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Autore: Lucy Light    04/10/2010    2 recensioni
Severus avrebbe voluto dirle alcune cose:
a) che non si fidava per niente di quella vecchia mezza matta
b) che aveva di meglio da fare e che il ciliegio se lo prendesse da sola
ma invece la fissò per un attimo e, mugugnando oscure minacce, marciò a testa bassa verso l'entrata.
Non sai mai cosa può succedere, se hai Lily Evans come amica...
Fan fiction terza classificata al contest “Come un film” di Remvsg.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ecco qui una piccola storia che sono riuscita a pubblicare nonostante la mia adorata carceriera (aka Rita Skeeter... come faccia io a conoscerla è una storia lunga, davvero. Finora sono ventinove capitoli) fosse scettica. Questo episodio me l'ha raccontato lei che sa sempre tutto, quindi è vero. Credo.
Eludendo la sua sorveglianza ho partecipato al contest, molto interessante, “Come un film” di Remvsg: il film scelto per me dal caso era Rocky Horror Picture Show, mentre la protagonista doveva essere Lily Evans.
Ho deciso di citare il film con il balletto di Time Warp.
Un ultimo avvertimento: dentro di me, ho sempre saputo che la donna che li sorprende a scavare in giardino e li obbliga a... be’, lo scoprirete, è la McGranitt, ma non posso provarlo.
E’ importante che vi dica che questa non è la versione che ha partecipato al contest, ma quella riveduta e corretta dopo il giudizio di Remvsg. Se volete leggere la versione originale basta chiederla, ve la invierò subito.
E dopo questo papiro, buona lettura.
Sempre vostra

Scribacchina

ps: a tutte le altre partecipanti del concorso: complimenti, non vedo l’ora di leggere le vostre storie :)




CAPITOLO UNO




Era una giornata calda e soffocante anche per un'estate come quella.

Le colonnine di mercurio segnavano nuovi record d’altezza, e tutta l'Inghilterra sembrava paralizzata in una specie di dormiveglia appiccicoso.
Perfino gli Snape avevano smesso con la loro attività preferita, cioè litigare, ed era per questo che loro figlio Severus passava del tempo in casa, felice di poterci stare una volta tanto senza aver paura di vedere sua madre piangere di rabbia.
Quel pomeriggio Severus si sentiva in pace con tutti. Gli uccellini cantavano in strada, la sua stanza era invasa da una penombra pacifica e in tutta la casa regnava un incredibile e spesso silenzio.
Avrebbe potuto restare lì fermo per sempre, ad ascoltare...
Lo strano ticchettio che veniva dalla finestra.
...
Ticchettio?
Aprì di colpo gli occhi e saltò giù dal letto. Chiunque avesse avuto il coraggio di disturbarlo in quel momento se ne sarebbe pentito amaramente! Spalancò la finestra, dimenticandosi che era terribilmente pericolante: con suo orrore il telaio gli rimase in mano e sentì una risata squillante salire verso di lui. La rabbia che provava crebbe ancora di più.
"Chi accidenti sei? Che cosa vuoi?" urlò cercando il colpevole nella stradina malmessa sotto di lui. Dopo qualche istante un cespuglio ebbe un fremito e ne uscì fuori una ragazzina con i capelli rossi e un sorriso enorme sul viso.
"Ciao!" strillò.
"Lily!" sussurrò Severus. La rabbia passò di colpo, lasciando posto ad un forte sollievo.
"Scendi, dai! Ti devo dire una cosa!" gridò ancora lei. Severus non se lo fece ripetere e corse giù per le scale, nel modo più silenzioso possibile. I suoi genitori stavano ancora riposando.
Quando fu all'aria aperta si guardò intorno per qualche istante. Dov'era finita Lily?
La vide ritta in piedi sulla strada acciottolata, con una gonna pulita e una camicia stirata addosso. Severus tormentò il bordo della maglietta troppo lunga, ma non si preoccupò molto: a differenza della sorella, Lily non sembrava dare importanza a come lui si vestiva.
"Ciao" disse cercando di suonare gentile. Quella bambina lo faceva comportare in modo diverso da solito. "Come mai sei qui?" chiese, incrociando le braccia. L'ultima volta che l'aveva vista era quasi in lacrime e molto arrabbiata con lui, anche se in realtà non aveva fatto niente di male...
Lily lo guardò per un istante - aveva un'espressione ansiosa e nervosa - poi disse "Ho bisogno del tuo aiuto. Mia sorella Tunia non mi parla da quando le hai fatto cadere il ramo in testa. Dice che ti ho chiesto io di farle male."
Severus diventò rosso. "Te l'ho già detto... Non sono stato io..." balbettò.
Lily lo guardò negli occhi. Sapeva che lui mentiva. "Sì che sei stato tu. A te Tunia non piace, per questo sei stato cattivo con lei. Però non ti preoccupare, ci faremo perdonare tutti e due: io da lei e tu da me. Devi aiutarmi, Severus! Sei speciale anche tu come me, no? Sarà divertente, davvero! Va bene?"
"Io... veramente..." cercò di rispondere Severus, ma lei lo aveva già preso per mano.
"Seguimi!"
Se lo trascinò dietro correndo, senza lasciargli tempo per replicare.


