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Autore: Lord_Envy    10/10/2010    0 recensioni
Mia madre é stata sempre un pò strana secondo me. Il suo comportamento cambiava dal giorno in cui partivamo, dove era molto nervosa, al giorno di arrivo, dove era fin troppo allegra.
Mio padre Edgardo morì quando mia madre era ancora incinta di me. Non lo conobbi mai, né in qualche foto, né nei racconti di mia madre.
Ha sempre evitato di parlarne, forse é troppo doloroso per lei.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa One Shot è vecchia di un anno ma la pubblico solo ora perché me l'ero dimenticata. Ringrazio chi ha lasciato la propria recensione nei due racconti precedenti! Sappiate che questa One-Shot la feci come compito scolastico quindi se la trovate un pò morta non è colpa mia xD.
 


Chi sono?

Ho sempre amato trasferirmi di città in città. Fin da quando avevo 4 anni ho cambiato casa 3 volte per regioni che non riesco a ricordare.

Mia madre é stata sempre un pò strana secondo me. Il suo comportamento cambiava dal giorno in cui partivamo, dove era molto nervosa, al giorno di arrivo, dove era fin troppo allegra.

Mio padre Edgardo morì quando mia madre era ancora incinta di me. Non lo conobbi mai, né in qualche foto, né nei racconti di mia madre.

Ha sempre evitato di parlarne, forse é troppo doloroso per lei.

Ci trasferimmo in un'altra città. Avevo 16 anni e conobbi nuove fantasiche persone come ogni volta.

Ma questa volta mia madre non era felice come era di solito. Questa città le riportava alla mente "troppi ricordi". Ma ero troppo felice per lasciarmi influenzare dal suo umore gelido.

Un giorno uscii con Cassandra, una ragazza sciocca ma amichevole che mi raccontò una storia riguardo una certa "vedova nera" che visse in quella città 17 anni fa.

-Cosa fece? -chiesi falsamente interessata

-Uccise una coppia- disse orgogliosamente

-Tutto qui?- aggiunsi visibilmente delusa

-Sai, é una piccola città! Se accade qualcosa di strano tutti i suoi abitanti ne fanno subito una tragedia- spiegò.

Tornai a casa alle 21, ma mia madre non era arrabbiata per il mio ritardo.

Mi disse solamente:

-Amanda, la prossima volta potresti evitare di tornare a casa così tardi? Ho dovuto cenare da sola.

- Scusa mamma- risposi falsamente pentita.

- Fa niente. La città é nuova, ma le regole sono vecchie!- disse accarezzandomi il viso.

Sorrisi e mangiai del cibo congelato per cena dopo di che andai a letto e mi addormentai velocemente.

Non sognai quella notte, ma mi svegliai un pò preoccupata riguardo qualcosa che non potevo spiegarmi. Andai a scuola prima del solito perché non volevo stare con mia madre. Non sapevo perché, ma mi sembrava un'estranea.

Le prime due ore passarono in fretta, forse perché avevo la mente altrove. Dopo arrivò il professor Cuquaio con la sua solita allegria che proprio quella mattina non riuscivo a sopportare.

Ci insegnava psicologia, una materia alquanto inutile secondo me.

-Ehy ragazzi- esordì gaiamente- Voglio che facciate una ricerca riguardo un famoso killer!

Appena terminò la frase i miei compagni di classe sembravano troppo eccitati per contenere le loro emozioni.

Qualcuno scelse Bonnie e Clyde, qualcun altro Jack lo squartatore e altri scelsero Bruto.

Io scelsi la vedova nera. Il suo soprannome era ipnotico e, almeno, questo criminale era donna.

Dopo le lezioni andai direttamente in biblioteca determinata a trovare qualche inofrmazione riguardo questa figura.

Trovai un articolo davvero interessato su di lei. Diceva "La vedova nera é un criminale latente che uccise una giovane coppia. Le vittime sono Eduardo e Alba Trono. Secondo le testimonianze avevano una piccola bambina che la polizia non riesce ancora a ritrovare. Il suo nome e Cordelia e quando è stata rapita aveva solo 2 anni."

Notai in calce la foto di Cordelia che assomigliava tanto a qualcuno che avevo già visto.

Tornai a casa, mia madre non era lì, così iniziai a scrivere l'articolo riguardo la vedova nera. Dalla libreria portai una copia della foto di Cordelia che diventava sempre più familiare e sempre più misteriosa. Notai un'elegante collana con il suo nome inciso sopra che splendeva timidamente sopra la maglietta rosa.

