Defying
Gravity
Un
ragazzo biondo stava appollaiato su un
albero, riflettendo intensamente. Sebbene nessuno potesse vederlo, era
già
pronto per una rapida partenza. Doveva esserlo, dopo quello che era
successo.
Eppure…
quei due mesi non potevano essere
completamente sprecati. Anche perché sarebbero
successivamente tornati a
chiedergli il conto, se gli avesse semplicemente voltato le spalle.
C’era
una questione che doveva chiudere prima
di partire, e sapeva che sarebbe venuta da lui senza che lui avesse la
necessità di inseguirla. La conosceva troppo bene.
Perciò
dette solamente un brusco morso alla
mela che teneva in mano con denti da bestia selvaggia, aspettando.
«È
inutile che provi a resistere, amico mio»
mormorò piano, con un mezzo sorriso.
«Dieci…»
Da
qualche parte sopra di lui, un corvo
gracchiò.
«Nove…»
Il
vento parve intensificare la sua forza.
«Otto…»
Il
sole, ancora alto nel cielo, venne per un
attimo oscurato da una nuvola di passaggio.
«Sette…»
In
lontananza, vicino al villaggio, risuonò uno
schianto secco.
«Sei…»
L’erba
sotto di lui si agitava come le onde
dell’oceano prima della tempesta.
«Cinque…»
L’oceano…
gli era mancato così tanto, in quei
giorni…
«Quattro…»
Il
vento che aveva visto crescere raggiunse il
suo albero, scuotendo spietatamente i suoi rami.
«Tre…»
Chiuse
gli occhi e ispirò profondamente, come
un segugio fiuta l’aria in cerca della preda.
«Due…»
Sogghignò
leggermente: era già nell’aria.
«Uno…»
Elphaba - why couldn't you have stayed calm for
once, instead of flying off the handle!
(sung) I hope you're
happy!
I hope you're happy now
I hope you're happy how you
Hurt your cause forever
I hope you think
you're clever!
«Che
cosa
hai fatto?!»
Il
ragazzo
aprì nuovamente gli occhi. «Zero»
finì sottovoce con un sorriso.
Dove
prima non c’era altro che erba e foglie,
stava una figura mezza accasciata, gli occhi lampeggianti per un dolore
insostenibile.
«Perché?»
chiese con voce strozzata, tendendo una mano verso di lui. «Perché, Gellert?»
Lasciò ricadere la
mano mentre si appoggiava al tronco, in cerca di qualcosa che lo
aiutasse a
restare in piedi. «Perché
non sei
potuto restare calmo, per una volta? Conosci Ab, lo sai
com’è fatto…» Un nuovo
singhiozzo gli risalì il petto ed esplose nella sua gola,
quasi gettandolo a
terra. «E Ariana… Ariana…»
Gellert
non si mosse, continuando a guardarlo
dall’alto con un mezzo sorriso. Non avrebbe continuato a
soffrire così, non
glielo avrebbe permesso. Ma prima era meglio che si sfogasse.
«E
poi sei volato via! Gellert, a cosa diavolo
stavi pensando?!» Alzò nuovamente lo sguardo, gli
occhi chiari che sembravano
ardere. «Spero che tu sia felice, ora!» Si
portò entrambe le mani alle tempie.
«Spero che tu sia felice di come hai
distrutto l’unica ancora che mi teneva bloccato qui! Ah!»
Cadde in ginocchio. «E io ti ho sostenuto per tutto
questo tempo, io ero d’accordo con te… e ritenevo
entrambi così intelligenti… e
ora Ariana… Ariana…»
I
hope you're happy
I
hope you're happy, too
I
hope you're proud how you
Would
grovel in submission
To feed your own
ambition
Gellert
saltò agilmente giù dall’albero.
«Spero
che tu
sia felice, Albus» ribatté restando a
distanza. «Spero che anche tu sia
felice di come hai finalmente
risolto il tuo problema, invece di dover continuare ad abbassare la
testa e
fingere di nascondere l’ambizione che hai sempre
provato.»
Lo
guardò con un sogghigno: aveva di nuovo
alzato la testa verso di lui, gli occhi ora furiosi. Bene, era quello
che
voleva. Voleva provocare la sua
rabbia, perché una volta provocato avrebbe abbassato le sue
difese, come aveva
sempre fatto. Avrebbe abbassato le difese che si era costruito in tanti
anni di
silenzio e solitudine e lui avrebbe potuto ottenere quello che voleva.
Ora
doveva solo farlo esplodere, per fargli dimenticare quel dolore e
concentrare
sui loro obbiettivi. Loro. Non
più
solo suoi.
