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Autore: Selenite    30/09/2010    5 recensioni
Il Cielo sta oscurandosi di una tenebra profonda e fredda. Durante quella che dovrebbe essere la sua ultima Pioggia di Stelle, una bambina celeste si ritroverà ad affrontare il viaggio per salvare il Cielo e le Dodici Costellazioni, in compagnia di un alleato veramente speciale...
Una favola romantica e delicata, che parla di una bambina alla ricerca del vero significato della forza e della fiducia. Un viaggio alla scoperta del prossimo, ma anche alla consapevolezza di sè stessi.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancient Pillars / Le dodici Rune

Le venne da ridere e piangere allo stesso tempo.
Tiro con l'arco? Era in assoluto la disciplina che reputava più difficile in assoluto. E poi necessitava concentrazione, una posa orgogliosa...e soprattutto mira.
A lei mancavano proprio le abilità di base, non contiamo le abilità più avanzate...

Ma lui la guardava, con sguardo serio, anche se un poco incerto -Tu ci riuscirai, vero?- sentì sibilare Stellina nel vento freddo del Secondo Strato di Cielo.
Non poteva fallire, pensò la piccola stella, dopo aver sentito quelle parole così disperate.

-Ehm...signor Kaus Australis, mi scusi...- Stellina si sentiva così piccola e maleducata adesso, dopo aver scoperto la vera natura di quella stella così incommensurabilmente bella -Ma non può farmi nemmeno un corso accelerato?-
-Stellina...la tua sicurezza di poco fa dove diavolo è finita?-
-In fondo allo stomaco dallo spavento, penso...-
Il Sagittario, come mai aveva fatto prima d'ora, rise di gusto -Sei un bel tipo tu...-
-Io? Un bel tipo?- Stellina arrossì, non capendo a fondo il significato di quelle parole...e soprattutto arrossì a quel sorriso magnifico, che lei sapeva non essere uno spettacolo tanto usuale -Che vuol dire?-
Il Sagittario le si avvicinò, le carezzò la testa. Pensò che in quel momento, quella piccola Stella doveva avere tutto l'aiuto necessario, tutta la gentilezza che lui poteva darle -Vuol dire che tu ci riuscirai sicuramente...devi solo credere in te stessa, come non hai mai fatto...-
-Eh?- chiese senza volerlo Stellina, abbassando un poco la testa -Credere in me...?-

Eta le scivolò davanti agli occhi.
Che strano” pensò Stellina “Riesco a vedere gli occhi iridescenti di Eta...com'è bella...”
Un bacio, sulle labbra, che la giovane stella prese con uno sguardo sbigottito e, successivamente...con un riso liberatorio -Grazie, Eta- disse dolcissima Stellina.
Eta arrossì, compì due giri veloci intorno alla sua testa, e si posò di nuovo in mezzo ai suoi capelli, splendendo così tanto che il Sagittario guardò le due con un sorriso enigmatico.

Se sapesse che l'espressione baciati dalla fortuna si dice anche baciati da una stella...si sentirebbe più sicura di se stessa?”

Stellina si sedette, come ordinato. E guardò, come ordinato.
Una luce splendente partì dai pezzi dell'arco ormai spezzato e logoro del Sagittario. I frammenti sparsi per la stanza che non erano visibili a occhio nudo presero a lievitare in aria e ad avvicinarsi agli altri.
Un vortice di luce dei colori dell'arcobaleno si impossessò di tutti i pezzi, che iniziarono a ricomporsi secondo una schema preciso. Quell'arco, ormai morto, stava tornando in vita.
Pochi secondi dopo, nonostante Stellina non capisse bene cosa fosse successo, l'arco del Sagittario era di nuovo integro e perfetto, sfavillante, davanti ai loro occhi.
E nonostante la sua mole assurda, il Sagittario lo teneva con una mano sola.
-Prendilo e seguimi-
Stellina obbedì senza pensarci due volte, nonostante dentro di sé imperversasse l'inferno.
Aveva una paura tale che non riusciva nemmeno a parlare.

***

Un luogo buio...al lato opposto del Cielo...un casolare dimenticato e ormai in rovina. Tetro e spaventoso. Il luogo dell'ultimo esame.
Un Casolare dieci volte più grande di qualsiasi altro, che assomigliava ad un piccolo castello, stava ingrandendosi ogni secondo, stava espandendosi. Un lieve tremore nel pavimento stava spaccando la pietra del lastricato dentro e fuori il Casolare. E la pietra saliva, fino al cielo, formando un nuovo lastricato che assomigliava ad una scala. Da terra, il casolare ormai castello non si vedeva più.
All'interno, era ancora più tetro e scuro. La porta del casolare aveva ormai perso l'incisione di rune che la caratterizzava e anche all'interno non si vedeva alcun segno di quale fosse la costellazione alla quale quella struttura si rivolgesse.
Un trono sbeccato e brutto, diverso da quello in cui Stellina aveva trovato il Sagittario. Una finestra rotta alle spalle di questo, da cui non filtrava alcuna luce.
E sopra...qualcosa, di nuovo. Ma questo “qualcosa”, al contrario del corpo privo di cuore del Sagittario, si muoveva.
Vestiti neri, capelli neri...era l'essenza lugubre delle Tenebre stesse. Capelli sottili e lucenti ornati di pietre preziose che ormai erano diventate scure e brutte. Un copricapo elegante e maestoso, privo di colore a parte il nero che troneggiava ovunque. La testa che sorreggeva quel copricapo si alzò.
Una donna. Una bellissima donna. I suoi occhi neri erano suadenti e meravigliosi. Ma tristi. E allo stesso tempo spaventosi.
Una donna dalla faccia delicata e allo stesso tempo spaventosa. Una bocca digrignata in una smorfia di pura cattiveria.
-Stai segnando il tuo triste destino, Kaus Australis...e anche tu, stupida Stella...- una bella, bellissima voce, anche se aveva una nota distorta -Avvicinatevi a me...e morirete. Questa...è una promessa-

