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Autore: LadyMorgan    06/10/2010    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se, prima di fuggire da Godric Hollow, Gellert Grindelwald avesse incontrato un'ultima volta Albus Silente. E cercato di convincerlo a seguirlo.
Sulle note di Defying Gravity dal musical Wicked.
***Dedicato a _Milady_ per il suo compleanno***
[...] «È tempo di cominciare, Albus.» Era infiammato, era appassionato, era ardente; erano questi i motivi per cui nessuno poteva ascoltarlo parlare e restare indifferente. «È tempo di provare a sconfiggere le loro norme e le loro paure.» Lo guardò con un sorriso. «Penso che proverò a ribellarmi a tutte le catene che ci hanno messo addosso fin da quando siamo nati, perché nessuna di quelle è degna di noi, nessuna di quelle era scritta per persone come noi.» I suoi occhi avevano acquistato una luce nuova, quel seme di controllata follia, e di celata ambizione, che dominava le sue iridi scure quando non si curava di tenerle nascoste. «E Albus, devi credermi quando ti dico che nemmeno tu mi potrai incatenare a terra.» [...]
Genere: Generale, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'For the Greater Good'
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Defying Gravity

A _Milady_ , per il suo compleanno

Un ragazzo biondo stava appollaiato su un albero, riflettendo intensamente. Sebbene nessuno potesse vederlo, era già pronto per una rapida partenza. Doveva esserlo, dopo quello che era successo.

Eppure… quei due mesi non potevano essere completamente sprecati. Anche perché sarebbero successivamente tornati a chiedergli il conto, se gli avesse semplicemente voltato le spalle.

C’era una questione che doveva chiudere prima di partire, e sapeva che sarebbe venuta da lui senza che lui avesse la necessità di inseguirla. La conosceva troppo bene.

Perciò dette solamente un brusco morso alla mela che teneva in mano con denti da bestia selvaggia, aspettando.

«È inutile che provi a resistere, amico mio» mormorò piano, con un mezzo sorriso. «Dieci…»

Da qualche parte sopra di lui, un corvo gracchiò.

«Nove…»

Il vento parve intensificare la sua forza.

«Otto…»

Il sole, ancora alto nel cielo, venne per un attimo oscurato da una nuvola di passaggio.

«Sette…»

In lontananza, vicino al villaggio, risuonò uno schianto secco.

«Sei…»

L’erba sotto di lui si agitava come le onde dell’oceano prima della tempesta.

«Cinque…»

L’oceano… gli era mancato così tanto, in quei giorni…

«Quattro…»

Il vento che aveva visto crescere raggiunse il suo albero, scuotendo spietatamente i suoi rami.

«Tre…»

Chiuse gli occhi e ispirò profondamente, come un segugio fiuta l’aria in cerca della preda.

«Due…»

Sogghignò leggermente: era già nell’aria.

«Uno…»

Elphaba - why couldn't you have stayed calm for

once, instead of flying off the handle!

(sung) I hope you're happy!

I hope you're happy now

I hope you're happy how you

Hurt your cause forever

I hope you think you're clever!

«Che cosa hai fatto?!»

Il ragazzo aprì nuovamente gli occhi. «Zero» finì sottovoce con un sorriso.

Dove prima non c’era altro che erba e foglie, stava una figura mezza accasciata, gli occhi lampeggianti per un dolore insostenibile.

«Perché?» chiese con voce strozzata, tendendo una mano verso di lui. «Perché, Gellert?» Lasciò ricadere la mano mentre si appoggiava al tronco, in cerca di qualcosa che lo aiutasse a restare in piedi. «Perché non sei potuto restare calmo, per una volta? Conosci Ab, lo sai com’è fatto…» Un nuovo singhiozzo gli risalì il petto ed esplose nella sua gola, quasi gettandolo a terra. «E Ariana… Ariana…»

Gellert non si mosse, continuando a guardarlo dall’alto con un mezzo sorriso. Non avrebbe continuato a soffrire così, non glielo avrebbe permesso. Ma prima era meglio che si sfogasse.

«E poi sei volato via! Gellert, a cosa diavolo stavi pensando?!» Alzò nuovamente lo sguardo, gli occhi chiari che sembravano ardere. «Spero che tu sia felice, ora!» Si portò entrambe le mani alle tempie. «Spero che tu sia felice di come hai distrutto l’unica ancora che mi teneva bloccato qui! Ah!» Cadde in ginocchio. «E io ti ho sostenuto per tutto questo tempo, io ero d’accordo con te… e ritenevo entrambi così intelligenti… e ora Ariana… Ariana…»

I hope you're happy

I hope you're happy, too

I hope you're proud how you

Would grovel in submission

To feed your own ambition

Gellert saltò agilmente giù dall’albero.

