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Autore: Fabi_    29/09/2010    15 recensioni
Dopo la morte di Fred, George torna per la prima volta al negozio 'Tiri Vispi Weasley'.
Vincitrice alla categoria 'flashfiction' e quarta nella classifica generale del contest 'emozioni', di nefene.
Seconda classificata al contest 'we want... missing moments!' di TittiGranger.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Autore: Fabi_ (Fabi_Fabi sul forum)

Titolo: Dust to Dust

Personaggi: Fred e George Weasley

Ringrazio Tittigranger per aver indetto il contest We Want... Missing Moments! Al quale questa storia si è classificata seconda (con mia grande sorpresa).

Ringrazio anche nefene per aver indetto il contest ‘emozioni’ al quale questa storia si è classificata prima nella sezione ‘flash fiction’ e quarta nella classifica generale, vincendo anche il premio angst.


Ringrazio anche chiunque deciderà di leggere ed eventualmente commentare la storia.

 

htitti

Dust to dust

 

George’s PoV

 

Stavo fermo di fronte all’ingresso laterale del negozio, temevo che non sarei stato in grado di aprire la porta.

Mentre mi rigiravo le chiavi tra le mani, mi trovai a ricordare:

“Guarda George! È magnifico!”

“Non è magnifico, è magico!”

Il negozio era vuoto, Fred era entrato per primo, aveva trovato lui il posto, aveva contrattato sul prezzo e l’aveva spuntata, un affarista.

Pensavano tutti che il merito fosse nostro, io sapevo che era unicamente di Fred. Sarò in grado di continuare?

Infilai la chiave nella toppa con lentezza, le immagini e le parole mi vorticavano intorno facendomi sentire terribilmente instabile.

Appoggiai una mano sulla porta di legno e respirai profondamente, dentro, mi aspettava il nostro mondo.

Lasciai girare la nostra chiave, non ero sicuro di essere io a muoverla.

Non avevo volontà, tutto da quel giorno era diventato meccanico in me, non volevo oppormi all’inerzia che mi mandava avanti, ma sapevo che non mi avrebbe spinto per molto. Entrai silenziosamente, il retrobottega era come l’avevamo lasciato, gli scatoloni chiusi in attesa della riapertura, i nostri schizzi per i nuovi prodotti, i registri perfettamente ordinati. Avrei dovuto aprire il mese scorso, ma non ci sono riuscito.

Fred, sapessi in quanti mi hanno chiesto quando avremmo riaperto, sussurrai allo spiffero d’aria che passava attraverso la porta aperta, la chiusi e presi una scatola. La rassegnazione e l’inerzia, mi trasportavano. Io mi limitavo ad assecondarle pigramente. Preferivo pensare fosse pigrizia, ma sapevo benissimo che cos’era: dolore. Lutto.

Presi la bacchetta e cominciai a pulire gli scaffali. La polvere svolazzava, la potevo vedere controluce e mi sentivo ipnotizzato. ‘Diventiamo polvere, Fred? Tu lo sai adesso’.

Presi le Merendine Marinare e cominciai a riempire lo scaffale.

‘Fred, ti ricordi il nostro primo tentativo? Quella che demmo a Percy ci costò una pulizia completa del giardino, Ron, invece, ci chiese solo di regalargliene una scatola’.

La polvere pareva rispondermi. Ondeggiava presente spinta dall’aria, ero sicuro che si muovesse con me, che la seguii con lo sguardo, trovandomi  a fissare l’orologio: la lancetta dei secondi era ferma in basso, sembrava che tentasse di muoversi, ma restava lì, incapace di proseguire.

‘Il tempo si è fermato, Fred, vorrei che fosse successo prima’.

George, questo è il nostro sogno, vivilo anche per me.

Una risposta che veniva da dentro.

Lui era una parte della mia anima, più che fratelli, molto più che amici. Noi eravamo un individuo unico, due appendici dello stesso spirito.

Per questo ora mi manchi tanto.

Per questo, ora il tempo deve continuare a scorrere.

“Vivrò il mio sogno anche per te, Fred”, una frase detta alla polvere, che in quel momento stava svanendo, catturata dagli incantesimi di pulizia.

Il mio ricordo non sarebbe svanito, l’avrei conservato, avrei vissuto per esso.

Puntai la bacchetta contro l’orologio: “Il nostro sogno ricomincia adesso, Fred. Ti prometto che ti dedicherò una serie di prodotti perfetti. Accio orologio”.

Mentre lo caricavo, vidi il mio volto sorridermi riflesso nel vetro dell’orologio, per un attimo mi sentii felice. Sorrisi alla mia immagine: “Buon viaggio, Fred”.

 

I miei occhi erano lucidi, era sicuramente stata la polvere.

