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Autore: Alchimista    10/10/2010    11 recensioni
Ancora una volta aveva fallito, ancora una volta qualcosa nel suo piano era andato storto e di nuovo era stato qualcosa che in nessun modo avrebbe potuto prevedere ed evitare. Come avrebbe potuto, infatti, immaginare che quello stupido di Lumacorno avrebbe usato il
regalo da dare a Silente, per brindare con Potter e Weasley?! Come avrebbe potuto evitarlo?
Ma tutto ciò non contava, non davanti al Signore Oscuro.
Aveva fallito.
Ecco cosa contava. Ecco il verdetto. Ecco la condanna.
Fallito. Debole. Incapace. Sporca e strisciante larva di terra. Ecco cos’era per Lord Voldemort.

Ottava classificata a pari merito al contest "I Miss You" di Malandrina4ever e vincitrice del premio per il miglior IC
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Boulevard of broken dreams…

 

I walk a lonely road

The only one that I have ever known

Don’t knoe where it goes

But it’s home and I walk alone

 

 

 

Sospirò, stanco e si lasciò cadere sul letto della sua stanza, nel dormitorio dei Serpeverde. Gli occhi cozzarono contro il grigio splendente del soffitto del baldacchino ed il verde delle tende – colori così abituali nella sua vita che ormai non li vedeva più veramente, quasi si fosse assuefatto a quelle tonalità tanto belle a prima vista.

Ancora una volta aveva fallito, ancora una volta qualcosa nel suo piano era andato storto e di nuovo era stato qualcosa che in nessun modo avrebbe potuto prevedere ed evitare. Come avrebbe potuto, infatti, immaginare che quello stupido di Lumacorno avrebbe usato il regalo da dare a Silente, per brindare con Potter e Weasley?! Come avrebbe potuto evitarlo?

Ma tutto ciò non contava, non davanti al Signore Oscuro.

Aveva fallito. Ecco cosa contava. Ecco il verdetto. Ecco la condanna.

Fallito. Debole. Incapace. Sporca e strisciante larva di terra. Ecco cos’era per Lord Voldemort.

E lui non poteva permettersi di essere chiamato ancora una volta così. Lui aveva una missione: doveva riscattare il nome dei Malfoy, doveva porre rimedio all’errore, al fallimento del padre e soprattutto proteggere se stesso e sua madre.

«Tu ucciderai Silente per me… o non giungerai al tuo settimo anno, Draco… e tua madre non avrà neanche il tempo di piangere sulla tua tomba».

Le parole del Signore Oscuro gli rimbombarono nuovamente nella testa. Erano un chiodo fisso, un tormento perenne che lo ammoniva notte e giorno, lo perseguitava in ogni istante senza possibilità di scampo.

Il giovane Serpeverde si raggomitolò sul letto: si sentiva così schifosamente debole e impaurito, così infimo e insignificante! Se ora suo padre lo vedesse, la sua risata schernitrice riempierebbe l’aria silenziosa e forse Draco potrebbe vedere anche una scintilla di delusione nel disgusto di quegli occhi chiari rivolti su di lui.

Dov’era finito il Serpeverde fiero e sfacciato dei primi anni di Hogwarts? Dove era andato quel ragazzino al cui solo nome tutti abbassavano lo guardo con rispetto e che sapeva far ricredere quelli che non ne dimostravano abbastanza? Ora gli sembrava tutto così lontano, così assurdamente irraggiungibile…

E gli mancava.

Sì: gli mancavano quei giorni in cui seguito da Tiger e Goyle o magari da Zabini, si faceva strada con passo fiero fra i corridoi della scuola; gli mancavano i pomeriggi passati alla riva del lago Nero a prendere in giro i Mezzosangue infastidendoli per la loro inferiorità. Gli mancavano le sfide lanciate a Potter, gli insulti con cui aveva chiamato Weasley o gli sguardi di disprezzante disgusto che aveva lanciato alla Granger.

C’era una così palese ingenuità in quei ricordi che a pensarci, ora, quasi ne poteva ridere.