«Spero che tu sia felice, Albus» ribatté restando a distanza. «Spero che anche tu sia felice di come hai finalmente risolto il tuo problema, invece di dover continuare ad abbassare la testa e fingere di nascondere l’ambizione che hai sempre provato.»

Lo guardò con un sogghigno: aveva di nuovo alzato la testa verso di lui, gli occhi ora furiosi. Bene, era quello che voleva. Voleva provocare la sua rabbia, perché una volta provocato avrebbe abbassato le sue difese, come aveva sempre fatto. Avrebbe abbassato le difese che si era costruito in tanti anni di silenzio e solitudine e lui avrebbe potuto ottenere quello che voleva. Ora doveva solo farlo esplodere, per fargli dimenticare quel dolore e concentrare sui loro obbiettivi. Loro. Non più solo suoi.

«Spero che tu sia soddisfatto di come le cose siano andate a finire» proseguì deliberatamente. «Ora che non hai più bisogno di fingere un affetto che non provavi, o uno spirito di abnegazione che non hai.» Gli si avvicinò mentre il tremito che lo scuoteva tornava. «Dimmi, Albus» mormorò piegandosi sul suo orecchio, «eri tanto orgoglioso del modo in cui ti piegavi tutto sottomesso ai capricci di una bambina handicappata e nel frattempo alimentavi la tua ambizione con me?»

Un incantesimo lo colpì in pieno petto, spedendolo a diversi metri di distanza.

So though I can't imagine how

I hope you're happy right now

Ma invece di gridare, come sarebbe stato normale aspettarsi, Gellert scoppiò a ridere. Albus stava avanzando verso di lui, a bacchetta spiegata, i lineamenti distorti dalla rabbia e dal dolore come non lo aveva mai visto.

Ma non lo temeva. Non avrebbe mai temuto la furia di Albus, perché lo conosceva troppo bene.

Perciò schivò il secondo incantesimo e fu veloce a ribattere. Era esattamente questo quello che voleva. Voleva che Albus si concentrasse sulla rabbia che provava per lui per non cadere in una di quelle crisi di colpevolezza che lo prendevano saltuariamente e che erano quanto di più controproducente avesse mai incontrato.

(spoken) Elphie, listen to me. Just say you're sorry:

(sung) You can still be with the Wizard

What you've worked and waited for

You can have all you ever wanted:

Gli incantesimi cessarono all’improvviso. «Sono un’ipocrita, Gellert» mormorò Albus con voce roca, lasciando scivolare la bacchetta. «Sono qui a rimproverarti per qualcosa che io ho scatenato, per qualcosa di cui io sono responsabile.» Si lasciò cadere e strinse le ginocchia al petto. «Tu non sei nemmeno dispiaciuto, vero?» chiese con un sorriso amaro. «A te non è mai importato niente se non quello che vuoi ottenere, non è così?»

Gellert gi si avvicinò. «E non è lo stesso anche per te, Albus?» gli chiese quasi con dolcezza. «Hai lasciato che una sorella menomata condizionasse la tua vita. Ora vuoi che sia il suo fantasma a farlo?» Gli strinse forte una spalla. «Vuoi distruggere tutto quello per cui abbiamo lavorato e aspettato? Albus» proseguì con una sorta di strana urgenza, «possiamo avere tutto quello che vogliamo, lo sai questo?»

(spoken) I know:

(sung) But I don't want it -

No - I can't want it

Anymore:

«Lo so» mormorò quasi impercettibilmente Albus.

Si alzò nuovamente in piedi, nascondendo il viso nelle mani. «Ma io non lo voglio – no, io non posso volerlo più, Gellert, lo capisci questo?»

«No» rispose l’altro con cristallina chiarezza alzandosi e avvicinandosi di nuovo. «Ho un’opinione troppo alta della tua intelligenza per credere che il senso di colpa possa indurti a mortificare tutto il potere che hai, e che sai di avere.»

