevano sul volto scivolando subito via data la corsa nella quale la donna era impegnata. Alzò il viso rivolgendo lo sguardo verso il cielo e lo trovò livido e nero, mentre quelle piccole gocce, con il passare degli attimi assumevano sempre maggior consistenza aumentando anche la loro insistenza.


Di qui a poco tirerà giù secchiate d'acqua.


Pensò distrattamente Oscar mentre correva ancora persa con lo sguardo sul cielo, sicura, completamente affidata all'uomo che la teneva per il polso correndole davanti per le vie della città di Parigi. Tornò con lo sguardo su questo e con una punta di sfida si impose di accelerare quella corsa. Improvvisamente nella sua mente si stagliarono nitidi e chiari i ricordi di tanti momenti dell'infanzia spesi a correre come in quella situazione,in cerca di un riparo dalla pioggia. Fu investita come un ondata da una sensazione infantile che la spinse ad affiancare Andrè in quella corsa e a cercare il suo sguardo, con un piccolo sorriso dipinto sulle labbra.


-Oscar...?-


La chiamò lui affannato dalla corsa voltandosi leggermente verso di lei mentre lo smeraldo liquido dei suoi occhi si scontrava mescolandosi con l'azzurro cielo di quelli di lei. Vi scorse un bagliore che conosceva bene e istintivamente lasciò la presa sul polso della donna. Quest'ultima leggermente indispettita di essere stata privata di quel calore si voltò a guardare nuovamente dove metteva i piedi. Andrè la imitò con destrezza lasciandosi andare ad una risata appena accennata, troppo l'affanno per potersi permettere il lusso di riderne in santa pace.


In brevi istanti quello che poi si sarebbe definito un diluvio scese con lo stesso impatto di uno schianto sulle strade di Parigi. L'acqua scendeva senza sosta e con una prepotenza quasi disarmante da quelle nubi livide mentre il vento contribuiva a rendere deserte le strade di Parigi, lasciando il compito all'acqua anche di ripulirle.


Oscar e Andrè intanto continuavano la loro folle gara cercando nel frattempo un rifugio per potersi sottrarre da quel temporale che si sarebbe ripercosso nelle loro vite successivamente come un tremendo raffreddore o addirittura una feroce influenza.


La donna dai capelli biondi affannata continuava la sua corsa maledicendo la sua testardaggine nel voler fare comunque il giro di ronda per le strade di Parigi nonostante Andrè, sostenuto da Alain, aveva tentato di farla desistere per via del mal tempo che di lì a poco avrebbe investito la capitale.


A strapparla dai suoi pensieri ci pensò la mano di Andrè che la afferrò saldamente per il polso e la strattonò con forza verso il proprio corpo. La donna si lasciò andare quando avvertì il corpo di lui trascinarla indietro e senza riuscire ad assecondare i passi del soldato si lasciò alle sue mani con un espressione contrariata mentre i suoi muscoli gemevano per lo sforzo che quella corsa sfrenata le aveva comportato. Percepì che la pioggia cessava improvvisamente mentre gli abiti zuppi aderivano al proprio corpo regalandole una sgradevole sensazione di nudità. Le davano l'impressione di essere solo una seconda pelle molto più fredda e viscida dell'originale.


Si voltò leggermente avvertendo la presa diminuire e quello che vide le troncò il fiato, già corto, in gola. Andrè se ne stava poggiato di schiena contro il muro mentre la testa era abbandonata anch'essa contro la parete di mattoni. I capelli bagnati che gli ornavano il viso lasciavano cadere delle piccole goccioline che si infrangevano sulla giacca della divisa di un blu intenso ora diventata quasi nera perchè completamente impregnata dall'acqua piovana. Il suo viso tranquillo era solcato da birbanti perle d'acqua che lo rendevano quasi irreale, gli occhi chiusi in un attimo di esitante rilassamento lo dipingevano così maledettamente seducente.


