Il Meraviglioso Paese di Oz

Sembrava un uomo, eppure non era di carne e d’ossa. Le membra imbrattate di sangue scintillavano, e solo dopo qualche secondo lei intuì che fossero fatte di metallo; non aveva però indosso una corazza, poiché la latta lo ricopriva dalla testa ai piedi. Un berretto a forma di imbuto rovesciato gli proiettava un’ombra sul viso. Poi alzò il capo, e Dorothy si sentì trafitta dai pozzi neri che aveva al posto degli occhi.
Pozzi vuoti, terribilmente vuoti, anche più dei suoi.
L’uomo fatto di latta rimase immobile per qualche istante, e alla luce del sole filtrata dai rami spiccarono sul suo viso delle scie bagnate: lacrime?
[ dal capitolo 5 ]
Scordatevi tutto quello che sapete su questa storia.
Il Paese di Oz non è quel regno fatato in cui anche le cose brutte non fanno mai troppo male. Le Streghe Cattive non si limitano ad incutere un po’ di timore. Il Mago non è il ciarlatano dall’animo buono che ricordate. Il Leone Codardo non è quel povero animale ridicolizzato che si limita a tremare di paura. Il Boscaiolo di Latta non usa la sua accetta arrugginita di lacrime per spaccare legna. Lo Spaventapasseri non è un amabile mucchio di paglia gentile e benevolo persino con i corvi. E in tutto questo, Dorothy Gale, adolescente introversa legata ad un dramma che l’ha sconvolta nel profondo, non ha la minima intenzione di tornare nel Kansas.