 

SECONDA CLASSIFICATA 
Fabi_Fabi
 

IC personaggi: 25\25 . 
Grammatica- sintassi: 19\20 . 
Stile: 14\15 punti. 
Trattazione Missing Moment: 18\20 . 
Originalità della trama: 17\20 . 
Elementi bonus: 6\6. 
Totale: 99 \106 

C’è un sentimento che regna sovrano nella tua storia: non è malinconia, non è tristezza… è, effettivamente, rassegnazione. Rassegnarsi a dover lasciare andare ciò che fino a quel momento abbiamo cercato di tenere stretto, anche se si tratta solo di un ricordo. 
E’ un missing moment molto delicato questo che hai scelto: era facile cadere nel baratro della disperazione, come accade spesso davanti alla morte e come è giusto che sia. 
Ma dopo la disperazione c’è il dovere di andare avanti, come fa George: ogni suo gesto, ogni suo pensiero è accompagnato da un alone di inerzia e rassegnazione, come hai scritto tu e ciò appare cristallino, secondo me, nella frase “Diventiamo polvere, Fred?”. 
Il tuo George, contrariamente a quanto si potrebbe pensare in una situazione del genere, non esprime rabbia per quell’abbandono, risentimento nei confronti della vita che gli ha tirato quel brutto scherzo, ma sembra piuttosto ancora confuso, scombussolato da quegli eventi che gli sono precipitati addosso. 
A questo proposito ho trovato particolarmente azzeccata la metafora dell’orologio, del tempo che si è momentaneamente fermato, nell’attesa di un nuovo, seppur malinconico, inizio. 
La grammatica è quasi perfetta, se non fosse per qualche segno di punteggiatura messo nel posto sbagliato, dovuto probabilmente alla distrazione. 
Ottimo stile, sai rendere bene non solo le immagini ma anche le espressioni e i pensieri dei personaggi: il sentimento di impotenza che affligge George è quasi palpabile. 
Gli elementi bonus sono stati diligentemente utilizzati, soprattutto per quanto riguarda il sentimento e l’oggetto, che come ti ho detto, secondo me è un completamento azzeccassimo. 
Che dire? Ho avuto un groppo alla gola leggendo l’ultima parte; mi sono commossa insieme a George quando lui, osservando il suo stesso riflesso, così simile a quello di Fred, ha augurato al fratello il suo personale e speranzoso arrivederci. 
E ti assicuro che anche nel mio caso, non è stata colpa della polvere. Davvero brava. 

 

4° classificato 


Fabi_Fabi – Dust to Dust 


Grammatica: 9,9/10 
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10 
Sviluppo della trama: 8/10 
Originalità: 8/10 
Stile: 8,5/10 
Approfondimento e sviluppo dell'emozione scelta: 10/10 
Giudizio personale: 9,5/10 
Totale: 63,4/70 

Leggere l'emozione da te scelta, e quel “Dust to Dust”, già mi ha provocato un brivido. E forse è stato un preludio al brivido che ho provato durante tutta la lettura. Hai scelta difficile, sicuramente. Un tema che si può decidere di affrontare solo con una gran forza d'animo, con maturità, con consapevolezza, per non rischiare di cadere nel banale e nel melodrammatico. 
Ho trovato la tua storia delicatissima, come granelli di polvere che si poggiano su una fotografia in bianco e nero. La sensibilità che la pervade mi ha colpita, come mi ha colpita la capacità che hai avuto di descrivere un dolore così grande da essere inimmaginabile. 


Questo George ( ma anche questo Fred – perché si avverte la sua presenza -) sembra sconcertato, spezzato letteralmente dalla morte del fratello. Come se si fosse ritrovato da un giorno all'altro senza una gamba, a dover riprendere a camminare, passo per passo, zoppicante. Ed è un George che seppur struggente, mantiene l'ombra del personaggio che conosciamo. E ho apprezzato tantissimo, in tal senso, come tu con pochi accenni abbia mostrato differenze fondamentali nei due fratelli – che solitamente vengono descritti sì uniti e inscindibili, ma anche identici l'uno all'altro. 

Il momento da te scelto è in qualche modo veramente rappresentativo. Non è stato in generale originale la scelta di mostrare la rassegnazione alla morte di un proprio caro tramite l'ingresso in un luogo comune, o tramite un oggetto, ad esempio, ma credo che comunque sia stata funzionale al momento che volevi descrivere. E la rassegnazione è così palpabile, così interiore, che il punteggio pieno è il meno. Rassegnazione al destino - non rabbia -, al ma anche rassegnazione verso il futuro. Accettazione di ciò che si deve fare, per andare avanti.

Una storia curatissima nei dettagli, una grammatica eccellente tranne un errore di battitura, uno stile semplice, ma incisivo. Lineare. In una frase ci sono tre avverbi in “-mente” che creano un ritmo un po' cantilenante, ma per il resto scorre fluido. 

Sono solo due le cose che non mi hanno convinta: la prima è davvero un'inezia, ed è la segnalazione del punto di vista a inizio narrazione (non ne ho ben compreso il motivo, e in generale mi piace poco quando lo trovo), la seconda è che a mio parere avresti potuto sviluppare un poco in più la trama, perché il succedersi di emozioni e pensieri è a tratti un po' brusco data l'atmosfera che volevi creare.

Ma nel complesso non posso che dirti che hai fatto un lavoro 

   
 
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