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Autore: cenerella    30/09/2010    4 recensioni
Non è proprio i seguito di "Muffins" ma siamo da quelle parti. Anzi, subito dopo. La conoscete Boys don't cry dei Cure? E' il brano che ha ispirato questa OS. Magari andatela a cercare, o a riascoltarla, se la conoscete già. Per il pezzo centrale ho parafrasato il dialogo che si svolge sotto la pioggia tra Jacob e Bella, quando lei va a chiedere spiegazioni sul suo comportamento. L'inizio e il finale sono completamente miei. I nomi di ragazza che cito sono quelli di alcune mie amiche, come me fans del licantropo
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Giusto.

I ragazzi non piangono.

Lasciano che siano le femmine a frignare ed è quello che farò io da questo momento in poi.

Sospiro e ingoio il magone.

Spengo la radio.

Ieri Paul mi ha rivoltato come un calzino.

Ha detto che è ora di finirla e che non mi sopportano più.

- Svegliati bimbo, che c’è la fila per uscire insieme a te….-

…. che devo aprire gli occhi e che ogni lasciata è persa.

Sono caduto dalle nuvole, naturalmente, ma ho deciso di seguire i suoi consigli.

Paul è incorreggibile.

 Credo che le poche che non ha castigato siano protette o dall’età perché troppo vecchie, o da madre natura, perché troppo racchie.

Anche se….- Sai bimbo, un’opera di bene io sono sempre disponibile a farla!-

Alla fine è riuscito persino a farmi ridere.

 Abbiamo passato in rassegna tutta la popolazione femminile della riserva.

- A scuola c’è Elena che è diventata rossa come un peperone quando mi ha chiesto di farle ripartire lo sccoter. Poi c’è Roby che le viene quella fossetta sexy quando ride.-

- E c’è Clary- ha continuato lui, - che quando cammina tutti i maschi di La Push trattengono il respiro. O ancora Mary che sua madre dovrebbe impedirle di andarsene in giro vestita così-

-… e Laura che l’altro giorno l’ho beccata con la bocca aperta quando mi sono tolto la maglia alla fine dell’ora di ginnastica….-

-  E poi ci sono quelle più grandi….ci pensi? Forse da loro potresti avere qualcosina di più che una passeggiata mano nella mano e un bacetto.-

- Con una più grande? Sei fuori?-

- Non sto scherzando fratellino. Fidati….-

A forza di ripensare alla conversazione di ieri ho finito per convincermene anch’io.

Da adesso in poi lascio a casa Jacob il piagnone ed entra in gioco Jake Lo Stronzo.

Seeeee….proprio così!

Jake Lo stronzo non farà tanta strada se il cuore gli fa una capriola solo a sentire il rombo del motore del vecchio pick-up di suo padre.

Coraggio, almeno provaci…

Esco dalla rimessa e mi avvicino silenzioso indossando la meglio Faccia da Stronzo che riesco a fare.

Un colpo secco contro la portiera, lei sussulta spaventata…

- Che ci fai qui?- le ringhio contro.

Mi fissa sbalordita e muta.

-Jacob. - sussurra, e nel mio petto si apre una voragine.

Ma è solo un attimo. Mi ricompongo e la guardo incazzato.

- Cosa vuoi?-

- Voglio parlarti- mi dice con un filo di voce.

- Dimmi -  

- Da soli!-

Mi volto e dietro di me mi accorgo che, silenziosi, si sono schierati i miei fratelli. Cerco gli occhi di Sam che, imperturbabile, annuisce e sparisce nel bosco, subito seguito dagli altri.

Improvvisamente mi sento solo, perso, sento che sto quasi per crollare.

- Okay –

Sentiamo cosa vuole. Facciamola finita. Purchè ci dia un taglio.

Scende dal catorcio e mi cammina accanto sotto la pioggia sottile.

- Facciamola finita- la voce mi si incrina….zzo. Così non ce la farò mai.

Cerco di ingoiare il nodo che mi è salito in gola. – Non è come pensi-

- E allora com’è?-  Mi guarda a lungo, se continua a guardarmi così….

- Non posso dirtelo –

- Pensavo fossimo amici-

- Lo eravamo – eccolo Jake Lo Stronzo…grande!

- Ah certo. E tu non hai più bisogno di amici – risponde, acida.

- Hai Sam, che bello ….in fondo lo ammiri da sempre, no?-

Sta arrampicandosi sugli specchi. Sta cercando un motivo. Sam è il cattivo….e invece no. Il cattivo sono io.

