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E te ne stai lì, disteso su quel manto d’erba fresca, beandoti
di quella tiepida brezza di fine estate. Il sole sta morendo dietro le
montagne, lasciando che i suoi ultimi rivoli di sangue colorino le case di Reseembol;
ma tu non lo vedi, troppo perso nei tuoi pensieri, rifugiato nei ricordi, vero
Alchimista d’Acciaio?
Perché il tuo corpo e la tua anima,
forgiati nel corso di mille battaglie, non sanno più cosa sia la pace.
Così aspetti. Aspetti che l’umidità di quei fili verdi ti penetri fino
alle ossa e all’acciaio, cosicché tu possa ricordare che nella vita esiste
anche la tranquillità di un giardino dietro casa.
Ecco, così. Respira a fondo. La senti dentro di te? Libertà.
L’assapori, senza aprire gli occhi;
ma sorridi lievemente.
Ad un tratto, un fruscio cattura la tua attenzione - ormai le tue
orecchie colgono ogni minimo rumore. Una presenza è accanto a te, la
percepisci. Ma non c’è ostilità nell’aria: solo profumo dolce di donna, misto
ad olio di macchine.
Il tuo sorriso si fa più audace,
allargandosi di più quando avverti una mano gentile carezzarti la guancia.
«Ancora qui?».
Infine la senti quella voce.
Quella voce, che ti riempie d’aria i polmoni più dell’ossigeno e ti fa battere
il cuore - neanche tu sai da quanto.
«Si sta bene», rispondi, aprendo finalmente gli occhi.
E così ti riperdi, ma non nei
ricordi stavolta; bensì in un azzurro intenso, quello dei suoi occhi,
che ora ti osservano con infinita dolcezza.
Il silenzio di quella serata si riempie della sua risata cristallina,
mentre pensi - troppo imbarazzante dirlo ad alta voce - che quello sia il suono
più soave che tu abbia mai udito.
«Vado dentro ad aiutare la zia con la cena», ti dice lei, accennando un
movimento.
Ma tu lo blocchi sul nascere: non vuoi che vada via. Siete stati lontani
per troppo tempo.
Rotoli su un fianco, verso di lei, e
le abbracci la vita, mentre la tua testa si rifugia nel suo grembo.
Ti senti un po’ bambino nel compiere
quel gesto; un po’ sciocco - pensi poi - quando ti accorgi che il pensiero nostalgico di tua madre che ti
abbraccia, s’insinua nella tua mente..
«Ed...», sussurra lei, chinandosi su di te, ricambiando la stretta.
«Sono qui. Sarò sempre qui», soffia al tuo orecchio.
E all’improvviso, tutto ti diventa chiaro.
No, non sei uno sciocco, Alchimista
d’Acciaio.
Perché quella sensazione che ti
attanaglia il petto, non è solo nostalgia. Ora l’hai capito.
Vi stringete nel vostro abbraccio,
che ti provoca uno strano, piacevole, sfarfallio alla bocca dello stomaco; e
tu, Alchimista, finalmente riconosci quella sensazione.
Perché stretto a lei, su quel prato
che ora è di un rosso irreale, agli occhi della tua odiata/amata Reseembol,
finalmente puoi dire...
«Sono a casa».
The End
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Buonasera a tutti!
Mmm... Che dire... Una sera, reduce
da una scorpacciata di fanfiction su Edward e Winry; distesa a letto,
aspettando che il sonno arrivasse, ho scritto questa piccola shot.
Non ricordo nemmeno come è uscita
fuori dalla mia testa: ho visto solo che la mia mano scriveva (faceva proprio scrib
scrib XD).
Che altro aggiungere...
Beh, al solito. Se apprezzate, o non
apprezzate, lasciate un commento. Ditemi cosa vi piace, cosa non vi piace, cosa
vi aspettavate... Boh! Tutto quello che volete! XD
Qualsiasi cosa è gradita (tranne le
offese u.u).
Grazie a tutti. Saluti e baci.
Alhia