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Autore: LoveChild    30/09/2010    7 recensioni
Questa fan fiction si è classificata undicesima al "We want... Missing Moments" di TittiGranger.
La notte prima della partenza per il settimo anno ad Hogwarts di Hermione. Il primo anno senza Harry e Ron.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono (esclusi gli eventuali OC, ovvio, e chi me li tocca lo mangio u.u), ma sono proprietà di Madam J.K. Rowling (beata lei...).



Questa fan fiction si è classificata undicesima al "We Want... Missing Moments!" di TittiGranger

AUTORE: LoveChild
OGGETTO:
Specchio delle Brame
MISSING MOMENT:
H
ermione torna a scuola da sola
TITOLO:
Insomnia
PERSONAGGI:
Hermione Granger, Ron Weasley
GENERE:
Romantico, Sentimentale
RATING:
verde
ELEMENTI BONUS SCELTI:
LUOGO: salotto della Tana

                                                  COLORE: verde scuro

                                                  OGGETTO: cappello

 

 

 

Insomnia

 

Era già l’una passata quando Hermione scese nel salotto della Tana. Non riusciva a dormire. Come poteva? Si sedette sul divano e dovette togliere qualcosa dallo spazio fra i cuscini. Un cappello. Non uno di quelli da mago, semplicemente uno di quei cappellini di carta babbani, quelli che si usavano per le feste. Già, la sera prima avevano festeggiato. Che cosa c’era da festeggiare, poi? Si chiese torcendosi le mani. Il fatto che lei, Luna e Ginny tornassero a scuola era forse un avvenimento da festeggiare? Lo era, a quanto pareva. Non per lei, lei non era affatto contenta. Poggiò il mento sul palmo della mano sinistra. Lei non aveva nulla da festeggiare. Erano passati otto anni, si disse. Otto, lunghi, anni. Nonostante la stanchezza si concentrò: si erano conosciuti il primo settembre; il primo settembre millenovecentonovantuno. Ma non era quello il giorno che importava. No, il giorno importante era stato il trentuno ottobre, il giorno in cui erano diventati amici. Quanti mesi erano passati da quel trentuno ottobre? Ottanta due. Se si eliminavano circa due mesi all’anno, quelli che lei passava con i genitori, erano sessantotto. Avevano passato esattamente sessantotto mesi insieme ovvero cinque anni e otto mesi insieme. E ora si sarebbero divisi. Lei sarebbe andata a Hogwarts mentre Ron e Harry non sarebbero tornati. Non si sarebbero visti per nove lunghi, lunghissimi, orribili mesi. Le lacrime cominciarono a scivolarle sulle guance, si passò una mano fra i capelli e le dita le rimasero impigliate in quel groviglio che costituiva la sua chioma. Ritirò la mano in un gesto di stizza. A cosa serviva andare ad Hogwarts un altro anno? Le avrebbero forse insegnato a far diventare quel maledetto cespuglio che erano i suoi capelli in una capigliatura decente con un colpo di bacchetta? Ovviamente no! Perché tornare? Per studiare, certo, ma sarebbe stato lo stesso? Le sarebbe piaciuto ugualmente studiare senza Ron e Harry che le gironzolavano intorno scodinzolanti per avere un aiuto nei compiti? Già senza Harry, e senza Ron… Avrebbe dovuto lasciare andare Ron. E se lui avesse cambiato idea? Se avesse ragionato sul fatto che era una tremenda so-tutto-io saccente con un cespuglio al posto dei capelli?

Ripensò con un sorriso triste alla sera precedente quando Ron la teneva stretta e la guardava con quella sua espressione buffa sotto il cappellino a cono, ripensò a quando non visti si erano baciati a lungo. Avrebbe dovuto rinunciare a quel calore e a quei baci per nove mesi.

Si lasciò andare a un pianto isterico, le ginocchia al petto circondate dalle braccia e la testa nascosta per fare meno rumore possibile. E mentre piangeva per sé si sentiva tremendamente in colpa. Piangere per nove mesi di lontananza? Che diritto aveva, lei, di piangere per nove stupidi mesi quando Fred sarebbe stato lontano per sempre? Quando molti non sarebbero tornati più, mai più.

 

Sentì lo scricchiolio delle scale e poi la luce inondò il salotto. Hermione alzò la testa e i suoi occhi pieni di lacrime si fermarono su Ron.

-Ti prego, Ron, spegni la luce…- mormorò Hermione con voce tremante. Di nuovo la stanza piombò nell’oscurità. Sentì una lieve pressione sul divano e poi le calde braccia di Ron l’avvolsero.

-Mione…- mormorò preoccupato il ragazzo, posandole un dolce bacio sulla tempia.

-Ron, non voglio andare!- sussurrò lei singhiozzando.

Il ragazzo si irrigidì leggermente:-Cos’è successo? Perché non vuoi andare?

-I-io non voglio stare lontana da te, non voglio!

Herimone sentì il sorriso di Ron su i suoi capelli.

-Te l’avevo detto che avevi mangiato troppa torta, troppo in fretta!- disse lui allontanandola leggermente e assumendo un’espressione di finto rimprovero.

-Eh?- la ragazza era rimasta talmente sbigottita dalla risposta che aveva persino smesso di piangere.

