L’
Uomo Forte
Egli
non era un uomo forte, ma voleva apparire tale. Era convinto che per piacere a
una ragazza dovesse sembrare spavaldo, impavido e quindi compiere le azioni che
fanno sembrare gli uomini forti, o meglio stupidi, come rubare un’auto. Questo
era ciò che intendeva fare da tempo ma, per fortuna, finora la ragione era
prevalsa sulla voglia di apparire temerario; questo anche perché io gli avevo
ripetuto mille volte che non mi interessava quest’inutile spavalderia e che per
me la cosa più importante era che fosse sé stesso, quel fantastico sé stesso di
cui mi ero innamorata.
Purtroppo
quel giorno le cose andarono diversamente; infatti si presentò al nostro
appuntamento a bordo di una macchina che lui non si sarebbe mai potuto
permettere e che era, senza ombra di dubbio, rubata. Mi sentivo malissimo.
Perché non mi aveva ascoltato? Perché doveva fingersi diverso con me? A questo
disagio si aggiungeva la paura per il fatto di trovarci su un’auto rubata che
la polizia avrebbe potuto fermare in qualsiasi momento. Perché dovevamo
rischiare così tanto solo per un atto di spavalderia? Cercai di reprimere le
lacrime, ma non ci riuscii, così cominciai a piangere. Egli non comprendeva il
mio stato d’animo e il mio terrore, anche se forse anche lui era spaventato;
infatti tremava e quando passavamo davanti a un vigile nella sua faccia si
leggeva paura mista a finta spavalderia. Fortunatamente ogni volta che
superavamo un vigile sul suo viso l’incertezza e la paura crescevano
soppiantando la spavalderia. Nonostante io mi sentissi più rassicurata da
questo suo cambio d’umore, non riuscivo a far smettere di uscire le lacrime dai
miei occhi. Egli mi ripeteva continuamente di non piangere, pensando di
rassicurarmi, ma le sue parole avevano su di me l’effetto opposto.
Dopo
pochi minuti che a me sembrarono infiniti avvenne ciò che speravo da molto
tempo: la ragione prevalse e comprese che quella era tutta una sciocchezza.
Dunque, fingendo un guasto alla macchina, sempre per mantenere un minimo di
spavalderia, si fermò. Così corremmo felici fuori dall’auto. Finalmente
l’incubo era finito.
Sicuramente lui non si era dimostrato l’”Uomo Forte” che voleva essere, nonostante avesse finto il guasto per non sembrare debole, ma a me non importava, infatti ero contentissima che alla fine aveva preso la scelta giusta, anche se forse, in cuor suo, avrebbe preferito apparire quell’”Uomo Forte”.