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Autore: Simphony    10/10/2010    3 recensioni
[Covert Affairs][Partecipante al The One Hundred Prompt Project] Quando perdi la vista, a cosa ti puoi affidare?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta "I 5 Sensi"'
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Piccola Shot facente parte della serie “I 5 sensi”. Questa e le altre fic di questa serie partecipano alla “The One Hundred Prompt Project” rimandabile al banner posto qua sotto.
The One Hundred Prompt Project

Spero vi piaccia

Simphony


*°*


Raccolta n.° 2 – I 5 sensi 01


Prompt 13 Tatto


(P.O.V. Esterno)


Prima ancora di riaprire gli occhi, lui mosse leggermente le mani.

Sentì qualcosa. Qualcosa che non tornava.

Troppo morbido per essere suo.

Troppo morbido per appartenere alle Forze Speciali.

Troppo morbido per essere realmente in Iraq.


Non riuscì ad aprire gli occhi. Perciò continuo a far scorrere le dita ai lati.


Forse era un lenzuolo.

Lo strinse leggermente in un pugno della mano.

Si. Era sicuramente un lenzuolo.


Sentiva qualcosa nell'incavo del gomito. Con la mano sinistra, pesante come il marmo, si sfiorò il braccio destro.

Un ago. Attaccato ad un tubo.

Forse una flebo. Si, probabilmente una flebo.


Non si chiese perché avesse una flebo nel braccio. Si sentiva ancora troppo male, con la testa che vorticava, lo stomaco che si rivoltava come se fosse sulle montagne russe.


Le sue dita continuarono, iniziando a sfiorarsi la testa.

Una retina, che fermava una benda.


Era stato ferito in battaglia? Che cosa era successo?


I suoi polpastrelli gli sembravano più delicati di quello che si ricordava. Quasi fossero più sensibili.


Odiava non sapere che cosa era successo. Non gli era mai piaciuto.


Con più frenesia, le dita della mano sinistra tornano al gomito destro. Si staccò la flebo dall'incavo e si sentì quasi meglio.

Perché non riusciva ad aprire gli occhi? Perché gli sembravano così pesanti?


La macchina collegata al suo corpo iniziò ad emettere un suono incessante, un allarme spacca timpani.


Le dita si arpionarono intorno al tubo della flebo, un tempo collegata al suo braccio.


Come lo odiava. Odiava anche le analisi del sangue.

Odiava il fatto che non arrivasse nessuno. Odiava ogni secondo da quando aveva ripreso i sensi.


La porta della camera si aprì all'improvviso. Un fracasso assordante per le sue povere orecchie.


« Signor Anderson. Come si sente? » una voce femminile rischiò di fargli scoppiare la testa per quanto era assordante.


« Sto bene. » borbottò lui un po' seccato « Senta, che cosa è successo? » domandò a voce bassa.


Auggie Anderson ancora non sapeva come quella semplice e apparentemente innocua domanda avrebbe cambiato per sempre tutta la sua esistenza.


Fine

   
 
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