-Beh si, Herm. Lo sai bene che se mangi troppo prima di andare a dormire poi ti innervosisci e cominci a sragionare! Aspettami qui.- Hermione guardò sbigottita il suo ragazzo che scompariva nella cucina buia, da cui poco dopo riemerse con due bicchieri di latte. –Tieni.- disse dolcemente- E bevi lentamente!

La ragazza eseguì l’ordine senza fiatare.

-Fa freddo…- costatò il ragazzo. Con un colpo secco di bacchetta fece apparire un pacco regalo –Te l’avrei voluto dare domani, come regalo d’inizio anno, ma mi sembra molto meglio dartelo adesso. Spero ti risollevi il morale!

Hermione prese con mani tremanti il pacchetto rettangolare che Ron le porgeva sorridente.

Lo aprì lentamente, non riusciva a distinguere bene i colori ma il pacchetto doveva essere color ecru e il nastro rosso, quando lo ebbe scartato rimase piacevolmente colpita: era un dolcevita di colore verde scuro.

-Ho chiesto consiglio a Ginny…- disse il ragazzo, poi aggiunse – il colore però l’ho scelto io: verde.

-P-perché proprio verde? Tu odi il verde! Ti ricorda Serpeverde…

Ron cominciò baciandole la fronte:-Verde come verde speranza. Speranza perché spero di rivederti presto- poi le baciò il naso –perché spero di stare sempre assieme a te- scese a baciarle gli angoli della bocca- e perché il verde ti dona Hermione.

-Ripetilo.- disse la ragazza sognante.

-Il verde ti dona- ripeté divertito.

-No… il mio nome…

-Hermione.

-Ancora…

-Hermione, Hermione, Hermione, …- Ron ripeté varie volte il nome della ragazza mentre la teneva stretta a sé. Ad un tratto lui la strinse più forte:-Hermione?

-Mmh…?- chiese lei, tra il sonno e la veglia.

-Ti amo. – gli occhi castani della ragazza si spalancarono e lui le sorrise, non c’era traccia d’imbarazzo sul suo viso. Quello che al solo pensiero lo avrebbe, anni prima, fatto arrossire ora era per lui la cosa più naturale da dire, ancora di più che ‘buongiorno’, dire di amare Hermione era l’unica cosa che valeva la pena di pronunciare. Ronald Weasley era cresciuto.

Ad Hermione parve che il cuore potesse esploderle da un momento all’altro, prese la mano del ragazzo e se la poggiò all’altezza del cuore:-Stai attentando alla mia vita, vero?- gli chiese dolcemente.

-Certo! Lo faccio perché così potrò riciclare il maglione e regalarlo a Lavanda… Ops forse questo non dovevo dirtelo…- disse con aria furba Ron.

Hermione in un movimento repentino salì a cavalcioni su di lui e gli tirò la testa all’indietro:- Weasley, giuro che se provi a pensare a un’altra donna, Ginny e tua madre escluse, ti uccido. A mani nude.

-Se me lo ordini così gentilmente, Hermione, non ho nessun motivo di trasgredire!- disse ironico stringendole la vita e baciandola con passione.

-Ti amo, Ron.- sussurrò lei tra un bacio e l’altro.

-Cosa cavolo state facendo voi due?- il salotto della Tana fu illuminato e la voce di Ginny Weasley giunse tagliente alle loro orecchie.

-Hermione ha fatto indigestione.- rispose semplicemente Ron senza accennare minimamente a lasciar andare la sua ragazza.

-Ah davvero? E questo cosa ha a che vedere con il fatto che te la stai spiaccicando addosso?- chiese la rossa con aria saccente.

-Beh, ecco, …- Hermione provò a dire qualcosa per giustificarsi ma Ron intervenne prontamente:-Sai, Ginny, lei è la mia fidanzata, siamo maggiorenni e non ho nessun dovere di darti spiegazioni.

Detto ciò prese in braccio la sua ragazza e dandole un bacio sul naso le disse:-E’ ora di andare a letto ti devi alzare presto domani mattina.

Ron cominciò a salire le scale sotto lo sguardo attonito di Hermione e Ginny.

Hermione, accoccolata contro il petto del suo ragazzo, si ritrovò a pensare che sì, senz’altro sarebbero stati nove mesi difficili, e che avrebbe sentito ogni giorno la mancanza di Ron, ma i pensieri che prima l’avevano tormentata le sembrarono stupidi: loro si amavano, quello importava. Avevano superato sei anni di scuola, Lavanda Brown e una guerra, nove mesi sarebbero passati in fretta…

E poi c’erano sempre i pomeriggi a Hogsmade… no?

 

Fine







NOTE AUTORE: Evito accuratamente di scrivere su Ron ed Hermione, solitamente, perché mi sembra sempre una profanazione. Questa fan fiction, però, mi sembra un po’ meno ‘profanante’ di quanto mi aspettassi (me felice *.*). Luogo a parte, non sono molto convinta di aver usato bene il bonus del colore; il bonus dell’oggetto, invece, posso dire di non averlo proprio usato: insomma azzeccare la parola ‘cappello’ non vuol dire usarla. U.U
In linea di massima, comunque sono relativamente soddisfatta del risultato.

Commentate please!!!!

Bisous,

   Yaya 

 

 

 

   
 
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