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Autore: Dragonfly_grecy    03/11/2005    1 recensioni
I pensieri di una ragazza a proposito del bisogno di apparire spavaldo del fidanzato...ditemi cosa ne pensate
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Egli non rea un uomo forte, ma voleva apparire tale

L’ Uomo Forte

 

Egli non era un uomo forte, ma voleva apparire tale. Era convinto che per piacere a una ragazza dovesse sembrare spavaldo, impavido e quindi compiere le azioni che fanno sembrare gli uomini forti, o meglio stupidi, come rubare un’auto. Questo era ciò che intendeva fare da tempo ma, per fortuna, finora la ragione era prevalsa sulla voglia di apparire temerario; questo anche perché io gli avevo ripetuto mille volte che non mi interessava quest’inutile spavalderia e che per me la cosa più importante era che fosse sé stesso, quel fantastico sé stesso di cui mi ero innamorata.

Purtroppo quel giorno le cose andarono diversamente; infatti si presentò al nostro appuntamento a bordo di una macchina che lui non si sarebbe mai potuto permettere e che era, senza ombra di dubbio, rubata. Mi sentivo malissimo. Perché non mi aveva ascoltato? Perché doveva fingersi diverso con me? A questo disagio si aggiungeva la paura per il fatto di trovarci su un’auto rubata che la polizia avrebbe potuto fermare in qualsiasi momento. Perché dovevamo rischiare così tanto solo per un atto di spavalderia? Cercai di reprimere le lacrime, ma non ci riuscii, così cominciai a piangere. Egli non comprendeva il mio stato d’animo e il mio terrore, anche se forse anche lui era spaventato; infatti tremava e quando passavamo davanti a un vigile nella sua faccia si leggeva paura mista a finta spavalderia. Fortunatamente ogni volta che superavamo un vigile sul suo viso l’incertezza e la paura crescevano soppiantando la spavalderia. Nonostante io mi sentissi più rassicurata da questo suo cambio d’umore, non riuscivo a far smettere di uscire le lacrime dai miei occhi. Egli mi ripeteva continuamente di non piangere, pensando di rassicurarmi, ma le sue parole avevano su di me l’effetto opposto.

Dopo pochi minuti che a me sembrarono infiniti avvenne ciò che speravo da molto tempo: la ragione prevalse e comprese che quella era tutta una sciocchezza. Dunque, fingendo un guasto alla macchina, sempre per mantenere un minimo di spavalderia, si fermò. Così corremmo felici fuori dall’auto. Finalmente l’incubo era finito.

 Sicuramente lui non si era dimostrato l’”Uomo Forte” che voleva essere, nonostante avesse finto il guasto per non sembrare debole, ma a me non importava, infatti ero contentissima che alla fine aveva preso la scelta giusta, anche se forse, in cuor suo, avrebbe preferito apparire quell’”Uomo Forte”.

  
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