«Spero
che tu sia soddisfatto di come le cose
siano andate a finire» proseguì deliberatamente.
«Ora che non hai più bisogno
di fingere un affetto che non provavi, o uno spirito di abnegazione che
non hai.» Gli si
avvicinò mentre il
tremito che lo scuoteva tornava. «Dimmi, Albus»
mormorò piegandosi sul suo
orecchio, «eri tanto orgoglioso del modo in cui ti piegavi
tutto sottomesso ai
capricci di una bambina handicappata e nel frattempo alimentavi la tua
ambizione
con me?»
Un
incantesimo lo colpì in pieno petto,
spedendolo a diversi metri di distanza.
So though I can't imagine how
I
hope you're
happy right now
Ma
invece di gridare, come sarebbe stato
normale aspettarsi, Gellert scoppiò a ridere. Albus stava
avanzando verso di
lui, a bacchetta spiegata, i lineamenti distorti dalla rabbia e dal
dolore come
non lo aveva mai visto.
Ma
non lo temeva. Non avrebbe mai temuto la
furia di Albus, perché lo conosceva troppo bene.
Perciò
schivò il secondo incantesimo e fu veloce
a ribattere. Era esattamente questo quello
che voleva. Voleva che Albus si concentrasse sulla rabbia che provava
per lui
per non cadere in una di quelle crisi di colpevolezza che lo prendevano
saltuariamente e che erano quanto di più controproducente
avesse mai
incontrato.
(spoken)
Elphie, listen to me. Just say you're sorry:
(sung) You can still be with the Wizard
What you've worked and waited for
You can have all
you ever wanted:
Gli
incantesimi cessarono all’improvviso. «Sono
un’ipocrita, Gellert» mormorò Albus con
voce roca, lasciando scivolare la
bacchetta. «Sono qui a rimproverarti per qualcosa che io ho scatenato, per qualcosa di cui io sono responsabile.» Si
lasciò cadere e strinse le ginocchia al
petto. «Tu non sei nemmeno dispiaciuto, vero?»
chiese con un sorriso amaro. «A
te non è mai importato niente se non quello che vuoi
ottenere, non è così?»
Gellert
gi si avvicinò. «E non è lo stesso
anche per te, Albus?» gli chiese quasi con dolcezza.
«Hai lasciato che una
sorella menomata condizionasse la tua vita. Ora vuoi che sia il suo
fantasma a
farlo?» Gli strinse forte una spalla. «Vuoi
distruggere tutto quello per cui
abbiamo lavorato e aspettato? Albus» proseguì con
una sorta di strana urgenza,
«possiamo avere tutto quello che vogliamo, lo sai
questo?»
(spoken) I know:
(sung)
But I don't want it -
No
- I can't
want
it
Anymore:
«Lo
so» mormorò quasi impercettibilmente Albus.
Si
alzò nuovamente in piedi, nascondendo il
viso nelle mani. «Ma io non lo voglio – no, io non posso volerlo più, Gellert,
lo capisci questo?»
«No»
rispose l’altro con cristallina chiarezza
alzandosi e avvicinandosi di nuovo. «Ho un’opinione
troppo alta della tua
intelligenza per credere che il senso di colpa possa indurti a
mortificare
tutto il potere che hai, e che sai di
avere.»
Something has changed within me
Something is not
the same
Albus
rise brevemente, una risata secca e
stonata che faceva male. «Be’, qualcosa
è cambiato in me, Gellert.» Alzò gli
occhi al cielo e si voltò. «Le cose non sono
più le stesse, e c’è voluta la
morte di mia sorella per farmelo capire.» Lo fissò
intensamente. «Ti rendi
conto che abbiamo progettato omicidi a
cuor leggero, senza nemmeno chiederci quante persone avrebbero sofferto
quello
che io sto soffrendo ora per la nostra sete di potere?»
Scosse la testa e
abbassò lo sguardo. «Gellert, siamo andati troppo
oltre. Non posso diventare un assassino a cuor
leggero, non dopo aver sperimentato cosa vuol dire… una
morte vicina. Non ce la
faccio.»
I'm through with playing by the rules
Of someone else's
game
«Ce
la faresti benissimo se solo non fossi così
certo che è tuo dovere morale sentirti in colpa,
Albus» ribatté tagliente Gellert,
facendo un passo indietro. «Ma per te è sempre
stato così, vero?» proseguì
mordace, sogghignando. «Non osi mai fare quel passo in
più che ti porterebbe a
liberarti delle convenienze di una razza inferiore alla
nostra.» Scoppiò a
ridere e lo guardò, gli occhi brillanti per
l’immortalità della giovinezza.