***

Uscita fuori dal Casolare, Stellina vide il Sagittario guardare lontano, oltre le luci dei Casolari visibili a occhio nudo. Uno sguardo triste, melanconico...doloroso.
-Mettiti qua...- le disse il Sagittario, volgendo ancora altrove lo sguardo -Finisco i preparativi-
Sotto a quelle parole, dette con quella voce così triste, Stellina osservò.
Sagittario preparò tutto, come aveva promesso, ordinò ogni cosa. E alla fine, come doveva essere, arrivò il momento della prova.
-Signor Kaus Australis...posso porgerle una domanda...?-
A quell'ennesima dimostrazione di rispetto, il Sagittario si voltò un po' intimorito -Ma sei sempre la solita ragazzina di poco fa?-
-Eh? Non lo sono...?-

Era uno sguardo strano, quello che assunse il Sagittario. Uno sguardo che guardava lontano, oltre il passato che conosceva solo lui...un passato d'amore...

-Eh? Sono strana...?- una ragazza dolce, con le gote arrossate -Sono sempre io, no?-
-Maledizione- rispose il Sagittario, arrossendo fino alla punta delle orecchie -Se fai così...sei troppo carina...-
-Ca...carina...?-
Un bacio di quelli che di solito si danno alle fidanzate. Ma lui ormai la reputava da tempo la persona più importante.
Che poi fosse o meno la sua fidanzata...era irrilevante...

Una carezza, dolce...le mani grandi del Sagittario le percorrevano i capelli, cercando di non colpire Eta, a poche spanne di distanza. La sua voce pronunciò una richiesta, qualcosa di talmente disperato che il cuore di Stellina la sentì così distintamente da starci male...
-Devi farcela, perché io...vorrei che tu rimanessi qua...- una pausa, dolorosa -Ti prego...-
Stellina sorrise, abbassò la testa e capì. Capì che tutta la spiegazione era in quello sguardo malinconico che il Sagittario aveva poco prima -A chi sta pensando?-
Non aveva dubbi che avesse capito -Alla Stella che ho amato tanto in passato...-
-Amato...?- chiese Stellina, dubbiosa.
-Non posso più amarla...- assunse il Sagittario, con voce rotta.
-Capisco...- Stellina abbassò lo sguardo, intenerita - Vorrà dire che ti aiuterò in questo viaggio per te troppo doloroso...signor Kaus Australis...-

Era una tacita promessa tra quella stella di brillantezza spaventosa e quella piccola esaminanda, dagli occhi limpidi come il cielo invernale...

-Oh beh...allora la considero una promessa...- il Sagittario sorrise, rincuorato.
Lo sguardo disperato era scomparso, come per magia.
Stellina sorrise, annuendo con la testa. Le dispiacque sentire la mano del Sagittario allontanarsi dai suoi capelli, ma volle credere che anche quello fosse un segno.
-Allora, cosa dovrei fare?-

Un enorme campo, poco illuminato. Non sembrava lo stesso posto di poco prima, eppure lo era. Due bersagli, a pochi metri di distanza l'uno dall'altro, sulla stessa linea.
Sembrava lo scontro per una gara...ma una gara di quale tipo?
Il Sagittario porse a Stellina un piccolo arco, diverso dal suo, poco brillante. Eppure era robusto e tirato, le sembrava una cosa così semplice ma anche così complessa.
-Cos'è?-
-Un arco mistico-
-Arco mistico?- rispose l'esaminanda, rigirandoselo fra le mani -Un arco mistico?!-
L'arco cadde a terra, mentre Stellina assumeva un'espressione terribilmente preoccupata -No...non posso usare questo...è un oggetto troppo importante...-
-Ma tu da sola non sai crearlo, sbaglio?-
-Veramente nessuna Stella di basso livello saprebbe...non posso prenderlo, mi spiace...-

Arco mistico.
Una delle sette armi stellari, creata dalla concentrazione dell'introenergia di una stella di alto livello, come un Guardiano o una Stella di Costellazione.
Sciabola...spada singola...spada a due mani...lancia...bastone...arco...balestra...
Non erano capaci neanche tutte le Stelle di Costellazione di crearle, figuriamoci un'esaminanda come Stellina. Erano armi preziose, creabili ogni 1000 anni sacrificando una parte di brillantezza di una Stella.
Il Sagittario aveva già un suo arco personale, e lo aveva anche ricostruito poco prima davanti agli occhi attoniti di Stellina. E adesso questo era un secondo arco, nuovo di zecca.
La brillantezza del Sagittario doveva essere almeno dimezzata, rispetto a poco prima. Ma guardandolo...essa non aveva perso nemmeno un briciolo della sua potenza.
-Com'è possibile?-
-Non è un arco mistico...non uno vero, almeno...-
-Ma...brilla! Ed è caldo...ed è...-
-Reale?-
-Beh...si-
-Ah...- il Sagittario raccolse il piccolo arco, lo ripose fra le mani di Stellina, di nuovo, e la guardò serio -E un arco mistico di decimo livello. Non ho sacrificato brillantezza, non ho dovuto compiere miracoli per crearlo. Anche i guardiani dei Segni possono crearne senza avere alcuna ripercussione. Di solito è uno degli incantesimi avanzati che le esaminande imparano percorrendo il Viale Stellato...-
-Oh...- Stellina arrossì, sentendosi improvvisamente ridicola -Da...davvero?-
-Davvero- il Sagittario, non seppe perché, rise -Forza...prendilo e ascoltami bene...-
Il Sagittario si voltò e iniziò a parlare...ma Stellina non lo ascoltava, era troppo persa a guardare quell'arco così ben fatto, che il Sagittario affermava aver creato con così tanta leggerezza e facilità. Non voleva averla così facile.

