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Autore: Meiko    17/12/2003    7 recensioni
L'ispirazione mi è venuta ascoltando "At the beginning", un pezzo molto bello, che è stato usato per il cartone di "Anastasia". Quando l'oscurità è attorno a te, hai solo due possibilità: conviverci, o impazzire. Lei ha scelto la prima, e da quel momento la sua vita ha preso quella piega. Poi...qualcosa risvegliò in lei la curiosità perduta. Un viso che non sarebbe mai riuscita a vedere...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Ordunque...mentre mi sto ascoltando “Piccola stella senza cielo“ e “Broken“, rispettivamente di Ligabue e di Elisa, mi metto a scrivere l’epilogo di “Occhi” ff che mi ha preso molto a cuore.
E si, in effetti sono un po’ triste a lasciare Yuko e Neko, ma in fondo e giusto che dia una fine alle loro disgrazie.
Poverette…quante gliene ho fatto passare! Si meritano la loro giusta dose di felicità.
Come sempre ringrazio luxy e Betty che non mi hanno mai abbandonato, e ringrazio tutti voi che avete letto e recensito questa mia storia.
A presto!)

Vola…
Vola persa nel vento di Maestrale…
Vola, piccola e ruvida, rossa bordeaux, leggermente arrotolata su se stessa.
Vola…vola tra cieli di tanti mondi, vola tra tanti pesi, tra strade…tra persone…
Ma ora è stanca, e lentamente si avvicina, si avvicina ad uno scrigno…
Uno scrigno fatto da due mani, due mani pallide e delicate, che gentilmente la racchiudono dentro un calore dolce e gentile, per qualche secondo resta nel buio, prima di essere ammirata…
Ammirata da due meravigliosi occhi verdi, smeraldi sembrano incastonati in quegl’occhi, tanto sono verdi e lucenti.
Lucenti e carichi di dolcezza e curiosità…
Yuko ammirò ancora la fogliolina, era più piccola del uso palmo, e la sfiorò con le labbra, come una madre che bacia la testolina dl proprio bimbo, lo stesso amore e la stessa dolcezza.
Genzo ammirò quella meravigliosa creatura, sembrava una ninfa uscita da uno di quei libri fantasy, con quel suo cappotto di pelle imbottito di pelo, la gonna che arrivava alle ginocchia e gli stivali neri, i capelli liberi; lentamente, Genzo gli si avvicinò, e la prese da dietro, abbracciandole la sottile vita, ricevendo un sorriso da Yuko, che tornò a fissare la foglia con amore, per poi con gentilezza farla volare via, via, accompagnata dal vento freddo del nord, che gentilmente le scompigliava i lunghi capelli castani, i riflessi dorati le davano ancora più luce agl’occhi, il suo sguardo si perse in quella fogliolina, Genzo la guardò insieme alla ragazza.
-Era una foglia molto bella…-
-Mai quanto te, mio dolce autunno…-
la ragazza sorrise, arrossendo lievemente, era raro vederla arrossire, e a Genzo piaceva da morire quel leggero rossore sparso come porporina brillante sulle guance di Yuko, appoggiando poi con gentilezza la sua testa nell’incavo della spalla, facendo affondare la ragazza tra le sue braccia, entrambi fissavano il tramonto di quella giornata di Ottobre, il vento tentava di insinuare in loro il freddo, ma il calore di quell’abbraccio era più forte.
Genzo affondò il viso tra i capelli di Yuko, il profumo di frutta secca e caldarroste lo faceva sempre impazzire, e baciò il capo della ragazza, che sorrise, prima di sciogliersi dall’abbraccio, prendendolo per mano e incamminandosi con lui via da quella strada, Yuko si voltò solo un momento a richiamare Inuki, che abbaiando festoso raggiunse la coppia.
Erano tornati in Giappone da una settimana, ed avevano deciso di tenere con loro Inuki, la madre di Yuko ormai non ci poteva più badare, e comunque la ragazza era troppo affezionata al suo amato cane, che per quasi una vita l’aveva accompagnata nel suo cammino.
Ora, Inuki aveva lasciato il posto a Genzo, ma sarebbe stato sempre li, fedele, con la sua padroncina.
Yuko strinse la mano di Genzo, che sorrise, ammirando la bellezza degl’occhi di Yuko, che lo guardava.
Era da quasi un anno che si conoscevano.
Un anno pieno di imprevisti e avventure!
Ma ora tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Yuko sorrise, per poi mettersi a correre, troppo felice di quel momento, mentre Genzo l’ammirava, e Inuki la inseguiva.
Il suo autunno.
Un autunno dal sorriso dolcissimo, negl’occhi gli ultimi spruzzi di un’estate ormai finita, nei capelli erano intrecciate foglie rosse e vento di Maestrale, la sua risata era l’acqua fredda dei ruscelli che dava vigore e felicità.
Il suo profumo era quello delle caldarroste e della frutta secca…
La sua dolce Yuko…
Il suo amato autunno…
La ragazza si fermò dal giocare con Inuki, e sorrise a Genzo, che la raggiunse, baciandola dolcemente sulle sottili labbra, per poi appoggiare la sua fronte contro quella della ragazza.
-Grazie di esistere…-
-Grazie a TE di esistere, Genzo. Grazie per tutto…-
i due sorrisero, per poi riprendere a camminare, seguiti da un festoso Inuki, mano nella mano, insieme.
Insieme…

