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Autore: thequeenofdrama    06/10/2010    8 recensioni
“Te l’ho già detto una volta, se c’è qualcosa che vuoi vedere, basta chiedere.” // SPOILER season 2, POV Elena
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Ed ecco la seconda fic! Bè questa ha uno spirito completamente diverso e probabilmente anche qui Damon è un po' OOC, ma volevo "vendicarmi" un po' di Elena e del suo atteggiamento altezzoso che ha su ultimamente nei confronti di Damon... Si meritava una piccola punzione, almeno in una fic XD Anche qui, ditemi cosa ne pensate, nel bene e nel male ;) Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno commentato le altre mie shot!! Grazie per le bellissime parole che mi riservate, non avete idea di quanto mi facciano piacere! :D



ALL YOU HAVE TO DO IS ASK

Eri entrata senza bussare. La porta di casa Salvatore aperta come capitava spesso. Ultimamente rintracciare Stefan era diventata un’impresa ardua quasi quanto ottenere un incontro col Presidente. Telefono staccato. Messaggi che non ricevevano risposta. L’unica soluzione era andare a casa sua. Il silenzio irreale che dominava quegli ambienti non ti faceva più nessun effetto, ormai ti eri abituata. Con passo sicuro eri salita in camera del tuo ragazzo, dopo esserti accertata che non fosse al piano inferiore. “Stefan?”. Nessun rumore di passi ti aveva rivelato l’arrivo della voce alle tue spalle. “Meglio. Me.”

Ti eri voltata conscia che ti saresti trovata faccia a faccia con Damon. Eri leggermente meno preparata a come ti si sarebbe presentato davanti. Non era difficile intuire che fosse appena uscito dalla doccia, ancora completamente fradicio, rivoli d’acqua scendevano lentamente lungo il suo corpo scolpito, i capelli bagnati gli cadevano disordinatamente sugli occhi, un solo asciugamano bianco a circondargli la vita. Ti eri trattenuta dal far indugiare troppo il tuo sguardo sui particolari ed eri tornata a guardarlo in viso. “Non ti sembra un dejà – vu?” aveva osservato. Gli avevi rivolto una delle tue solite occhiatacce.

“Stavo cercando Stefan.” “Oh, il fratellino buono! È a caccia per la foresta, al solito.” Avevi annuito e poi ti eri avviata verso la porta, sorpassandolo, senza dire una parola. Sprezzante e indifferente. O almeno, così cercavi di apparire. “Sai, Caroline ha ancora bisogno di una guida, o potrebbe creare più problemi di quanto già non faccia.” Aveva deliberatamente calcato il tono di voce sul nome della tua amica neo vampira. Ti eri voltata di nuovo a guardarlo. “Caroline?” “Non lo sapevi?” Un beffardo sorriso di soddisfazione era lì, in bella mostra, per umiliarti quanto bastava. “Si, certo che si.” “Bugiarda.”

“Me ne vado.” Non eri certo disposta a restare lì a farti distruggere dal suo sarcasmo. Si divertiva a stuzzicarti, ad insinuare piccole verità nel tuo inconscio, a ferirti, come avevi fatto tu con lui. Tra voi era diventata guerra aperta. Al momento però non avevi voglia di giocare. “Sicura?” Ti aveva bloccato la strada. Ora era di fronte a te. Vicinissimo a te. Invadeva il tuo spazio personale e potevi percepire il suo profumo intenso che si faceva strada tra i tuoi sensi. “Posso farti compagnia io.” L’avevi guardato ancora sprezzante. “La tua compagnia non è più di mio gradimento, Damon.”

Non accennava a lasciarti passare. “Ah! Risposta sbagliata! Non mentire, Elena, i tuoi occhi parlano. I tuoi occhi su di me parlano. E molto.” “Sei pazzo!” Aveva sollevato impercettibilmente le spalle. “Continua pure a fingere con te stessa. Ma ricordati che io sono un ottimo osservatore.” L’avevi sfidato incrociando le braccia al petto. “Ah si? E cosa avresti osservato?”. Era di nuovo lontano da te, mentre con passo sensuale raggiungeva l’altro lato della stanza, dandoti le spalle. “Che in questo momento, credendo di non essere vista, i tuoi occhi stanno facendo una scansione del mio corpo degna delle più moderne tecniche radiologiche al mondo.” I suoi occhi di ghiaccio nuovamente incollati ai tuoi.

Non potevi certo impedire al rossore di colorare le tue guance. Odiavi. Odiavi te stessa, odiavi lui e il suo modo disarmante di metterti in imbarazzo. “Te l’ho già detto una volta, se c’è qualcosa che vuoi vedere, basta chiedere.” E così, senza preavviso, l’asciugamano non c’era più. Spiazzata, ci avevi messo qualche secondo per renderti conto che il tuo sguardo non aveva deciso di andare di pari passo con la tua mente. Poi ti eri girata di scatto, mentre la sua risata irrisoria contribuiva ancora di più a farti sentire una vera cretina.

“Non sei una brava attrice, Elena.” Il suo corpo nudo premeva contro il tuo, la tua schiena a contatto col suo petto, il suo fiato caldo sul tuo collo, le sue dita a sfiorare delicatamente le tue braccia. Il tuo corpo aveva reagito immediatamente, come se fosse stato scosso da una violenta scarica elettrica. Avevi iniziato a correre verso l’ingresso e lui non ti aveva trattenuto. Prima che potessi mettere un piede fuori dalla soglia, era di nuovo di fronte a te. L’asciugamano al suo posto.

“Continua la tua recita, se vuoi. Io so di aver ragione.” Un dito impertinente sfiorava il tuo petto. “Posso sentire il battito del tuo cuore. Posso sentirlo battere più freneticamente ogni volta che ti sono vicino. Quindi non mi importa quello che ti ostini a non voler ammettere. Io lo so. E, nel profondo di te, lo sai anche tu.” E in un attimo ti eri ritrovata di nuovo sola. Il rumore del tuo cuore era così forte che potevi quasi ascoltarlo. Eri corsa via, sperando di poterti liberare del peso di quella intangibile verità che schiacciava opprimente ogni molecola del tuo essere.

   
 
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