Si parò davanti il Sagittario, porgendo l'arco con un evidente imbarazzo dipinto in faccia.

-Non lo voglio-
-Uh...- sospirò il Sagittario, vedendo la determinazione di quella bambina -Non puoi affrontare questa prova senza quell'arco...-
-Allora ne creerò uno da sola-
il Sagittario rimase zitto per attimi interminabili -Come, scusa?-
-Lo creerò da sola- ripeté, sicura di sé, Stellina -Voglio provarci almeno...-
-Non puoi averne un secondo, lo sai?-
-Ah...- Stellina abbassò lo sguardo preoccupata un attimo, poi riprese la sua lotta interiore con un'espressione ancor più determinata -Beh, motivo in più per farcela...-

Era così sicura di se...così pronta a rischiare già adesso il tutto per tutto...che il Sagittario non ebbe cuore di dirle che era impossibile.
E credette in lei, come non avrebbe mai dovuto fare...

-E va bene...provaci, se vuoi...- le sue mani presero l'arco di Stellina e lo assorbirono.
La luce fioca dell'arco ritornò dentro al Sagittario, che ormai non aveva più espressioni per contrastare l'incredibile sicurezza di quella piccola bambina capricciosa -Vuoi una mano?-
-No...ce la faccio da sola...-

Eta le svolazzò davanti agli occhi, lievitando disperata.
Stolta”, “Sciocca”...erano sicuramente le parole che stava pronunciando Eta. Ma Stellina posò il suo piccolo dito sopra quella che avrebbe detto essere la fronte di Eta e sorrise, incurante dello sguardo severo del Sagittario che la guardava ancora.
-Andrà sicuramente tutto bene, Eta- sorrise dolce, quella piccola stella -Se non riuscissi neanche a superare questa prima prova, io stessa finirei per odiarmi...-
Dentro quelle parole, dette col sorriso, la paura di Stellina divagava e aumentava ogni secondo che passava. Gli occhi limpidi e sinceri si persero in quelli della stella gassosa, togliendo ogni dubbio ad ogni suo pensiero -Per quanta paura io posso avere...ho fiducia nella brillantezza della mia mamma...se lei mi ha detto che ce l'avrei fatta, anche io penso che ce la farò sicuramente...-

Il Sagittario, improvvisamente, vide una certa somiglianza tra gli occhi di quell'esaminanda e quelli di una stella famosa, lucente e splendida.
Gli stessi capelli azzurrini, gli stessi occhi, il taglio degli occhi stessi e la forma del volto. Quella brillantezza timida ma forte che entrambe emanavano, quel sorriso dolce che regalavano senza neppure accorgersi, quel corpo fragile ma forte che conteneva l'essenza della Via Lattea, pur essendone soltanto una piccola parte.
-La stella Polare, ma certo...- pensò divertito il Sagittario, sentendo un oceano di pace inondare il proprio cuore -Questa piccola esaminanda...ce la farà sicuramente...-

***
Un sorriso dolce. Nessuna parola stavolta, in quel profondo eremo sperduto nel Cosmo.
Le stelle fluttuavano in quel luogo senza tempo, senza meta e senza caos.
Il secondo strato del Cielo, da quel posto, sembrava tanto vicino quanto lontano...ed era uno spettacolo talmente bello che il vecchietto sorrise all'idea della figlia della Stella Polare che stava per compiere l'impresa più spettacolare di tutto il Cielo.
-Piccola stella...- sorrise l'uomo, intenerito -Se tu solo sapessi della mia esistenza...del mio sorriso e della mia conoscenza del futuro, sicuramente non avresti nemmeno accettato il tuo destino...ma tu sei forte, piccola mia, e ce la farai sicuramente...-
Dette quelle parole, il vecchio si mise a sedere, guardando il nulla, sorridendo sdentato.
Se Stellina lo avesse visto, sicuramente avrebbe pensato che quel sorriso, così bello e buffo, assomigliava in modo impressionante a quello della sua mamma.

***

-Sei pronta?- disse il Sagittario, quando vide il sorriso di Stellina rincuorare persino la piccola stella gassosa -Sai cosa devi fare, almeno in teoria...?-
-No- rispose candidamente Stellina, arrossendo -Io farò quel che il mio cuore mi dirà di fare e se tutto va bene...potrò aiutarla ancora per un po', signor Kaus Australis...-
Stellina iniziò a camminare, dando le spalle al Sagittario, pensando a cosa avrebbe dovuto realmente fare, quando la voce di questi la fermò -Stellina...-
-Si...?- chiese titubante la stella, sentendosi chiamare per nome da una stella di così alto livello -Mi dica...-
-Chiamami solamente Sagittario, e dammi del tu...- sorrise, scuotendo la testa, rassegnato -Dovremmo camminare insieme un bel po', temo...-
A quelle parole, Stellina non ebbe neanche la forza di rispondere. Voltò la testa, annuì senza guardarlo negli occhi e continuò a camminare.
Finché, ormai lontana di qualche passo, non ebbe il coraggio di sussurrare a se stessa e ad Eta -Ce la farò sicuramente, perché tu credi in me...Sagittario...-

