Talking
quietly
"Tieni.
Serve di più a te".
Le
serviva davvero, quel pezzo di candida stoffa ricamata che le veniva restituito?
Perché proprio lei, che fino a poco prima impersonava la gioia naturale,
luminosa e spensierata, doveva mettersi a piangere in una situazione del genere?
Cercò
di calmarsi interiormente nel prenderlo, con tutte le sue forze.
Ma
stringere con una mano il fazzoletto e con l'altra mano quella del caro e
gentile Signor Tumnus non bastava a scacciare via l'improvvisa tristezza, mentre
si appoggiava alla
balaustra
e
inspirando voltava gli occhi lucidi verso un sole in procinto di tramontare, con
una nuvola sottile che pareva tagliarlo a metà.
Lucy
Pevensie, la piccola regina, la Valorosa, non riuscì a non provare un profondo
dispiacere per l'allontanamento di Aslan da Cair Paravel; non dopo tutto quello
che aveva fatto per lei e per i suoi fratelli, non dopo il momento emozionante
dell'incoronazione, non dopo che il buon leone aveva persino banchettato con
loro e accanto a lei.
Sospirò
sommessamente; sapeva soltanto che ad un certo punto, distratta da un brindisi
concitato e dal brusio generale, l'aveva perso di vista.
Allora
si era alzata da tavola e senza dire una parola era corsa a cercarlo; purtroppo
non era arrivata in tempo per fermarlo, per salutarlo.
Era
già troppo lontano, un puntino quasi invisibile in mezzo alla spiaggia deserta,
neanche chiamarlo ad alta voce sarebbe servito a riportarlo indietro.
Il
Signor Tumnus era stato chiaro in proposito, purtroppo...
"Ehi
Lucy, ti stavo..."
Una
voce pacata e familiare la convinse a girarsi appena, a farsi vedere in viso,
così l'ignaro proprietario fu messo tacitamente al corrente del suo stato
d'animo; per questo motivo si era fermato, lui. Aveva esitato, lasciando
cadere la frase a metà. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava e che
quel qualcosa stonava decisamente con l'ambiente festoso all'interno.
"Cosa
c'è? Che è successo?" domandò subito dopo, perplesso.
"Lui
è andato via..." gli rispose in un sussurro, tamponandosi gli occhi umidi con il
fazzolettino bianco. Questo lo rese ancora più titubante: non era da Lucy
comportarsi così!
"Chi?"
"Aslan,
Sire", s'intromise in tono neutro il fauno al posto suo, lasciandole la mano che
stava stringendo per consolarla. "Beh, sarà... sarà meglio che torni dentro,
allora. Adesso sei in buona compagnia – rivolto a Lucy. – Vi lascio soli a
parlarne, d'accordo?"
Stavolta,
nel dare la risposta, fu proprio lei a vacillare.
"D'accordo,
ma... ma conosco mio fratello. Finirà per scocciarsi e-"
"Oh
no, nessun disturbo invece!" ribatté prontamente Edmund, sorprendendo la
sorella. "Posso ascoltarti finché non andrà meglio. Ci stai?"
"Dici
sul serio?" s'interessò Lucy con un filo di voce, spalancando gli occhi e
schiudendo le labbra per lo stupore, mentre il candido fazzoletto le sfuggiva di
mano e si posava leggero ai suoi piedi.
Senza
farci caso vide l'altro annuire con decisione - una determinazione che riportò
alla bambina un pizzico del solito buonumore - per poi rivolgersi al fauno, il
quale stava per allontanarsi come aveva detto, passandogli proprio accanto.
"Signor
Tumnus. Aspetti..." lo richiamò gentilmente. "Io... io ci tenevo a scusarmi di
persona. Il nostro primo incontro non è stato... quel che si dice un momento
piacevole, ecco".
E
Lucy si accorse con rammarico che l'aria si era fatta nuovamente tesa, strana.
Vide
il Signor Tumnus fermare le zampe caprine e irrigidire le spalle umane avvolte
da una sciarpa verde; vide Edmund calare colpevole il capo e mordersi il labbro
inferiore, mentre gli occhi... quegli occhi castani che conosceva così bene si
stavano incupendo.
Le
scappò un lieve sussulto.
Non
andava bene.
Doveva
fare qualcosa, qualsiasi cosa, in fondo bastava lei ad essere dispiaciuta,
perché anche il fratello?
Tumnus
stava per rispondere, voltando appena la testa riccioluta con le corna minute e
le sporgenti orecchie a punta, quando la piccola regina dal cuore grande diede
conforto a Edmund attraverso un abbraccio caloroso e senza scostarsi parlò,
modulando la propria vocina dolce e chiara in modo che potessero ascoltarla
entrambi.
"Non
so bene cos'è successo nel vostro primo incontro, ma sono certa che il Signor
Tumnus ti ha già perdonato. Lui è tanto buono..."
"Ma
certo. E’ così!" assicurò il fauno, intenerito e quasi commosso davanti a quella
dimostrazione d'affetto, cercando di essere il più rassicurante possibile, per
loro e anche per se stesso.
In
fondo all'inizio anche lui stava per commettere un grosso errore, no? Come
poteva biasimarlo?
"Volevo
solo esserne sicuro", dichiarò Edmund un po' imbarazzato, avvolgendo con le
braccia la schiena della sorellina, senza stringere.
"E'
tutto passato, Maestà", continuò il signor Tumnus; poi, prima di inchinarsi e
tornare dentro - stavolta per davvero -, si ricordò di una cosa.
"Ah,
avevo ragione io, sapete? Avete lo stesso naso", osservò compiaciuto.
"Cosa?"
domandò confusa Lucy, inarcando un sopracciglio e alzando lo sguardo per
guardare in faccia il fratello, che invece aveva capito e stava sorridendo.
