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Autore: Kiri_Hime    02/10/2010    5 recensioni
Cinque fan fictions, cinque situazioni diverse, alcune romantiche, altre meno... tutte irrimediabilmente demenziali.
[First fact: Uruha] Jogging!
Genere: Demenziale, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui!
Questa è la prima raccolta che decido di pubblicare; consisterà in fatti decisamente radom sui the GazettE che sfioreranno il tragicomico-romantico fluffoso-sdolcinato simil diabetico.
E forse anche violento, se ci scappa il neurone! xD
Sono tutti fatti con un fondo di verità; ho preso ispirazione da alcuni spezzoni di blog di Sakai-sama, manager-santo di uomo- dei the GazettE, trovati girovagando per forum. ^^
Sappiatemi dire se ho cominciato bene, ci terrei tantissimo! <3

A presto!

Kiri.

"Tutto ciò che è stato scritto è semplice frutto della mia fantasia. Non intendo offendere nessuno in nessun modo con i miei scritti. I The GazettE appartengono solo e unicamente a loro stessi."


***


In quel momento, Yuu si stava maledicendo con tutto se stesso.

L’unica cosa a cui riusciva a pensare, abbandonato sul tappeto tra ansiti pesanti e mugolii, era che Kouyou fosse veramente un bastardo schifoso.
Un lurido bastardo schifoso.
Un lurido bastardo schifoso fottutamente eccitante.
Un lurido bastardo schifoso fottutamente eccitante che era stato capace di trascinarlo in quella altrettanto schifosa situazione!
“Yuu, avanti, non dirmi che sei già stanco! Abbiamo fatto solo dieci chilometri!” ...solo dieci chilometri.
Guardò Kouyou dal basso, cercando di capacitarsi di come potesse essere fresco e pimpante come appena sveglio, mentre lui era in condizioni che definire pietose era addirittura un complimento!
…dannato il giorno in cui quel bastardo gli aveva detto che fare jogging lo avrebbe aiutato a restare giovane e in forma.
Il nostro baldo vecchietto era infatti spalmato sul tappeto di casa Takashima, grondante sudore e ansimante per la corsa.
La domanda sorge spontanea; chi gliel'aveva fatto fare? La risposta sorge altrettanto spontanea: ce l'aveva davanti agli occhi. Lo osservava dal punto di vista dei granelli di polvere sul pavimento, mentre si cambiava tranquillo e giulivo.
Per un istante, ma solo uno, invidiò i granelli di polvere.
Facciamo anche due.
Tre.
Diciamo che finché non fu in boxer di fronte a lui, si permise di squadrarlo attentamente, ora leccandosi le labbra, stranamente aride, ora mugolando appena celando l'eccitazione con la stanchezza.
Poi gli balenò in mente il colpo di genio del secolo, e per Kouyou fu la fine.
“Kouyou…- gemette -mi sento male…”
Il biondo si voltò, calciando via gli indumenti sudati.
Certo, il vecchio era proprio ridotto a una pezza… oltre ad essere completamente sporco di terra ed erba -e come avesse fatto gli era ignoto, visto che avevano girato in città-, era stato anche inseguito e successivamente morso da un ferocissimo chihuahua.
Forse dieci chilometri erano un po’ troppi, per quello sfaticato.
Non dubitava che si sentisse male, ma sapeva che stava evidentemente esagerando, come fanno tutti quelli un po’ in là con l’età, sempre a lamentarsi dei loro problemi.
E Yuu si lamentava in continuazione.
“Cosa ti senti…?” chiese, quindi, accontentando i suoi capricci e accucciandosi accanto a lui.
“Mi sento che ti voglio…” sussurrò lui, arpionandolo dietro al collo e tirandolo giù.
Purtroppo non fece i conti con l'equilibrio discutibilissimo di Kouyou, il quale al posto di finire con le sue labbra su quelle di Yuu, com'era giusto che fosse, finì dritto dritto con la fronte incollata al pavimento, imprecando e bestemmiando in maniera tale da far impallidire persino Reita.
Non che Reita fosse volgare.
Aveva solo molta fantasia.