Arrivò in mezzo al nulla. Le stelle erano ancora più oscure, le voci prima flebili delle altre stelle gassose erano sparite.
Il “Cielo” stesso, pensò Stellina, era sparito.
Solo la luce del Casolare del Sagittario a pochi metri da lei le dava un minimo di forza per reagire a quella tenebra che aveva inghiottito ogni cosa. Eta più volte cercò di parlarle, ma Stellina sembrava aver perso la facoltà di sentirla -Tranquilla Eta, ti sento benissimo...andrà tutto bene, quindi fidati soltanto di me, ok?-
Eta le svolazzò accanto un altro po' e poi, vedendo il volto di Stellina turbato a tal punto, le si posò sulla testa, afferrando forte due ciuffetti ribelli dei suoi capelli per tenersi accanto a lei -Lo so che ti fidi di me, ho solo...una grande paura...-
Stellina strinse forte il pendente della mamma, iniziando a pregare silenziosamente dentro di se. Dapprima le sue labbra non lasciarono sfuggire alcun rumore, poi un sibilo lieve ed infine quella preghiera tacita era detta a voce abbastanza forte da essere sentita almeno da Eta.
-Mamma...mamma ti prego, aiutami...fa che il mio desiderio mi faccia forza...fa che il mio desiderio arrivi nel mio cuore e mi dia tutta la luce di cui ho bisogno, ti prego...mammina mia...-

Il desiderio. Il legame di vita con la Stella.
La sua mamma gliene aveva parlato tantissime volte. Di quel legame che non spariva nemmeno dopo mille anni e che rimaneva nel cuore della Stella ormai adulta fino alla sua morte. Sapeva bene che quel desiderio era un legame indissolubile fra il richiedente e la stella, il contratto per una vita intera.
Nemmeno Stellina, sua figlia, sapeva qual'era, a distanza di più di 2 milioni di anni, quale fosse il desiderio che aveva fatto diventare adulta la sua mamma. Perché, lei le raccontava, era un desiderio talmente bello che voleva tenerlo nascosto ancora per qualche tempo.
-Finché non diverrò adulta...- si diceva sempre Stellina -...non saprò qual'è il desiderio espresso alla mia mamma...-
Cercò di imprimere bene nella sua testa quel desiderio che l'aveva scelta, che l'aveva legata a sé per sempre. Quel desiderio così dolce e puro, innocente ma egoista che era l'amore stesso.
Un desiderio che, in quel momento, sentiva tanto quale suo stesso...

Oh, piccole Stelle...ve ne prego...riportate da me la mia mamma, la voglio rivedere”

Di nuovo, quel calore la percorse tutta, fin nella più profonda parte della sua anima. Le lacrime, come la prima volta, le inumidirono gli occhi, ma al contrario di ciò che si aspettava ormai quel desiderio era suo solo finché non sarebbe stato esaudito.
-Grenade...- pensò Stellina, ormai fusa completamente con quel desiderio -Giuro su tutto il Primo e Secondo strato di Cielo...che riporterò da te la tua mamma...ma per farlo avrò bisogno del tuo aiuto...-

Era notte. Una notte fredda, di nuovo.
Una finestra si affacciava, semiaperta, su quel profilo tenebroso delle montagne colpite dalla pioggia di stelle di qualche giorno prima.
La stanza, piccola e ordinata, dei toni chiari del giallo e del rosa, si tingevano di notte di un grigio sporco e triste, che le facevano paura. Le tende trinate bianche frusciavano al sibilo del vento, proiettando strane ombre sul muro proprio sopra un piccolo letto.
Le lacrime le avevano ormai inumidito il cuscino e la sua bocca non faceva che mugugnare il nome della sua mamma. Grenade era ormai al picco più alto della sua tristezza.
-Mamma...- sussurrò di nuovo nel sonno, versando un'altra lacrima -Mamma...-
Improvvisamente la finestra si aprì lievemente verso l'interno ed una brezza leggera entrò nella sua camera. Grande si strinse nelle coperte, ma non sentiva freddo, anzi...quella brezza era tiepida, quasi calda, e l'avvolgeva rendendo i suoi sogni più limpidi, più chiari.
Finché, dalla più completa oscurità, il bianco non avvolse ogni cosa e Grenade si ritrovò in mezzo al nulla ammantato di bianco, con indosso il suo pigiama, come fosse a letto. Ma era in piedi, sapeva di essere sveglia.
Ma forse non lo era...

-Grenade...?- una voce spezzò il silenzio all'improvviso, facendola sobbalzare -Grenade...-
-Chi...chi è...?- rispose timida la bambina, covando nel cuore tanta paura da farla tremare.
-Non avere paura di me, piccola Grenade...non avere paura o inizierò ad averne anche io...-
Stellina sentì mancare la terra sotto ai piedi e batté il sedere a terra, come fosse caduta da una montagna altissima. Aveva sentito il vento ed il freddo attorno a lei, mentre ora vi era un clima tiepido e confortevole -Ahia...-
-Eh...? Stai bene...?-
Stellina aprì gli occhi dopo quel tonfo pazzesco, trovandosi davanti una bambina di non più di 6 anni che la guardava senza parole.
Occhi limpidi e sinceri, che solo i bambini hanno, verdi come smeraldi lucenti. Capelli rossi, corti e liscissimi, che le incorniciavano il viso a forma di cuore. Un fisico minuto e piccolino, dopotutto era una bambina, le mani piccole che restavano chiuse in pugni per la sorpresa. Un'espressione confusa, non più spaventata fortunatamente, che si rifletteva in quel bianco ovattato creando dentro Stellina una strana oasi di pace.
Era lì, quello era il cuore di quella bambina, il riflesso di quel sogno cullato dal vento e dai ricordi dolci della sua mamma. Stellina scosse la testa e porse la mano verso la piccola Grenade -Mi aiuteresti ad alzarmi, Grenade...?-
Grenade, sentendo quella buffa ragazzina chiamare il suo nome, tirò indietro la testa. Ma quei capelli azzurrini e quegli occhi così chiari, così dolci e rassicuranti, la portarono ad afferrare quella mano piccina e a tirarla verso di lei -Non riesco...-
-Ah...si è vero! Dopotutto io dovrei avere molti più anni di te, eheh...-
Detto ciò, Stellina fece pressione sulle gambe e riuscì in qualche modo a tirarsi in piedi. Fece il più bello dei suoi sorrisi e si preparò a parlare...