*

(Cambio di scena)

Aprì gli occhi, di fronte a se solo l’immensità del cielo, le stelle brillavano con vigore, anche se i lampioni della strada li offuscavano leggermente.
Alla sua destra, udiva chiaramente il tranquillo respiro di Taro, che fissava con lei la cupola di blu scuro decorata con lucciole d’argento.
-Si sarà addormentato?-
Lucille non rispose alla domanda, ma sorrise, mentre sentiva qualcosa tirarle dolcemente i capelli, anche Taro sentiva qualcosa tirarlo.
-Eccolo qui il campione-
sorridendo affettuosamente, Taro si alzò, mettendosi seduto, prendendo tra le braccia il piccolo François, che sbracciava allegro, ridendo e mostrando un sorriso bellissimo, che contagiò anche Lucille, che guardava quella scena ormai a lei familiare: Taro giocava con il piccolo, facendogli il cavalluccio, il bimbo che rideva allegro, muovendo le braccine verso il viso del ragazzo, gli piaceva molto il viso del ragazzo e gli occhi della madre, che anche lui possedeva, due grandi e brillanti ametiste viola, mentre il capo era coperto leggermente da ciuffi di capelli biondo scuro.
Non assomigliava per niente a…a chiunque sia stato il padre…
Assomigliava tutto e per tutto alla madre, che ora si metteva anche lei seduta, ammirando la Tour Eiffel, luminosa dato che erano le otto di sera, il suo faro aveva cominciato in quel momento a sondare il cielo come un radar, prima di quel momento non aveva mai notato quanto fosse bello il simbolo di Parigi, quello stesso simbolo che gli aveva fatto conoscere e amare Taro.
In effetti…se non avesse alzato lo sguardo verso il faro, quella sera, non avrebbe mai conosciuto Taro, Yuko e Neko…
Chissà come stavano adesso…
Lucille sospirò, passandosi una mano su un ciuffo biondo che le cadeva su un occhio, attirando a se la curiosità di Taro, mentre François sbracciava verso la madre, che con un sorriso di gioia lo prendeva in mano.
Lunghi capelli biondi chiari tinti, occhi viola assai rari da trovare, un sorriso dolce, un grazioso neo sulla parte superiore del labbro.
Taro sorrise, allungando una mano sul viso di Lucille, che stupita lo guardò un attimo, prima di sorridere, lasciandosi accarezzare.
-Cosa c’è?-
-Pensavo…a quanto fossi bella…e a noi due…-
lei annuì, sorridendo, quel contatto era più di quanto sperasse.
Taro le si avvicinò, sfiorandole le labbra con un bacio, mentre lei sorrideva serena, François all’improvviso cominciò a tirarle una ciocca di capelli, tra le risate del ragazzo.
-Piano amore! Mi fai male!-
-Si vede che è pazzo dei tuoi capelli!-
-Forse anche troppo!-
-Beh, spero che la madre non si lamenti anche che il padre di questo bimbo sia pazzo di lei-
Lucille si voltò, sbalordita della confessione e del sorriso tranquillo del ragazzo.
-Taro…tu…-
-Voglio che questo bambino sia di tutti e due, Lucille-
la ragazza lo guardò sorpreso, non riuscendo a trattenere una…risata!
-Beh, che hai da ridere?-
-No, non pensare male…non rido per la proposta, ma rido per il fatto che me l’hai detta QUI-
Taro ci mise un momento a capire, poi scoppiò anche lui a ridere, notando solo in quel momento la Tour Eiffel li davanti.
-Non c’è nulla da dire, questa torre è legata a noi…-
-Gia…-
-Ma non hai risposto alla mia domanda…-
-Ah, c’era la domanda?-
-Si-
il ragazzo la guardò seriamente, mentre lei stringeva il bambino a se, il piccolo cominciava ad avere sonno, e sbadigliò poco elegantemente, facendo nascere un risolino divertito sul volto di Lucille e Taro, che però tornarono a guardarsi, mentre il ragazzo formulava la domanda.
-Lucille…vuoi sposarmi?-
-…si, lo voglio-
Taro sorrise, baciando con dolcezza Lucille, mentre François si addormentava, magari sognando di camminare in una strada di luce accompagnato dalla mamma e dal suo nuovo papà…