“Oh Kami, Kouyou! Gomennasai! Gomen!”
“Gomennasai un paio di palle, cretino!” disse l’altro, mettendosi in ginocchio e massaggiandosi energicamente la fronte.
“Che cazzo ti salta in mente? Mi sono accorto che non ti piace correre ma, per leader-sama, attentare alla mia vita non è il modo migliore per farmelo capire!” e giù ad imprecare e borbottare, sotto lo sguardo allibito di Yuu.
“…e poi puzzi come Ryo dopo le prove, vai a lavarti!”
In qualche modo, quel tonno c'entrava sempre. Solo, questo non era il problema principale di Yuu; quelle parole lo avevano ferito più di quanto avrebbero dovuto o voluto.
“Gomen…” si morse le labbra, sospirando e decidendo di alzarsi, mestamente. Non aveva certo intenzione di fargli del male, dal momento che voleva solo baciarlo.
E a dirla tutta, nemmeno lui profumava d'acqua di rose.
Tacitamente si diresse verso il bagno, sentendo i muscoli raffreddarsi e intorpidirsi. Dieci chilometri con Kouyou erano stati un suicidio vero e proprio. Ed era pure finito all'inferno, per gradire.
Sentendo la porta del bagno chiudersi, Kouyou si alzò dal pavimento, facendo forza sulle gambe e invocando la pazienza di Dio, Allah, Buddha e Pingu messi insieme. Soprattutto quella di Pingu.
Quando l’acqua della doccia cominciò a scorrere si infilò lentamente e senza il minimo rumore in bagno, lasciandosi scivolare i boxer dai fianchi. Yuu era girato di spalle, troppo preso ad insaponarsi per accorgersi di lui. Inoltre il rumore dell’acqua copriva tutti gli altri, anche quello della porta a vetri che si apriva e si richiudeva.
Si accorse della presenza del biondo solo quando questi lo abbracciò da dietro, appoggiandogli il mento su una spalla.
“Baka…”
“La smetti con i complimenti…?” chiese, girandosi lentamente nel suo abbraccio, dimenticando la piacevole quanto destabilizzante sensazione di sorpresa che gli aveva dipinto un muto e soddisfatto sorriso sulle labbra.
“Cretino, baka, hai altri gentilissimi appellativi per me?” lo fissò con un cipiglio piuttosto strafottente, leccandosi sensualmente le labbra e facendo scorrere le sue mani lungo i fianchi del biondo, fino a sfiorargli l'inguine e più su il ventre.
“O ti sei morso la lingua e non parli più, sempre per colpa di questo vecchio baka e cretino?”
“Ah, ma allora lo ammetti che sei vecchio… vecchio debosciato e pervertito, aggiungerei. Può bastare?” rispose, mordicchiandosi le labbra e odiandolo con tutto il cuore.
Sapeva dove toccare e cosa fare per farlo sciogliere senza riserve tra le sue mani, checché ne dicesse del vecchio probabilmente il più pervertito tra i due era lui: nonostante si imbarazzasse per ogni gesto di Yuu di fronte ai suoi bandmates, era il primo ad uggiolare di piacere e comportarsi come un micio in calore, quando la situazione lo richiedeva.
“Kouyou, con il cuore in mano e una mano sul tuo cervello. Vaffanculo.” disse, sorridendo quasi sadicamente.
“Anzi no. Ci vado io. Ovviamente a fare il tuo.” sibilò, inchiodando il biondo al muro gelato della doccia. Questi rabbrividì per il contatto improvviso e quasi traumatico per la sua povera pelle, ma si sentì avvampare quando Yuu, mantenendo la promessa, gli mise la mano destra esattamente dove doveva stare.
Sul suo cervello.
In mezzo alle gambe.
“Che splendido esempio di finezz-… ahh… poi di… dici che lo scaricatore di porto sono io… nh…”
C’era anche da aggiungere che il cervello di Kouyou era piuttosto grande ed abbastanza ricettivo. Insomma, non ci voleva poi molto a farlo svegliare.
Per questo quando Yuu cominciò a muovere lentamente la mano, stuzzicandolo, il biondo sentì di stare per perdere il controllo: accendere il cervello numero due equivaleva ovviamente a spegnere il cervello numero uno…