-Piacere di conoscerti, Grenade. Il mio nome è Stellina e sono la Stella Cadente a cui hai affidato il tuo desiderio- Stellina si inchinò leggermente verso Grenade, per poi rialzare il volto e sorridere nuovamente -Ricordi?-
Grenade fece per aprire bocca, ma non riuscì. Pensò un attimo al suo desiderio ed ai suoi occhi, puntati su una stella in particolare nel cielo, poco luminosa, che stava cadendo piano e in modo tanto elegante da farla sobbalzare -Si...sei la stella a cui ho chiesto di far tornare la mamma...-
-Si Grenade, sono proprio io- sorrise di nuovo Stellina -Mi dispiace disturbarti nei tuoi sogni, anche se non capisco come sia riuscita ad arrivare proprio qua, però ho bisogno davvero del tuo aiuto...-
-Del mio aiuto?- rispose la bambina, assumendo un'espressione confusa tipicamente adulta -E come potrei aiutarti, scusami?-
Stellina vedeva quella bambina e avrebbe voluto spiegarle tutto. Ma non poteva, o forse non riusciva o non voleva, spiegarle il caos in cui era piombato il Secondo Strato del Cielo. Le Stelle erano la figura eterea a cui tutti gli esseri umani si rivolgevano nella speranza di allietare i loro cuori affranti. Chi credeva fossero gli antichi che vegliavano il mondo, dalla notte dei tempi, chi credeva fossero le anime dei defunti, che vegliavano sui cari...chi credeva fossero solamente gas naturali, che nel cielo effettuavano combustione producendo un chiarore chiamato da tutti “stella”...magari erano esatte tutte le teorie, o magari del tutto errate.
Stellina era gas, era un antica e anche un defunto, per quanto la riguardava...proteggeva e vegliava gli umani sin dalla notte dei tempi, anche se sapeva che un giorno sarebbe arrivato persino il suo momento di “morire” e di lasciare spazio alle nuove nate...ma questo non era un problema che la riguardava al momento.
Lei aveva accolto un desiderio, e doveva esaudirlo a costo della sua stessa esistenza. Quello era il suo scopo e la sua ragione di vita, e niente avrebbe dovuto farla desistere da quel suo obiettivo. Questo era quello che pensava.
E di nuovo sorrise.

-Grenade...- disse Stellina, abbassando la testa -Per esaudire il tuo desiderio, io dovrei avere molto più potere di quello che ho attualmente. Di solito, desideri così forti sono esauditi da Stelle Adulte che stanno morendo, in quanto il potere che emanano è più forte di qualsiasi altra Stella...ed invece il tuo desiderio ha scelto me, la Stella più incapace di tutto il Cielo...lo so che è una scortesia, da parte mia, venire fin qui da te, ma...ho davvero, davvero...bisogno del tuo aiuto...-
Grenade abbassò la testa, pensando per un attimo che tutto quello era così strano per essere un sogno, poi parlò -Mia mamma non tornerà più, quindi...?-
Stellina sobbalzò, spaventata da quella domanda così seria, abbassò il capo e scosse la testa -Non so se sarò in grado di esaudire il tuo desiderio...-
Grenade strinse gli occhi per non piangere, toccandosi forte la maglietta del pigiama -E tu per cosa sei qui, allora...?-
Stellina scosse di nuovo la testa, sentendo le lacrime spingere per uscire -Vorrei solo che tu mi aiutassi...-
Grenade alzò la testa, infuriata, pronta per urlare. Ma le lacrime di quella Stella davanti a lei, che si infrangevano contro il suolo immacolato di quel sogno senza uscita, la fermarono dal dire qualsiasi cosa -Perché piangi...?-
-Perché sono una buona a nulla...- sibilò Stellina, cercando invano di respingere indietro le lacrime -Non succede niente ad una Stella incapace, ma tu soffrirai tantissimo se io fallisco, e questo non deve succedere!- un piccolo singhiozzò spezzo un attimo il silenzio in cui era caduta e poi continuò -Il tuo desiderio era così forte che bruciava dentro il mio cuore, quando l'ho accolto, ma era così soffice e bello che ero così contenta che avesse scelto proprio me...voglio essere all'altezza di un così bel desiderio, voglio essere orgogliosa di portarlo con me, così come tu dovresti essere orgogliosa di averlo affidato proprio a me...però...-
Grenade non capiva. Se a lei non sarebbe successo nulla, perché era così importante che fosse proprio lei ad esaudire quel desiderio? Le parole di Stellina erano troppo difficili per lei, eppure quelle lacrime sincere aprirono un varco nel suo cuore -Tu non sei una buona a nulla...-
-Eh...?- rispose Stellina, sentendo Grenade parlarle con voce così dolce e delicata -Non sono...una buona a nulla...?-
-No- rispose Grenade, sorridendo -Non credo che tutte le stelle del cielo si preoccuperebbero di un desiderio che sanno di non riuscire ad esaudire. Tu si. Tu soffri maggiormente per me piuttosto che per te...non credo che per le stelle incompetenti non ci sia nessuna punizione, qualcosa deve pur accadere, no? Però anziché preoccuparti di ciò che potrebbe accaderti, ti preoccupi della tristezza che potrei provare, e ciò ti rende onore secondo me. E poi la mia mamma diceva che chi si preoccupa per gli altri, non riuscirà mai a dimostrarsi un buono a nulla...perché il suo valore sarà dimostrato dai sentimenti che riversa agli altri...anche se non capisco bene cosa significhi...-
Stellina sentiva le lacrime cadere, ma uno strano tepore stava pian piano spargendosi per il suo cuore, come un'onda calda -Grenade...-
-Io ho fiducia in te. Se hai intenzione di fare tutto ciò che è in tuo potere per esaudire il mio desiderio, allora io mi fido di te. Saprò che, anche se non riuscirai a farcela, avrai fatto del tuo meglio. E poi sei venuta fin qua a chiedere il mio aiuto...significa che se ti aiuto, tu puoi farcela, no?-
Stellina guardava Grenade parlarle in modo così dolce e finì per annuire -Con il tuo aiuto...so che ce la farò sicuramente. Se il nostro legame diventa più forte, allora anche io lo divento...e anche i miei poteri...e ce la faremo insieme, Grenade. Mi dispiace di doverti dare una tale responsabilità, mi dispiace tanto...-
Stellina si accucciò in terra, tenendo il viso alto perché Grenade la potesse sentire -Mi...mi dispiace Grenade...-
-Oh...ti prego basta piangere...- Grenade si accucciò a sua volta, asciugando con le sua manine calde gli occhioni umidi di Stellina -Insieme ce la faremo...e poi, se potrò aiutarti a far tornare la mamma, anche io mi sentirò di sicuro più utile, non credi?-
Stellina prese le mani di Grenade e annuì -Grazie Grenade...-
-Spiegami solo cosa devo fare...- la bambina sorrise, scoprendo di nutrire in cuor suo, una fiducia stranamente superiore a quel che aveva illustrato a Stellina -Eh Stellina...?-
-Grenade...hai già fatto quello che potevi per aiutarmi...te ne sono grata...-
-Stellina...? Ma io non ho fatto niente...-
Stellina sentì il suo corpo farsi caldo e sorrise di un calore così dolce che anche Grenade si sentì più tranquilla -Grazie davvero-
In un secondo, il corpo di Stellina scoppiò in un miliardo di piccole luci brillanti che, toccando il suolo di quel luogo candido, esplodevano in altrettante piccole luci.
-Grazie a te, Stellina...mi hai ridato la speranza di incontrare la mamma...-
Il sogno stava svanendo e lei si stava svegliando. Ma non poteva fare a meno di ringraziare quella strana ragazzina che diceva di essere una stella -Grazie...-