«Be’, io sono stanco di giocare secondo le regole
che qualcun altro aveva
scritto per un altro gioco, Albus.» Si avvicinò al
suo orecchio e mormorò: «Io
ho il potere e la
volontà di
riscrivere le regole, e lo farò, Albus.»
Si allontanò per poter incrociare i suoi occhi. «E
tu puoi farlo tanto quanto
me, se solo accetti di uscire dal tuo guscio e essere libero.»
Too late for second-guessing
Too late to go
back to sleep
«Non
lo
capisci, genio? Siamo andati troppo oltre.»
Cominciò a girargli attorno. «Cosa vorresti fare,
ora, tornare ad una mera
vita inutilmente spesa per cercare di espiare un fatto
inevitabile?» Gli si
accostò e gli strinse le spalle. «È
troppo tardi per ripensamenti, è troppo
tardi per tornare in quel letargo della mente che è lo stato
comune della
maggior parte delle persone, Albus. Noi non siamo come loro,
né lo siamo mai
stati.»
It's time to trust my instincts
Close
my eyes: and leap!
«Ormai
è ora di affidarci a qualcosa di più
grande, è ora di fidarci solo l’uno
dell’altro.»
Albus
non era mai stato in grado di sostenere
il fascino della sua voce. C’era qualcosa, nelle sue parole,
che incatenava e
affascinava, che lo portava lontano da legami durati una vita in un
mondo in
cui era ancora tutto possibile, dove non c’erano limiti da
sostenere.
E
Gellert lo sapeva. Ed era sempre stato quanto
mai abile a sfruttare questa sua debolezza.
«È
tempo che impari a fidarti del tuo istinto,
Albus» gli disse, continuando a muoversi. «Ne hai
tutte le possibilità, e le
capacità.» Gli afferrò un braccio.
«Albus, lo sai come potrebbe essere il tuo
futuro. Lo sappiamo entrambi, lo
abbiamo sognato, lo abbiamo pianificato fino a farlo diventare
più concreto di
un sogno.» Si allontanò appena per poterlo
inquadrare completamente. «Ora basta
che chiudi gli occhi, e hai la possibilità di accedervi.
Possiamo ancora volare
insieme, Albus.»
«Volare…»
It's
time to try
Defying
gravity
I
think I'll try
Defying
gravity
And you can't
pull me down!
«È
tempo di cominciare, Albus.» Era infiammato,
era appassionato, era ardente; erano questi i motivi per cui nessuno
poteva
ascoltarlo parlare e restare indifferente. «È
tempo di provare a sconfiggere le
loro norme e le loro paure.» Lo guardò con un
sorriso. «Penso che proverò a
ribellarmi a tutte le catene che ci hanno messo addosso fin da quando
siamo
nati, perché nessuna di quelle è degna di noi,
nessuna di quelle era scritta
per persone come noi.» I suoi occhi avevano acquistato una
luce nuova, quel
seme di controllata follia, e di celata ambizione, che dominava le sue
iridi
scure quando non si curava di tenerle nascoste. «E Albus,
devi credermi quando
ti dico che nemmeno tu mi potrai incatenare a terra.»
Can't I make you understand?
You're having
delusions of grandeur:
«Proprio
non lo capisci, Gellert?»
sospirò Albus, ripiombando bruscamente nella
realtà. «Tutto quello che abbiamo pianificato non
sono altro che sogni. Sogni, Gellert.»
Abbassando la
voce, mormorò: «Sogni crudeli di due ragazzini
piegati dall’ambizione…»
Quando
l’altro scoppiò francamente a ridere,
sospirò più pesantemente. «Come faccio
a fartelo capire, Gellert? È solo
un’illusione, un’illusione di grandezza che
può distruggerci entrambi. Che ha
già cominciato a farlo…»
I'm through accepting limits
'cause someone
says they're so
«Io
mi rifiuto, Albus» rispose Gellert, quasi
con dolcezza. «Mi rifiuto di accettare dei limiti solo
perché qualcun altro
dice che ci sono.» Lo guardò con un sorriso.
«Tu parli di illusioni, ma credi
veramente che lo siano? Non lo sono, Albus, non per le nostre
potenzialità. Lo
sarebbero per chiunque altro. Non per noi.» Rapì
nuovamente i suoi occhi.
«Albus, il fatto che entrambi siamo cresciuti in una
società che per mancanza
di abilità si è data certi limiti non costringe
anche chi è ben al di sopra di
quei limiti di rispettarli. Siamo al di sopra di qualunque
società, Albus,
perché non c’è mai stato un potere come
il nostro.» Piegò leggermente la testa.