"Giuro, assomiglia ad una bambina che ho già visto" pensai quando all'improvviso ci fu in black out.

-Dannazione- sussurrai. Senza luce non potevo scrivere.

Cammina per casa come una ceca cercando qualche candela quando mi ricordai che mia madre aveva una fantastica collezione di candele; quindi mi diressi direttamente verso la sua stanza.

A causa del mio equilibrio, feci cadere per terra dei fogli che erano in una scatola. Con l'aiuto del tatto trovai una candela e l'accesi. Appoggiai la candela viola vicino allo specchio e iniziai a raccogliere tutti quei fogliettini di carta che avevo rovesciato.

Appena finii notai un bagliore provenire dallo specchio. Proveniva dal letto di mia madre. Mi avvicinai con la candela in mano e afferrai uno strano oggetto d'argento. Era una collana.

Sul pendente c'era scritto un nome con una grafia davvero elegante. Cordeli era quel nome.

Indietreggiai all'istante. Nervosamente presi la foto della bambina e misi a confronto i due gioielli che erano identici. Istintivamente mi sedetti quando sentii mia madre aprire la porta d'ingresso.

La cera bollente mi fece lanciare la candela per terra che tuttavia non si spense. Sentii un suoni di passi diventare sempre più forte fino a quando aprì la porta e con un sorriso che non nascondeva troppo bene una crescente preoccupazione mi salutò.

Ero spaventata a morte e lei lo notò. Dopo osservò la collana e la foto con un espressione di rilassamente sul viso.

Mia madre cercò di avvicinarsi ma indietreggiai nervosamente.

-Calmati Amy- disse sorridendo.

-Cosa significa?- urlai

-Niente credimi!

-Non posso. Raccontami tutto o chiamerò la polizia! Tu, vedova nera!

Scandii queste ultime due parole e lei spalancò gli occhi.

-Io non sono...- ma io non la lasciai finire perché corsi attraverso la stanza fino a quando urtai un comodino pieno di bottigliette di vetro che andarono in frantumi dopo il colpo.

-Calmati! urlò

-Mamma, hai ucciso Edoardo e Alba Trono?- chiesi tremando

-Non ho ucciso Edgardo e...

-Edgardo? ho detto Edoardo...- aggiunsi a bassissima voce.

-Oh si, scusami. Comunque non ho ucciso nessuno, credimi!"

Ma avevo capito tutto, avevo solo bisogno di una prova che potesse assicurare la mia teoria, così le domandai quale fosse il mio nome.

-Mi prendi in giro? Pensi che io non sappia come ti chiami? Amanda! Ti chiami Amanda!- urlò.

-Sicura?- domandai

-Si, Cordelia!- disse.

Mi sentii male. Ero la famosa bambina scomparsa e ho vissuto per 16 anni con la donna che uccise i miei genitori! Mi sedetti e piansi.

Lei andò verso un altro tavolino e prese un oggetto e aggiunse:

-Bé, ora sai tutto!- dopo di che lanciò lo lanciò vicino a me e andò in frantumi. Raccolsi quel che mi pareva un foglio ed ebbi la conferma dei miei sospetti. Era una foto di Cordelia.

Io sono Cordelia, non Amanda, Cordelia!

Si voltò a me con un grande coltello nella mano sinistra, ma non avevo abbastanza forze per affrontare quel problema. Voleva uccidermi come aveva fatto con i miei genitori... i miei genitori!

Un inaspettato senso di rabbia si impossessò di me. Avevo bisogno di vendetta, ma non avevo armi contro di lei.

Teneva la candela viola con la mano sinistra, forse perché aveva bisogno di luce.

Ebbi un idea. Agganciai la collana e raccolsi qualche bottiglietta.

-Mi dispiace- disse - eri come una figlia che non avevo mai avuto. Ma ne troverò qualcun altro. Forse un maschio, sono meno curiosi!

Non potevo sopportare quelle parole perciò lanciai il liquido contenuto nelle boccette contro di lei. Era un liquido infiammabile e prese subito fuoco.

La vedova nera era improvvisamente ricoperta dal fuoco. Urlò e corse, ma non l'aiutai.

La vidi soffrire fino al suo ultimo respiro.

E' stato orribile, ma allo stesso tempo mi sentii sollevata.

Lasciai la città il giorno dopo. Nessuno seppre cosa accadde quella notte. Solo io. Solo Selena. 

  
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