Una volta aveva creduto che tutto nella sua vita fosse estremamente facile e che sarebbe stato sempre così. La sua purezza di sangue gli avrebbe aperto qualsiasi porta, gli avrebbe dato gli studi necessari ad un mago che si rispetti, un posto di lavoro onorevole e degno del suo nome, una moglie bella e pura quanto lui ed una discendenza che avrebbe innalzato il nome dei Malfoy come gli era sempre stato insegnato. Cosa poteva esserci di difficile in questo progetto?

 

 

I walk this empty road

On the boulevard of broken dreams

Where the city sleeps

And I’m the only and I walk alone

 

 

C’era chi poteva e chi non poteva. E da sempre lui aveva saputo di potere.

Ora, però, gli sembrava di essere scivolato in un incubo assurdo in cui il potere, la purezza di sangue non potevano nulla contro la paura e il dolore. La guerra - o meglio ciò che la precedeva - non attribuiva peso al nome che portava, alla stirpe da cui discendeva o al sangue che gli scorreva dentro: portava distruzione, paura, morte e dolore a tutti, senza risparmiare nessuno.

Sospirò ancora ritornando supino. Il braccio pallido, adesso nudo, recava il segno della sua fortuna e della sua condanna.

Un tempo fare parte dei Mangiamorte del Signore Oscuro gli sarebbe sembrato il più alto onore mai concessogli, il più grande premio mai ricevuto; una volta entrare a far parte dei fedelissimi di Lord Voldemort sarebbe stata la cosa più bella mai capitata. Ora… ora era arrivato al punto di considerare quel marchio alla stregua di una maledizione. Il teschio nero sembrava minacciarlo con quegli occhi vuoti ed il serpente stava lì, sottile e sinuoso, come a ricordargli che il Signore Oscuro non tollerava i dubbi e le incertezze, non apprezzava i deboli, non dava seconde possibilità. E lui ne aveva sprecate fin troppo di possibilità.

Sarebbe giunta la fine, in un modo o nell’altro. Molto presto avrebbe smesso di soffrire, in un modo o nell’altro.

Draco si era trovato più volte a pensare di non poter fare un passo in più con quel peso. Essere il più giovane dei Mangiamorte i primi tempi gli era parso qualcosa di cui vantarsi. Adesso avrebbe voluto solo dimenticare. Il terrore, la paura di morire erano gli unici compagni di viaggio: non poteva parlare con nessuno, non voleva parlare con nessuno. Cosa avrebbe potuto dire a Blaise o a Pansy? Che aveva paura? Che sarebbe voluto andare quanto più lontano da quella scuola, da Silente, da Voldemort? Avrebbe solo ottenuto delle risate cattive, degli insulti e magari parole di invidia per quell’onore che gli era stato concesso immeritatamente.

Loro non capivano. Non potevano capire che quella non era altro che una punizione per il fallimento paterno, che non c’era nulla di cui essere felice.

Ingenui. Stupidamente ingenui. Felicemente ingenui.

Come sarebbe voluto essere ancora lui.

Inseguo, sì. Senza pensieri, senza paura. Ancora con le idee chiare su chi seguire, su cosa fare. Avrebbe voluto ancora ridere con i suoi compagni per le parole dette a qualche Corvonero Mezzosangue, a qualche sfigato Tassorosso o meglio a qualche Grifondoro che aveva alzato troppo la testa. Quante volte invece la testa l’aveva abbassata lui? Quante volte aveva finto di possedere una sicurezza, una forza che in realtà sentiva scivolare sempre più via dalle sue membra?

Eppure il mondo continuava a girare, la gente continuava a vivere, i suoi compagni di scuola continuavano a camminare, a scherzare, a studiare, a parlare. Nessuno si era accorto di nulla, nessuno aveva compreso – neanche intravisto – il cambiamento di Draco. Per loro tutto andava come sempre.

