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Autore: Bonhiver    07/10/2010    8 recensioni
Cosa ci fanno nove ragazzi tirati a lucido chiusi nel bagno di Mirtilla Malcontenta a giocare ad Obbligo o Verità?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Il trio protagonista, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: Obbligo o Verità?
Personaggi principali: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley, Theodore Nott
Genere: Generale
Rating: Giallo
Introduzione: Cosa ci fanno nove ragazzi tirati a lucido chiusi nel bagno di Mirtilla Malcontenta a giocare ad Obbligo o Verità?





Obbligo o Verità?



Il primo a far girare la bottiglia sul pavimento freddo del bagno di Mirtilla Malcontenta fu Ronald Weasley. Era insolitamente elegante quella sera, anche se aveva uno strano sorriso sul volto e gli occhi appannati.
La bottiglia roteò lenta, fino a fermarsi col collo puntato verso Harry Potter, che trattenne il fiato. Come il migliore amico anche lui era molto elegante nel suo completo nero confezionato apposta per la serata.
Se solo fosse stato lucido a quell’ora di notte, probabilmente si sarebbe maledetto a dovere per aver proposto quel gioco. Ma aveva bevuto, non poteva negarlo, e quindi non si preoccupava ancora delle conseguenze.
Nel silenzio generale attese di sentirsi parlare.
«Verità.»
Ron sorrise stupidamente e fece il gesto di sfregarsi le mani. Luna Lovegood ridacchiò, più persa del solito, dalla nuvola gialla che era il suo vestito.
«Sei innamorato di mia sorella?»
Fortunatamente Ginny Weasley non era presente, pensò poco lucidamente Hermione Granger. Sarebbe stata davvero imbarazzante una confessione così forzata, anche se probabilmente nessuno avrebbe ricordato poi molto la mattina seguente. Ma non era certo quello il momento adatto per imbandire statistiche, si rimproverò mentalmente mentre osservava Harry arrossire fino alla radice dei capelli.
Già, avevano avuto tutti quanti la brillante idea di bere del Veritaserum prima di iniziare quell’assurdo gioco.
«Sì.» Mormorò infatti il ragazzo, calato a picco nell’imbarazzo più fastidioso.
«Che tenero che sei, Potter.» Proruppe Draco Malfoy, i capelli stravolti gli davano un’aria infinitamente umana, che si trovava seduto proprio dall’altra parte della bottiglia rispetto a Harry. Stranamente nel suo tono non c’era cattiveria, ma solo una pacifica ed allegra ironia. E, chiariamo subito, Draco Malfoy era allegro solo perché aveva bevuto qualunque cosa il suo compare Theodore Nott, seduto affianco a lui, gli aveva passato per tutta la serata.
Ron, nel frattempo, non si scompose minimamente alla confessione dell’amico, ma lo guardò solamente negli occhi, cercando di restare serio.
«Se la fai soffrire ti ammazzo!» Lo scimmiottò Pansy Parkinson, appoggiata ad una parete e particolarmente sexy con una sigaretta in bocca e un vestito che la fasciava perfettamente.
Harry la guardò male e fece girare la bottiglia davanti a lui. Si fermò proprio in direzione di Pansy, che sorrise freddamente.
«Non serve a nulla guardarmi così, Potter. Non ho paura: verità.» Disse tirando su col naso, come se stesse per andare in contro ad una condanna a testa alta.
«Bene, Parkinson, molto bene. Vediamo,» iniziò a dire Harry, rendendosi conto fin dal principio che primo non sapeva nulla di lei e quindi non poteva colpirla per farla affondare e che secondo era ridicolo con quel tono da finto sadico. «è vero che sei perdutamente innamorata di Malfoy, ma che lui non ti calcola, fin dal primo anno?»
Sapeva di essere stato un po’ stronzo, in effetti qualcosa per colpirla fra le mani ce l’aveva, e si sentì stranamente in colpa. Perché quella sera, condizionati in ciò che facevano dall’alcol, sembravano tutti aver seppellito l’ascia di guerra.
«Innamorata. No, innamorata mai.» Rispose lei in tutta calma, stupendo tutti, soprattutto le altre tre ragazze lì presenti, che si erano trovate decisamente interessate alla domanda. Che Daphne Greengrass, l’eterea Daphne, fosse particolarmente attratta dal suo compagno non era una novità, ciò che stupiva erano gli sguardi attenti di Hermione Granger e Luna Lovegood. Ma erano pur sempre ragazze anche loro, no? Erano soggette al fascino maschile. E Draco Malfoy, tolto qualunque pregiudizio, emanava fascino allo stato puro.
«Draco è bello, questo lo può vedere chiunque, e normale che io sia attratta da lui.» Concluse chiudendo gli occhi, come se per dire quelle poche parole le fosse costata un’immensa fatica. Probabilmente era vero, l’inatteso uso di un congiuntivo in quelle condizioni non doveva essere stato facile.