*

(Ultimo cambio di scena!)

Neko appoggiò una mano guantata sulla vetrata della stanza, acanto a lei un tavolo abbellito on stupendi mazzi di rose bianche e rosse con piccoli grappoli di fiorellini bianchi.
Era terribilmente AGITATA!
-Neko…-
la ragazza si voltò, e rimase felicemente stupita di ammirare la sorella, la sua damigella, vestita di un abito lungo di seta verde fatto dalla madre per le damigelle, partiva dal seno e fasciava tutto il busto, per poi allargarsi fino a terra, con uno strascico non troppo lungo, che la ragazza teneva saldamente con due dita; portava i capelli sciolti, leggermente mossi, ed aveva un po’ di ombretto dorato- verde sugl’occhi, rendendo le sue iridi verdi ancora più brillanti.
La ragazza sorrise, ammirando la sorella.
-Sei bellissima…-
-Questo lo dovrei dire io a te, cara la mia sposina. E dire che quella che doveva sposarsi prima dovevo essere io!-
Neko ridacchiò, mentre si voltava verso la sorella, che sorrideva felice: Neko indossava un abito lungo color perla, la gonna lunga di seta toccava terra, coprendo le scarpette bianche a tacco basso, il bustino era decorato con perline bianche e rose bianche sul decolté, guantibianchi fino al gomito di velluto e in testa, tra i capelli ramati corti, solo un cerchietto bianco con una rosa bianca fresca e profumata, ombretto argentato e brillantini sul viso, tra le mani un bouquet di fiori bianchi.
-Sei davvero stupenda. Mamma ha fatto davvero un ottimo lavoro-
-Mi sento…nervosissima!-
Neko sbatté il piede a terra, scatenando una risatina in Yuko, che rivedeva in quella sposina la piccola sorellina pestifera e allegra, che adesso era sulla soglia di una crisi!
La ragazza si avvicinò alla sorella, sistemandole un attimo i capelli, il suo sorriso era sempre misterioso, ed ogni volta attirava la curiosità di Neko, che lo toccava, come in quell’istante, sorridendo malinconica.
-Mi sono sempre chiesta cosa nascondesse quel tuo sorriso…solo papà conosceva i tuoi segreti-
-Ma anche tu confessavi i tuoi segreti a papà-
-Si, ma poi spifferava tutto a te!-
Yuko e Neko risero, la ragazzina tentò di trattenersi dal passarsi una mano sugl’occhi, per non rovinare l’ombretto.
Yuko guardò per bene la sorella, sorridendo affettuosa.
-Come va?-
-Molto meglio, grazie-
-Sei pronta a fare il grande passo?-
-Se devo essere sincera, sono ancora un po’ spaventata. Ma…ma ho deciso! Voglio passare il resto della mia vita con Kojiro!-
-Mi fa piacere sentire questa tua risolutezza!-
-Ehi, belle signorine-
una testa castana uscì dalla porta bianca, Taro con lo smoking era ancora più affascinante, i capelli disordinati gli davano l'aria da ragazzo, mentre Lucille sbucava con la testolina del suo bimbo.
-Tutto ok?-
-Si, vieni pure, Lucille-
la ragazza mostrò il suo abito a damigella, mentre teneva in mano un felicissimo François, vestito di un abitino elegante celeste, che lo faceva apparire ancora più angelico.
Yuko lo prese un po' in braccio, mentre Lucille la guardava, ancora non si convinceva del fatto che l'amica avesse recuperato la vista.
Quando lei e Taro lo aveva saputo, avevano gridato di gioia, correndo da una parte all’altra della casa, mentre François li guardava stupito.
Yuko ci giocò un po’, sussurrandogli delle paroline dolcissime all’orecchio, mentre Taro sentiva un moto di malinconia, era ancora così bella.
Ma adesso c’era Lucille nella sua vita.
-Taro, cosa c’è? Sei venuto a dirci qualcosa?-
il ragazzo si riscosse, e gli venne un moto di ridarella.
-Si, e cioè che ti devi sbrigare, Neko! Tra un po’ Kojiro comincerà a picchiare a sangue Genzo, se non arrivi-
-Oh santo cielo! Kojiro è capace davvero di farlo!-
-Lo sposo è un tantino nervoso, eh?-
-Dire che è nervoso è poco!-
le tre ragazze e Taro scoppiarono a ridere, poi Neko si rigirò tra le mani il bouquet, sorridendo felice e forse un po’ nostalgica, prima di prendere un profondo respiro.
-Sono pronta. Possiamo andare!-
-Bene! Allora chiamo Sanae e le altre!-
-E io torno da Tsubasa, poveretto, l’ho lasciato a tenere a bada quei due!-
Taro e Lucille sparirono con François, mentre Yuko guardava ancora una volta Neko, per poi sorriderle.
-Andiamo?-
Neko sorrise, avviandosi verso la porta.
-Si-

