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Autore: giraffetta    09/10/2010    3 recensioni
"La sveglia di vernice rossa un po’ consumata iniziò a trillare precisa come una bomba. Con una sola manata la scaraventai contro il muro, rompendola in mille pezzi.
Mi stiracchiai e, sbuffando, mi alzai dal letto."
Piccolissima storia nata non so nemmeno io come!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un normale sabato mattina.

 

La sveglia di vernice rossa un po’ consumata iniziò a trillare precisa come una bomba. Con una sola manata la scaraventai contro il muro, rompendola in mille pezzi.

Mi stiracchiai e, sbuffando, mi alzai dal letto.

Il mio solito appuntamento settimanale mi aspettava, come ogni sabato del resto.

Guardai i pezzi della sveglia fracassata e con noncuranza ne recuperai una nuova da dentro il cassetto del comodino.

Ero abituata a quel gesto ormai, faceva parte di un rito che ripercorrevo ogni sabato.

Aprii la finestra, venendo investita da un raggio di sole e da un piacevole venticello.

Mi vestii in fretta con la solita tuta viola e raccolsi i capelli in una coda alta.

Ci tenevo che i miei mi vedessero perfetta e ordinata!

Non avevo tempo per fare colazione, così afferrai una fetta biscottata dalla credenza e, addentandola al volo, mi affrettai a raggiungere la macchina.

Guidai piano, pensando bene a quello che avrei dovuto raccontare.

Ogni volta era così: cercavo di portare alla memoria tutti gli avvenimenti più importanti della settimana, per poter fare un bel racconto, uno di quelli lunghi e dettagliati, un racconto perfetto.

Mamma e papà erano sempre felici di sapere ciò che facevo.

Per questo odiavo arrivare da loro e non ricordare qualche dettaglio importante, anche solo un particolare o una frase.

Volevo che loro fossero partecipi della mia vita, anche se ci vedevamo soltanto una volta a settimana.

Del resto, con l’università, la palestra, le amiche e altri impegni mi era difficile andare a trovarli più spesso.

Ma loro mi capivano e si accontentavano di avermi tutta per loro ogni sabato mattina.

Era così da cinque anni, e in quei cinque anni non si erano mai lamentati.

In effetti, molte amiche mi avevano sempre invidiata perché con i miei potevo sempre parlare di tutto, mi ascoltavano, comprendevano e consigliavano e non mi rimproveravano quasi mai.

Distratta dai miei pensieri non mi accorsi di essere arrivata.

Parcheggiai l’auto e mi diressi a passi lenti verso il vialetto di ghiaia scura.

Tutti i viali e le costruzioni di quel posto mi erano familiari oramai. Era come se fosse diventato la mia seconda casa.

Arrivata alla mia meta, sospirai e feci un grosso sorriso.

<< Ciao mamma, ciao papà. >> li salutai.

Poi, come di consueto, mi sedetti sull’erba fresca a gambe incrociate.

Guardai le loro foto incorniciate sulla pietra e accarezzai la lapide di marmo grigio.

<< Allora, da dove comincio? >> sussurrai, sorridendo

 

Nota Autrice:

Non so come mi sia venuta fuori e devo dire che non mi piace granchè, ma ho deciso di pubblicarla lo stesso!

Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciare una recensione.

Baci, Giraffetta

 

  
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