The Sound of a Soul
Arrampicarmi
sulla panca mentre lui suona e stringermi al suo fianco, ascoltare le
ultime
note della sua melodia e poi sorridere e arrossire quando lui mi chiede
di
suonare qualcosa insieme.
So di
aver ereditato la sua bravura al piano, quasi quanto la sua stessa
incredibile
mancanza di concentrazione.
Io non
sono come mio fratello.
Wes sì
che è cool. Bello, bravo e
intelligente oltre ogni dire. Uno Shokunin degno di nostra madre.
Mentre
io sono una piccola Buki imbranata che ha ancora problemi a prendere la
sua
forma di Arma.
Riesco solo
in questo, per rendere orgoglioso il mio amato padre. Mettere in fila
ordinata
i “sol” e i “mi” al suo fianco
e vederlo sorridere per me.
Io, che
sono piccola e minuta nei miei otto anni, con i lunghi capelli bianco
argentei
dell’Evans maggiore e i grandi occhi verdi di quella donna.
Maka Albarn,
mia madre.
Forse è
per quello che cerco la sua approvazione. Perché vedo quanto
sia difficile per
lui guardarmi e vedere la donna che aveva amato.
Io non
ricordo molto di mia madre. E’ solo un sorriso sfocato, una
carezza prima di
dormire e il profumo buono di muschio.
Hanayuki.
Mi ha chiamata lei così e mi tengo stretto quel nome al
petto mentre suono la
delicata melodia che ha unito le anime dei miei genitori.
Lo ammetto,
ne ho paura e ne sono affascinata.
Quelle note
impareranno essere mie.
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Sarai
fiero di me papà
e non sarò più soltanto
l’ ombra della tua
anima >>