Fu scossa da un mare di sensazioni differenti: prima da una dilaniante sorpresa, poi da un infiammante calore che le si propagò in tutto il corpo e come un fiammifero la consumava rapidamente, successivamente da una scarica di brividi freddi che le gelò la schiena facendola sussultare e infine nuovamente da una sorpresa sconvolgente per i pensieri poco decenti che le avevano popolato la mente in quegli interminabili attimi.


Osservava indignata il soggetto, la causa, di tutte queste emozioni, che ignaro di tutto se ne stava pigramente poggiato contro il muro. Ad accompagnare la scrosciante pioggia di emozioni, vi era il sottofondo ritmico e snervante dell'acqua che si abbatteva su Parigi. Si liberò dalla stretta di lui attorno alla propria vita e arretrò di mezzo passo prendendo così le distanze con quel corpo. Immediatamente fu investita dalla pioggia e rintronita dall'acqua improvvisa rimase immobile sotto il temporale finché la mano di Andrè non trovò nuovamente la strada per il suo polso prendendola e attirandola con una forza alla quale Oscar non si sentì in grado di resistere.


Si scosse leggermente concentrandosi per la prima volta sul riparo che li salvaguardava dall'acqua, scoprendo che si trattava di una tettoia di legno decisamente molto bassa. Allungò lo sguardo e notò poco distante da loro una porta sbarrata. Con un sospiro si abbandonò all'evidenza di non potersi sottrarre da quella stretta altrimenti sarebbe finita nuovamente sotto l'acqua date le dimensioni ridotte della tettoia, che sicuramente in passato era utilizzata come luogo dove il proprietario di quella bottega esponeva alcuna merce ai passanti.


-Che ti è preso?-


Le chiese una voce leggermente irritata strappandola dalle sue elucubrazioni. Oscar si immerse quasi con timore in quelle iridi verdi così splendenti: fu infatti nuovamente obbligata a rivivere le fulminee e dirompenti emozioni di poco prima, che furono alimentate dalla sensazione di sentire il proprio corpo a stretto contatto con quello dell'uomo. Resse con espressione distaccata lo sguardo del moro senza però cancellarsi dal viso l'accenno di un sorriso.


-Mi sembrava di aver visto un riparo più comodo in fondo alla via.-


Mentì con fare puramente professionale non riuscendo a controllare un improvviso tremito per quel freddo che ora le pungeva la pelle con la forza di mille spini ghiacciati. Andrè la scrutò con espressione divertita, espressione che si cancellò non appena la sentì tremare violentemente fra le proprie braccia. Senza smettere di sorridere la separò da se di poco, quanto bastasse per permettergli di sfilarsi la giacca. Ormai privato completamente dell'indumento, regalando la sua timida casacca bagnata e la sua pelle impregnata dal sapore della pioggia, al freddo della sera si protese per coprire le spalle di Oscar che si ritrasse come scottata da quel gesto. Sul viso dipinta un espressione tra il contrariato e lo sconvolto.


-Che diavolo fai Andrè?-


Chiese la donna con voce fredda e monocorde pronta a ordinargli di rinfilarsi l'indumento per due motivi ben differenti: il primo era che piuttosto che fargli togliere la giacca della divisa, con il rischio di fargli prendere un malanno, per una sua debolezza fisica si sarebbe lasciata andare sotto alla pioggia per tutto il tempo che sarebbero dovuti rimanere lì, il secondo motivo era decisamente quello che non avrebbe ammesso a nessuno, tantomeno a se stessa, ovvero vederlo con indosso solo la bagnata, e quindi aderente, casacca le aveva provocato una sorta di shock non indifferente. Ben visibili e quindi esposti in tutta la loro splendida somiglianza a quelli di una statua greca c'erano i muscoli del torace del giovane. La bionda comandante avrebbe dato qualsiasi cosa per lasciar scorrere liberamente, magari senza l'intralcio dell'indumento, la sua mano su quella pelle di sicuro così calda e ad ogni modo così invitante che non sapeva se, ad un contatto molto più ravvicinato, si sarebbe riuscita a trattenere dal desiderio di appagare tale fantasia.


