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Autore: mazza    04/10/2010    6 recensioni
Fanfiction partecipante al "Parody, Comedy and Insane contest".
Nella Sala Comune di Grifondoro, questa sera, si respira un’aria diversa. E’ primavera, i primi fiorellini sbocciano, le apette volano e i giovani in tempesta ormonale si accoppiano come conigli.
Ronald Weasley, sulla sua poltrona preferita, sonnecch… medita riguardo ai grandi problemi della sua vita.
Chissà come sarà bello mangiare l’ultimo pezzo della torta di panna che sua madre gli ha mandato per il compleanno, pensa. I calzini, domani, neri, rossi oppure blu?
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa storia ha partecipato al "Parody, Comedy and Insane Contest" classificandosi settima.

Non ha riscosso un gran successo, ma mi fa piacere pensare che possa comunque strappare qualche sorriso o risata a qualcuno.

Mi sono divertita a scriverla, indipendentemente dal risultato.

 

BECAUSE LOVE IS EVERYWHERE (Quando la demenzialità rovina la storia d’amore che vorresti narrare)

 

Sono soli, finalmente. Lui e lei, lei e lui.

Il ragazzo la fissa, sognante, contemplandola in tutta la sua maestosa bellezza.

Il suo aspetto candido, la sua dolcezza, il suo ammaliante profumo: lo mandano in estasi.

Si avvicina con lentezza, gli occhi verdi accesi di una luce nuova. Non vede l’ora di sentire il suo sapore, sulle labbra, sulla lingua.

- Harry, ma che cavolo ci fai qui nella storia? Per tutte le Puffole Pigmee, tieni a bada le tue manie di protagonismo! Nella trama, questa volta, non c’entri nulla. Prendi la tua torta ed esci di scena!- esplode all’improvviso la voce narrante.

Lui sobbalza, come un bambino colto di sorpresa con le mani nella tort… nella marmellata.

-Ma signora voce! Mi hanno riferito che questa volta si impegnerà in una storia d’amore, vorrei esserci anche io con il mio amato dolce alla panna!- protesta.

Si sente un sonoro sospiro dall’alto, la voce cerca in tutti i modi di non perdere la pazienza.

-Perché? Perché, Autrice, mi fa questo? Perché non riesce ad essere seria, almeno una volta? Potrebbe benissimo eliminare Potter dalla scena, Lei è onnipotente!-.

L’autrice sorride sadica, mentre scrive – Mi divertirei molto meno, mia cara- sogghigna.

 

Nella Sala Comune di Grifondoro, questa sera, si respira un’aria diversa. E’ primavera, i primi fiorellini sbocciano, le apette volano e i giovani in tempesta ormonale si accoppiano come conigli.

Ronald Weasley, sulla sua poltrona preferita, sonnecch… medita riguardo ai grandi problemi della sua vita.

Chissà come sarà bello mangiare l’ultimo pezzo della torta di panna che sua madre gli ha mandato per il compleanno, pensa. I calzini, domani, neri, rossi oppure blu?

-Ehi!- grida ad un certo punto – così non è giusto! Come fa una qualsiasi voce fuori campo a conoscere i miei pensieri?-.

La voce sghignazza – Perché io sono la voce narrante, ovviamente. Sentiamo, quali sarebbero i tuoi veri crucci, Ron?-.

Le orecchie del ragazzo passano dal color carne alla fragola accesa, mentre il suo sguardo corre automaticamente ad attraversare la stanza.

Davanti al fuoco una schiera di innumerevoli coppiette tuba senza sosta, all’uninsono.

In un angolo, Ginny, ritirando l’apposito bigliettino, fa scorrere una lunga fila di aitanti spasimanti, sovrastando il baccano con un sonoro “avanti il prossimo!”.

Mastro Gazza e la sua adorata Mrs Purr sono appartanti in qualche segreto angolo del castello, mentre, sotto gli occhi di tutti, persino Grattastinchi insegue il rospo Oscar.

Ah, che bella la stagione dell’amore!

-E non dimentichiamoci di me e della mia torta!- ricorda Harry, con la solita espressione intelligente, da trota salmonata, sbucato da chissà dove.

-E non dimentichiamo …. Ehi, aspetta, quella è la MIA torta!- grida il rosso, distratto dall’intervento dell’amico.

La voce narrante sbuffa, sull’orlo di una crisi isterica.

-Lascialo perdere, Ron. Torniamo alle questioni serie: ti senti solo?-.

L’interpellato si gratta la testa, incerto – Sì… No… Non lo so! Piacerebbe anche a me condividere con qualcuno il sentimento dell’amore … -.

-E allora guardati attorno, no? In fondo, non sei così sfigato … -.

I Grifondoro scoppiano in una sonora e prolungata risata, mentre da fragola il colore delle orecchie del ragazzo cambia in prugna matura.