«Soddisfatto Potter? È il mio turno ora, sì?»
«Questo gioco è una noia.» Borbottò Draco, accendendosi una sigaretta e appoggiandosi come Daphne alla parete alle sue spalle.
Pansy lo ignorò e fece girare la bottiglia. Questa volta la sfortuna fu di Hermione, che borbottò un "Obbligo" davvero stentato.
Gli occhi di Pansy scintillarono, sorrise e si sporse in avanti.
«Voglio che tu domani ti presenti in Sala Grande con la gonna della divisa di almeno dieci centimetri più corta del solito e la camicia sbottonata fin dove la decenza lo permette. Non potrai cambiarti per tutta la giornata, nemmeno sotto richiamo di un professore. Consideralo come un favore che ti faccio, Granger,» Disse notando la bocca semiaperta e lo sguardo allucinato di Hermione. «magari qualcuno ti noterà.»
Hermione si morse la lingua per non rispondere, sconvolta e oltraggiata. Stava lentamente riprendendo possesso delle sue facoltà mentali. E iniziava a sentire lo sguardo insistente di Draco Malfoy sul suo decolté.
Perché Hermione quella sera era davvero carina, i capelli arruffati e quasi del tutto sciolti su una spalla abbinata al leggero e puro vestito lilla che indossava la rendeva molto più aggraziata di quanto in realtà non fosse.
E il fatto che si fosse rivelata così piena di materiale grezzo gli faceva pregustare il giorno seguente.
Quasi leggendole nel pensiero, comunque, Draco fece apparire con un colpo di bacchetta una bottiglia di Wisky Incendiario e nove bicchierini.
«Ci vuole un po’ di movimento qui,» Disse, riempiendo i bicchieri. «Ogni giro vale un shot.»
In poco erano tornati al punto di partenza, completamente fuori.
Hermione aveva costretto Ron a baciare Blaise e lui si era sfogato su Theodore Nott, obbligandolo ad improvvisare un piccolo strip-tease in esclusiva. Poi era stato il turno di Luna, che aveva ammesso senza remore di sapere che i Cavilli non esistevano, sconvolgendo un po’ tutti a dire il vero.
E Blaise Zabini aveva ammesso, e solo perché obbligato dal Veritaserum, che era attratto da entrambi i sessi.
«Bé, non auguro a nessuno di essere il prossimo che questa maledetta indicherà.» Disse Blaise, dopo essersi scolato insieme agli altri il quarto shot della serata, riferendosi alla bottiglia e non convincendo particolarmente nessuno. Tutti ormai faticavano a restare seduti senza ondeggiare.
«Draco, mi dispiace.»
Ma Draco non si curò della bottiglia puntata verso di lui e fece apparire, a fatica, un’altra bottiglia di Wisky Incendiario.
«Verità.» Sentenziò, sorprendendo tutti.
«Da quali ragazze, in questa stanza, sei attratto?»
E Draco si maledisse. Mordendosi la lingua per non rispondere, concesse al suo sguardo di vagare in direzione delle ragazze, prima di cercare di riparare al danno che aveva combinato.
«Obbligo.»
«Non vale!» Sbottò Blaise, mentre gli altri ridacchiavano senza alcun motivo apparente, subito dopo si alzò e corse verso i water.
Harry Potter si era sdraiato, appoggiando la testa sulle cosce di Hermione Granger, che veniva sostenuta dalla neanche troppo forte spalla di Ron Weasley. Daphne Greengrass aveva incrociato le gambe e appoggiava i palmi sulle ginocchia, cercando di rimanere ferma. Pansy Parkinson, Theodore Nott e Draco Malfoy continuavano fumare, tutti e tre appoggiati a una parete del bagno. Mancava solo Blaise Zabini, che li aveva lasciati un attimo per chiudersi in un cubicolo, tra l’altro raggiungendo Luna Lovegood, e prepararsi alla prima vomitata di quella lunghissima notte.
Insomma, di elegante e formale avevano ancora ben poco. Non sembravano affatto i ragazzi maturi che avevano pacatamente festeggiato in Sala Grande poche ore prima la fine di sette anni ad Hogwarts.
«Visto che Blaise al momento è impossibilitato,» Cominciò Pansy ilare. «decido io il tuo obbligo. Così come la Granger domani ti voglio vedere per tutta la giornata solo in boxer.»
Daphne sospirò entusiasta, senza frenarsi minimamente.
«Che fantasia, Pansy.» Ma andava bene così. Un ultimo giorno per sconvolgere tutti, non ci sarebbero state lezioni quindi non era una cosa così oltraggiosa.
Un altro bicchiere scolato d’un colpo e la bottiglia ripartì, puntando su Harry.
«Obbligo.»
«Baciami i piedi.»
Tutti scoppiarono a ridere, senza più contenersi. Blaise era tornato, traballante, e rise anche lui vedendo Harry Potter strabuzzare gli occhi attraverso le tonde lenti inclinate sul naso.
