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Autore: HopelessGirl    06/10/2010    8 recensioni
Questa storia è un gioco un po' confusionario che mi è stato ispirato da quel pozzo di saggezza che è mia sorella. Anche lei appassionata di Versailles no bara, in modo molto meno infuocato della sottoscritta ma comunque con un profondo debole per Andrè (vorrei ben vedere...). Ora lei, essendo anche un'artista, tende ad avere più fantasia di me, povera schiava dei numeri. Sono bastate poche semplici parole per far nascere in me il desiderio di imprimere nero su bianco quella che è stata la sua folgorante idea. A voi il giudizio.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Luglio 1789


Stringeva quel corpo nel più completo silenzio sotto lo sguardo attonito dei soldati attorno a se. Chinò con un gesto meccanico il viso avvicinandolo a quello del suo uomo. Le sue labbra cercarono quelle di Andrè mentre il suo cuore sprofondava in un baratro di dolore dal quale non sarebbe mai più riuscito a emergere. Avvertiva quelle morbide e rosee labbra entrare in contatto con le proprie, eppure non vi era nulla che potesse darle pace in quel bacio spento, vuoto. Quel contatto tiepido e distaccato non aveva nulla a che vedere con i baci passionali, forti, caldi e dolci che il suo Andrè le aveva regalato, donato su ogni centimetro di pelle solo poche ore prima. L'aveva amata e lei finalmente era riuscita ad amare e a farsi amare. Aveva compreso il dolore di una vita speso alla ricerca di qualcosa che aveva sempre avuto al proprio fianco. Aveva finalmente trovato uno scopo, un senso a tutta la sua vita.


Fissò quelle iridi verdi mentre dentro di lei qualcosa esplodeva, le dilaniava la carne strappandola da quell'apatico stato di shock nel quale era piombata al suono dell'ultimo respiro del suo Andrè. Sentiva un dolore mai provato attanagliarle la mente e renderla inesistente mentre il suo cuore batteva frenetico e ogni battito era come morire di nuovo, ogni respiro era come spegnersi in una vampata di doloroso fuoco.


Era così ingiusto. Non poteva essere che questa la punizione che Dio le aveva inflitto per la sua stoltezza. Dover vedere l'uomo che stava ancora imparando ad amare, donandogli tutto quell'immenso amore che era stanca e stufa di sopprimere o di contenere, morire fra le sue braccia non appena raggiunta la felicità.


Voglio che qualcuno mi strappi questo mio cuore una volta per tutte! Fammi diventare una pietra! Ti prego! Altrimenti... fammi diventare pazza!


Strinse quel corpo contro il suo con maggior forza mentre calde lacrime prendevano a rigarle le guance. Non era possibile, non poteva credere che non avrebbe più rivisto il suo sorriso, non avrebbe più avvertito caldi brividi al posarsi delle iridi smeraldine sul suo volto, non avrebbe più udito la sua risata, carezzato il suo petto caldo e perfetto, non si sarebbe più beata dell'amore che li legava... e tutto questo a causa sua stupidità. Nell'essersi resa conto troppo tardi dell'amore che provava per Andrè. Il suo Andrè.


Un gemito le sbocciò in gola tramutandosi poi in un grido che le graffiò le membra dandole l'appagante sensazione di impazzire. Annegò il viso nella spalla di Andrè e tremante non potè fare a meno di stringerlo con quanta forza potesse. Come se stringendolo sarebbe riuscita a trattenere l'anima dell'uomo all'interno di quel corpo.


Il sangue di Andrè le sporcava le vesti e le mani, imbrattandole anche il viso ma a lei non importava. Non le interessava nulla: non avrebbe lasciato il corpo del suo amato anche se di lui era rimasto solo un cadavere. Le sembrava impossibile conciliare Andrè con la morte, erano due concetti completamente impossibili da assemblare. Così come la vita e Andrè erano due realtà impossibili da scindere. La sua mente era staccata, fredda, ...distante. La consapevolezza della morte di Andrè lasciava dietro di se un baratro vuoto nel quale veniva rapidamente risucchiata senza opporre la minima resistenza e anzi gettandovisi a capofitto. Il suo corpo lontano e distante continuava a morire di un'agonia fisica incredibile, di un dolore forte da darle la sensazione che il cuore stesse per esplodere da un momento all'altro nel petto. Perfino quelle grida di dolore disumano emesse dalle proprie labbra erano vissute estraneamente, sembrava di sentire il dolore di qualcun altro, non il proprio.

















HopelessGirl's corner

Questo, nonostante l'apparenza, è l'inizio. Il primo Atto della mia storia, purtroppo è stato necessario inserire questo momento che è stato ampiamente immaginato, descritto e vissuto da tutte voi in maniera diversa e molto approfondita. Dal prossimo capitolo, che sarà comunque una sorta di secondo prologo inizierò a confondervi le idee ancora di più di quanto non sto già facendo. (:

Premetto che è una storia molto complicata e questo può voler dire che impiegherò molto per aggiornare e non credo sarà una fanfiction di pochi capitoli, anzi si prospetta piuttosto lunga. Spero, prima di tutto, di riuscire a ricavare del tempo per continuare a scriverla perchè i miei impegni sembrano insormontabili ultimamente.

Che altro dire? La mia prima long... (si spera).


Un bacio a tutte e grazie per le recensioni a Guardami bruciare.

  
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