Something has changed within me

Something is not the same

Albus rise brevemente, una risata secca e stonata che faceva male. «Be’, qualcosa è cambiato in me, Gellert.» Alzò gli occhi al cielo e si voltò. «Le cose non sono più le stesse, e c’è voluta la morte di mia sorella per farmelo capire.» Lo fissò intensamente. «Ti rendi conto che abbiamo progettato omicidi a cuor leggero, senza nemmeno chiederci quante persone avrebbero sofferto quello che io sto soffrendo ora per la nostra sete di potere?» Scosse la testa e abbassò lo sguardo. «Gellert, siamo andati troppo oltre. Non posso diventare un assassino a cuor leggero, non dopo aver sperimentato cosa vuol dire… una morte vicina. Non ce la faccio.»

I'm through with playing by the rules

Of someone else's game

«Ce la faresti benissimo se solo non fossi così certo che è tuo dovere morale sentirti in colpa, Albus» ribatté tagliente Gellert, facendo un passo indietro. «Ma per te è sempre stato così, vero?» proseguì mordace, sogghignando. «Non osi mai fare quel passo in più che ti porterebbe a liberarti delle convenienze di una razza inferiore alla nostra.» Scoppiò a ridere e lo guardò, gli occhi brillanti per l’immortalità della giovinezza. «Be’, io sono stanco di giocare secondo le regole che qualcun altro aveva scritto per un altro gioco, Albus.» Si avvicinò al suo orecchio e mormorò: «Io ho il potere e la volontà di riscrivere le regole, e lo farò, Albus.» Si allontanò per poter incrociare i suoi occhi. «E tu puoi farlo tanto quanto me, se solo accetti di uscire dal tuo guscio e essere libero.»

Too late for second-guessing

Too late to go back to sleep

«Non lo capisci, genio? Siamo andati troppo oltre.» Cominciò a girargli attorno. «Cosa vorresti fare, ora, tornare ad una mera vita inutilmente spesa per cercare di espiare un fatto inevitabile?» Gli si accostò e gli strinse le spalle. «È troppo tardi per ripensamenti, è troppo tardi per tornare in quel letargo della mente che è lo stato comune della maggior parte delle persone, Albus. Noi non siamo come loro, né lo siamo mai stati.»

It's time to trust my instincts

Close my eyes: and leap!

«Ormai è ora di affidarci a qualcosa di più grande, è ora di fidarci solo l’uno dell’altro.»

Albus non era mai stato in grado di sostenere il fascino della sua voce. C’era qualcosa, nelle sue parole, che incatenava e affascinava, che lo portava lontano da legami durati una vita in un mondo in cui era ancora tutto possibile, dove non c’erano limiti da sostenere.

E Gellert lo sapeva. Ed era sempre stato quanto mai abile a sfruttare questa sua debolezza.

«È tempo che impari a fidarti del tuo istinto, Albus» gli disse, continuando a muoversi. «Ne hai tutte le possibilità, e le capacità.» Gli afferrò un braccio. «Albus, lo sai come potrebbe essere il tuo futuro. Lo sappiamo entrambi, lo abbiamo sognato, lo abbiamo pianificato fino a farlo diventare più concreto di un sogno.» Si allontanò appena per poterlo inquadrare completamente. «Ora basta che chiudi gli occhi, e hai la possibilità di accedervi. Possiamo ancora volare insieme, Albus.»

«Volare…»

It's time to try

Defying gravity

I think I'll try

Defying gravity

And you can't pull me down!

«È tempo di cominciare, Albus.» Era infiammato, era appassionato, era ardente; erano questi i motivi per cui nessuno poteva ascoltarlo parlare e restare indifferente. «È tempo di provare a sconfiggere le loro norme e le loro paure.» Lo guardò con un sorriso. «Penso che proverò a ribellarmi a tutte le catene che ci hanno messo addosso fin da quando siamo nati, perché nessuna di quelle è degna di noi, nessuna di quelle era scritta per persone come noi.» I suoi occhi avevano acquistato una luce nuova, quel seme di controllata follia, e di celata ambizione, che dominava le sue iridi scure quando non si curava di tenerle nascoste. «E Albus, devi credermi quando ti dico che nemmeno tu mi potrai incatenare a terra.»

Can't I make you understand?