«Vuoi davvero permettere che dei mediocri regolino la nostra
vita, per sempre?
Io non ci sto, Albus.»
Some
things I cannot change
But
till I try, I'll never know!
«Forse
ci sono alcune cose che non possiamo
cambiare» proseguì lentamente. «Ma
finché non proviamo, non lo sapremo mai.»
Sorrise, mettendo in mostra i denti da fiera. «Non possiamo
basare la nostra
conoscenza su limiti che qualcun altro ha scritto per un potere
diverso,
Albus.» Alzò gli occhi al cielo.
«Meritocrazia, Albus. È tutto lì il
punto. Una
società più giusta deve essere meritocratica. E
se è meritocratica, credimi,
saremo noi sulla vetta, e nessuno
potrà mai levarci. Perché quindi opporci a creare
una società più giusta?»
Too long I've been afraid of
Losing love I guess I've lost
Well, if that's love
It comes at much
too high a cost!
Lo
guardò interrogativo. «È sempre quel
tuo
problema dell’amore, Albus?» chiese. «Hai
paura che siccome prendi quello che
meriti potrebbero smettere di amarti e cominciare ad
odiarti?» Con un movimento
tanto veloce da essere impercettibile, gli si avvicinò e
cominciò a scuoterlo
con una nuova urgenza. «Albus, sei stato spaventato per
troppo tempo di perdere
l’amore di quelli che ti stanno intorno. Tua madre, tua
sorella e tuo fratello.
Ora… be’, immagino che tu fratello ti odiasse
comunque, anche prima. L’invidia
è la malattia della mente, Albus.»
Poggiò la sua fronte sulla sua, obbligandolo
a guardarlo negli occhi. «Albus, ti rendi conto che se
veramente è questo il
tanto decantato Amore ha un prezzo troppo alto? Devi sacrificare la tua
vita
solo per poter ottenere un briciolo di affetto da persone che non ne
capiscono
l’importanza? Agrippa benedetto, Albus, svegliati!»
Lo scosse di nuovo, con più leggerezza.
«L’Amore può esistere
solo fra simili, Albus. E tu non
hai mai incontrato un tuo simile, eccetto me.»
I'd sooner buy
Defying gravity
Si
allontanò e aprì le braccia, come per
abbracciare tutto quello che vedeva. «Io andrò,
Albus.» Gli rivolse un’occhiata
ironica. «Io sono nato per questa guerra, Albus, per questa
guerra contro la
gravità. Io andrò a ridefinire la trama stessa
della magia così come la conosci,
Albus. Non permetterò a nessuno di
dimenticare il mio passaggio, Albus, arriverò
così in alto che nessuno potrà
evitare di vedermi. Sconfiggerò qualunque cosa si
porrà fra me e il mio
obbiettivo, se necessario.» Si voltò nuovamente
verso di lui, sembrava in preda
ad un attacco di follia, gli occhi febbricitanti e le labbra distorte
in un ghigno
bestiale, che non donava ai suoi bei lineamenti ma li rendeva in
qualche modo più
selvaggi, meno umani[1].
«Io
so cosa può essere
meglio per tutti,
Albus. Ridisegnerò il mondo a mia
immagine, se sarà necessario. Riesci a vedermi,
Albus?»
Lo
poteva
vedere. Poteva vedere la sua
figura forte, aggraziata, imperiosa muoversi fra servi sottomessi e
nemici
sconfitti, inarrestabile, indomabile, spaventosa e bellissima ad un
tempo.
Poteva
vederlo ordinare di spaccare le montagne
ed aprire i cieli per ottenere quello che voleva, riusciva a vederlo
imprimere
nuove regole nella fisica, convertire la gravità e
ridisegnarla come voleva.
Gellert
avrebbe potuto farlo. Gellert aveva sia
la volontà che il potere di farlo.
Kiss me goodbye
I'm defying gravity
And you can't
pull me down:
«Non
provare a fermarmi, Albus» proseguì,
mentre l’illusione scompariva. Scoppiò
improvvisamente a ridere e non riuscì a
fermarsi per qualche tempo. «“Se tutto è
perduto, separiamoci con un bacio”. Anche i Babbani possono
fare qualcosa di
decente, saltuariamente.» Lo canzonò con gli
occhi. «Me lo darai un bacio di
addio prima che io sparisca oltre quelle nuvole, più alto di
quanto nessuno è
mai arrivato, più alto di quanto nessuno sarà mai
in grado di portarmi giù?»
Uno
sguardo senza via d’uscita fu tutta la sua
risposta.
(spoken) Glinda - come with me. Think of what
we could
do: together.
