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Autore: gretap    05/11/2005    2 recensioni
*Io sento le mie ali spezzate nelle tue mani Io sento le parole taciute dentro di me Ed esse mi tirano giù Ed io ti darò qualsiasi cosa tu vorrai… Ma solo una cosa, Ti prego, Salvami. Salvami.* -Remy Zero-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Fleur Delacour
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Adoro Bill. Ho sempre adorato l’amore che i suoi parenti provavano verso di lui, e lo immagino molto più che comune, bellissimo, sincero, ricco di bontà e felice, con addosso una maglietta dei Ramones, in un giorno qualsiasi, appoggiato a un banco polveroso, mentre aspetta la sua bella. *Io sento le mie ali spezzate nelle tue mani Io sento le parole taciute dentro di me Ed esse mi tirano giù Ed io ti darò qualsiasi cosa tu vorrai… Ma solo una cosa, Ti prego, Salvami. Salvami.* -Remy Zero- Mentre guardo il viso di Bill, non riesco a smettere di piangere. La prima volta che lo incontrai fu in occasione del torneo dei tremaghi, ad Hogwarts, e quando lo scorsi, fra la folla che avanzava, non riusciì più a scordarmi il suo sorriso. Certo alla fine ero andata al ballo con un normalissimo ragazzo di Corvonero, ma solo perchè non potevo andarci con lui, e non avevo nemmeno il coraggio di chiederglielo anche se avessi potuto... Era la prima volta che mi sentivo così, inerme, ero sempre stata convinta che un uomo potesse desiderare me e me soltanto, ero oltre ogni aspettativa umana, tutti rimanevano a bocca aperta quando passavo, non esisteva essere umano che non avesse notato la mia bellezza. Placavo e soddisfavo ogni umana fantasia. Eppur solo ora mi rendo conto che Bill è molto più che umano, Bill è molto più che meraviglioso. E lo guardo nel letto con il volto lacerato da morsi insaziabili. e non riesco a smettere di piangere. Vorrei che si svegliasse, per poterlo guardare attentamente negli occhi e rivedere ancora la persona della quale mi sono innamorata, al posto che provare tenerezza per un corpo che appare senza vita disteso su questo letto bianco. E qui tutto è bianco, le pareti, le lenzuola, il cuscino, il pigiama che Bill indossa, ma io vorrei vederci scorrere il sangue di chi ha fatto questo a lui. Quanto male devono averti inferto perchè tu morda una persona così bella fino a fargli perdere i sensi, fino a vedere il suo volto mutato in un cumolo di carne senza forma? Oh amore mio svegliati... La cosa che mi aveva praticamente spiazzato di fronte a Bill era il mio evidente imbarazzo, ero sempre stata sicura di me, camminavo a testa alta, e quando c'era Bill, le mie mani iniziavano irrimediabilmente a tremare, e ogni cosa che trasportavo cadeva sempre, frantumandosi. E non finiva li, quelle volte di enorme imbarazzo erano seguite da lui che si chinava ad aiutarmi per raccogliere i pezzi dell’oggetto in questione che era caduto a terra, e io, non riuscivo a smettere di sorridere come una stupida ammirando il suo viso e la sua gentilezza. Spiazzata. Totalmente spiazzata di fronte a un uomo non lo ero mai stata. E lui invece mi rendeva inevitabilmente stupida di fronte alla sua umiltà e alle sue fattezze di bravo ragazzo. Cosa che io non ero mai stata, mai umile, sempre boriosa e vanitosa, criticando e deridendo tutti e tutto, convinta della mia superiorità. Lui mi metteva a disagio, mi mostrava quanto potessi arrivare ad essere suscettibile persino io, che apparivo a tutti così perfetta e forte. Non ero che una piccola illusa che apriva gli occhi di fronte a un amabile bambino altrettanto fragile ma molto più gentile. La bontà la verità e l'ottimismo di Bill erano le cose più belle che io avessi mai visto. Belle persino più del mio riflesso nello specchio... E ora dormi privo di protezione, con una vena d'angoscia dipinta sulle labbra, come se stessi rivivendo il momento in cui ti venivano inferte queste ferite attimo dopo attimo...E io piango disperata senza smettere