You're having delusions of grandeur:

«Proprio non lo capisci, Gellert?» sospirò Albus, ripiombando bruscamente nella realtà. «Tutto quello che abbiamo pianificato non sono altro che sogni. Sogni, Gellert.» Abbassando la voce, mormorò: «Sogni crudeli di due ragazzini piegati dall’ambizione…»

Quando l’altro scoppiò francamente a ridere, sospirò più pesantemente. «Come faccio a fartelo capire, Gellert? È solo un’illusione, un’illusione di grandezza che può distruggerci entrambi. Che ha già cominciato a farlo…»

I'm through accepting limits

'cause someone says they're so

«Io mi rifiuto, Albus» rispose Gellert, quasi con dolcezza. «Mi rifiuto di accettare dei limiti solo perché qualcun altro dice che ci sono.» Lo guardò con un sorriso. «Tu parli di illusioni, ma credi veramente che lo siano? Non lo sono, Albus, non per le nostre potenzialità. Lo sarebbero per chiunque altro. Non per noi.» Rapì nuovamente i suoi occhi. «Albus, il fatto che entrambi siamo cresciuti in una società che per mancanza di abilità si è data certi limiti non costringe anche chi è ben al di sopra di quei limiti di rispettarli. Siamo al di sopra di qualunque società, Albus, perché non c’è mai stato un potere come il nostro.» Piegò leggermente la testa. «Vuoi davvero permettere che dei mediocri regolino la nostra vita, per sempre? Io non ci sto, Albus.»

Some things I cannot change

But till I try, I'll never know!

«Forse ci sono alcune cose che non possiamo cambiare» proseguì lentamente. «Ma finché non proviamo, non lo sapremo mai.» Sorrise, mettendo in mostra i denti da fiera. «Non possiamo basare la nostra conoscenza su limiti che qualcun altro ha scritto per un potere diverso, Albus.» Alzò gli occhi al cielo. «Meritocrazia, Albus. È tutto lì il punto. Una società più giusta deve essere meritocratica. E se è meritocratica, credimi, saremo noi sulla vetta, e nessuno potrà mai levarci. Perché quindi opporci a creare una società più giusta?»

Too long I've been afraid of

Losing love I guess I've lost

Well, if that's love

It comes at much too high a cost!

Lo guardò interrogativo. «È sempre quel tuo problema dell’amore, Albus?» chiese. «Hai paura che siccome prendi quello che meriti potrebbero smettere di amarti e cominciare ad odiarti?» Con un movimento tanto veloce da essere impercettibile, gli si avvicinò e cominciò a scuoterlo con una nuova urgenza. «Albus, sei stato spaventato per troppo tempo di perdere l’amore di quelli che ti stanno intorno. Tua madre, tua sorella e tuo fratello. Ora… be’, immagino che tu fratello ti odiasse comunque, anche prima. L’invidia è la malattia della mente, Albus.» Poggiò la sua fronte sulla sua, obbligandolo a guardarlo negli occhi. «Albus, ti rendi conto che se veramente è questo il tanto decantato Amore ha un prezzo troppo alto? Devi sacrificare la tua vita solo per poter ottenere un briciolo di affetto da persone che non ne capiscono l’importanza? Agrippa benedetto, Albus, svegliati!» Lo scosse di nuovo, con più leggerezza. «L’Amore può esistere solo fra simili, Albus. E tu non hai mai incontrato un tuo simile, eccetto me.»

I'd sooner buy

Defying gravity

Si allontanò e aprì le braccia, come per abbracciare tutto quello che vedeva. «Io andrò, Albus.» Gli rivolse un’occhiata ironica. «Io sono nato per questa guerra, Albus, per questa guerra contro la gravità. Io andrò a ridefinire la trama stessa della magia così come la conosci, Albus. Non permetterò a nessuno di dimenticare il mio passaggio, Albus, arriverò così in alto che nessuno potrà evitare di vedermi. Sconfiggerò qualunque cosa si porrà fra me e il mio obbiettivo, se necessario.» Si voltò nuovamente verso di lui, sembrava in preda ad un attacco di follia, gli occhi febbricitanti e le labbra distorte in un ghigno bestiale, che non donava ai suoi bei lineamenti ma li rendeva in qualche modo più selvaggi, meno umani[1]. «Io so cosa può essere meglio per tutti, Albus. Ridisegnerò il mondo a mia immagine, se sarà necessario. Riesci a vedermi, Albus?»

Lo poteva vedere. Poteva vedere la sua figura forte, aggraziata, imperiosa muoversi fra servi sottomessi e nemici sconfitti, inarrestabile, indomabile, spaventosa e bellissima ad un tempo.

Poteva vederlo ordinare di spaccare le montagne ed aprire i cieli per ottenere quello che voleva, riusciva a vederlo imprimere nuove regole nella fisica, convertire la gravità e ridisegnarla come voleva.

Gellert avrebbe potuto farlo. Gellert aveva sia la volontà che il potere di farlo.