(sung) Unlimited
Together we're unlimited
Together we'll be the greatest team
There's ever been
Gellert
parve ridimensionarsi all’improvviso.
«Albus» mormorò tornando vicino, gli
occhi quasi supplici, «vieni con me. Pensa
soltanto a quello che potremmo fare insieme.»
Il
vento scosse il suo mantello mentre tendeva
una mano verso di lui, un invito ed un ordine.
«Vieni,
Albus!» ripeté con forza. «Non hai
più
niente che ti blocchi, qui, sei libero, finalmente!
Non devi niente a nessuno, se non a te stesso.» Sorrise, un
puro sorriso di
gioia. «Albus, non abbiamo nessun limite insieme!
Siamo completamente inarrestabili, insieme! Insieme siamo la
più grande
squadra che si sia mai vista! Chi pensi potrebbe mai fermarci, chi mai oserebbe fermarci, insieme?»
Scoppiò a
ridere, sembrava ubriaco. «Insieme siamo talmente potenti che
dovremo darci
altri obbiettivi oltre a conquistare il mondo. È decisamente
troppo facile…»
Glinda
-
Dreams,
the way we planned 'em
If we work in
tandem:
«Qualunque
sogno, qualunque ambizione… sarebbe
tutto come vogliamo noi, Albus. Basterebbe uno di noi per conquistare
il mondo.
Insieme possiamo distruggerlo e ridisegnarlo come preferiamo. Possiamo
essere
magnanimi o terribili, possiamo essere tutto quello che vogliamo senza
nessuna
necessità di bloccarci o frenarci per rispetto alla
mediocrità altrui.» Gli
strinse una mano. «Albus, non troveremo mai nessun altro come
io per te o tu
per me. Non c’è nessun altro al mondo al nostro
livello. Non c’è nessun altro
al mondo che possa condividere i nostri sogni, i nostri obbiettivi,
anche solo
i nostri studi. Nessuno che possa comprenderne la portata. Abbiamo solo
persone
che vogliono ridimensionarli per portarli al basso livello della loro
comprensione.» Sorrise. «Albus, siamo nati per
stare insieme, e tu lo sai.
Possiamo fare qualunque cosa…»
«Se
lavoriamo insieme…» mormorò Albus,
assente.
Gellert
sorrise, trionfante. Albus non era uno
stupido, poteva vedere il loro futuro come lui. Non c’era
nessun altro per due
menti come le loro. Nessuno che potesse apprezzare i loro risultati,
nessuno
che potesse arrivare anche solo al loro livello di base. Se non erano
insieme,
erano soli.
E
quella era una condanna a vita. Albus non
poteva essere così stupido, così egoista
da
condannarli entrambi ad una vita di solitudine.
There's no fight we cannot win
Just
you and I
Defying
gravity
With
you and I
Defying gravity
Per
un attimo, la stessa luce che animava i
suoi occhi si specchiò in quelli di Albus. «Non
c’è nessuna battaglia che non
possiamo vincere» ripeté, quasi in trance, mentre
dolore e rabbia venivano
continuamente oscurati dallo splendore del suo sogno. Lo
guardò mentre un
timido sorriso cominciava a farsi strada negli strati della sua mente
che
ancora resistevano, che lo legavano ancora ad un mondo che era stato
distrutto
perché era semplicemente troppo piccolo per poterlo
confinare. «Solo io e te,
senza bisogno d’altro…» Rise appena.
«Non avremmo bisogno d’altro per poter
vincere…»
«Insieme,
Albus» insistette Gellert vedendolo
cedere. «Distruggere ogni limite! Fra te e me, credi che ci
sarà mai qualche
obbiettivo troppo grande per noi? Con le mie forze unite alle tue?
Ah!»
They'll never bring us down!
(spoken) Well?
Are you coming?
«Non
ci sarà mai nessuno capace di riportarci a
quei meri livelli umani!» L’entusiasmo della
vittoria colorava e inspessiva la
sua voce come se stese cantando. Il vento scuoteva i suoi capelli
biondi e il
suo mantello nero quasi coreograficamente, mentre faceva un passo
indietro e
tendeva di nuovo la mano verso di lui, stavolta quasi formalmente.
«Allora?»
chiese impaziente. «Verrai?»
I hope you're happy
Now
that
you're choosing this
Per
un attimo, dolore e ambizione combatterono
una dura battaglia dietro i suoi occhi. Ma il dolore l’ebbe
vinta. Il viso di
Ariana tornò prepotentemente davanti ai suoi occhi, lo
sguardo sbarrato, la
bocca appena aperta da cui colava un filo di bava, gli arti spezzati in
angoli
scomposti.
