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Autore: Invader_from_Hell    16/12/2003    3 recensioni
Qualcosa di completamente diverso dal mio solito. Un'analisi indiretta della situazione dei rapporti umani nel nostro tempo. Potrà risultare asfissiante, soffocante, oppure atrocemente rassicurante... Titolo ispirato all'omonimo film. Leggere aiuta la riflessione.
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bright Future

Bright Future

 

Nota di Invader: Il titolo è preso dall’omonimo film del regista giapponese Kiyoshi Kurosawa, in cui peraltro recita l’onnipresente Tadanobu Asano… Il titolo originale giapponese è Akarui Mirai, lo consiglio a tutti. Il presente racconto è ispirato alla narrazione di Raymond Carver, un genio, secondo me.

 

 

Con la sottile eccitazione che si conviene ad una bambina di 5 anni che sta per aprire il tanto ambito regalo di Natale, Carol guardava fuori della finestra. Era sabato e il vicinato sembrava più vivace del solito. Il sole stava generosamente coprendo coi suoi raggi più caldi tutta Oleander Drive, della quale Carol abitava il numero 15.

Matt e Lilly stavano giocando silenziosamente coi figli dei vicini nel giardino. Carol adorava il suo giardino.

Erano in particolare famose le sue ortensie non tanto per la loro maestosa bellezza, quanto per la cura maniacale che Carol dedicava loro. Era stato difficilissimo per Steve convincerla a trapiantarle dai mastodontici vasi al suolo. E durante l’autunno e l’inverno che succedettero al trapianto in terra, l’umore di Carol fu strettamente legato al tempo atmosferico. Ogni volta che sembrava potesse piovere da un momento all’altro, o che il vento iniziava a soffiare più forte di  22,5 nodi, Carol iniziava a entrare nel panico, e non faceva altro che ricordare a Steve che l’idea di toglierle dai vasi era stata sua. Con i vasi infatti, sarebbe stato facile trasportarle in casa al riparo da ogni cataclisma atmosferico.

Ma era estate adesso, e la bellezza prorompente di quei fiori arrivava addirittura a far sentire Carol in colpa verso i vicini, che per il momento si sognavano di possedere simili bellezze floreali.

Ma il giardino di Carol e Steve era un’opera d’arte in tutto e per tutto.

Oltre alle famose ortensie, c’erano gli oleandri, proprio quelli che davano il nome alla via.

Infatti quella via prima portava il nome di un ambiguo uomo politico asiatico, e lo stato della Florida aveva deciso di indire un concorso per dare alla strada un nuovo nome, più neutrale.

Inutile dire che Carol aveva colto al volo l’occasione e aveva reso protagonisti assoluti i suoi oleandri, meravigliosi, certo.

Inoltre in quel giardino si potevano trovare fiori di ogni tipo, ordinatamente disposti per tipo, ordine alfabetico e provenienza. Nulla era affidato al senso estetico o al caso, tutto era disposto secondo l’Ordine.

C’era anche una piccola fontanella al centro, acquistata in Italia durante una viaggio a firenze. Era una rappresentazione ridotta del David di Michelangelo, che dalla bocca rigurgitava acqua o champagne, all’occorrenza… come per esempio era successo durante una festa che Steve aveva tenuto con la sua compagnia finanziaria.

A quadrare la perfezione del non tropp grande giardinetto, vi era un piccolo casotto.

La porta era verde chiarissimo, in tinta con l’erba – irrigata ogni 4 ore e 43 minuti-.

Dentro suddetto casotto si potevano trovare ogni sorta di attrezzi. Dalle cesoie – che Carol utilizzava per darealle siepi le forme di cavalli alati, edifici importanti; una volta aveva persino tentato di scolpire la faccia dei suoi figli in una siepe- alle sementi. C’erano prodotti di ogni tipo: concimi, vari nebulizzatori anti parassitari, lucidanti per le foglie dei fiori esotici.. addirittura un prodotto specifico per i baobab, che loro peraltro non avevano mai piantato in giardino.

I bambini stavano giocando con le barbie nella fontana nel silenzio più assoluto.

Matt prendeva Ken e lo faceva scivolare sul fianco del David, fino a farlo cadere nell’acqua.