Kiss me goodbye

I'm defying gravity

And you can't pull me down:

«Non provare a fermarmi, Albus» proseguì, mentre l’illusione scompariva. Scoppiò improvvisamente a ridere e non riuscì a fermarsi per qualche tempo. «“Se tutto è perduto, separiamoci con un bacio”. Anche i Babbani possono fare qualcosa di decente, saltuariamente.» Lo canzonò con gli occhi. «Me lo darai un bacio di addio prima che io sparisca oltre quelle nuvole, più alto di quanto nessuno è mai arrivato, più alto di quanto nessuno sarà mai in grado di portarmi giù?»

Uno sguardo senza via d’uscita fu tutta la sua risposta.

(spoken) Glinda - come with me. Think of what we could

do: together.

(sung) Unlimited

Together we're unlimited

Together we'll be the greatest team

There's ever been

Gellert parve ridimensionarsi all’improvviso. «Albus» mormorò tornando vicino, gli occhi quasi supplici, «vieni con me. Pensa soltanto a quello che potremmo fare insieme.»

Il vento scosse il suo mantello mentre tendeva una mano verso di lui, un invito ed un ordine.

«Vieni, Albus!» ripeté con forza. «Non hai più niente che ti blocchi, qui, sei libero, finalmente! Non devi niente a nessuno, se non a te stesso.» Sorrise, un puro sorriso di gioia. «Albus, non abbiamo nessun limite insieme! Siamo completamente inarrestabili, insieme! Insieme siamo la più grande squadra che si sia mai vista! Chi pensi potrebbe mai fermarci, chi mai oserebbe fermarci, insieme?» Scoppiò a ridere, sembrava ubriaco. «Insieme siamo talmente potenti che dovremo darci altri obbiettivi oltre a conquistare il mondo. È decisamente troppo facile…»

Glinda -

Dreams, the way we planned 'em

If we work in tandem:

«Qualunque sogno, qualunque ambizione… sarebbe tutto come vogliamo noi, Albus. Basterebbe uno di noi per conquistare il mondo. Insieme possiamo distruggerlo e ridisegnarlo come preferiamo. Possiamo essere magnanimi o terribili, possiamo essere tutto quello che vogliamo senza nessuna necessità di bloccarci o frenarci per rispetto alla mediocrità altrui.» Gli strinse una mano. «Albus, non troveremo mai nessun altro come io per te o tu per me. Non c’è nessun altro al mondo al nostro livello. Non c’è nessun altro al mondo che possa condividere i nostri sogni, i nostri obbiettivi, anche solo i nostri studi. Nessuno che possa comprenderne la portata. Abbiamo solo persone che vogliono ridimensionarli per portarli al basso livello della loro comprensione.» Sorrise. «Albus, siamo nati per stare insieme, e tu lo sai. Possiamo fare qualunque cosa…»

«Se lavoriamo insieme…» mormorò Albus, assente.

Gellert sorrise, trionfante. Albus non era uno stupido, poteva vedere il loro futuro come lui. Non c’era nessun altro per due menti come le loro. Nessuno che potesse apprezzare i loro risultati, nessuno che potesse arrivare anche solo al loro livello di base. Se non erano insieme, erano soli.

E quella era una condanna a vita. Albus non poteva essere così stupido, così egoista da condannarli entrambi ad una vita di solitudine.

There's no fight we cannot win

Just you and I

Defying gravity

With you and I

Defying gravity

Per un attimo, la stessa luce che animava i suoi occhi si specchiò in quelli di Albus. «Non c’è nessuna battaglia che non possiamo vincere» ripeté, quasi in trance, mentre dolore e rabbia venivano continuamente oscurati dallo splendore del suo sogno. Lo guardò mentre un timido sorriso cominciava a farsi strada negli strati della sua mente che ancora resistevano, che lo legavano ancora ad un mondo che era stato distrutto perché era semplicemente troppo piccolo per poterlo confinare. «Solo io e te, senza bisogno d’altro…» Rise appena. «Non avremmo bisogno d’altro per poter vincere…»

«Insieme, Albus» insistette Gellert vedendolo cedere. «Distruggere ogni limite! Fra te e me, credi che ci sarà mai qualche obbiettivo troppo grande per noi? Con le mie forze unite alle tue? Ah!»

They'll never bring us down!

(spoken) Well? Are you coming?

«Non ci sarà mai nessuno capace di riportarci a quei meri livelli umani!» L’entusiasmo della vittoria colorava e inspessiva la sua voce come se stese cantando. Il vento scuoteva i suoi capelli biondi e il suo mantello nero quasi coreograficamente, mentre faceva un passo indietro e tendeva di nuovo la mano verso di lui, stavolta quasi formalmente. «Allora?» chiese impaziente. «Verrai?»