Sospirò
prepotentemente mentre un nuovo tipo di
dolore si faceva avanti. I piedi lo portarono indietro, ritraendosi
fisicamente
da quella proposta troppo seducente.
«Spero
che tu sia felice di quello che stai decidendo,
Gellert» disse lentamente. «Spero che troverai la
tua strada, e che tu sia in
grado di seguirla con saggezza…» La voce gli si
spezzò e gli piegò la testa.
(spoken)
You too
(sung) I hope it
brings you bliss
La
mano ricadde quasi sonoramente lungo il
fianco. Gellert si sentì per la prima volta completamente
svuotato del suo
potere.
Albus
lo stava abbandonando. Albus gli aveva
voltato le spalle. Albus non sarebbe venuto con lui.
La
rabbia scavalcò il dolore, una rabbia così
bruciante e incontrollata che ricordava di averla provata pochissime
volte
nella sua vita. Era la rabbia prima di un omicidio, non di quelli per
potenziarsi, ma di quelli che avevano una ragione che affondava le
origini nel
suo orgoglio.
Albus
era uscito dalla sua influenza.
«Bene!»
esplose facendo anche lui un passo
indietro. «Spero che anche tu sia felice, Albus, di aver
scelto di restare
nell’ombra, nella mediocrità!» Si
inchinò con tutto il disprezzo che riuscì a
metterci. «Ti auguro che ti porti tante soddisfazioni e tanta
felicità…» Rise,
stavolta senza nessuna allegria. Albus non l’aveva mai
sentito così amaro.
«Direi che te le meriti, dopo questo straordinario sacrificio
pieno di buona
volontà… e di egoismo.» Lo
guardò senza più nessuna simpatia negli occhi.
«È
molto più gratificante sentirsi il bravo ragazzo della
situazione, vero?
Dopotutto ci vuole coraggio per
uscire dal sentiero che gli altri tracciano per
noi…»
I really hope you get it
And you don't live to regret it
I hope you're happy in the end
I hope you're
happy, my friend:
Albus
alzò la testa, lo sguardo improvvisamente
neutro. «Spero davvero che tu ottenga quello che vuoi,
Gellert, qualunque cosa
sia. Mi chiedo se tu lo sappia…»
Gellert
gettò la testa indietro e rise di
nuovo, pieno di scherno. «Io lo
so,
Albus. Ma tu lo sai? Riesci a
capire a cosa stai voltando le spalle?»
Sogghignò, pieno di scherno. «Ti auguro di non
vivere per rimpiangere questa
scelta.» Arricciò le labbra.
Albus
sembrava calmo, più pallido del solito ma
di nuovo padrone di sé. «Ti auguro di essere
felice, alla fine» mormorò
guardandolo allontanarsi. «Ti posso solo augurare ogni
felicità… amico mio.»
Sorrise appena, a fatica. «Mio unico amico»
aggiunse sottovoce.
Ma
il vento portò il suo sussurro a Gellert,
che fece una smorfia amara che in altri tempi sarebbe stato un sorriso.
«Se
questo è quello che vuoi» disse soltanto.
Una
nuova folata di vento più forte lo scosse,
ma questa volta parve riuscire nel suo intento di sollevarlo da terra.
So if you care to find me
Look to the
western sky!
Più
si sollevava e più sembrava occupare la
volta del cielo, a braccia aperte, lo sguardo ancora incatenato al suo,
senza
più luce né gioia dietro gli occhi.
«Allora,
se ti importerà ancora di trovarmi,
guarda solamente nei cieli dell’est: io sarò
lì, ad aspettarti, se necessario.»
La sua forma sembrava crescere continuamente, immensa. «E
renderò impossibile a
chiunque perdermi di vista. Perciò tutto quello che dovrai
fare quando sarai
rinsavito è alzare i tuoi occhi. Io sarò
lì, in attesa del minimo cenno.»
I
suoi occhi si mossero verso il cielo, e di
nuovo sul suo viso si accese la follia, quella follia che avrebbe
consumato
decine di vite prima di essere arginata.
As
someone told me lately:
"Ev'ryone
deserves the chance to fly!"
«Dopotutto,
come un vecchio amico mi disse una
volta, “tutti meritano una possibilità di
volare”.» Tornò a guardarlo,
canzonatorio. «Il fatto che poi questo amico si sia trapanato
le ali da solo
immagino che sia irrilevante.»
Si
sollevò sempre di più, allontanandosi lentamente,
come se ancora qualcosa lo legasse a terra.
Qualcosa
lo
legava a terra, un legame cresciuto in soli quattordici
giorni, più forte
di ogni altro creato in sedici anni.