Quando si fermarono, i ragazzini si accasciarono sulla ringhiera verde di una casa. Avevano il fiatone come se avessero percorso tutta l'Inghilterra di corsa.
"Potevi... almeno... aspettare... che... ti dicessi... di sì...!" esalò contrariato Severus, rosso in faccia. Lily deglutì per lo sforzo "Be’, puoi sempre dirmelo adesso." si scostò i capelli dalla faccia e fece un sorriso angelico, che sembrò risplendere nel calore estivo.
Severus si guardò intorno "Ormai sono qui... non torno mica indietro subito" rispose di malavoglia. "Ma dove siamo?" le chiese dopo un attimo.
Lily osservò Abbey Road estendersi davanti a lei. La strada le era familiare. Le case erano tutte uguali: avevano lo stesso giardino ordinato, la stessa casetta della posta e perfino le stesse finestre. Anche se a Severus forse tutto questo sembrava strano, per lei era bello. Abitava in una parallela molto simile, anche se loro avevano le finestre verdi, mentre quella via le aveva azzurre. Petunia diceva sempre che l'azzurro era un colore da strambi.
"Non mi piace questo posto" disse Severus con diffidenza.
Lily sbuffò e roteò gli occhi "Cerca di collaborare, Sev! Adesso ascoltami: la vedi quella casa laggiù?" indicò la fine della via "Dobbiamo riuscire ad entrare nel giardino, prendere una cosa e poi andare via. Lo so che non si fa" disse scambiando il silenzio del suo amico per un rimprovero "ma è l'unico modo di fare pace con Tunia. E siccome questa è una missione seria dobbiamo darci dei nomi in codice: io sono Bambi!"
Severus la guardò sconcertato "Bambi?"
"Sì, quello del cartone animato. I miei animali preferiti sono i cerbiatti e i cervi" disse Lily con naturalezza. Poi capì. "Non hai mai visto Bambi?" Tutti i bambini della sua età che conosceva l'avevano visto.
Severus, invece, no.
Lily lo fissò con interesse per la prima volta dall'incidente del ramo. "Certo che sei un bambino davvero strano."
"Non saprei... forse" disse Severus incerto.
"Te lo darò io un nome, allora. Ti chiamerai..." chiuse gli occhi "... Flower" rise come se avesse fatto una bella battuta.
Severus sbiancò "Che cosa? Io non sono un fiore!" urlò, ma Lily era già andata avanti e gli faceva segno di muoversi.
Il piccolo Snape scosse la testa, domandandosi se era il caso di scappare. Di una cosa era sicuro: in tutta la sua vita non aveva mai incontrato nessuno come Lily Evans.
Quando la raggiunse, Lily gli fece segno di fare piano. "Qui Bambi a Fiore. Mi senti?" sussurrò.
Severus la fissò spazientito. "Certo che ti sento, sono dietro di te."
"Così non va! Devi collaborare. Oppure non vuoi che ti perdoni?"
Davanti al ricatto il ragazzino preferì lasciar perdere. Anche se non lo voleva ammettere, non avrebbe rischiato l'amicizia di Lily per così poco.
Appena prima di arrivare alla casa che lei intendeva saccheggiare, i due si accucciarono per non farsi vedere. Il caldo era quasi insopportabile: Lily poteva sentire le goccioline di sudore scenderle lungo la fronte e dietro le gambe. La via era deserta... se non altro, in quella posizione, era difficile che qualcuno li vedesse nel giardino, a parte, naturalmente, il padrone di casa.
Se lo immaginava grande e grosso, e doveva ammettere che l'idea di essere scoperta le faceva paura. Ma non poteva farlo vedere.
Spiegò al ragazzino il suo piano di battaglia "Vieni qua, Sev! Cosa vedi?" sussurrò, mettendosi proprio davanti al giardino della casa. Severus strinse le palpebre e tirò il collo, in un modo che a Lily ricordò una giraffa pallida e goffa. "Un giardino?" chiese incerto Severus.