«Eh?»
«Hai capito Potter, fallo.»
E così Harry lo fece. Dopo sette, o meglio otto, anni di battaglie continue per dimostrare la sua superiorità rispetto a Draco Malfoy, il penultimo giorno di scuola si ritrovò a dovergli baciare i piedi.
E Ron a cantare una canzone delle Sorelle Stravagarie. E Hermione a ballare sensualmente in bilico su un water.
«Verità.»
«Ok, Nott. Di chi sei innamorato?»
Hermione si stupì della propria domanda, ancora accaldata per tutto il movimento che la sua esibizione aveva implicato e con il sangue bollente nelle vene per l’alcol.
«Daphne Greengrass.»
La diretta interessata si girò di scatto nella direzione del compagno di Casa, con gli occhi spalancati.
Pochi attimi dopo erano avvinghiati, traballanti e appassionati.
Furono uno spettacolo inedito che tutti seguirono attentamente, quando finalmente i due si staccarono Theodore sorrideva come nessuno l’aveva mai visto fare.
Altro shot, altro giro di bottiglia.
Draco alzò gli occhi al cielo e aspirò una boccata di fumo.
«Obbligo.»
Theodore ridacchiò e pensò, più o meno, che questa volta Draco gliel’avrebbe fatta davvero pagare.
«Rimanendo in tema di baci…» Iniziò, sentendosi stringere di più da Daphne, seduta sulle sue gambe. «Voglio che adesso tu baci la Granger.»
Hermione trattenne il fiato di colpo, ma non sentì nessuna ondata di repulsione.
Si girò verso Draco e vide che la stava guardando.
Harry e Ron non dissero nulla per il semplice fatto che non credevano possibile una cosa del genere.
«Mi vuoi proprio fare del male, vero Theo?»
Ma Draco ghignava, o meglio ci provava, e nemmeno lui sembrava tanto schifato da quell’obbligo.
Si alzò, stando attento a dove metteva i piedi, e le andò incontro, afferrandole un polso e tirandola su con sé.
Avrebbero potuto iniziare a danzare e la cosa non avrebbe stonato. Così assurdamente eleganti, se estraniati dalla situazione, sarebbero potuti sembrare una coppia di uno di quei vecchi film babbani che Hermione adorava. «Non provare ad avvicinarti più di così, Malfoy.»
Ma non avrebbe convinto nessuno con quel tono di voce. E Draco la baciò comunque.
Sentirono, entrambi e con chiarezza, tutti trattenere il fiato, perché erano ubriachi, sì, ma coscienti.
E vedere due nemici di sempre baciarsi faceva effetto.
Ne uscì qualcosa di più di un semplice bacio dato per obbligo, ma poi finì anche quel momento. Draco tornò al suo posto e Hermione si sedette a terra, facendo sistemare nuovamente la testa di Harry sulle gambe come se nulla fosse successo.
Quando la bottiglia puntò Luna, anche lei nel frattempo era tornata, Draco sentì un moto di compassione per la ragazza, che sembrava veramente stare male.
Le chiese semplicemente in che anno fossero e la risposta assurda che ricevette confermò in che situazione si trovasse.
«Sbaglio o sei stato estremamente buono, Malfoy?» Insinuò Theodore ridendo. «La Granger ha effetti benefici su di te!»
«Sei ubriaco, Theodore.» Celiò Draco.
«Anche tu, idiota!»
Si misero a ridere tutti, chi più e chi meno.
Un istante dopo Luna si piegò in avanti e vomitò. Questo convinse tutti a tornare ai loro dormitori, per cercare di riprendersi.


Il mattino dopo Hermione Granger sconvolse tutta la Sala Grande entrando completamente trasformata.
Ma lo spettacolo impagabile lo inscenò Draco Malfoy, in mutande e calmissimo.
Si incontrarono all’ingresso della Sala Grande.
Hermione sorrise apertamente, fermandosi davanti a lui. Lo squadrò dalla testa ai piedi.
«L’hai fatto davvero.» Disse riferendosi al suo look.
«Anche tu. E, incredibilmente Granger, stai quasi bene.»
Hermione Granger e Draco Malfoy, vestiti com’erano vestiti, che parlavano pacificamente. Assurdo.
Si guardarono a lungo, probabilmente quella sarebbe stata l'ultima possibilità di parlare. Hermione sentì improvvisamente l'impulso di dire qualcosa, qualunque cosa.
«Bé, ci vediamo.» Le precedette lui, probabilmente annoiato da quel silenzio prolungato.
«Sì.»
Hermione guardò il ragazzo negli occhi per pochi secondi, gli sorrise un’ultima volta e raggiunse Ron e Harry.
Non appena sentì il fragore che Draco scatenò, non poté trattenersi e scoppiò a ridere.
Ma certo, certo che l’aveva notato anche lei quanto fosse bello quel giorno, non aveva problemi ad ammetterlo.

  
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