Ma
non avrebbe permesso nemmeno a quello di
arpionarlo a terra.
Aveva
sempre amato volare. Le sua ali non
sarebbero mai state bloccate.
Mai.
And if I'm flying solo
At least I'm
flying free
Albus
lo guardava allontanarsi e cercava di
convincersi che la sua scelta era la più giusta. Sapeva che era la più giusta.
Ma questo non la rendeva più pesante.
«Se
non altro» lo raggiunse la sua voce,
di nuovo così amara e
sferzante come non era mai stata con lui, «anche se volo da
solo, almeno posso
volare in piena libertà. Non ho paura di spezzare i miei
legami, io!» Volteggiava
sopra la sua testa,
come uno sparviero in cerca di una preda. «Libero,
Albus, come tu non sei mai stato. Come non ti sei mai
permesso di essere.
Chi semina vento raccoglie tempesta, ricordalo.»
Lo
sapeva. E se quella tempesta lo avesse
distrutto, ne sarebbe stato solo grato. Non meritava né di
volare né di essere
libero, non dopo quello che aveva fatto. Azione, reazione. Il peso
della
reazione era proporzionale alla sua azione. E la sua azione era stata
l’incuria, l’indifferenza, e la
stupidità. Come stupirsi se lo scotto da pagare
era più salato di quanto qualunque altra cosa lo fosse mai
stato?
To
those who'd ground me
Take
a message back from me
Tell
them how I
am
Defying gravity
«E
a tutti quelli che proveranno a bloccarmi,
portagli un mio messaggio, mio eroe senza macchia e senza
paura.» Ancora la sua
voce, una voce che sapeva dove colpire e non aveva più
remore a farlo. «Raccontagli
di come io, io solo ho osato e
sono
riuscito a ribellarmi alla gravità! Digli di ricordarsi
questo fatto e di
tremare, perché le prossime a cadere saranno le loro regole,
quelle regole che
li fanno sentire così sicuri di sé. Digli di
guardarmi volare e piangere,
perché dopo aver visto quello dovranno riconsiderare tutto
quello che avevano
visto prima. Non ci sarà più niente come prima,
per loro.»
I'm flying high
Defying gravity
And soon I'll
match them in renown
«Io
posso volare alto come nessuno di loro ha
neppure il coraggio di sognare. Albus, tu ne sai qualcosa,
vero?» L’eco della
sua risata lo raggiunse anche lì dove si trovava, a terra,
con tutta la sua
volontà concentrata su non cercare la sua bacchetta, nell'erba, da qualche parte.
Tornò
di nuovo a focalizzarsi sui suoi
pensieri. Non gli avrebbe permesso di prendere il sopravvento di nuovo.
Aveva
imparato anni prima a controllarsi. Gellert gli aveva insegnato a
sfruttare i
suoi impulsi, invece di reprimerli. Si trattava solo di imparare di
nuovo a
distruggerli, come si sarebbe sempre dovuto impedire di dimenticare.
Bastava
guardare al cielo per vedere cosa
avevano causato. Gellert era una summa dei sogni di entrambi, anche dei
suoi.
Qualunque azione avrebbe compiuto sarebbe stata anche colpa sua, ne
avrebbe
condiviso la responsabilità anche se non aveva fisicamente
agito.
Era
molto più vecchio, lui. Era dovuto
invecchiare. E il peso delle sue responsabilità lo teneva a
terra, dove non
avrebbe più potuto aiutarlo a uscire da quel circolo di
ambizione e rabbia che
lo avrebbero condotto all’Inferno.
Aveva
perso due volte.
And nobody in all of Oz
No
Wizard that there is or was
Is
ever gonna bring me down!
Improvvisamente
scese in picchiata verso di
lui, fino ad atterrare direttamente in fronte a lui.
«E
non c’è nessuno, in tutto il mondo, Albus,
che mi possa fermare. Nessun mago, né ora né che
ci sia mai stato, sarà mai in
grado di riportarmi a terra, se non sarò io a
autorizzarlo.» Gli afferrò
brutalmente la nuca e lo avvicinò a sé
così velocemente da togliergli il
respiro. «Nemmeno tu, Albus. Nessuno.»
Gli dette un rapidissimo bacio a fior di labbra e si sollevò
di nuovo, così veloce
da sembrare una nuvola trasportata dal vento.
I hope you're
happy!
«Spero
che tu sia felice, allora» mormorò Albus
all’ululato del vento. «Anche per me, amico
mio.»
Spazio
Autrice
Non
c’è niente da fare, in questi due
c’è
qualcosa che mi attrae troppo. La potenza di un novello amore, immagino.
