un normalissimo e noiosissimo giorno di
scuola come gli altri.
nella mia camera c'era una finestra che dava su un giardino che non
faceva parte di casa mia, era un piccolo parco abbandonato con qualche
scivolo e altalena dove ogni tanto potevi trovare dei bambini che
giocavano, ma solo raramente. più di una volta la notte
quando non riuscivo a dormire sentivo dei rumori strani provenire da
quel parco, ma di solito finivo coll'addormentarmi e credere di averlo
sognato. quella notte però ero sveglia e lucida a tal punto
da capire che i rumori c'erano davvero. mi alzai dal letto, nella
disperata ricerca di qualcosa che mi avrebbe distratta dal nervosismo
che non sapevo da dove provenisse, e andai ad aprire la finestra
cercando di fare meno rumore possibile.
l'aria che entrò quando riuscì ad aprirla era
gelida, sembrava avessi il ghiaccio sulla pelle. con il colletto del
pigiama mi riparai parte della faccia scrutando attentamente fuori
dalla finestra ma si riuscivano a vedere solo i rami degli alberi che
si muovevano per il vento. Rinunciando ormai all'idea di trovare
qualcosa di interessante mi decisi a chiudere la finestra ma mentre lo
facevo mi accorsi di uno strano movimento fuori, mi sembrava di aver
visto qualcosa cadere da un'albero. senza pensarci due volte mi
affrettai a scendere al piano di sotto, dove c'era mia madre che stava
guardando la televisione, e mi diressi verso la porta girando la chiave
per sbloccare la serratura, il rumore che fece la porta fece saltare
mia madre che arrivò di corsa per controllare cosa fosse
successo.
- elisa ma sei tu?! mi hai fatto spaventare, cosa stai facendo?- mi
chiese.
- niente devo andare un'attimo qui fuori torno subito!-
- va bene ma fa attenzione!-
mi precipitai fuori dalla porta per evitare che facesse altre domande e
chiusi la porta dietro di me. mi precipitai sotto l'albero dove avevo
visto l'ombra per vedere cosa fosse successo quando arrivai non trovai
nessuno. mi avvicinai all'albero per vedere se ci fosse qualcosa
nascosto sui rami ma non riuscivo a vedere niente.
- chi sei?- sentii una voce provenire da qualche parte dell'albero, una
voce maschile, sembrava quella di un ragazzo.
- ti ho visto cadere dall'albero, stai bene?- cercandolo tra i rami e
le foglie.
- devi andartene!- sembrava arrabbiato per qualcosa, ma io non avevo
fatto niente di male.
- sicuro di stare bene? hai fatto davvero un brutto volo!-
non ne capivo il motivo ma sentivo che quel ragazzo aveva bisogno di
aiuto, forse lo avevo capito dal tono di voce che aveva, di certo
non mi sarei mossa da li se prima non fossi stata sicura che
non si era fatto male.
- scendi, fatti vedere- gli chiesi cercando di sembrare il
più amichevole possibile. vidi un'ombra muoversi tra i rami
e saltare giù scuotendo l'albero.
- contenta adesso?- disse rimanendo nascosto nel buio.
-vieni sotto la luce, fammi vedere se sei ferito-
fede due passi in avanti. quando riuscii a vederlo bene rimasi
pietrificata. era un ragazzo che sembrava poco più grande di
me, era stupendo, sia fisicamente che in volto, sembrava un modello e
io avevo perso le parole.
- ti sei spaventata?- disse lasciando trasparire un lieve sorriso sul
volto.
- no, stavo solo controllando che non fossi ferito- cercai di evitare
di fare una terribile figuraccia.
- adesso vattene ho da fare!- disse con aria minacciosa.
- e cosa dovresti fare difronte l'albero davanti casa mia?- chiesi con
una punta di cattiveria.
- tu abiti li?-chiese sbalordito.
- si! la vedi quella finestra?- gli indicai la luce della finestra che
si intravedeva dagli alberi.
-quella è la mia camera, è da li che ti ho visto
cadere!- continuai.
