...Quello che ero…
1 – SVOLTA
Vederla allontanare fu una fitta
terribile al mio cuore di marmo. Lo stesso cuore che non batteva più da
trecento anni. Dalla finestra della mia lussuosa stanza guardai il suo corpo
sottile muoversi tra la folla con agilità e grazia. I jeans lunghi e la felpa
coprivano ogni centimetro di pelle del suo corpo impedendo al sole di farla
brillare come un diamante. La osservai ancora per qualche secondo mentre i suoi
passi aggiungevano distanza tra me e lei e la rendevano sempre più irriconoscibile,
almeno per un occhio umano, in mezzo a quei corpi senza alcun valore per me.
Chiusi la tenda con un movimento fulmineo e mi distesi sul letto con lo sguardo fisso al soffitto.
Per la prima volta dopo secoli mi sentii morto. Sentimento paradossale visto che teoricamente il mio corpo avrebbe dovuto essere sepolto molti anni prima. Eppure la lontananza da lei mi faceva star male come mai avevo provato in tutta la vita.
Se n’era andata senza nemmeno spiegarmi il motivo. Ordini di Aro, aveva addotto come scusa.
Maledissi mentalmente il nostro creatore. Jane pendeva dalle sue labbra e qualsiasi ordine lui le desse lei era pronta a eseguirlo senza pensarci due volte.
Mi alzai incapace di starmene un altro minuto in quella prigione dorata.
Questa volta non l’avrei seguita. In fondo era partita senza curarsi minimamente del suo gemello tagliato fuori da quel legame speciale che la legava al capo dei Volturi.
Percorsi velocemente i lunghi corridoi intenzionato ad andarmene a caccia e sperando di non incontrare nessuno del clan. Non era decisamente il giorno giusto per fare conversazione.
Andava tutto dannatamente storto da quando quegli stupidi Cullen ci avevano sconfitti esattamente tre anni prima. Solo il fatto che ci avessero sfidati era a dir poco un insulto e una mancanza di rispetto ai sovrani dei vampiri ma era la sconfitta infertaci dalla neonata moglie di Edward a bruciare più di ogni cosa. Lei e il suo scudo si erano presi gioco dei poteri miei e di mia sorella che fino a quel momento erano stati imbattuti. Da quel momento Aro e gli altri due capi ci avevano inferto parecchie punizioni, ovviamente non a livello fisico dato che nulla avrebbe potuto scalfirci ma piuttosto a livella mentale e, se possibile, sentimentale: umiliandoci e separandoci appena potevano. Li odiavo e più volte avevo pensato di lasciare la guardia reale ma poi ero sempre rimasto, incapace di trovare un altro posto in cui andare dove loro non mi avessero potuto trovare e riportare indietro. Ancora una volta la mia condizione di immortale mi stava stretta.
Uscii dal palazzo e mi aggirai all’ombra dello stesso per alcune delle vie della piccola cittadina italiana. Fu un attimo di distrazione a cambiare tutto. A stravolgere anni di odio e desiderio di sangue umano.
Sbattei contro qualcosa di morbido, troppo poco forte per poter far cadere un vampiro di granito quale ero. Voltai il capo in direzione del corpo che si era accasciato a terra.
Un’umana.
Sorrisi, inaspettatamente soddisfatto. Non mi sarei nemmeno dovuto sforzare per dissetarmi.
Le tesi una mano sorridendole il più affabilmente possibile e al contempo tentando di affascinarla.
Prese la mia mano e si alzò in piedi mantenendosi a distanza da me, come se sapesse quanto potevo essere pericoloso.
< Grazie… > sussurrò talmente piano che se il mio udito non fosse stato così affinato non avrei potuto udirla.
< Figurati, mi dispiace esserti venuto incontro. > le dissi nel modo più dolce che conoscevo continuando a sorriderle.
< Tranquillo. > mi rispose all’apparenza per niente affascinata e io mi chiesi come fosse possibile. Poco male, pensai, non mi scapperai comunque.
< Scusa ora devo proprio andare, sono di fretta. > disse tentando di allontanarsi ma io le bloccai un braccio senza nemmeno fare uno sforzo. Fu in quel momento, quando girò il volto stupefatto verso di me, che notai i suoi occhi.
Gli occhi più belli che avessi mai visto.
Color caramello. Solo simili a quelli di quei maledetti Cullen.
Erano talmente profondi e dolci che per un momento mi ci persi. Incapace di ricordare chi fossi e cosa stessi facendo. Poi mi ripresi.
< Aspetta. Non ti va di fare una passeggiata così posso farmi perdonare? > le dissi tornando in me.
< Mi piacerebbe ma come ti ho detto vado di fretta. > tentò di nuovo di divincolarsi ma la fermai e la bloccai contro il muro. Pronto ad affondare i denti nel suo collo morbido e indifeso.
A pochi millimetri da quella pelle candida mi bloccai. I suoi occhi terrorizzati fissi sul mio volto.
**SPAZIO AUTRICE**
Eccomi con una nuova storia...spero vi piaccia e la leggiate in tanti.