Questa,
in particolare, è dedicata
a mia
sorella, _Milady_, per il suo compleanno. Non so se le
potrà piacere, visto che
neppure io so se mi piace (dopotutto la pubblicherò senza i
suoi vitali
incoraggiamenti), ma in ogni caso… be’, eccola. E
al diavolo il resto (ivi
compreso l’italiano che, essendo ormai abbastanza estraneo
alla mia vita,
immagino sia penoso… vogliate perdonarmi).
La
canzone, di cui sono francamente innamorata,
è Defying Gravity tratta
dal musical Wicked, di Broadway.
Mi ispirava
tantissimo riguardo a quello che avrebbe fatto Gellert, come immagino
si sia
capito.
Di
fatto ho scritto solo un monologo, e io non
sono mai stata un asso a scrivere monologhi. Ma in realtà
questo momento non è
nemmeno Canon (Gellert dovrebbe essere già fuggito, senza
lasciare nessun
addio) e quindi se qualcuno dovesse trovare qualche OOC, per favore me
lo dica
in modo che possa modificare opportunamente le note.
Dopotutto,
è qualcosa di parecchio diverso
dalla mia ultima Grindledore. Di cui, fra l’altro, devo
scrivere i
ringraziamenti:
a
Lady Lynx:
be’, alla fine mi è capitato di scrivere un altro
episodio della vita di
Silente, anche se non Canon. Grazie mille per aver letto e commentato
la mia
storia, per me è stato veramente un piacere, specie
considerando che la tua
biografia di Silente è uno dei miei punti fermi nel
riconsiderare questa
coppia. Mi sono sempre figurata Gellert come un ragazzo dal
dannatissimo
fascino, perdona l’espressione, e ho cercato di renderlo tale
anche se non
viene esplicitamente detto nei libri. Per me lui è
così, semplicemente (sarà il
fascino del cattivo ragazzo? chiediamocelo…). Be’,
spero di non aver
completamente distrutto la stima per l’altra storia con
questa nuova, visto che
è un colpo da cui potrei uscire abbastanza male,
considerando la stima che ho
per te specialmente in materia Albus (fra parentesi, mi dispiace non
riuscire a
continuare a recensire Apeiron ma
sono negli Stati Uniti e mi manca materialmente il tempo per andare su
EFP) e
ancora grazie, LadyMorgan
a
malandrina4ever:
confesso che non me l’aspettavo. Il che era ovviamente molto
stupido da parte
mia, visto che dopo tutto questo tempo dovrei conoscerti, ma mi ha
sorpresa
comunque. E fatto un immenso piacere, ovviamente. Spero che ormai tu
abbia
capito quanto il tuo supporto conti per me, anche a distanza di tempo.
E se
posso contribuire a farti nascere una nuova fissazione, ben venga.
Almeno
potremo andare fuori di testa un’altra volta insieme,
ovviamente nel nostro Sacro
Tempio dell’Ordine della Prugna (e dove, sennò?).
E in quanto a Regulus e ai
Malandrini, possono anche imparare a conviverci. Mi dispiace che questa
storia
non sia al livello dell’altra, temo sia un po’ il
fatto che è una song-fic e un
po’ il fatto che non ho scritto per più di un mese
(e infatti sto morendo di
astinenza, altro che droga e fumo -.-‘). Ma non importa. A
preso! SSP
a
S0emme0S:
pietà, vi scongiuro, pietà! Dopotutto alla fine ho scritto una nuova Grindeldore, anche
se con un Gellert che non è
come l’altro, ma almeno io ci ho provato, no? *si guarda
attorno in cerca di
pietà* *tornando seria e professionale* Io ho un brutto
rapporto con i colpi di
fulmine e quindi ho cercato di non renderlo tale. Dopotutto Albus aveva
appena
perso sua madre e le sue opportunità, doveva essere un
po’ abbattuto… e poi è
un personaggio troppo riflessivo per lasciarsi andare subito,
così… lo so che
l’aprirsi subito può sembrare strano, ma a essere
onesta ho pensato che la
completa e assoluta novità di trovare qualcuno che reputi
alla tua altezza dopo
un’intera vita passata con menti inferiori
(perché Albus e Gellert avevano
menti
superiori, non c’è niente da dire al riguardo) lo
potesse aver scosso
abbastanza da abbassare le difese, per così dire. Grazie per
aver recensito,
immagino tu possa capire cosa sia significato per me (dopo Giochi Pericolosi… xD),
LadyMorgan
[1] Chiaramente tratto dalla definizione del giovane Tom Riddle in Harry Potter e il Principe Mezzosangue. [N.d.A.]