Le prime ad arrivare furono Sanae, Yaoi, Yoshiko, Lucille e Yuko, che avanzarono silenziose e sorridenti, Sanae mostrava gia la pancia della gravidanza, mentre raggiungeva Tsubasa, le altre ragazza raggiunsero i compagni, Lucille prese in braccio François, aspettando l’arrivo di Taro, mentre Yuko raggiungeva Genzo, che le sussurrava all’orecchio.
-Sei fantastica-
-E tu sei il solito! Possibile che devi sempre fare a pugni con Kojiro?-
-E’ stato lui a cominciare!-
-Come sta? Nervoso?-
-Se ti dico che mi stava per uccidere, ci credi?-
Yuko soffocò una risata, per poi sorridere con dolcezza, ammirando la sposina che stava arrivando, Taro le faceva da accompagnatore, mentre Kojiro ammirava quella magnifica creatura, appariva come un angelo, con quel sorriso dolcissimo.
La cerimonia finì con lo scrosciare degli applausi, quando Kojiro sollevò da terra Neko e la baciò con tanta dolcezza da far venire le lacrime alla sposina, che lo abbracciò, mentre due fedi in oro brillavano.
Yuko lasciò scivolare qualche lacrima di gioia, asciugata dal pollice di Enzo, che la baciò teneramente sulla guancia, per poi accompagnarla al rinfresco, seguendo Neko e Kojiro, che si sorridevano a vicenda, tenendosi strettamente per mano.
-NEKO, LANCIA IL BOUQUET!-
la ragazza rise, per poi lanciare il bouquet, rose bianche volavano come colombe candide, finendo tra le braccia Yoshiko, che abbracciò Hikaru, felicissima, mentre Yuko e Genzo li guardavano da lontano, sorridendo.
-E noi due?-
Genzo sussurrò questo all’orecchio di Yuko, che voltandosi sorrise, lasciando ammirare il suo sorriso alla Monnalisa e i suoi occhi, intrappolati nelle ciglia lunghe e nere.
Genzo non la lasciò rispondere, baciandola con dolcezza, mentre tutti festeggiavano un gattino e una tigre che si davano l’ennesimo bacio, carico di amore.

FINE

(BUHUUU!!! T__T E’ finita!!! Vabbe, pazienza.
Volevo solo dire che ringrazio ancora tutti, e chevi aspetto a “Dillo con un fiore“.
CIAOOO!!
Meiko)

  
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