Lily fece una faccia scocciata. "Guarda meglio" prese il viso dell'amico e lo piantò fra le sbarre della ringhiera, nonostante i suoi mugolii di dolore. "Lì, Sev! Vedi quel ramoscello più alto dell'erba? Quello mi farà fare pace con Tunia!" esclamò raggiante, dimenticando per un attimo la paura.
"Le regalerai un'erbaccia?" le chiese incredulo Severus "I babbani fanno pace regalandosi erbacce?"
Lily lo fissò a lungo "Te l'ho già detto che sei strano?"
Severus scrollò le spalle. "Ogni tanto"
La ragazzina cominciava a sospettare che invitare quel ragazzino non fosse stata una buona idea. Faceva cadere rami in testa alle persone, non aveva mai visto Bambi e diceva parole bizzarre. Chissà se c'era da fidarsi?
Poi si ricordò che anche lui faceva cose particolari, come lei, e che tutto sommato poteva tornarle utile.
"Non è un'erbaccia" spiegò "è un alberello. E' piccolo, ma crescerà e diventerà un ciliegio. Un enorme” spalancò le braccia “meraviglioso ciliegio. Nella casa dove abitavamo prima ne avevamo uno, e a Tunia piaceva tantissimo. Quindi io le regalerò un ciliegio!" concluse trionfante. Si sentiva orgogliosa della propria idea: era stata fortunatissima a vederlo il giorno prima. Dato che Petunia si rifiutava di parlarle aveva deciso di fare una passeggiata e, girando un attimo la testa, l'aveva visto proprio davanti al suo naso. Era un segno del destino, ne era convinta. E adesso doveva solo andare a prenderlo.
"Io farò un salto e supererò la ringhiera, poi comincerò a scavare il giardino e cercherò di tirare fuori il ciliegio. Alla fine ricoprirò il buco con la terra, lo terrò in mano e scapp... correremo via. Domande?"
"Sì, una" disse Severus in tono ironico."E io che faccio?"
"Il palo. Se vedi che la porta d'ingresso si apre ed esce uno con un fucile allora mi avverti. Altrimenti mi lasci lavorare."
"Fucile" ripetè Severus, con calma. "Io me ne vado"
Lily lo trattenne disperatamente per un braccio.
"Ti prego ti prego ti prego! Non puoi abbandonarmi adesso, non è giusto! Ce l'abbiamo quasi fatta!"
"Ma se non hai ancora cominciato!" strillò Severus, il cui istinto di sopravvivenza cominciava a scalpitare.
"Hai ragione, ma ci metterò poco. Allora, pronto? Io vado!"
Spiccò un salto troppo alto e aggraziato per essere normale. Saltare le piaceva, le sembrava sempre di volare. Chissà se tutti i maghi sapevano farlo? Lo avrebbe chiesto a Severus. Dopo.
Fece qualche passo nell'erba morbida e verde. Non sembrava di essere in estate, sommersi dal caldo, ma in un' oasi pacifica e rigogliosa. Smosse il piccolo ciliegio con un dito, e si accorse con sollievo che non aveva radici tenaci.
Con un sorriso di sfida si alzò la camicia e prese la paletta che aveva infilato dentro al bordo della gonna. Cominciò a scavare la terra disegnando un cerchio intorno alla base dell'albero. Sua madre aveva una passione per le piante, per questo aveva chiamato lei e sua sorella con il nome di due fiori; le aveva spiegato molte volte come, per prendere una piantina, si dovesse scavare con calma e attenzione, per poi estrarla lentamente dal terreno...
Era quasi riuscita a tirarla fuori quando sentì Severus mugugnare qualcosa alle sue spalle.
"Sev, non ti capisco!" gridò arrabbiata. Rischiava di perdere la concentrazione. Si girò verso di lui per vedere cosa voleva. Il ragazzino aveva un'espressione vuota e indicava la porta d'ingresso della casa, dove una donna era ferma in piedi e li fissava "E voi che cosa stareste facendo?"