di pensare che il mio Bill non ci sarai mai più, non rientrerà più dalla porta di casa illuminando tutta la sala con quel suo sorriso solare, non correrà più dietro ai suoi fratelli su ordine della mamma per fingere di sgridarli e poi dargli di soppiatto una pacca sulla spalla, non ci saranno più quelle lezioni di inglese con le quali ci siamo conosciuti, ad Hogwarts... E sembra ieri, quando cercando disperatamente tutto il coraggio che avevo in me, andai da lui e gli chiesi se conoscesse una persona che poteva insegnarmi l'inglese dato che volevo rimanere un po più a lungo per conoscere il paese, scusa banale ma logica, ed, effettivamente era l'unica che mi era venuta in mente. E lui rispose quasi subito con il suo sorriso innocente e privo di pudore: "Io." Ci accordammo in seguito sugli orari e sul posto, e, casualmente, risultavano quasi sempre dalle 9 alle 11 in una stanza al settimo piano del castello lontanissima dalla sala grande e dalle sale comuni delle 4 case...E quando gli chiedevo perchè mi diceva sempre: " Oh, prima non posso, sono molto impegnato sai??? E poi quella stanza è molto tranquilla, imparerai meglio..." e furbo e bellissimo mi voltava le spalle e girava a zonzo per la scuola tutti i giorni, sino all'ora delle ripetizioni, dove ci trovavamo in quella sala, e quando io arrivavo, lui era già la molto prima di me. La prima lezione non la scorderò mai, arrivai un minuto in ritardo, profumata a posto e piena di libri, li apoggiai su l tavolo sul quale lui sedeva e mi disse: "Ritardo, di un minuto eh? Ti costerà mezz'ora in più di lezione, e...cosa ci fanno tutti questi libri?A che ti servono?" Io ero sbigottita a dir poco "Mezz'ora???Ma domani ho lezione! E poi non sono venuta qui mica per studiare???" Scese agilmente dal tavolo con un balzo, sfilandosi lentamente la felpa, sfoggiando una maglietta nera dei Ramones, durante questo gesto che durò poco più di un secondo la maglietta si sollevò leggermente di più di quanto non avesse dovuto, mostrandomi un lembo di pelle liscia e abbronzata dell'addome magro e muscoloso. "Vuoi davvero studiare...?" Mi chiese avvolgendomi la schiena con un braccio mentre con l'altro mi metteva dietro le orecchie un ciuffo di capelli biondo argenteo...Ero rossa di vergogna..."Ehm...almeno un pochino di studio volevo farlo in realtà..." Eccennai sollevando il viso per guardarlo. "Ok ok...ti prometto che in quella mezz'ora di punizione che ti ho inflitto ti insegnerò qualche parolina...Prometto." "Prometti?" "Peggio, giuro." E mi baciò. Potrei passare a ricordare minuto per minuto tutte le ore seguenti che trascorsi con lui, ovunque, facendo qualunque cosa ci passasse per la testa, persino rincorrendo l'acida gatta di gazza buttandogli addosso gavettoni a non finire. Ma non servirebbe a niente. Potrei continuare a pregare il tempo elemosinando pietà, ma non so a cosa servirebbe, il perdono non mi appartiene amore mio. E fisso la finestra, fuori c’è il sole, è una giornata calda e limpida, e gli studenti corrono tra i prati ignari di questa tragedia, felici. Un giorno troverò quell’ essere spregevole e lo ucciderò, lo giuro, come tu giurasti di insegnarmi qualche parolina, quella sera, io ti giuro che non avrai rimpianti, e che io sarò qui, a tenerti la mano fredda in questo letto da ospedale, placando ogni tua paura per quanto possa farlo, anche se so, che meriti molto più di me. E piangerò lacrime che non ho mai avuto il coraggio di versare, finchè i tuoi occhi non si apriranno nuovamente e mi guarderai. Ti alzerai dal letto, mi vedrai piangere con le dita tra i capelli, e gli occhi stanchi e mi dirai: "No, amore, non piangere, non c'è niente che non va, c'è di peggio..." e mi prenderai per mano portandomi via da questo mondo infame e succube di odio represso. E piangerai con me, mettendomi dietro le orecchie un ciuffo di capelli e baciandomi il viso sino a pulirmi da questo dolore...
  
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