-Ti copro. Stai tremando Oscar.-


Le spiegò lui dinamico e con un voce così bassa e arrochita dalla dolcezza che Oscar si sentì vibrare fin nelle membra dal piacere. Qualsiasi cosa fosse la causa di quella calda e colmante sensazione di benessere doveva trovare un pretesto per farlo parlare ancora. Presa ormai dal pieno delle sue percezioni fisiche e mentali Oscar non si accorse che alle sue orecchie la pioggia costante e sempre più forte perdeva suono e copro, diventando solo il mezzo con il quale erano arrivati a quella situazione.


-No Andrè. Devi rimanere coperto. Se ti scopri adesso non solo ti prenderai una brutta influenza come accadrà ad entrambi, ma rischi di ammalarti sul serio e non è certo quello che...-


Non finì di parlare che avvertì la casacca dell'uomo coprirle le spalle. Con un sussulto la sentì bagnata ma infinitamente calda. Il pensiero che lui l'avesse indossata, tenendola a stretto contatto con il suo corpo la fece leggermente arrossire.


-Non fare storie Oscar. La nonna mi ammazza se viene a sapere che non ti ho protetta da una bronchite sicura.-


Pessima scusa tirare in ballo la nonna, Grandier. Preferiresti prenderti tu la bronchite piuttosto che lasciarla tremare in preda al freddo.


Pensò immediatamente il moro con un mezzo sorriso mentre la fissava abbassare la testa arresa ma non del tutto vinta. La biondina dal canto suo manifestò il suo dissenso borbottando, anche se senza accorgersene si strinse nella giacca avvertendo il profumo di Andrè investirla mischiato con l'odore forte e umido della pioggia. Completamente persa nel ricordo della sua voce, che le risuonava calda e intima nella mente, e avvinta al suo profumo Oscar si lasciò andare alla sua presa e con un leggero imbarazzo si poggiò contro il petto ampio di Andrè.


-Speriamo termini presto, così potremmo asciugarci.-


Asserì il giovane sorridendo con dolcezza all'espressione pensierosa della bionda. Il corpo caldo di Oscar era abbandonato contro di lui e averla così vicino gli provocava emozioni troppo forti, troppo violente per poterle trattenere a lungo. Le posò le mani sugli avambracci e li sfregò rapidamente per cercare di scaldarla mentre il suo sguardo si perdeva oltre il muro di pioggia che continuava a cadere inesorabile di fronte a loro.


Oscar invece si lasciò completamente andare contro quel petto caldo e accogliente. Vi poggiò contro una mano avvertendolo bagnato per via della pioggia ma scorrendo oltre la casacca avvertì la pelle di lui scottare. Sorrise appena senza farsi notare da Andrè e chiuse gli occhi al sicuro fra le braccia dell'uomo.


Andrè sorpreso dalla serenità con la quale Oscar si era abbandonata fra le proprie braccia assunse un espressione tra il divertito e il dolce e le posò una mano dietro la schiena con molta cautela, per poi stringerla maggiormente a se. Non ottenendo nessuna obbiezione dalla parte della bionda comandate le sistemò meglio la giacca sulle spalle mentre con l'occhio smeraldino la fissava con affetto. Alzò distrattamente lo sguardo verso il cielo e nel buio sempre più denso della sera il soldato lasciò che una lenta consapevolezza lo avvolgesse.


Improvvisamente un brivido gli percorse la schiena con prepotenza. Abbassò lo sguardo senza trovare il coraggio per muoversi e si trovò immerso nello sguardo cristallino della sua Oscar che ancora con il capo poggiato contro la sua spalla lo osservava silenziosa.


-Cosa c'è?-


Chiese lui dissimulando il mare di emozioni che gli avevano travolto l'anima. Oscar studiò quel viso perfetto e si perse nella curva sottile delle labbra, seguì con intensità il naso e si trovò di fronte ai suoi due splendidi occhi. Quegli occhi verdi che brillavano con una luce forte e rassicurante. Senza potersi fermare allungò una mano verso l'occhio ormai cieco e lo sfiorò con le dita mentre Andrè reagiva stranito a quel gesto, arretrando leggermente con il viso.