Stellina aprì gli occhi e si trovò, di nuovo, al centro delle tenebre del Secondo Strato di Cielo.
Respirò un paio di volte, si guardò attorno. Il silenzio avvolgeva ogni cosa.
Il suo cuore era l'unico rumore che scandiva lo scorrere del tempo...e mentre Eta le svolazzava attorno agli occhi nella speranza che riprendesse conoscenza, Stellina sorrideva.
-Ho capito, Eta...ho finalmente capito tutto!- sussurrò Stellina, sospirando sollevata -Non c'è niente di più facile...-
Il pendente della mamma iniziò a pulsare, riscaldarsi, bruciare...finché Stellina non sentì dentro di sé tutto quanto il desiderio della piccola Grenade e tutta la sua speranza.
-Andiamo dal signor Sagittario...e mostriamo a tutti quando io sia determinata- sorrise di nuovo Stellina -Grenade ha riposto in me tutta la fiducia di cui è capace...ed io non tradirò questa fiducia, lo giuro- si alzò piano, dando modo a Eta di aggrapparsi forte ai suoi capelli. Sentì i suoi abiti prudere di un pizzicore piacevole e caldo, tanto che non se ne curò molto.
Per la prima volta in vita sua, era sicura di sé e delle sue capacità.

-Non tornerà...ed io non posso rimanere qua a sperare in un miracolo...-
Il Sagittario scosse la testa, riscuotendosi da quel torpore che il Cielo incuteva alla sola vista -Prima o poi anche il chiarore dei Casolari si ridurrà ad un mero ricordo ed il cielo non avrà più alcuna luce ad illuminarlo...- sospirò rattristato, per poi sussurrare malinconico -...per quanto ancora intendi maledire quel giorno e...me...?-
Proprio quando i suoi pensieri volgevano ai ricordi più dolorosi del suo passato, il Sagittario sentì dei passi che gli si avvicinavano.
Una voce conosciuta recitava una filastrocca, di quelle che si raccontano ai bambini per farli addormentare. Era rassicurante e dolce...e sentiva che Stellina aveva sicuramente capito.

Sorrideva. Si fermò davanti a lui e parlò con voce fiduciosa.
-Sagittario, io...non ho mai avuto fiducia in me. Tutti dicevano che io non ero altro che l'ombra della mia mamma, ma io sono ben più di questo. Sono Stellina. O meglio...Stellina è il nome con cui mi chiamano...- Stellina sorrise, sicura di sé -Sagittario...chiamami con il mio nome e cominciamo la prova-
Il Sagittario fu felice di vedere, per la prima volta, Stellina sicura e orgogliosa di portare il suo nome. E si sentì orgoglioso, a sua volta, di essere la prima prova di Stellina per diventare una stella adulta -Stellina...devi solo accettare la prova-
Stellina sospirò profondamente e aspettò che il suo corpo fosse avvolto da una luce brillante e calda. Sorrise...e pronunciò con voce ferma e decisa:

Io, Sigma Octantis, esaminanda dell'Accademia Stellare,
accetto formalmente la prima prova del Casolare del Sagittario”

Era ormai tutto pronto per la prova di Stellina. Ella aveva accettato formalmente la prova e aveva messo in gioco tutta la fiducia e la speranza di Grenade -Vi renderò fiere di me...Grenade...mamma!-