I hope you're happy

Now that you're choosing this

Per un attimo, dolore e ambizione combatterono una dura battaglia dietro i suoi occhi. Ma il dolore l’ebbe vinta. Il viso di Ariana tornò prepotentemente davanti ai suoi occhi, lo sguardo sbarrato, la bocca appena aperta da cui colava un filo di bava, gli arti spezzati in angoli scomposti.

Sospirò prepotentemente mentre un nuovo tipo di dolore si faceva avanti. I piedi lo portarono indietro, ritraendosi fisicamente da quella proposta troppo seducente.

«Spero che tu sia felice di quello che stai decidendo, Gellert» disse lentamente. «Spero che troverai la tua strada, e che tu sia in grado di seguirla con saggezza…» La voce gli si spezzò e gli piegò la testa.

(spoken) You too

(sung) I hope it brings you bliss

La mano ricadde quasi sonoramente lungo il fianco. Gellert si sentì per la prima volta completamente svuotato del suo potere.

Albus lo stava abbandonando. Albus gli aveva voltato le spalle. Albus non sarebbe venuto con lui.

La rabbia scavalcò il dolore, una rabbia così bruciante e incontrollata che ricordava di averla provata pochissime volte nella sua vita. Era la rabbia prima di un omicidio, non di quelli per potenziarsi, ma di quelli che avevano una ragione che affondava le origini nel suo orgoglio.

Albus era uscito dalla sua influenza.

«Bene!» esplose facendo anche lui un passo indietro. «Spero che anche tu sia felice, Albus, di aver scelto di restare nell’ombra, nella mediocrità!» Si inchinò con tutto il disprezzo che riuscì a metterci. «Ti auguro che ti porti tante soddisfazioni e tanta felicità…» Rise, stavolta senza nessuna allegria. Albus non l’aveva mai sentito così amaro. «Direi che te le meriti, dopo questo straordinario sacrificio pieno di buona volontà… e di egoismo.» Lo guardò senza più nessuna simpatia negli occhi. «È molto più gratificante sentirsi il bravo ragazzo della situazione, vero? Dopotutto ci vuole coraggio per uscire dal sentiero che gli altri tracciano per noi…»

I really hope you get it

And you don't live to regret it

I hope you're happy in the end

I hope you're happy, my friend:

Albus alzò la testa, lo sguardo improvvisamente neutro. «Spero davvero che tu ottenga quello che vuoi, Gellert, qualunque cosa sia. Mi chiedo se tu lo sappia…»

Gellert gettò la testa indietro e rise di nuovo, pieno di scherno. «Io lo so, Albus. Ma tu lo sai? Riesci a capire a cosa stai voltando le spalle?» Sogghignò, pieno di scherno. «Ti auguro di non vivere per rimpiangere questa scelta.» Arricciò le labbra.

Albus sembrava calmo, più pallido del solito ma di nuovo padrone di sé. «Ti auguro di essere felice, alla fine» mormorò guardandolo allontanarsi. «Ti posso solo augurare ogni felicità… amico mio.» Sorrise appena, a fatica. «Mio unico amico» aggiunse sottovoce.

Ma il vento portò il suo sussurro a Gellert, che fece una smorfia amara che in altri tempi sarebbe stato un sorriso. «Se questo è quello che vuoi» disse soltanto.

Una nuova folata di vento più forte lo scosse, ma questa volta parve riuscire nel suo intento di sollevarlo da terra.

So if you care to find me

Look to the western sky!

Più si sollevava e più sembrava occupare la volta del cielo, a braccia aperte, lo sguardo ancora incatenato al suo, senza più luce né gioia dietro gli occhi.

«Allora, se ti importerà ancora di trovarmi, guarda solamente nei cieli dell’est: io sarò lì, ad aspettarti, se necessario.» La sua forma sembrava crescere continuamente, immensa. «E renderò impossibile a chiunque perdermi di vista. Perciò tutto quello che dovrai fare quando sarai rinsavito è alzare i tuoi occhi. Io sarò lì, in attesa del minimo cenno.»

I suoi occhi si mossero verso il cielo, e di nuovo sul suo viso si accese la follia, quella follia che avrebbe consumato decine di vite prima di essere arginata.

As someone told me lately:

"Ev'ryone deserves the chance to fly!"

«Dopotutto, come un vecchio amico mi disse una volta, “tutti meritano una possibilità di volare”.» Tornò a guardarlo, canzonatorio. «Il fatto che poi questo amico si sia trapanato le ali da solo immagino che sia irrilevante.»

