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Autore: BellaWitch    06/10/2010    2 recensioni
1963: prima che BeatleMania colpisse gli Stati Uniti George volò in America a trovare la sorella,incontrando "la ragazza della porta accanto",più che un incontro,uno scontro!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL' AUTRICE: ciao a tutti!Questa è la nuova ff a cui stolavorando,spero vi piacerà,è frutto di accurate ricerche,molte delle cose cheho scritto sono vere,anche se ad accompagnare George fu suo fratello Peter enon Paul.

Fatemi sapere che ne pensate,lasciate un commento per favore!Un bacione atutti!

CAPITOLO 1

Emma si svegliò piena di entusiasmo quella mattina di Settembre del 1963.

Frequentava l'ultimo anno delle superiori,tra qualche mese avrebbefinalmente compiuto diciotto anni e tutto era perfetto.

Scese in cucina a preparare la colazione per sé e suo padre.

La madre di Emma era morta che lei era ancora piccola; aveva solo dei vaghiricordi, quindi il dolore non era così profondo; solo ogni tanto, nei momentipiù tristi, rievocava quelle immagini lontane,in cerca di conforto.

Non era comunque una ragazza facile preda della tristezza,anzi,era unapersona gioviale, gentile e disponibile con tutti.

Era stata la prima a bussare alla porta dei nuovi vicini quando si eranotrasferiti nella casa accanto,all'inizio di quel 1963.

I Caldwell si erano subito sentiti a loro agio, grazie al caloroso benvenutodi quella ragazzina dai capelli castani e gli occhi nocciola.

Louise era persona fantastica e anche il marito, Gordon era molto simpaticoe gentile.

Emma era stata subito presa in simpatia dalla coppia e Luoise era sempredisponibile per fare due chiacchere “tra donne” quando la ragazzaaveva dei dubbi e delle curiosità.

Frank Mason,il padre di Emma era infinitamente grato a Louise per l'aiutoche gli dava nelle situazioni più delicate.

Erano quasi una grande famiglia allargata,che comprendeva spesso anche lamigliore amica di Emma, Silvia Labanovitz.

Silvia ed Emma erano amiche fin dall'asilo e si completavano a vicenda,Emmametteva il suo tocco ironico e spensierato, Silvia invece tendeva a smussaregli spigoli della personalità dell'amica.

Avevano entrambe deciso di frequentare l'Università Stataledell'Illinois,non era un'università prestigiosa,ma le loro famiglie nonpotevano certo permettersi le rette scolastiche di Harvard o Yale.

Per ora si godevano l'ultimo anno di superiori,nel completo anonimato.

Non erano cheerleader,non facevano parte di nessun club e avevano votidignitosi,ma nulla di eccezionale.

A scuola andavano d'accordo con tutti,anche perchè Benton era una cittadinadi modeste dimensioni,quindi ci si conosceva dalla nascita.

L'arrivo dei Caldwell era stato un evento nel vicinato,specialmente perchè inuovi vicini erano doppiamente forestieri,visto che venivano addiritturadall'Inghilterra!

All'inizio era stato veramente difficile capire ciò chedicevano,specialmente Gordon,il suo accento scozzese risultava tutt'oraincomprensibile,in alcuni momenti.

Mentre Emma era occupata a friggere il bacon sentì bussare alla porta,cometutte le mattine era Silvia.

Nonostante anni di confidenza, l'amica non si lasciava convincere che nonc'era bisogno di bussare prima di entrare in casa.

Ma Silvia era così,sempre gentile, sempre preoccupata del benesserealtrui.

Ogni tanto Emma per prenderla in giro la chiamava Pollyanna,ma le volevabene come ad una sorella ed era molto protettiva nei suoi confronti.

-Avanti Silvia!- gridò Emma da sopra la spalla.

-Ciao Emma,buongiorno signor Mason- disse dolcemente la ragazza.

Frank abbassò il giornale e le sorrise

-Buongiorno a te,Silvia, tutto bene?Tua madre?-

Rachel,la madre di Silvia era vedova,il marito era un camionista,morto in unincidente stradale.

Le due ragazze da piccole avevano spesso fantasticato che i rispettivigenitori si sposassero ,così da formare una famiglia e potersi chiamare davverosorelle.

Non era mai accaduto,ma Frank e Rachel erano grandi amici.

-Tutto bene signor Mason,la mamma sta bene,sta lavorando molto in questoperiodo-

-Perfetto- rispose Frank -Magari andrò a trovarla una di queste sere-aggiunse per tornare al suo giornale

-Le farebbe di sicuro piacere- disse Silvia sorridendo

Emma mise davanti al padre un piatto con bacon e uova

-Grazie zucchina- le disse Frank

-Di niente papà,ma non leggere a tavola!- lo rimproverò la figlia.

Sbuffando il genitore mise da parte il giornale e cominciò a mangiare.