Una luce che aveva il colore della luna piena. Un chiarore dolce e brillante.
Un tepore che avevano solo gli esseri umani, nei quali scorreva sangue e amore.
Un lampo di luce che, per un attimo, era paragonabile a quello di una Stella di Costellazione. Come se fosse stata sempre capace di farlo, come se avesse dentro di sé una forza ed una consapevolezza di sé che nessun altro avrebbe potuto eguagliare...o fermare.
Stellina si ritrovò in mano una specie di...arco forse. Qualcosa che assomigliava vagamente ad un ramo d'albero grassoccio e ricurvo. Una piccola corda di luce univa le due punte di quella specie di ramo dal colore del cristallo, tendendola in un modo tale da farla suonare.
Stellina non si curò nemmeno di ciò che aveva in mano. Non sapeva usare un arco vero, perciò avrebbe dovuto andare ad intuito anche per quell'oggetto che aveva tra le mani.
Si mise in posizione, chiudendo le mani. Un piccolo lampo di luce si incastrò fra le sue dita, come fosse una piccola freccia, pronta ad andare al bersaglio.
I suoi occhi si spensero, per un attimo -Lancia Sagittario. Io sarò la seconda-
Il Sagittario si voltò verso quella voce metallica e spaventosa, che niente aveva a che fare con la voce cristallina e ingenua di quella piccola Stella. Ma non fece domande. Tirò la corda dell'arco ben bene, prese la mira verso il bersaglio e lanciò. Se qualsiasi “persona” avesse guardato la scena avrebbe detto che il Sagittario avesse pizzicato con la corda dell'arco l'aria stessa. Ed invece, pochi secondi dopo, al centro del bersaglio vi era una freccia. Una vera freccia. Il Sagittario maledì avere una mira così perfetta -Stellina non è possibile fare meglio di così...- la sua voce tradì una certa paura -Io non...-
Stellina increspò le labbra in un sorriso di scherno -Ti ringrazio di avermi reso le cose così...facili...-
Stellina lanciò quel lampo di luce verso il bersaglio. Ma non quello che il Sagittario aveva preparato per lei accanto al suo, bensì allo stesso appena colpito dal Sagittario. La freccia di luce fece scoppiare quella del Sagittario, incastonandosi al centro di quel bersaglio. Il Sagittario rimase di sasso...quella ragazzina aveva avuto una mira ancor più straordinaria di quella della Stella di Costellazione la cui arma stellare era proprio un arco! Non poteva crederci.
Voltandosi verso la Stella per congratularsi, vide Stellina guardarlo con occhi vacui, mentre Eta le svolazzava davanti disperata cercando di capire il perché di quello sguardo strano -Stellina?- chiese stranito il Sagittario -Tutto bene...?-
-Grenade...grazie di aver avuto fiducia in me...- la bocca di Stellina sussurrò a fior di labbra queste parole, prima di far cedere quel piccolo corpicino a terra, privo di sensi.
Il Sagittario riuscì appena in tempo a prenderla per il braccio, in modo da non farla cadere, mentre un rumore soffocato lo portò a voltarsi verso il bersaglio di Stellina, a qualche metro di lontananza.
Una freccia, simile a quella lanciata da Stellina sul bersaglio del Sagittario, era nel bel mezzo dello stesso bersaglio di Stellina. Il Sagittario guardò il bersaglio e, successivamente, la piccola Stella addormentata tra le sue braccia, ridendo -Non ho la più pallida idea di come tu abbia fatto, piccola, ma...hai superato la prova-

Era così caldo che si sentiva al sicuro. Era lo stesso calore della mamma.
La mamma...Stellina sentiva tanto la sua mancanza...
Purtroppo sapeva anche senza bisogno di aprire gli occhi che quella non era la sua mamma. L'odore che emanava quel luogo era differente dal profumo dolce che emanava l'aura della mamma.
Sapeva dove si trovava...e sapeva che aveva superato la prova...perciò sorrise flebile e si rintanò ancora nel suo piccolo cantuccio, sentendo Eta che, pian piano, smetteva di urlare e si posava tra i suoi capelli, cadendo in un sonno profondo.
La voce del Sagittario, poi, la rassicurò ancora di più -Dormi piccola...domani sarà una giornata faticosa. E il Viale Stellato è così lungo...- lo sentì sorridere. E anche lei sorrise.
-Sigma Octantis...mai stata più orgogliosa di portare questo nome...- e con queste parole, si addentrò in un sonno profondo.