Si sollevò sempre di più, allontanandosi lentamente, come se ancora qualcosa lo legasse a terra.

Qualcosa lo legava a terra, un legame cresciuto in soli quattordici giorni, più forte di ogni altro creato in sedici anni.

Ma non avrebbe permesso nemmeno a quello di arpionarlo a terra.

Aveva sempre amato volare. Le sua ali non sarebbero mai state bloccate.

Mai.

And if I'm flying solo

At least I'm flying free

Albus lo guardava allontanarsi e cercava di convincersi che la sua scelta era la più giusta. Sapeva che era la più giusta. Ma questo non la rendeva più pesante.

«Se non altro» lo raggiunse la sua voce, di nuovo così amara e sferzante come non era mai stata con lui, «anche se volo da solo, almeno posso volare in piena libertà. Non ho paura di spezzare i miei legami, io!» Volteggiava sopra la sua testa, come uno sparviero in cerca di una preda. «Libero, Albus, come tu non sei mai stato. Come non ti sei mai permesso di essere. Chi semina vento raccoglie tempesta, ricordalo.»

Lo sapeva. E se quella tempesta lo avesse distrutto, ne sarebbe stato solo grato. Non meritava né di volare né di essere libero, non dopo quello che aveva fatto. Azione, reazione. Il peso della reazione era proporzionale alla sua azione. E la sua azione era stata l’incuria, l’indifferenza, e la stupidità. Come stupirsi se lo scotto da pagare era più salato di quanto qualunque altra cosa lo fosse mai stato?

To those who'd ground me

Take a message back from me

Tell them how I am

Defying gravity

«E a tutti quelli che proveranno a bloccarmi, portagli un mio messaggio, mio eroe senza macchia e senza paura.» Ancora la sua voce, una voce che sapeva dove colpire e non aveva più remore a farlo. «Raccontagli di come io, io solo ho osato e sono riuscito a ribellarmi alla gravità! Digli di ricordarsi questo fatto e di tremare, perché le prossime a cadere saranno le loro regole, quelle regole che li fanno sentire così sicuri di sé. Digli di guardarmi volare e piangere, perché dopo aver visto quello dovranno riconsiderare tutto quello che avevano visto prima. Non ci sarà più niente come prima, per loro.»

I'm flying high

Defying gravity

And soon I'll match them in renown

«Io posso volare alto come nessuno di loro ha neppure il coraggio di sognare. Albus, tu ne sai qualcosa, vero?» L’eco della sua risata lo raggiunse anche lì dove si trovava, a terra, con tutta la sua volontà concentrata su non cercare la sua bacchetta, nell'erba, da qualche parte.

Tornò di nuovo a focalizzarsi sui suoi pensieri. Non gli avrebbe permesso di prendere il sopravvento di nuovo. Aveva imparato anni prima a controllarsi. Gellert gli aveva insegnato a sfruttare i suoi impulsi, invece di reprimerli. Si trattava solo di imparare di nuovo a distruggerli, come si sarebbe sempre dovuto impedire di dimenticare.

Bastava guardare al cielo per vedere cosa avevano causato. Gellert era una summa dei sogni di entrambi, anche dei suoi. Qualunque azione avrebbe compiuto sarebbe stata anche colpa sua, ne avrebbe condiviso la responsabilità anche se non aveva fisicamente agito.

Era molto più vecchio, lui. Era dovuto invecchiare. E il peso delle sue responsabilità lo teneva a terra, dove non avrebbe più potuto aiutarlo a uscire da quel circolo di ambizione e rabbia che lo avrebbero condotto all’Inferno.

Aveva perso due volte.

And nobody in all of Oz

No Wizard that there is or was

Is ever gonna bring me down!

Improvvisamente scese in picchiata verso di lui, fino ad atterrare direttamente in fronte a lui.

«E non c’è nessuno, in tutto il mondo, Albus, che mi possa fermare. Nessun mago, né ora né che ci sia mai stato, sarà mai in grado di riportarmi a terra, se non sarò io a autorizzarlo.» Gli afferrò brutalmente la nuca e lo avvicinò a sé così velocemente da togliergli il respiro. «Nemmeno tu, Albus. Nessuno.» Gli dette un rapidissimo bacio a fior di labbra e si sollevò di nuovo, così veloce da sembrare una nuvola trasportata dal vento.

I hope you're happy!

«Spero che tu sia felice, allora» mormorò Albus all’ululato del vento. «Anche per me, amico mio.»