Lily vide con la coda dell'occhio che Severus non era ancora scappato, ma pensava che avrebbe levato le tende di lì a poco e l'avrebbe lasciata sola. Doveva inventarsi qualcosa.
"Io... io stavo..." cercò di spiegarsi, mentre arretrava verso il cancello. Severus le aveva detto che quelli normali non dovevano vederla mentre, be', volava o faceva piccole magie, ma se avesse saltato il cancello e fosse corsa via sarebbe stata salva.
"Ehm... stavo guardando il prato... ha un bel prato, sa? Così verde...!" il cuore le batteva forte. Pochi passi e avrebbe saltato. Severus, con suo stupore, l' aspettava immobile.
"Ti ringrazio" disse la donna in tono scocciato. Era molto diversa dalle signore che conosceva Lily. Tanto per cominciare non era truccata, e poi indossava una veste lunga che sembrava... antica o qualcosa del genere.
"Tu e il tuo amichetto non mi piacete. Non mi piacciono i ragazzini. Fanno rumore, sporcano e rubano ciliegi" lanciò un'occhiata penetrante a Lily.
Accidenti.
"Signora, posso spiegarle... noi siamo, uh, facciamo parte dei giovani scout e volevamo portare il ciliegio..."
Lily s'impappinò. Purtroppo sua madre, quando le aveva insegnato come trapiantare gli alberelli, non aveva specificato come trafugarli dai giardini altrui in modo sicuro. A pensarci bene, non le aveva insegnato neppure come inventare bugie decenti.
Forse perché la signora Evans non avrebbe mai immaginato che la sua dolce piccola Lily avrebbe rubato e mentito per avere un ciliegio.
Intanto, la donna era diventata più tranquilla e la fissava con superiorità. "Ascoltami bene, signorina. Nulla m’impedisce di prendere te e il tuo amico per un orecchio, portarvi dai vostri genitori e farvi mettere in castigo per un mese" fece una pausa, durante la quale i due ragazzini immaginarono le rispettive punizioni: Lily già sapeva che non sarebbe più potuta uscire di casa per un pezzo, mentre Severus non riusciva a immaginare cosa avrebbero detto i suoi, e forse era meglio così.
"Per vostra fortuna si dà il caso che io abbia giusto bisogno di due piccoli assistenti, in questo momento. Quindi, se farete i bravi, non dirò nulla ai vostri genitori e tu avrai quell’ albero."
Lily fece un sorriso più che raggiante, annuì e volteggiò verso la casa come se non avesse mai voluto fare altro in tutto il pomeriggio. Severus rimase indietro, vagamente inquietato. Dopotutto non sapevano chi fosse quella donna, nè cosa volesse da loro...
"Severus! Possibile che ti deva sempre trascinare ovunque?" lo rimproverò Lily, che ormai era sulla porta di casa. "Dai!"
Severus avrebbe voluto dirle alcune cose:
a) che non si fidava per niente di quella vecchia mezza matta
b) che aveva di meglio da fare e che il ciliegio se lo prendesse da sola
ma invece la fissò per un attimo e, mugugnando oscure minacce, marciò a testa bassa verso l'entrata.




Capitolo due in arrivo!
  
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