Ho deciso di parlare di Alec perchè non spesso si trovano FF su di lui e mi sembra un buon soggetto per una storia.
Siccome questa Fan Fiction è pensata in più capitoli fatemi sapere se vi interessa e devo continuare...
Continuerò solo se vi saranno tanti lettori a chiederlo ovviamente, quindi a voi la decisione!!!
Chiusi la tenda con un movimento fulmineo e mi distesi sul letto con lo sguardo fisso al soffitto.
Per la prima volta dopo secoli mi sentii morto. Sentimento paradossale visto che teoricamente il mio corpo avrebbe dovuto essere sepolto molti anni prima. Eppure la lontananza da lei mi faceva star male come mai avevo provato in tutta la vita.
Se n’era andata senza nemmeno spiegarmi il motivo. Ordini di Aro, aveva addotto come scusa.
Maledissi mentalmente il nostro creatore. Jane pendeva dalle sue labbra e qualsiasi ordine lui le desse lei era pronta a eseguirlo senza pensarci due volte.
Mi alzai incapace di starmene un altro minuto in quella prigione dorata.
Questa volta non l’avrei seguita. In fondo era partita senza curarsi minimamente del suo gemello tagliato fuori da quel legame speciale che la legava al capo dei Volturi.
Percorsi velocemente i lunghi corridoi intenzionato ad andarmene a caccia e sperando di non incontrare nessuno del clan. Non era decisamente il giorno giusto per fare conversazione.
Andava tutto dannatamente storto da quando quegli stupidi Cullen ci avevano sconfitti esattamente tre anni prima. Solo il fatto che ci avessero sfidati era a dir poco un insulto e una mancanza di rispetto ai sovrani dei vampiri ma era la sconfitta infertaci dalla neonata moglie di Edward a bruciare più di ogni cosa. Lei e il suo scudo si erano presi gioco dei poteri miei e di mia sorella che fino a quel momento erano stati imbattuti. Da quel momento Aro e gli altri due capi ci avevano inferto parecchie punizioni, ovviamente non a livello fisico dato che nulla avrebbe potuto scalfirci ma piuttosto a livella mentale e, se possibile, sentimentale: umiliandoci e separandoci appena potevano. Li odiavo e più volte avevo pensato di lasciare la guardia reale ma poi ero sempre rimasto, incapace di trovare un altro posto in cui andare dove loro non mi avessero potuto trovare e riportare indietro. Ancora una volta la mia condizione di immortale mi stava stretta.
Uscii dal palazzo e mi aggirai all’ombra dello stesso per alcune delle vie della piccola cittadina italiana. Fu un attimo di distrazione a cambiare tutto. A stravolgere anni di odio e desiderio di sangue umano.
Sbattei contro qualcosa di morbido, troppo poco forte per poter far cadere un vampiro di granito quale ero. Voltai il capo in direzione del corpo che si era accasciato a terra.
Un’umana.
Sorrisi, inaspettatamente soddisfatto. Non mi sarei nemmeno dovuto sforzare per dissetarmi.
Le tesi una mano sorridendole il più affabilmente possibile e al contempo tentando di affascinarla.
Prese la mia mano e si alzò in piedi mantenendosi a distanza da me, come se sapesse quanto potevo essere pericoloso.
< Grazie… > sussurrò talmente piano che se il mio udito non fosse stato così affinato non avrei potuto udirla.
< Figurati, mi dispiace esserti venuto incontro. > le dissi nel modo più dolce che conoscevo continuando a sorriderle.
< Tranquillo. > mi rispose all’apparenza per niente affascinata e io mi chiesi come fosse possibile. Poco male, pensai, non mi scapperai comunque.
< Scusa ora devo proprio andare, sono di fretta. > disse tentando di allontanarsi ma io le bloccai un braccio senza nemmeno fare uno sforzo. Fu in quel momento, quando girò il volto stupefatto verso di me, che notai i suoi occhi.
Gli occhi più belli che avessi mai visto.
Color caramello. Solo simili a quelli di quei maledetti Cullen.
Erano talmente profondi e dolci che per un momento mi ci persi. Incapace di ricordare chi fossi e cosa stessi facendo. Poi mi ripresi.
< Aspetta. Non ti va di fare una passeggiata così posso farmi perdonare? > le dissi tornando in me.
< Mi piacerebbe ma come ti ho detto vado di fretta. > tentò di nuovo di divincolarsi ma la fermai e la bloccai contro il muro. Pronto ad affondare i denti nel suo collo morbido e indifeso.
A pochi millimetri da quella pelle candida mi bloccai. I suoi occhi terrorizzati fissi sul mio volto.
**SPAZIO AUTRICE**
Eccomi con una nuova storia...spero vi piaccia e la leggiate in tanti.
Ho deciso di parlare di Alec perchè non spesso si trovano FF su di lui e mi sembra un buon soggetto per una storia.
Siccome questa Fan Fiction è pensata in più capitoli fatemi sapere se vi interessa e devo continuare...
Continuerò solo se vi saranno tanti lettori a chiederlo ovviamente, quindi a voi la decisione!!!