Spazio Autrice

Non c’è niente da fare, in questi due c’è qualcosa che mi attrae troppo. La potenza di un novello amore, immagino.

Questa, in particolare, è dedicata a mia sorella, _Milady_, per il suo compleanno. Non so se le potrà piacere, visto che neppure io so se mi piace (dopotutto la pubblicherò senza i suoi vitali incoraggiamenti), ma in ogni caso… be’, eccola. E al diavolo il resto (ivi compreso l’italiano che, essendo ormai abbastanza estraneo alla mia vita, immagino sia penoso… vogliate perdonarmi).

La canzone, di cui sono francamente innamorata, è Defying Gravity tratta dal musical Wicked, di Broadway. Mi ispirava tantissimo riguardo a quello che avrebbe fatto Gellert, come immagino si sia capito.

Di fatto ho scritto solo un monologo, e io non sono mai stata un asso a scrivere monologhi. Ma in realtà questo momento non è nemmeno Canon (Gellert dovrebbe essere già fuggito, senza lasciare nessun addio) e quindi se qualcuno dovesse trovare qualche OOC, per favore me lo dica in modo che possa modificare opportunamente le note.

Dopotutto, è qualcosa di parecchio diverso dalla mia ultima Grindledore. Di cui, fra l’altro, devo scrivere i ringraziamenti:

a Lady Lynx: be’, alla fine mi è capitato di scrivere un altro episodio della vita di Silente, anche se non Canon. Grazie mille per aver letto e commentato la mia storia, per me è stato veramente un piacere, specie considerando che la tua biografia di Silente è uno dei miei punti fermi nel riconsiderare questa coppia. Mi sono sempre figurata Gellert come un ragazzo dal dannatissimo fascino, perdona l’espressione, e ho cercato di renderlo tale anche se non viene esplicitamente detto nei libri. Per me lui è così, semplicemente (sarà il fascino del cattivo ragazzo? chiediamocelo…). Be’, spero di non aver completamente distrutto la stima per l’altra storia con questa nuova, visto che è un colpo da cui potrei uscire abbastanza male, considerando la stima che ho per te specialmente in materia Albus (fra parentesi, mi dispiace non riuscire a continuare a recensire Apeiron ma sono negli Stati Uniti e mi manca materialmente il tempo per andare su EFP) e ancora grazie, LadyMorgan

a malandrina4ever: confesso che non me l’aspettavo. Il che era ovviamente molto stupido da parte mia, visto che dopo tutto questo tempo dovrei conoscerti, ma mi ha sorpresa comunque. E fatto un immenso piacere, ovviamente. Spero che ormai tu abbia capito quanto il tuo supporto conti per me, anche a distanza di tempo. E se posso contribuire a farti nascere una nuova fissazione, ben venga. Almeno potremo andare fuori di testa un’altra volta insieme, ovviamente nel nostro Sacro Tempio dell’Ordine della Prugna (e dove, sennò?). E in quanto a Regulus e ai Malandrini, possono anche imparare a conviverci. Mi dispiace che questa storia non sia al livello dell’altra, temo sia un po’ il fatto che è una song-fic e un po’ il fatto che non ho scritto per più di un mese (e infatti sto morendo di astinenza, altro che droga e fumo -.-‘). Ma non importa. A preso! SSP

a S0emme0S: pietà, vi scongiuro, pietà! Dopotutto alla fine ho scritto una nuova Grindeldore, anche se con un Gellert che non è come l’altro, ma almeno io ci ho provato, no? *si guarda attorno in cerca di pietà* *tornando seria e professionale* Io ho un brutto rapporto con i colpi di fulmine e quindi ho cercato di non renderlo tale. Dopotutto Albus aveva appena perso sua madre e le sue opportunità, doveva essere un po’ abbattuto… e poi è un personaggio troppo riflessivo per lasciarsi andare subito, così… lo so che l’aprirsi subito può sembrare strano, ma a essere onesta ho pensato che la completa e assoluta novità di trovare qualcuno che reputi alla tua altezza dopo un’intera vita passata con menti inferiori (perché Albus e Gellert avevano menti superiori, non c’è niente da dire al riguardo) lo potesse aver scosso abbastanza da abbassare le difese, per così dire. Grazie per aver recensito, immagino tu possa capire cosa sia significato per me (dopo Giochi Pericolosi… xD), LadyMorgan



[1] Chiaramente tratto dalla definizione del giovane Tom Riddle in Harry Potter e il Principe Mezzosangue. [N.d.A.]
  
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