Lilly e Britney guardavano ammirate la varietà di giochi che Matt sapeva proporre loro, ma quando il bambino tentò di far accoppiare Ken con Shelly, lo piantarono in asso con minacce di spiate alla mamma.

Carol rise compiaciuta. Pensò che con quel vestitino rosa shocking e con quelle treccine Lilly stesse proprio bene. Una vera signorina. Per il suo prossimo compleanno le avrebbe regalato l’ultimo modello di cellulare uscito… infondo ormai aveva 11 anni! Sì, e poi sarebbe arrivato il momento di spiegarle cosa sono le mestruazioni… ma per quetso Carol aveva già prediposto le videocassette educative del Dottor Teddy Bear, un simpatico orsetto rosa che spiegava ai bambini i grandi misteri della sessualità.

Carol confidava nel fatto che un metodo educativo che con lei aveva funzionato in pieno avrebbe sicuramente costituito un valido aiuto anche per i suoi figli.

Casa sua era come l’aveva sempre desiderata. Una villetta a schiera in una pacifica strada di una cittadina in Florida, coi bambini che cantano insieme a Natale.. la neve che cade ogni 24 dicembre a partire da mezzanotte.. il sole che tramonta sempre alla solita ora, i vicini che si fanno gli affari proprio ma che sono sempre sorridenti e mielosi quando hai bisogno di loro.

L’interno di casa sua era un capolavoro. Dappertutto sculture e oggetti di valore provenienti da ogni parte del mondo. Cioè.. i vasi cinesi li avevano comprati in Italia, le sculture greche venivano dal Giappone, i vasi Etruschi dalla Francia, ma questo non aveva nessuna importanza! L’importante è che quegli oggetti fossero lì a testimoniare il benessere economico e culturale di quella famiglia!

Divani foderati di pelle zebrata o rosa, televisore al plasma, lettore dvd nuovo di zecca – quello comprato l’anno prima era ormai vecchio- impianto hi fi homer theater – usato solo a natale per diffondere per la casa le note zuccherose delle canzoni di Natale cantate dai bambini malati di New York-.

Anche la tavola era stata apparecchiata a regola d’arte, secondo Carol.

Era giornata – come ogni sabato- di barbecue in giardino. E tutto il vicinato soleva fare lo stesso.

I piatti erano rigorosamente di carta, quelli pregiati non si potevano usare pe ril barbecue… le posate non c’erano, come tradizione.

Da una parte del tavolo stavano panini da hamburger, tutti accuratamente aperti e allineati, tutti con una bandierina americana conficcata sopra.

In un piatto accanto sio potevano ravvedere foglie di lattuga verdissima e freschissima, imperlate di gocce d’acqua. Erano disposte a motivo ornamentale sul piatto oblungo.

In una vaschetta lì vicino c’erano i crauti, per i quali Steve andava letteralmnte pazzo. Li aveva mangiati a Tokyo per la prima volta, ed era convinto che si trattasse di una pietanza tipica giapponese.

I meravigliosi crauti erano guarniti con foglie di menta rigorosamente cresciuta nel giardino di Carol. Secondo lei i due sapori stavano molto bene insieme.

Insieme alle vaschette del ketchup e della senape, quella dei crauti formava una specie di piramide, che Carol ritoccava per conferirle maggiore stabilità.

Sulla tavola giacevano orridi fiori rosa non meglio identificati, dei quali Carol andava fiera.

Il rumore del cancello del garage che si apriva. Era Steve che riponeva il fuoristrada mercedes. Rigorosamente privo di qualsiasi macchia o graffio.

Una famiglia davanti a loro mangiava tranquillamente pollo sulla griglia,  senza fiori sul tavolo. Nel loro giardino solo un’altalena per i bambini – rotta- e qualche filo d’erba qua e là. Per colpa di una bel cane scondinzolante che quei bambini sembravano adorare.

Carol non ci badò molto.

Uscì in cortile, bisognava mangiare.

Quando raggiunse il tavolo trovò i bambini e il marito che la aspettavano sorridenti. Avevano tutti un panino aperto nel piatto, nella stessa posizione.

Carol si sedette e scoppiò a piangere.

 

 

Fine

 

 

Beh, allora? Piaciuta? Se leggete, per favore, recensite, è importante per noi autori!

 

 

  
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