«Avrai tutto il mondo ai tuoi piedi, figlio mio. Tutti avranno rispetto per te, Draco»

Ormai il giovane Malfoy aveva capito che quello non era altro che una promessa finita male, un sogno infranto, tra i tanti della sua infanzia. Qualcosa che non avrebbe mai più recuperato.

E nonostante non si fosse mai realizzato, quel sogno gli mancava.

 

 

My shadow’s the only the walks beside me

My shallow heart’s the only thing that’s beating

Sometime I wish someone out there will find me

‘Til then I walk alone

 

 

Si alzò di scatto senza più resistere alla staticità di quel letto. Sentiva di dover correre via e se non poteva andarsene da Hogwarts, almeno poteva allontanarsi quanto più possibile da quel maledetto castello.

Correva, per i corridoi, nell’ombra come mai avrebbe immaginato di camminare. Un tempo aveva mosso passi fieri sul quel pavimento, col mantello che si muoveva sinuoso ed elegante, la testa alta ed un ghigno sul bel volto pallido. Ora si muoveva con circospezione, mostrando fin troppa attenzione a ciò che lo circondava e nonostante avesse l’ammirazione di tutti i Serpeverde, questo, a dirla tutta, non lo ripagava proprio di nulla.

Illusi! Ignari! Se solo avessero saputo…

Non si accorse, in quel groviglio di pensieri, della professoressa McGranitt che veniva nella direzione opposta e urtandola mancò poco che non cadessero entrambi. La donna gli lanciò uno sguardo ammonitore che Draco sostenne, pur sbiascicando una distratta parola di scusa.

Mi guardi! gridava il Serpeverde nella sua mente Mi guardi negli occhi e mi legga dentro! Come sto? Cosa mi passa per la testa? Ho qualche problema? Sono tutte stupide domande che voi professori fate, nella patetica convinzione di poter capire, di poter risolvere ogni cosa! E ora, ora che ne avrei davvero bisogno, se ne sta lì senza aprire bocca?!

Draco avrebbe voluto urlare quei pensieri, avrebbe voluto sfogarsi una volta per tutte, ma l’unica cosa che fece fu voltare le spalle alla professoressa e riprendere il suo cammino, senza più correre.

Aveva perso la facoltà di parlare liberamente il giorno in cui ogni avevano impresso quel marchio sul polso.

E gli mancava. Gli mancava terribilmente.

 

L’acqua del Lago Nero non era mai stata tanto triste e noiosa come quel pomeriggio. La mano del Serpeverde la sfiorava con noncuranza, distratto, impegnato a non pensare a nulla, a concedere alla sua mente qualche istante di tregua. Lo specchio d’acqua offriva il grigio riflesso del cielo nuvoloso, solcato ogni tanto da qualche uccello solitario.

Non c’era via d’uscita. Era inutile continuare a piangersi addosso, a rendersi più patetico di quello che già non fosse. Il Draco del suo passato avrebbe provato vergogna e disgusto per quello che era diventato e di certo quello non era il momento più opportuno per provare a toccare davvero il fondo.

Tirati su, maledetto!

Se quello era il suo destino, la sua strada, allora l’avrebbe seguita senza obbiettare: non ne aveva più la possibilità.

Se era finito in un mondo in cui sembrava essere l’unico realmente sveglio e cosciente, mentre gli altri gli passavano accanto senza vedere, allora sarebbe vissuto come doveva, come poteva.

“Ognuno di noi è costretto a portare tante maschere per sopravvivere: senza di esse ci si troverebbe in balia del mondo e della sua malvagità, senza alcuna possibilità di difesa.”

Adesso Draco capiva cosa volessero dire quelle parole. Avrebbe continuato anche lui a portare quelle maschere: ne andava della sua vita. Nessuno avrebbe saputo nulla. Avrebbe chiuso dubbi e ricordi in una scatola e se li sarebbe lasciati alle spalle insieme alla sua maledetta nostalgia e a quel passato che non sarebbe mai potuto essere nient’altro che questo.

Si alzò con una strana determinazione che poi altro non era che rassegnazione alla vita: si sarebbe lasciato trasportare dal suo vento come una foglia autunnale, senza più forze.

