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Autore: Ganja    08/10/2010    0 recensioni
“Ciò che guida i gesti di tutte le creature è la magia che permea l’aria, essa non ha origine e non ha fine, è sempre esistita e sempre esisterà, rendiamo lode agli dei...” Il cosmo – Arak; prima era.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dalle Saghe di Mitsis.

Libro primo: Amber

 

“Ciò che guida i gesti di tutte le creature è la magia che permea l’aria, essa non ha origine e non ha fine, è sempre esistita e sempre esisterà, rendiamo lode agli dei...” Il cosmo – Arak; prima era.

Il vento ululava forte, sradicava gli alberi dal terreno, le nuvole minacciavano tempesta, e tutto il mondo veniva illuminato a tratti, e per pochi istanti dai numerosi lampi che cavalcavano le nubi.

La pioggia cominciò a scrosciare forte e i tuoi rimbombavano per tutte le montagne, arrivando chiari e distinti a Dramek, un piccolo agglomerato di fattorie sperduto tra le imponenti montagne innevate dell’Imhal, la catena montuosa più a nord dell’impero di Ashir; in questo paesello, mentre tutti correvano agitati per mettere al riparo animali e attrezzi da lavoro dalla pioggia, in una fattoria di quale metro più discostata dalle altre regnava apparentemente la quiete.

Un uomo alto, con una pesante armatura in ferro indosso, l’elmo nell’incavatura del gomito e lo spadone pendente dalla cintura camminava nervosamente davanti l’uscio di una porta da cui provenivano forti grida di dolore.

“Spingi Mielissa, avanti, fai un bel respiro e spingi” diceva con tono rassicurante una donna di circa trentasette anni, con il viso rotondo dall’espressione materna, benchè concentrata, e le forme prospere; sdraiata sul letto si trovava invece una giovane ragazza dai capelli neri e dal volto sfigurato per il dolore.
“vedo la testa!” urlò la balia “avanti ancora uno sforzo!”...

... un vagito interruppe il pensare dell’uomo in armatura, che spalancò la porta e corse al capezzale della moglie, la baciò più e più volte, poi si volse a guardare quel nuovo arrivo su Mitsis;
“E’ una bambina” disse teneramente la balia “come la chiamerete?”
La novella madre alzò i suoi occhi umidi verso la piccola e disse con un sussurro di voce: “Amber”

Ma qualcosa non andava, la balia urlò e per poco non lasciò cadere la piccola Amber che cominciò a piangere, il padre la prese in braccio e il suo cuore mancò un colpo... un nero marchio a forma di mezza luna era apparso sulla pancia della bambina.

Mielissa urlava cercando di capire cosa non andasse, mentre l’uomo in armatura correva come un forsennato raccogliendo tutto ciò che nel suo pensiero sarebbe tornato utile; finalmente ci fù un attimo di quiete, e Mielissa ottenne la spiegazione di ciò che succedeva, e non le piacque affatto: “Mielissa, amore, la nostra Amber... è una strega. Dobbiamo portarla via, al sicuro, prima che loro lo scoprano!”

La febbrile  attività non cessò nella casa fino a quando il fagotto con vestiti e beni di sostentamento fù pronto e la piccola amber non fù avvolta stretta in una coperta di lana per affrontare la tempesta.

 

Il viaggio fù estenuante, sopratutto per una donna che aveva appena partorito, ma alla fine arrivarono davanti quella porta tanto temuta, ci fù un istante di assordante silenzio, durante il quale anche il vento sembrava essere ammutolito, poi quei due colpi di nocche sul legno che sembrarono un’esplosione per tutti i presenti, sembrava che nessuno fosse in casa, ed erano tutti sull’orlo della disperazione quando una profonda voce che sembrava provenire da ogni singolo stelo d’erba li intorno parlò:
“Cosa cercate in questo posto maledetto o avventati mortali?”
l’uomo in armatura prese coraggiò e urlò in risposta alla voce:
"Cerchiamo la strega di Iakhnal! Non vogliamo tentare di farle del male, abbiamo solo una supplica” la sua voce si abbassò fino a spezzarsi.
in quel momento la porta, rimasta immobile fino ad allora prese vità e si aprì, e sempre la stessa voce parlò, questa volta dall’interno buio della dimora:
“Perchè rischiare la vita per fare una supplica a me mortali?”
“Si tratta di mia figlia!” urlò ad un tratto Mielissa “Anche lei è una strega e non vogliamo le sia fatto del male!”
la voce esitò un attimo, come se non si aspettare questo tipo di risposta, e sopratutto non con un tono così di comando ma supplichevole al tempo stesso.
poi dal buio si delineò la figura di una donna, che prese sempre più consistenza con l’avvicinarsi, fino a lasciarsi vedere per ciò che era, una bellissima ragazza di non più di venti anni, con lunghi capelli viola che scendevano in morbide ciocche sulle spalle, il viso affinato che terminava con due curiose orecchie a punta, ma ciò che colpì di più i presenti furono gli occhi, rossi come il sangue, che tradivano la vera età di quella che sembrava una fanciulla, aveva gli occhi di una profondità incredibile, che rispecchiavano anni e anni di saggezza accumulata; la voce riparlò, ma era diversa, si era addolcita e aveva un tono più cordiale e femminile, proveniente dalle dolci labbra di quella fanciulla bellissima e terribile:
“Se è veramente come dite, non dovreste restare qui a lungo, dovreste lasciare la bambina e correre via verso casa, ovunque essa sia.”

Miellissa guardò per l’ultima volta sua figlia negli occhi, anch’essi rossi come il sangue, sapeva che non l’avrebbe mai più rivista, l’abbracciò e la baciò sulla fronte, il padre fece lo stesso, e poi la bambina finì nelle mani della strega di Iakhnal.

 

 

Ok Gente, è la prima volta che mi cimento in qualche cosa di serio, probabilmente non ci avrete capito molto da questo capitolo, ma diciamo che è una presentazione, troverete più spiegazioni nel prossimo capitolo.
Non scordate di recensire, e se avete consigli non abbiate paura di darli che sono tutti bene accetti.

 

  
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