"Abbiamo lo stesso naso?"
"Così
pare... ma tu non dovevi dirmi qualcosa, Lu?"
La
bambina si tirò indietro, inclinando leggermente il capo.
"Riguardo
Aslan", proferì piano. "Vuoi davvero starmi a sentire?" mormorò speranzosa, col
sorriso accennato, ma con gli occhi carichi di aspettativa e voglia di
raccontare, di fidarsi, di gioire, ma soprattutto di vivere l'imprevedibile
eppure fantastico destino che li aveva chiamati a Narnia, tutti e quattro
portatori di una pace e di una libertà che mancavano da cento anni.
"Sento
che è la cosa giusta da fare, al momento. Che c'è di strano?" replicò l'altro
con un'alzata di spalle. "Anzi, ti consiglio di approfittarne adesso, perché da
domani potrei essere troppo impegnato per prestarti attenzione... sono un re,
adesso!" proseguì, mettendoci dell'ironia.
Un'ironia
diversa, questa, che non aveva più la funzione di scoraggiarla o farla piangere,
ma che mirava ad ottenere l'opposto.
"Oh,
non preoccuparti... posso sempre parlare con Susan, con Peter, con i nostri
nuovi amici. Nessuno ti disturberà se è questo quello che vuoi,
sai?"
seppe
rispondere a tono, sorridendo con gratitudine mentre entrambi si avvicinavano
alla cima della scalinata destra e si sedevano sul primo gradino.
Le
venne del tutto spontaneo parlare tranquillamente, riferire con enfasi ciò che
prima aveva sentito o provato al fratello evitando i discorsi più spiacevoli; e
fu grazie al suo discreto silenzio e alle sue risposte brevi ma comprensive che
il dispiacere scemò poco a poco, lasciando spazio ad un senso di momentanea pace
e alla pura contentezza.
Contentezza
che aumentò quando anche Peter e Susan si unirono a loro, così da poter
trascorrere il resto dei festeggiamenti tutti insieme, in armonia e
spensieratezza.
Fine
***
Disclaimer:
Le
Cronache di Narnia e i suoi personaggi appartengono a C.S. Lewis. Nel fruire di
essi non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Nota:
Il
missing moment che avete appena letto nasce dal semplice fatto che io non
sopporto di vedere Lucy così dispiaciuta quando scopre che Aslan è andato via
<.< non lo sopporto proprio, ecco!
E
allora perché non provare a rimediare così?
La
frase introduttiva è una citazione del Signor Tumnus.
Andando
avanti, siccome il punto di vista è soprattutto quello di Lucy, lei non può
sapere cosa è successo nelle prigioni del castello della Strega, quello che noi
invece abbiamo visto benissimo.
Perché
se nel libro Edmund ha veduto subito, nella sala delle statue, il fauno
pietrificato e quindi non si sono parlati proprio, nel film c'è stato un piccolo
approccio prima che Jadis rivelasse a Tumnus il suo tradimento. Perciò Edmund ha
voluto scusarsi per questo.
E
sinceramente Mr Tumnus non mi sembra un fauno capace di odiare o portare rancore
anzi, davanti a Lucy è sempre così buono, sensibile e gentile, quindi ho
immaginato che vedendo il pentimento sincero di Edmund e l'affetto che Lucy gli
dimostra non poteva comportarsi diversamente da come ho scritto.
Spero
sia tutto chiaro ^^
Avevo
già postato questa shot in una versione più lunga, lo so, ma poi ho avuto dei
ripensamenti, l’ho cancellata, ho rimosso la seconda parte che non mi convinceva più e cambiato il finale.
Ora
rimane qui, prometto che non scappa più >.<
Adesso
ci tengo a ringraziare di cuore chi ha commentato "Little, sweet
present", ovvero Kattiva97 (grazie mille per i complimenti ^^ ciao!);
_ L a l a (Ciao! Grazie mille anche a te! Certo, Lucy voleva
difenderlo dai fantasmi del passato, fargli capire che non doveva preoccuparsi e
che ormai lo conoscevano bene ^_^);
ranyare
(Ciao
cara, grazieee *__* ma lo sai che quando ho letto il tuo commento la
prima volta mi sono commossa? Probabilmente perché ci tengo al tuo parere, non
so XD. Hai ragione, Susan è... boh, più mi sforzo di capirla più mi sfugge ^^' e
per quanto riguarda Edmund e Lucy mi sa che qui sono ancora più teneri, non
trovi? Li adoro *__* e adoro anche Peter, lo sai, quindi spero di riuscire a
dare più spazio anche a lui nei miei prossimi progetti…);
arual
(Uhm...
sarà che sono decisamente autocritica, non so XD comunque grazie mille anche a
te! Sapere che ti è piaciuta e che ti ha trasmesso qualcosa mi fa molto piacere
^^ ciao cara!);
Freddy
Barnes (Ciao!
Sì, anch'io ammetto che è una fic diversa, perché viene meglio immaginarli a
Narnia - la terra a cui loro sentono di appartenere davvero - che in Inghilterra
dove certe volte sembrano scocciati e apatici =( Lucy vuole far sorridere non solo se
stessa ma anche i fratelli, e sono contenta di sapere che l'hai trovata
adorabile ^^ - Davvero non ti sta sempre simpatica? Oh, un po' ti capisco, solo
che a me succede questo con Susan. - Riguardo ad altre storie... beh, oggi ho
postato questa, spero ti piaccia ^^) e infine ringrazio tutti i lettori
silenziosi.
Ogni
vostro complimento, consiglio o critica sarà per me uno stimolo a fare sempre
meglio =)
Alla
prossima!
Un
bacione!
Rinalamisteriosa