Voldemort voleva che lui uccidesse Silente e lui l’avrebbe fatto. Con mille esitazioni, mille dubbi, ma sarebbe arrivato a puntargli la bacchetta contro…

E mentre passavano i secondi da quell’ultimo pensiero formulato, già la convinzione che aveva ostentato con coraggio scorreva via come acqua sulla pelle bianca.

O forse quelle erano solo le lacrime del giovane Serpeverde?

«Goditi queste ultime lacrime, Draco» si disse incamminandosi di nuovo verso il castello «Goditi quest’innocenza. Tu ucciderai Silente: è arrivato il momento di agire in prima persona, senza inganni, senza sotterfugi. Solo tu e lui»

E mentre pensava, mentre decideva… già la sentiva, pungente e terribile, assurda e dolorosa.

La mancanza… la nostalgia di quell’innocenza che ormai non avrebbe mai più avuto. Macchia nera su quell’anima che, nonostante tutto, non si era mai sporcata davvero.

E camminava, Draco. Camminava sulla strada dei suoi sogni infranti, sul percorso che una volta credeva lo avrebbe portato fino alla felicità.

E gli mancava anche quella, l’ingenua possibilità di sognare. Ignoranza che gridava dal suo cuore: perché…?

 

 

 

 

 

________________

 

Salve a tutti! Ok..  non ho molto da dire… quindi faccio subito: questa è la mia prima shot su Draco, ma con un tema come “Nostalgia” ho pensato fosse appropriato descrivere il cambiamento del Serpeverde al sesto anno che, a dirla tutta, la zia Row non ha trattato con la dovuta accuratezza (secondo il mio modesto parere u__u)

Ci tengo ancora una volta a ringraziare Malandrina per aver indetto un contest tanto bello e per il punteggio ed il giudizio che mi ha assegnato, nonché per il premio speciale per l’IC *-*. Sono davvero felice!

Ma eccolo a voi…

 

OTTAVA CLASSIFICATA A PARI MERITO: Boulevard of broken dreams - Alchimista 

Grammatica: 9.5/10 
Stile: 9/10 
Caratterizzazione: 15/15 
Originalità: 8.5/10 
Trama: 10/10 
Attinenza al tema (ovvero la nostalgia): 14.5/15 
Gradimento Personale: 4.5/5 
Totale: 71/75 

Inizio dicendoti che adoro la canzone che hai scelto** 
Ma questo non centra nulla, fa finta che io non lo abbia scritto XD Ricominciamo: grammatica praticamente perfetta, tranne per un errorino di distrazione (un ‘ogni’ al posto di ‘gli’). Stile davvero buono, mi è piaciuto molto (ma penso di averti già detto che apprezzo il tuo stile^^). 
La trama è svolta perfettamente, ciò di cui parla non è particolarmente originale, ma la cosa davvero nuova è Draco. Era da un sacco che non vedevo Draco, il vero Draco, in una fic, quindi ti ringrazio. Sei riuscita a prendere il ragazzo spaventato ma orgoglioso del sesto libro e a portarlo dentro la tua storia; non potevo che darti il punteggio massimo nella caratterizzazione. (Pensa che mi sembrava troppo bello, continuavo ad avere paura che da un secondo all’altro spuntasse Hermione e...ok, questo non centra XD) Mi è piaciuto molto anche il tipo di nostalgia che hai scelto di trattare: nostalgia del passato, dell’antica innocenza e ingenuità...è perfetta per Draco. In conclusione la tua storia mi è piaciuta davvero molto, in particolare questa frase: “Macchia nera su quell’anima che, nonostante tutto, non si era mai sporcata davvero.” La adoro: rispecchia Draco Malfoy al cento per cento** Davvero brava, complimenti^^ 

 

Beh… credo che sia tutto… ringrazio già coloro che leggeranno la storia ed in particolare chi recensirà, preferirà o ricorderà questa Shot.

Baci.

 

Alchimista  ~ 

 

   
 
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