- Prima non capivo-

- Jacob ti prego. Perché non vuoi dirmi cosa è successo? Magari ti posso aiutare.-

- Nessuno può aiutarmi, ormai.- La voce mi si spezza, le mie parole sono un gemito cupo.

- Cosa ti ha fatto?- mi chiede con gli occhi gonfi di lacrime. Si avvicina….

- Non toccarmi.-

- Sam ti vede?-

- Smettila di dare la colpa a Sam - Le parole schizzano veloci, automatiche…

- E allora di chi è la colpa?-

Sorrido maligno…adesso sgancio la bomba.

- Meglio che io non te lo dica-

- E invece si, dannazione – sbotta

- Ti sbagli –

- Non osare dirmi che ho torto, non sono io la vittima del lavaggio del cervello. Dimmi subito di chi è la colpa, se tutto questo non c’entra con il tuo caro Sam –

Se l’è cercata….ha fatto tutto da sola. Adesso glielo dico.

- L’hai voluto tu. Se proprio vuoi dare la colpa a qualcuno, perché non punti il dito contro quegli schifosi, fetidi succhiasangue che ti piacciono tanto? -

Resta a bocca aperta, allibita, non capisce una parola di quello che sto dicendo…

- Ti avevo avvisato che era meglio non parlarne -

-Non capisco….

- Secondo me capisci anche troppo bene -

- Non capisco cosa vuoi dire-

- I Cullen – sputo.

Scuote forte la testa per negare….veramente non capisce e io non voglio, non posso spiegare. La voce di Sam rimbomba dentro la mia testa….nei miei pensieri si rincorrono tutte le storie, le superstizioni degli anziani, quelle che io credevo fossero favole per spaventare i bambini attorno ai falò…sento il fuoco che mi divampa dentro….sento il calore aumentare….mi rimbombano le orecchie e un brivido mi corre lungo la schiena.

La voce di Sam dentro la mia testa è come una folata d’aria fresca….mi aiuta a non perdermi….a ritrovare i confini di me stesso….non è davvero il caso….potrebbe venirle un colpo secco….ecco….comincio a calmarmi.

Mi volto verso di lei, le mani mi tremano ancora…..

- Torna a casa, Bella. Non posso più stare con te -

- Mi stai lasciando? –

 Mi scappa da ridere adesso.  Davvero. Quando mai siamo stati insieme, noi due? In quale dei suoi sogni hanno proiettato questo film? E perché non c’ero anch’io?

- Niente affatto. Se fosse così ti direi “restiamo amici” Ma non posso -

- Jacob….perchè? Sam non ti permette di avere altri amici? Per favore, Jake. Hai promesso. Ho bisogno di te.-

- Scusami Bella.- Scandisco le parole con voce fredda, distante, non sembra nemmeno la mia.

 

- Mi dispiace tanto….vorrei tanto che i miei sentimenti per te cambiassero magari se mi concedessi un po’ di tempo. Ma non lasciarmi proprio adesso Jake, non riuscirei a sopportarlo –

  Ecco. L’ho fatta piangere. Sono proprio uno stronzo.

Un singhiozzo. La pioggia le bagna la faccia.

 Bene. Meglio che io non veda lacrime, adesso. Sento che sto per crollare. Meglio farla finita. Non posso starla a guardare mentre piange.

- No. Non pensare una cosa del genere, Bella, per favore. Non prendertela con te stessa., non pensare che sia colpa tua. Tutto questo riguarda soltanto me. Te lo giuro. Non è colpa tua –

- No è mia la colpa- sussurra – Non cercare di confondermi-

 - Dico sul serio Bella, non sono….non sono più degno di essere tuo amico…o qualsiasi cosa vorresti che fossi. Non sono più ciò che ero….non sono la persona giusta per te -

 - Cosa? –

Adesso si è messa a strillare.

- Che stai dicendo? Tu sei molto migliore di me, Jake, tu sei buono. Chi ha detto che non lo sei? Sam? E’ una bugia Jacob. Non lasciarti raccontare certe falsità -

- Nessuno mi racconta niente. So ciò che sono -

 - Sei amico mio ecco cosa sei Jake…..no!

- Scusami, Bella.

Mi volto e corro verso casa.

Mi lascio dietro l’unica ragione che credevo di avere per stare al mondo. Me la lascio dietro in ginocchio nel fango. I capelli sconvolti dal vento e le tasche piene di pioggia gelata.

Hai fatto un gran lavoro, Jake Lo Stronzo.

Mi butto sul letto e aspetto. Aspetto che scendano le lacrime adesso.

Ma non succede niente.

Perché i ragazzi non piangono.

   
 
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