Emma si girò verso l'amica e alzò gli occhi al cielo.

Si diresse verso i fornelli e prese i piatti per sé e Silvia,portandoli poial tavolo.

-Grazie Emma- disse Silvia,la ragazza aveva di ebraico solo il cognome,nèlei né la madre erano praticanti e quindi mangiavano carne di maiale senzaproblemi.

Si godettero la colazione,parlando dei progetti della giornata e del lavorodi Frank,che era vicesceriffo.

Finito di mangiare l'uomo prese il cappello e si diresse verso laporta,dando un bacio alle “sue bambine”,come le chiamava eduscì.

Rimaste sole Emma e Silvia sparecchiarono il tavolo e lavarono i piatti.

Uscirono di casa e andarono a bussare alla casa dei Caldwell,sentirono unavoce dal forte accento scozzese gridare

-Avanti,ragazze!- entrarono e videro Gordon seduto al tavolo della cucinache mangiava salsicce e fagioli,con una fumante tazza di the davanti.

Potevano anche vivere in America,glia aveva detto una volta l'uomo,ma la suacolazione inglese non poteva levargliela nessuno!

-Buongiorno signorine!- le salutò Gordon,levando la tazza come unbrindisi.

-Ciao Gordon!- disse Emma

-Buongiorno signor Caldwell- rispose Silvia

in quel momento entrò nella stanza Louise,con in braccio lafiglia,Leslie.

-Oh ciao ragazze!avete già fatto colazione?Volete un po' di the?- chiese ladonna.

-No,grazie Louise,abbiamo già mangiato,tu hai fatto colazione?Vuoi cheteniamo noi Leslie?- disse Emma.

-Siete due tesori!Grazie- rispose Louise mentre Silvia prendeva Leslie dallebraccia della madre.

Finalmente anche Louise potè sedersi e mangiare qualcosa.

D'un tratto Gordon lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete ealzandosi dal tavolo disse

-Meglio che vada,la strada per l'areoporto è abbastanza lunga!-

Louise guardò anche lei l'orologio e girandosi verso il marito rispose

-Va bene tesoro,non vedo l'ora di riabbracciare quelle due pesti!- unsorriso luminoso le apparì sulle labbra.

Le due ragazze sapevano bene di cosa stessero parlando i coniugi Caldwell,lacosa era stata discussa da settimane e settimane.

Ormai erano tutti eccitati dall'arrivo dei due fratelli di Louise.

Specialmente quest'ultima,non stava più nella pelle,Silvia ed Emma sapevanotutto di George e Peter.

Soprattutto che George faceva parte di un gruppo musicale molto famoso inInghilterra,il nome del gruppo era Beatles,Louise aveva i loro 45 giri e illoro album,registrato appena sei mesi prima,Please Please Me.

Emma e Silvia amavano molto quelle canzoni e ogni volta che erano daiCaldwell mettevano un disco e ballavano,spesso tenendo in braccio la piccolaLeslie,che rideva e mandava gridolini di eccitazione.

Erano riuscite anche a convincere una loro compagna di scuola,MarciaRaubach,a passare “From me To You” nella stazione radio delpadre,la WFRX; dove lei aveva un programma di “musicagiovanile”.

Ormai non stavano più nella pelle di conoscere i famosi “fratelliHarrison”,sapevano bene com'erano fatti,Louise gli aveva mostrato moltefoto e per George c'erano anche le copertine degli album, ma quei ragazzivenivano letterelmente da un'altro pianeta rispetto a loro,due semplici ragazzedi una cittadina mineraria dell'Illinois!

Silvia ed Emma portarono Leslie in salotto per farla giocare e dare a Louisela possibilità di riordinare prima dell'arrivo dei fratelli.

Finalmente sentirono il rumore dell'auto di Gordon nel vialettod'ingresso,Louise si diresse verso la porta,le ragazze si alzarono dalpavimento,rassettandosi le gonne.

La porta si spalancò ed entrò Gordon seguito da un alto ragazzo coi capelliscuri e gli occhi di un marrone tanto intenso da sembrare nero,George.

Vicino a lui però non c'era Peter,ma un ragazzo con un bel viso,capellicastano scuro e grandi occhi da cucciolo.

Sul viso delle tre donne si dipinse lo stupore,quello era un compagno dellaband di George,Paul doveva essere il suo nome.

Nonostante la sorpresa Louise volò fra le braccia del fratello,baciandolo suentrambe le guancie.