Come se non bastasse, le sue capacità di intendere e volere sfumavano mano a mano che Yuu lo toccava. Scendeva e  risaliva l'asta con carezze disperatamente lente e forti, approfittando anche del massaggio dell'acqua calda corrente sottoponendovi tutto il corpo di Kouyou.
Il moro ghignò compiaciuto, vedendo l'espressione di puro godimento che prendeva posto sul viso di Kouyou poco alla volta; sensibile alle parole, certo, molto gentile e disponibile… ma c'era una verità assoluta a prescindere da questo, e in quella doccia entrambi lo sapevano.
Il maschio dominante, il Seme, era Yuu.
E questo, a vederli dall’esterno, sembrava quasi impossibile.
Quello infantile, capriccioso, volubile come e più di una donna, shopping-addicted fino al midollo era Yuu. Kouyou era quello calmo, pacato e tranquillo, che non si scomponeva troppo e aveva sempre una mano pronta per aiutare tutti, anche per salvare le giacche del moro che Ryo puntualmente cercava di mettere al rogo, esorcizzandole con qualche rito vodoo inventato sul momento mentre Takanori improvvisava una danza tribale intorno all’altare sacrificale -leggasi grancassa di Yutaka-.
E, a quanto pare, era pure quello carino e coccoloso, che in quel momento mugolava senza ritegno e rischiava di sciogliersi nella mano di Yuu.
Mano che in quel momento lo stava facendo gemere come la peggiore delle… capre. Non si sentiva di definire umani certi versi che faceva, sebbene nell'altro avessero lo stesso effetto di una bomba ormonale potentissima.
Ogni suo mugolio, ogni suo gemito, ogni suo trattenere il fiato, erano per Yuu musica tanto infernale quanto paradisiaca.
Voleva farlo impazzire; voleva che gli chiedesse scusa delle parole così perfide che gli aveva rivolto prima, proprio a lui che, palesemente, voleva solo giocare un po'.
Voleva lo implorasse di farlo venire solo per farlo vergognare come un ladro dopo.
Voleva farlo venire sopra ogni cosa, perché voleva il meglio per la persona che amava.
Tutto si poteva dire di Yuu… meno che fosse una persona coerente.
“Cosa c'è, Kouyou… sei in difficoltà?”
Il sopracitato Kouyou mischiò uno sbuffo offeso ad un miagolio estasiato, in risposta.
Oltre a farlo impazzire si permetteva pure di sfotterlo, come nella migliore delle tradizioni. Eh si, perché giusto un’ora prima, all’avvicinarsi del sesto chilometro di corsa, lui stesso gli aveva rivolto le stesse parole, vedendolo arrancare lungo una salita nemmeno troppo ripida.
“Cosa c’è Yuuchan… sei in difficoltà?”
C’è da dire che Yuu era anche una persona molto vendicativa, e aveva ben dieci chilometri di corsa da far pagare al suo amante… a modo suo, ovvio.
“Dunque…” cominciò, abbandonando il suo carattere gentile e amichevole per lasciar libero arbitrio alla parte più bastarda e lussuriosa di lui.
“…quanto mi vuoi, da un chilometro a dieci?” chiese, ridendo appena alla faccia che aveva fatto il biondino nel sentire la sua mano che si fermava.
Da lì poteva, infatti, facilmente intuire tutte le imprecazioni che in quel momento gli passavano per la testa e tutte ovviamente rivolte a lui.
Ormai anche Pingu aveva deciso di abbandonarlo, era solo contro un vecchio psicopatico e debosciato, in procinto di abusare di lui.
Sapeva che non gli avrebbe dato soddisfazione finchè non lo avesse implorato, ma lui non aveva intenzione di cedere. Era uke, ma ci teneva alla sua dignità!
“…tanto non arriveresti… nemmeno ai primi cento metri…”
“Beh, Kouchan… sai che ti dico?” Chiese il suddetto debosciato, con cipiglio irrisorio e ferocemente bastardo, premendo sulla punta del sesso del biondino: fare jogging con Kouyou stava mostrando dei risvolti decisamente interessanti che necessitavano di essere approfonditi…
“…che la corsa è appena cominciata.”
  
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