Where is your smile?
Quando gli altri membri del team Hebi
dormivano, Sasuke
fissava il soffitto con gli occhi spalancati. Semplicemente, non
riusciva a
chiudere gli occhi e abbandonarsi al caldo abbraccio di Morfeo.
I suoi grandi occhi scuri vagavano per il soffitto alla ricerca di
qualcosa che
non erano mai riusciti a trovare. Quando il mattino arrivava si alzava
frustrato dal suo futon per scendere a fare colazione.
Una notte come le altre decise di uscire. Quando uscì
notò che il cielo era
diverso: dove di solito si stagliava la figura immobile e chiara della
luna non
c’era niente. Il cielo era completamente nero.
Senza rendersene conto, l’unico Uchiha rimasto prese a
camminare. E quando si
voltò indietro, il fidugio del team non si vedeva
più.
“Poco male” pensò. “Mi basta
tornare indietro per la stessa strada”
Ma qualcos’altro attirò l’attenzione di
Sasuke: una luce, solitaria, smorzata,
ma pur sempre una luce.
La
curiosità non era mai stata una dei tratti distintivi della
famiglia Uchiha, ma
quella piccola luce che sopravviveva nell’oscurità
tutta intorno a lei
esercitava su Sasuke un fascino indescrivibile. Perciò si
avvicinò. Quando fu
abbastanza vicino, notò che la luce era fissata ad una porta
insieme a una sua
gemella. Un’occhiata più attenta rivelò
a Sasuke il simbolo della foglia
intagliato sul legno. Per un attimo, un’ondata di paura lo
travolse
bloccandogli le gambe e paralizzandogli il cervello. Poi quella
sensazione
lasciò il posto a una leggera curiosità: era da
tempo che non tornava al suo
villaggio e voleva a tutti i costi vederlo di notte. Si
arrampicò lungo uno
degli alti stipiti e in un attimo fu dentro. L’aria fresca lo
accarezzò e lui
rabbrividì. Nonostante tutto quello che era successo, Sasuke
amava Konoha.
Amava la sua vitalità, il suo clima, le sue case, il suo
futuro Hokage dalla
chioma bionda… No,
un attimo: l’ultima
cosa era sorvolabile. Non avrebbe mai più fatto ritorno dai
suoi “amici”. Però
magari una visita a Naruto gli sarebbe piaciuto farla. Non gli si
sarebbe
rivelato: sarebbe rimasto appoggiato alla sua finestra,
nell’ombra, per vedere
come stava. A passo sicuro si avviò verso la casa del
biondino. Stranamente, la
luce era ancora accesa a quell’ora. Silenzioso come un gatto,
Sasuke concentrò
il chakra nei piedi e salì verso la finestra.
Quando guardò dentro il suo cuore si fermò. Naruto era seduto per terra con la schiena appoggiata al muro. Il suo viso, una volta paffuto e gioioso, era scavato e gli occhi azzurri pieni di tristezza. Aveva perso peso: la maglia nera che portava sotto la tuta ora quasi gli usciva dalle spalle. Sasuke si morse il labbro: non doveva entrare ma vederlo così… Senza pensarci un attimo di più, per paura di pentirsi, il moro saltò dentro. Naruto sussultò e spalancò gli occhi
-Sas…
Non riuscì a continuare:
stava facendo un grande sforzo per
alzarsi e gli mancava il fiato per parlare. L’Uchiha
inorridì: il suo
iperattivo compagno era diventato l’ombra di sé
stesso, uno scheletro che
camminava. Beh, camminava per modo di dire.
Fece appena in tempo ad avanzare verso l’ex compagni di
squadra, che questi gli
cadde a peso morto tra le braccia. Il biondo mugolò,
rannicchiandosi tra le sue
braccia.
-Che ci fai qui?
-Sono venuto a trovarti… Sei cambiato.
-Non è vero.
Sasuke lo guardò, incredulo. Quando si dice negare l’evidenza. Gli accarezzò delicatamente i capelli e a quel contatto gli occhi del biondo si socchiusero, quasi come se stesse facendo le fusa.
-Dobe…
Dov’è il tuo sorriso?
Naruto rispose con voce flebile, gli occhi ancora socchiusi:-Proprio tu
parli…
Il tuo non l’ho mai visto.
-Il mio sorriso non esiste più da tempo. Ma il
tuo… Il tuo sorriso può ancora
rinascere. E lo farà. Dimenticami, Naruto-kun, e il tuo
sorriso tornerà.
-E se io non volessi dimenticarti? Se non volessi tornare a sorridere?
-Ma tu devi farlo! Tu sei Naruto
Uzumaki, maledizione, il ninja più casinista
dell’intero villaggio.
Naruto esibì lo scheletro
di un sorriso:- Adesso non più.
“Almeno la testardaggine è ancora quella di un
tempo” pensò il moro con
sollievo.
Si chinò sulle labbra
scarne ed incolori e le sfiorò con le
sue. Il biondo spalancò gli occhi in
un’espressione stupita ma si lasciò
baciare docilmente. O gli piaceva o, più probabile, non
aveva le forze per
ribellarsi. Quando la lingua di Sasuke si insinuò nella sua
bocca, Naruto gli
allacciò le braccia al collo e divenne più
partecipe. Attirò il moro a sé,
sdraiandosi sul pavimento polveroso. Gli accarezzò il petto
lasciato
parzialmente scoperto dal kimono bianco e Sasuke gemette. Quando si
staccarono,
sul viso di Naruto l’ombra di un sorriso cercava
prepotentemente di farsi
strada.
Enjoy
Princess of Bang