-Eh dai, in fondo non è così … A volte è un po’… buffo, ma nel complesso … forse … -.

-Sì, sì, molte grazie!- la interrompe lui – Comunque, non ho affatto bisogno di cercare. So benissimo chi vorrei diventasse la mia ragazza. E’ stato uno shock rendermene conto, non ci crederesti mai, voce … -

-Hermione- commenta lei, annoiata

-Oh mio Dio, ma come hai fatto a intuirlo?-  sibila Ron, gli occhi fuori dalle orbite.

-Non poteva essere più evidente. Scontato, anche, fin dal secondo libro. Beh, perché non ti dichiari, ora che FINALMENTE l’hai capito?-.

-Lo farei, ma … - si blocca.

-Ma?- chiede la voce.

-Ma …?- ripete la Sala Comune.

-Ma?- interviene Harry, a bocca piena.

-Ma mi vergogno, ecco!-.

 

-Miseriaccia!- impreca Ron ad alta voce, cercando di domare un ciuffo rosso ribelle.

Dopo una dura opera di persuasione da parte della voce narrante, dei gemelli Weasley, che hanno consigliato una trasfigurazione facciale e persino del guardiano Gazza, che passava per caso di lì, in cerca di un posto appart… di uno sgabuzzino da pulire, in compagnia della fida Mrs Purr, finalmente ha deciso.

E’ giunto il momento di compiere il grande passo e confessare alla migliore amica il sentimento che prova per lei.

-Tu sei la persona più eccezionale che io conosca- ripete, davanti allo specchio – è merito tuo se ora siamo qui dopo questi cinque anni: ci hai salvati in diverse occasioni. Da un po’ di tempo, però, sento che i sentimenti che provo per te  sono cambiati. Quando penso all’amore, o a ciò che so di esso, mi ritrovo ad associarlo a te, al tuo profumo, a tutti i momenti che abbiamo passato insieme. Credo di amart…-.

- Ron, mio Dio … Io… Io non so come dirtelo … Il mio cuore è già impegnato, mi dispiace, in esso vi è Harry, da diversi anni … -.

Il rosso sobbalza, interrotto. Neville Paciock, sulla porta, la faccia color pomodoro, lo fissa come in attesa.

- Harry è innamorato della mia tort… di mia sorella, Neville, non lo sapevi?- chiede, un po’ irritato per l’equivoco.

Il ragazzo scoppia in lacrime disperato. – Però non è giusto! Persino Oscar ha rimorchiato, per la barba di Merlino!-.

 

-Coraggio Ron, ce la puoi fare! Sono certa che ce la puoi fare: adesso o mai più!-.

Il ragazzo annuisce, mentre la voce di sottofondo continua la sua opera di convincimento.

-Ce la posso fare, sì. Ce la DEVO fare!- sussurra a se stesso.

Hermione, immersa nei suoi libri al centro del ritrovo di Grifondoro, non si accorge di essere spiata dalla porta del dormitorio maschile.

-Va, Ron. Va, e torna vincitore. Va, e dille ciò che senti- lo sprona ancora lei, che non vede l’ora di finire la storia per liberarsi di questi terribili personaggi distorti dalla mente malata dell’autrice.

Prende una sonora boccata d’aria. Chiude gli occhi. Si precipita fuori dalla porta.

-Ti aaaaamooo Hermioo…- grida, inciampando miseramente sul povero Oscar, in ritorno dall’appuntamento d’amore.

La ragazza, disturbata dall’improvvisa presenza, alza lentamente la testa dai suoi studi.

Lo fissa per qualche secondo interminabile, lungo disteso ai suoi piedi.

Ron e la voce trattengono il respiro, in attesa, trepidanti. Tutto è silenzio.

-E’ la volta buona. Dai, che finalmente quella screanzata riesce a scrivere una cosa sensata. Finalmente narrerò qualcosa di romantico, qualcosa di rispettabile- pensa tra sé e sé lei.

-Miseriaccia- riesce solo a ripetersi il rosso, molto originale, ormai paonazzo.

- Ron, perché sei a terra? Quello è il tuo orribile abito da cerimonia? Hai detto qualcosa, scusa?- chiede Hermione, seriamente preoccupata per l’integrità mentale dell’amico e per la strana trama della storia. Che autrice di fanfiction stramba, pensa, quasi più strana di tutte quelle che mi accoppiano con il primo Draco Malfoy che passa!

Intanto, mentre Ron si solleva da terra, in lontananza si sentono delle urla.

-PER TUTTI GLI INCANTESIMI DI AUTOREGGENZA DELLE CALZE DI MORGANA! MI LICENZIO, QUESTA E’ LA VOLTA CHE MI LICENZIO!-

 

A.A.A. Scrittrice di parodie cerca voce narrante dotata di senso dell’umorismo che si presti ad ogni tipo di demenzialità, senza protestare ogni volta.

   
 
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