Si allontanò di poco e disse

-Georgie,ma Pete dov'è?-

Il fratello sorrise e le scostò una ciocca di capelli dal viso

-Lo scemo si è preso la varicella!Visto che avevamo già preso il biglietto eMacca non aveva programmi gli ho chiesto di prendere il posto di Pete,non tidispiace,vero Lou?-

La sorella allungò una mano verso Paul,scompigliandogli un po' i capelli

-certo che no,tesoro,mi spiace che Pete non sia potuto venire e che stiamale,ma sono contenta di vedere Paulie-

Il giovane sorrise e le prese la mano fra le sue

-Ciao Lou,è bello rivederti-

-Paul,come stanno a casa?Tutti bene?-

-Tutti benissimo,nessuno con la varicella- scherzò lui,il suo sguardò vagòper la stanza e finalmente si accorse della bambina e delle due giovani.

Anche Louise si ricordò delle ragazze

-Oddio,scusate!Nella confusione mi stavo dimenticando!George,Paul,loro sonoEmma Mason e Silvia Labanovitz,Emma abita qui accanto e Silvia in fondo allastrada.-

Le due ragazze si avvicinarono e tesero la mano verso i due giovani.

-è un piacere conoscere il famoso fratello di Louise- disse Emma,facendoriferimento al fatto che Louise parlava di lui continuamente.

Negli occhi di George passò un lampo.

-Il piacere è nostro- disse asciutto per poi rivolgere la propria attenzionealla sorella.

Paul fu più cordiale,disse che gli sembrava di essere dentro un film,levillette a schiera,col giardino,le Cadillac parcheggiate nel vialetto;inInghilterra era diverso.

Silvia teneva in braccio Leslie e subito Paul gliela prese dalle braccia ecomiciò a farla volare come un areoplano,con grande gioia della bimba.

-Ehi!Non maltrattare mia nipote!- disse George facendo ridere l'amico.

Finalmente zio e nipote fecero conoscenza,la bambina sembrava affascinatadai capelli dello zio e continuava a tirarli,tutta felice.

Si spostarono tutti in cucina,dove Louise preparò il the,gli chiesero comeera andato il volo,che tempo c'era a Londra e amenità simili.

Paul sembrava essere stato positivamente colpito da Silvia,le rivolgeva dicontinuo la parola e il suo sguardo cadeva spesso sulla ragazza.

Silvia sembrava ben felice delle attenzioni del giovane ed era radiosa.

Emma invece aveva provato a intavolare una discussione con George,ma ilragazzo sembrava deciso a snobbarla.

Questo fece infuriare Emma,ma chi si credeva di essere?Solo perchè il suostupido gruppo aveva qualche fan in Inghilterra,quello pensava di esseremigliore di lei?

Lo giudicò un'arrogante e lasciò perdere i tentativi di conversare.

L'antipatia era reciproca,nemmeno a George quella ragazza piacevagranchè,non era una bellezza e inoltre quella frase sul fratello famoso...nonaveva bisogno di ragazzine che sbavavano per lui solo perchè era un Beatleanche in America!eralì per rivedere sua sorella.

Liquidò la ragazza come una sciocca fan e non le prestò più attenzione peril resto del tempo che rimase lì.

Verso l'ora di cena le due ragazze si accomiatarono,ogniuna doveva tornare acasa per preparare le cena.

-È stato un piacere conoscervi- disse Silvia stringendo la mano di Paul,chela tenne un attimo più del necessario.

-Spero ci rivedremo al più presto- rispose Paul,con gli occhi chescintillavano di speranza.

-Oh,sì,ragazzi,Emma e Silvia vi faranno da chaperon,per tenervi un po' dicompagnia e poi domani sera ho organizzato una festicciola con qualche amico-disse Louise.

George alzò gli occhi al cielo,addio tranquillità.

Paul invece era estasiato

-Non vedo l'ora!- disse guardando intensamente Silvia,che avvampò involto.

Alla fine le ragazze uscirono dalla casa,appena arrivate sotto il portico diEmma si guardarono negli occhi e saltellarono di gioia.

-Paul sembra piuttosto preso- disse con malizia Emma,facendo arrossire dinuovo l'amica.

-É stato solo gentile- rispose Silvia con modestia.

-Tsè,e io sono la regina d'Inghilterra! Alla fine della vacanza quello ècotto,te lo dico io...anche prima,secondo me-

-Non dire sciocchezze Emma!Piuttosto come ti è sembrato George?-

-Un arrogante,antipatico,asociale...-

-se hai finito gli aggettivi con la A..-

-..Posso cominciare con quelli con la B: borioso,bullo...- riprese Emma con foga.

-Magari era solo stanco del viaggio e poi lo sai che Louise ci ha detto che è un tipo tranquillo- disse conciliante Silvia.

-Mmmhh..d'accordo Sil,magari hai ragione tu,gli darò un'altra possibilità domani- rispose Emma salutando l'amica con un bacio sulla guancia.

In realtà Emma aveva già decretato la sentenza: George Harrison era un vero antipatico,ma per il bene che voleva a Louise sarebbe stata gentile con lui.

“O perlomeno civile” si corresse mentalmente,aprendo la porta di casa.

  
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