-tu vedi qualcosa cadere da un albero in piena notte e invece di
chiamare la polizia o chiunque altro esci e vai a vedere tu tutta
sola?!- notai dell'ironia nella sua domanda.
-volevo solo accertarmi che non ti fossi fatto male!- ammisi.
-proprio come pensavo…- esclamò.
-cosa?-
-la tua anima è speciale!- sembrava dispiaciuto di
ciò che mi aveva appena detto, eppure a me sembrava un
complimento.
-per così poco, lo avrebbe fatto chiunque al mio posto!-
-ti sbagli, è proprio per questo che sei speciale!-
-va bene, se lo dici tu!-
-e io cosa dovrei fare? sto morendo di fame-
-vieni con me, ti preparerò qualcosa da mettere sotto i
denti!-
-dovresti essere un po più prudente con i tipi come me!-
-perché?-non capivo quali pensieri gli stessero frugando
nella testa.
-io sono un demone e come tale mi nutro di anime-
non capivo se stesse scherzando o no perché era
terribilmente serio.
-demone? mi stai forse prendendo in giro? e magari mi vorresti dire che
vorresti la mia anima perché è speciale?!-
-devo nutrirmi per sopravvivere! tu sei l'unico essere umano nei
paraggi e per di più con un'anima pura, sarebbe da sciocchi
asciarsi sfuggire questa occasione!-
-si, direi di si…-
non sapevo cosa fare, se scappare e andare di corsa a chiudermi in casa
o aspettare che lui prendesse la mia anima.
-in questi casi dovresti scappare-
-temo sarebbe inutile, mi prenderesti subito, non avrebbe senso- ammisi.
-probabilmente no, non avrebbe senso!-
disse fiondandosi addosso a me facendomi cadere per terra. Era sopra di
me con le braccia all'altezza delle mie spalle.
-cerca di fare presto!- dissi chiudendo gli occhi e stringendo i denti
per alleviare il dolore che avrei sentito. Mi aspettavo
chissà quale strano dolore, o un suo gesto, ma cogliendomi
di sorpresa mi baciò. Sentivo il suo respiro affannato, il
suo petto appoggiarsi al mio e le sue mani accarezzarmi i capelli. la
reazione che abbi mi sorprese. risposi al bacio con estrema
naturalezza, dovuta forse alla dolcezza con la quale mi stava baciando
che mi attraeva a tal punto da non riuscire a fermarmi. improvvisamente
si fermò allontanandosi dal mio viso, mi guardava fisso
negli occhi, sembrava stesse cercando di leggere la mia espressione.
-è così che mi togli l'anima?- chiesi ancora
incredula.
-no, questo è il miglior modo per mettermi nei guai!-
sorrise tristemente.
-potevi farlo, non avrei opposto resistenza!- dissi cercando di capire
perché mi avesse baciata.
-non avrei mai potuto ucciderti!-
-perché?-
-io vengo qui tutte le sere, sapevo che in quella casa viveva un'essere
dotato di un'anima pura, ma non pensavo che un giorno l'avrei
incontrato, speravo che non accadesse mai perché sapevo che
avrei avuto voglia di farti fuori. però quando ti ho vista,
non ho avuto la forza di farlo, quando ho sentito la tua voce, quando
sono riuscito a leggerti dentro ho pensato che mi sarebbe stato
impossibile mettere fine alla tua vita-
-non sai quanto mi faccia piacere sentirtelo dire, ma tu come farai?-
chiesi immaginando che stesse morendo di fame.
