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Autore: HollyIsForLovers    10/10/2010    2 recensioni
Come può essere così stupido e incosciente l’amore? Come può provocare tanto male ed essere al contempo così desiderabile? Rispondimi bellissimo uomo coricato tra le mie lenzuola, rispondimi per una volta, sceglimi almeno ora.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’altro giorno sono andata allo studio di lei. Tu non lo sai, non ho avuto il coraggio di dirtelo, ho preso un appuntamento ben sei mesi fa, e sono riuscita ad incontrarla.
Molti miei amici, inconsapevoli di tutto mi avevano teso le sue lodi, l’ostetrica migliore di tutta la città.
Quando ero davanti alla porta del suo studio scorsi il cartellino col suo nome sopra Samantha Eddison in Harks.
Sbagliai a bussare e la sbattei provocandomi dolore alle nocche, mi ripetei varie volte che era un segno del destino, che non avrei mai dovuto incontrarla, ma proprio in quel momento essa mi invitò ad entrare.
La voce era proprio come me l’ero immaginata, calda, leggermente più bassa del normale.

Tu mi avevi parlato spesso di lei, e malvolentieri avevo ascoltato le vostre storie di coppia, proprio come una fidanzata ascolta storcendo il naso le storie del suo lui con l’ex.
Ma per quanto ti avessi potuto ascoltare , non mi ero mai immaginata che lei fosse così.

Appena entrata la scorsi vicino alla finestra, alta, magra, col camice bianco.
Quando si voltò potei notare il seno prosperoso avvolto dal camice che contrastava perfettamente con il ventre piatto. Mentre mi sedevo, ammiravo il suo sorriso, quelle labbra scure, gli occhi verdi  e i capelli rossi lunghi fino alle spalle.
Era meravigliosa, non potei non sorridere a mia volta davanti a tanta grazia e gentilezza.
Mi chiese il motivo del consulto, e io iniziai a giocare con le parole, una dote che avevo imparato da te.
Ella aggrottò la fronte e mi disse di accomodarmi sul lettino posto alle mie spalle.

Io annui, spaventata, ci alzammo contemporaneamente e mi sentì smisuratamente piccola di fronte a lei. Io ero davvero una sua possibile rivale? Davvero tu eri stato capace di notare me, quando ogni notte al tuo fianco avevi  lei?
Mi accomodai, dopo essermi cacciata gonna e collant, sul lettino, quella mi fece appoggiare le gambe negli appositi poggiapiedi. In quella posizione mi sentivo ancora più in difficoltà, ed intanto intravedevo la cornice di legno chiaro appoggiata alla scrivania. Quelle perfette cornici che contengono perfette istantanee di coppie perfette.
-Vuole parlarmi di qualcosa?-.
-Cosa?- chiesi mentre ispiravo profondamente, a causa dell’oggetto gelato che mi infilò tra le cosce.
-Sono consapevole che l’esame è fastidioso quindi se può renderlo più sopportabile, mi racconti qualcosa di lei… cosa fa nella vita?-.
-Sono un’editrice, lavoro per una rivista di moda…- rispondo, paragonando il mio scrivere articoli su scarpe al suo salvare delle vite.
-Ha un marito, un fidanzato?-.
Ed intanto, sento quell’oggetto estraneo andare sempre più giù.
-Un compagno diciamo.. sono quasi 5 anni che ci frequentiamo- ed intanto penso a quella foto.
-5 anni! Non sono pochi, eh! Deve essere una cosa importante…! Mai pensato al matrimonio?-.
-Lui non è un tipo che ama i legami…-.
-Ah questi uomini…! Ma non si preoccupi, alla fine cambiano, mio marito anche era così, ed ora siamo sposati da ben otto anni!-.

Ed in quel momento che il tremore delle mie mani diventa estremamente visibile, tanto che insieme a queste anche le gambe iniziano a muoversi.
-Signornina Adams sta bene?-.
-Sisi- rispondo, celando le lacrime.
-Vuole che interrompiamo l’esame? Posso tranquillamente spostare la visita a domani mattina…-.
Mentre dice ciò, mi libera dell’intruso e io posso riappoggiare le gambe a terra.
-Non si preoccupi, credo di non aver nessun problema..- esclamo mentre poso i collant in borsa  e infilo la gonna.
-Mi scusi per averle fatto perdere tempo dottoressa Harks, mi scusi di tutti..-.
Esco quasi correndo, e mi fiondo per la strada, dimenticandomi completamente dove avevo parcheggiato.
Piova a dirotto, e mi incazzo, e mi odio, perché è riuscita a farmi pena. Lei che lo possiede, che è legata a lui da un patto, da un anello, da una casa, da una vita! Lei fa pena a me, che di lui ho solo stupidi regali e stupide foto.
La odio, odio non essere lei, odio che lei ci sia, ed odio essere me.
  
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