Il Sagittario la svegliò dolcemente, mentre il cielo era immerso ancora in una profonda oscurità. Stellina aprì gli occhi e vide il suo volto serio, spaventandosi -Cosa...cosa ho fatto?-
-Niente- rispose stranito il Sagittario -Perché?-
-Mi stai guardando così...strano...- rispose spaventata la piccola, stringendosi nelle spalle.
-Ti sto guardando con la mia solita faccia- il Sagittario si toccò le guance, confuso -Qualcosa non va?-
Stellina allora sorrise, capendo che quella strana rilassatezza del Sagittario era anomala per un tipo come lui -No, niente...-
Stellina si ritrovò accucciata in un angolo, su un ammasso d'emergenza di coperte morbide e di cuscini, proprio dentro il Casolare in rovina del Sagittario -Dormito bene?-
-Si- rispose assonnata l'ospite, alzandosi e sentendo Eta aggrapparsi ai capelli per non cadere -Penso di si-
-Vieni davanti a me Stellina...hai superato una prova ieri, devi avere la prova del suo superamento...- il Sagittario si mise su quella specie di trono su cui Stellina l'aveva trovato appena arrivata e si mise davanti a lui buona, senza parlare.
-Sei stata brava Stellina...hai compiuto un'impresa straordinaria per una Stella della tua età e dalle tue capacità. Ti avevo sottovalutata. L'ultima Stella che era riuscita a passare una prova con me è stata, beh...tua madre- a queste parole Stellina sbottò, sorpresa.
-Hai...conosciuto la mamma...?-
Il Sagittario sorrise, vedendo negli occhi di Stellina un amore tanto grande da riempire tutto il Cielo -Diceva sempre che avrebbe avuto una figlia un giorno...una Stella femmina dalle grandi capacità. Beh...aveva ragione- sorrise di nuovo, ricordandosi la Stella Polare ai tempi del suo apprendistato. Ma questa sarebbe stata una storia da raccontarle più avanti -Beh...ma torniamo a te...-
Stellina annuì, con gli occhi pieni di gioia e di ammirazione -Hai superato la prima prova e hai diritto a questa. Prendi Stellina. Adesso sei una Stella Apprendista di primo livello...-
Il Sagittario si avvicinò a Stellina, porgendole una piccola pietra tonda, piatta, con sopra inciso un simbolo -Che cos'è?-
-Questa? È una runa. Sai cosa sono le rune?-
-Si...più o meno...questo è il simbolo del tuo Casolare, Sagittario?-
-Si, quello è il simbolo del segno del Sagittario. Questa runa prova che hai superato il mio Casolare e che sei diventata una Stella Apprendista. Tutte le prove che supererai ti porteranno ad avere una runa come prova. Quando arriveremo al Tempietto vedremo il da farsi...-
-La pietra di segno è...una runa?-
-No. In realtà sarebbe una sfera simile a questa- disse il Sagittario, mostrando a Stellina una sfera trasparente che lei conosceva bene -Ma poiché il Cielo è in queste condizioni, non ho il potere per fartene una. Dovrai accontentarti di una runa. E poi questo è il cuore del prossimo segno, l'Acquario...-
Stellina abbassò lo sguardo, stringendo forte quella specie di sassolino piatto e liscio con su incisa la runa del Sagittario. Sospirando la strinse al suo cuore, calma -Voglio salvare il cielo. Voglio aiutare Grenade...voglio...-
-Grenade?- il Sagittario guardò Stellina -Chi è Grenade?-
-Grenade è...il mio desiderio. Ed io sono il suo...- sorrise dolce.
Il Sagittario sembrò capire cosa intendesse la giovane. Afferrandone la mano, stringendole tra le dita piccole e paffute la runa che le aveva appena consegnato, gliela avvicinò al cuore -Non te ne separare mai...-
Stellina annuì con il capino, sorridendo al Sagittario con un'espressione talmente dolce che non ci fu bisogno di parole.

Lei adesso non aveva più paura. Accanto a lei c'erano il Sagittario ed Eta, che non l'avrebbe lasciata mai, lei lo sapeva. Insieme a loro poteva tutto.
Anche salvare il Cielo.



***

E con questo, ho ripubblicato tutti i vecchi capitoli precedentemente pubblicati sul vecchio account. Da adesso si procede alla stesura dei capitoli inediti *-* me tanto tanto emozionata. Sicuramente la pubblicazione di questo procederà un pò a rilento per il semplice fatto che sono capitoli abbastanza lunghi, però cercherò di aggiornare ogni settimana. Come sempre, passo ai miei amatissimi RINGRAZIAMENTI!!!
Dust_and_Diesel: per le parole di conforto: grazie. Ma era una giornata proprio nera, avevo discusso con un mio caro amico e rischiavo di non parlarci mai più. Fortunatamente poi tutto si è risolto per il meglio. In effetti questa storia ha una morale ben precisa. Era nata come un racconto per bambini, ma vista poi la stesura della trama e delle scene, diciamo che è diventata una fiaba per adulti. Perchè non ci si deve MAI dimenticare di quando si è stati bambini e delle paura che avevamo al tempo. Io sono fiera di avere il cervello di una bambina di 6 anni, spero di non maturare mai così tanto da non capire i miei futuri figli. Se capisco i loro tormenti, sarà più facile aiutarli e anche trovare le parole. Poi io la penso così xD in effetti Stellina non è una stella come tutte le altre, anzi...per certi versi si, per altri no. Starà a te capire quali. Ti mando un bacione e ti ringrazio ancora mille e mille volte per le tue dolcissime parole =*
Fairy_chan88: dovrai aspettare il prossimo capitolo per i mini-misteri di questa storia. L'unico che dovrai aspettare fino alla fine è il pericolo che sta incombendo sul Cielo, ma ti stupirai di chi c'è dietro. Per il resto, di questo mio racconto non sai niente ancora, in quanto era ancora in progettazione quando ne parlavamo e lo stavo proprio tirando su xD spero che sarà una sorpresa =P intanto ti mando un bacione e ti rimando al prossimo =*
Kuroshi_Tsukishiro: il tuo segno è il più bello che ho descritto. Il più dolce ed il più romantico...spero che ti piacerà, quando arriverà. Saranno si e no 2 capitoli, 3 al massimo. Quindi abbi pazienza! Per il resto può darsi che fosse confusionario, cercherò di risistemarlo prima o poi, purtroppo son capitoli di qualche anno fa e quindi il mio stile era quello che era. Prometto che farò più attenzione ^^ per il resto, spero che anche questo ti piaccia e che continuerai a seguirmi nei prossimi capitoli. Un bacione =*
Tempest_the_Avatar: waaa ti ringrazio dei complimenti, e anche di aver lasciato un segno del tuo passaggio qua ^^ magari questa storia per alcuni versi è un pò pesante, visto che sono comunque pochi capitoli ma belli compatti, ma spero che ti possano appassionare sempre di più. Aspetto un tuo parere anche su questo. E, come è mia consuetudine, ti mando un bacio =*
Grazie anche a tutti coloro che leggono: siete tutti molto carini! Un bacione a tutti voi =*
  
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