-è ancora valido l'invito di venire con te a preparare
qualcosa da mangiare?-
-si certo, andiamo!-
quella sera entrati a casa mi feci raccontare ogni cosa della sua vita,
ne ero affascinata, la libertà che possedeva, i poteri che
poteva usare ogni volta che voleva e la capacità di leggere
le anime delle persone, doveva essere stupendo vivere così,
eppure mentre mi raccontava tutto di lui il suo viso era triste, come
se nella sua perfezione ci fosse il caos più totale. volevo
aiutarlo, fargli capire che aveva il diritto di vivere come ogni essere
umano anche se lui era un demone. restammo circa due ore a parlare di
ogni cosa, di quante volte era venuto sotto casa mia e di quante anime
aveva preso nel corso della sua vita, ogni cosa mi affascinava e questo
lo sbalordiva, forse si aspettava che mi terrorizzassi o che odiassi un
essere come lui, ma non lo pensavo minimamente.
gli feci promettere che mi sarebbe venuto a trovare e prima di andare
via sul ciglio della porta mi diede un'altro bacio, dolce come il primo
ma ancora più travolgente.
-dimmi che sarai solo mia da oggi in poi!- mi sussurrò
nell'orecchio.
-la mia anima ti appartiene anche se si trova nel mio corpo!- dissi
sorridendo. se prima non credevo che esistessero i colpi di fulmine da
quella sera avevo cambiato idea, mi ero innamorata di quel bellissimo
demone che mi voleva uccidere.
-è più al sicuro li che in qualsiasi altro
posto!- sparì nel nulla lasciandosi dietro solo il vento.
La notte non chiusi occhio nella speranza che apparisse davanti a me e
mi baciasse come aveva già fatto. La mattina mi svegliai un
po stordita, non sapevo se quello che era successo ieri fosse stato
solo un sogno oppure la realtà. temevo di aver sognato tutto
e senza fare colazione dopo essermi sistemata e vestita andai sotto
l'albero dove lo avevo visto cadere la notte scorsa ma quando arrivai
non vidi nessuno.
-buongiorno!- la voce proveniva da sopra l'albero. saltò
giù dai rami e mi venne incontro.
-pensavo di aver sognato tutto!- ammisi con sollievo nel vedere che non
era stato un sogno.
-sarebbe stato meglio!-
-questa notte ho pensato a una cosa!- dissi cercando di distrarlo da
quei pensieri che aveva in testa.
-cosa?- chiese incuriosito.
-se mi chiedessero di scegliere tra salvare la tua vita o la mia...
salverei la tua!-
-faresti male, io sono già morto!-
- tecnicamente no, è solo che non sei completamente umano!-
- no io non sono per niente umano! È solo la tua impressione
perché mi vedi così! Ma probabilmente cerchi solo
di convincerti che lo sono perché la verità ti
farebbe paura o peggio ancora ribrezzo!-
era serio, come poteva essere serio, come poteva anche solo pensare
queste stupidaggini?!
-le tue parole mi fanno ribrezzo! Davvero pensi questo di me?-
chiesi guardandolo negli occhi. Non era facile sostenere il suo sguardo
profondo ma in quella situazione mi veniva spontaneo cercare di fargli
leggere nel mio viso tutto il fastidio che mi aveva arrecato con quel
suo parlare di cose che nemmeno immaginava.
- è più forte di me, se fossi tu al mio posto non
lo penseresti anche tu?-
- non lo so ma quello che penso io di te lo sai benissimo, altrimenti
non staremmo qui a parlare adesso! Lo sai bene che non mi importa cosa
o chi sei, io ti amo e basta! Ti amo perché sei tu, ti amo
perché da quando ti ho incontrato non faccio altro che
pensare a te!-
-io invece non faccio altro che pensare che sarebbe stato meglio se non
ci fossimo incontrati affatto! tu devi stare con le persone normali!-
- cosa me ne faccio della normalità quando posso avere te al
mio fianco?-
gli avvolsi le braccia al collo e lo baciai pensando che fosse
l’unico modo per fargli capire quanto lo amassi davvero,
quanto ogni cosa di lui mi attraeva, quanto fosse impossibile per me
vivere senza il suo respiro. Era la mia droga e io ne ero dipendente.
chiedo scusa a tutti per gli errori nel testo ma il
programma k uso non lo conosco ancora bene e ringrazio per avermi
avvisata ^^ spero che ora la vostra lettura sia più
piacevole se noterete altri problemi vi prego informatemi grazie ancora.