Oscar allora si voltò completamente verso di lui distogliendo lo sguardo dai suoi occhi e posandolo sul petto dell'uomo. Con fare titubante posò la mano sulla guancia di Andrè che si pietrificò a quel contatto. Oscar con un piccolo brivido avvertì il respiro caldo di lui soffiarle sul volto mentre l'altra mano si stringeva sul tessuto della casacca desiderando di trovare quel coraggio che le mancava. Sentiva la pelle morbida della guancia di Andrè premerle contro il palmo, sospirò cercando di tranquillizzare il battito frenetico del proprio cuore. Cercò gli occhi di lui avida di immergersi in quello smeraldo, e quando li trovò non potè fare a meno di desiderarlo. Di volerlo il più vicino possibile. Non le bastava più solo il contatto con la sua pelle: il suo corpo, la sua mente, la sua vita lo reclamavano pur sapendo di non meritarlo.


Avvertì attraverso quello sguardo tutto il dolore che aveva provato a causa sua e ne rimase intrappolata. Non riuscì più a liberarsi da quella sofferenza, non volle più liberarsene. Lui era il suo equilibrio, ovunque poteva scorgere i segni del suo egoismo, del suo egocentrismo, tuttavia la manteneva accorata al presente, la faceva rimanere costante. Avrebbe impiegato il resto dei suoi giorni per curare le ferite che gli aveva inflitto. Lo voleva, lo desiderava, era un suo bisogno: proteggerlo e curarlo. Possibile che la amasse ancora dopo tutto quello che gli aveva fatto?


-Mi dispiace... non sai quanto io ti...-


Fu interrotta dalle proprie labbra che si contrassero nel tentativo di mordersi un labbro mentre gli occhi lucidi di quella forte donna, tremavano, indugiavano, combattevano per non mostrargli le proprie lacrime. Non voleva mostrarsi nuovamente così hai suoi occhi, voleva che vedesse quanto avesse bisogno di lui e quanto era sicura di quello che voleva: lui.


Cinse il collo possente dell'uomo con un braccio mentre si alzava sulle punte. La decisione sul suo viso si fece nitida e chiara mentre una lacrima furbetta sfuggiva dai suoi occhi solcandole una guancia. Lacrima che quasi subito si perse sul suo viso rigato già da altre lacrime di pioggia. Andrè non potè trattenersi dal carezzarle una guancia con dolcezza mentre le sue labbra calde e soffici entravano in diretto contatto con quelle di Oscar.





































HopelessGirl's corner

Non so sinceramente questo da dove sia uscito. Forse da una punta di rammarico nel sapere che questo week-end, precisamente da domani, cioè il 30 Settembre fino al 3 Ottobre Riyoko Ikeda sarà a Roma per il Romix, ovvero la fiera del fumetto che si tiene tutti gli anni in questo periodo. In quanto Roma è la città dove sono nata e vissuta per tutta la mia infanzia e buona parte della mia adolescenza, dove tutt'ora risiedono tutti i miei parenti, mi ha dato molto fastidio non avere il week-end libero. Inizialmente ero anche parecchio intristita per via di quest'esperienza che avrei di sicuro mancato nonostante la mia profonda ammirazione per l'autrice del fumetto. Ma vabbè, non voglio tediarvi troppo ;)

Tornando alla ficcy, forse è un modo diverso, forse è un momento, forse è una concezione diversa da quella che è la trama effettiva. Ho immaginato questa situazione, senza sapere dove è collocata, probabilmente qualche giorno dopo la consapevolezza di Oscar di provare qualcosa per Andrè, senza sapere se vi deve essere o meno un continuo, quindi lascio a voi. Consigli, suggerimenti, è tutto bene accetto!

Mi scuso in anticipo, come sempre, per errori di scrittura, battitura, grammatica, ortografia o quant'altro.

E ringrazio per tutte le recensioni a “Impressione di Giugno”, un grazie davvero di cuore per tutti i complimenti che mi avete fatto e per i suggerimenti che mi avete dato. Un grazie di cuore.

  
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