Ho un sogno ricorrente. Perfora la mia notte e si insinua tra le mie paure pių nascoste. Mi sento stupida, ma ho paura che accada davvero. Chiudo gli occhi e respiro. Ignoro il salato delle lacrime sulle mie labbra. Mi concentro. Non voglio cadere giu'. Non voglio. Faccio un altro passo e appoggio delicatamente le dita dei piedi sul filo astratto che odora di speranza. E' l'ultima che ho. Se devo morire, lei morira' con me. Mi sembra di cadere, sento il cuore salire verso la gola, sento il panico uccidere tutto l'autocontrollo che avevo preteso. Mi preparo all'impatto. Apro gli occhi e vedo un uomo davanti a me. Mi tiene la mano. Non ci credo, non me ne rendo conto. I suoi occhi verdi mi sembrano cosi' familiari. << Ti ho salvata. >> Mi dice. << Cosa ci fai qui? >> Chiedo istintivamente. << Mi hai voluto tu. >> Replica, lui. << Resterai? >> Domando speranzosa. << Ho fatto quello che dovevo fare. Ora posso anche andare. >> Dice tranquillamente come se avesse portato a termine una missione. Come se avesse mantenuto una promessa. << No! Resta, ho bisogno di te! >> Imploro. << No, non e' vero. Non hai pių bisogno di me. >> Mi dice, sempre pacifico. << Avro' sempre bisogno di te! Non andartene. >> Sto per piangere. Stringo la sua mano. << Ci saro' sempre quando mi vorrai. Te lo prometto. >> Mi sorride e non ha bisogno di chinarsi per sfiorarmi la fronte con le labbra. Chiudo gli occhi e li riapro. <> Lui non c'e' pių.