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Autore: Lord_Envy    10/10/2010    2 recensioni
L'incantesimo si chiamava "Rimozione". Un nome strano, lo so. Ma, come il libro recitava, era utile nella rimozione di persone pericolose! Esattamente cosa cercavo perché recentemente una persona pericolosa venne a far parte della mia vita.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUesta One-Shot è stata scritta prima in inglese e poi in italiano (se volete che pubblichi la versione in inglese ditemelo) sempre a causa, o meglio, Grazie ad un compito scolastico.
 


Sognando Ecate

L'incantesimo era estremamente facile. Avevo solo bisogno di una penna, di un foglio di carta, di una candela nera e una bottiglia di vetro. Dopo qualche piccola ricerca per trovare la candela nera- esistono candele di ogni colore, ma quelle nere sono le più rare- aspettai una notte di plenilunio, come richiedeva il rituale.

Mi sedetti per terra ed evocai i quattro Elementi facendo un cerchio con del sale. Mi sentivo alquanto ridicolo durante il procedimento, ma pensai che era necessario per avere una vita più gradevole.

L'incantesimo si chiamava "Rimozione". Un nome strano, lo so. Ma, come il libro recitava, era utile nella rimozione di persone pericolose! Esattamente cosa cercavo perché recentemente una persona pericolosa venne a far parte della mia vita.

Il suo nome era Alèa- nome stupido- ed era davvero determinata a rovinare la mia vita. All'inizio del disastro epico pensavo facesse questo inconsciamente, ma quando passarono un paio di settimane capii che Alèa stava giocando in un crudele gioco di coppia dove solo uno avrebbe vinto.

Ma ero stanco di giocare. Perciò adottai quella soluzione. Accesi la candela e aprii il libro da 10 euro e iniziai a recitare: "Ecate, signora degli incroci, Divinità guardiana, unisciti a me e donami la tua protezione". Dopo scrissi sul foglio di carta il suo nome più le seguenti parole nere: "Alèa, ti proibisco di farmi del male. Lo chiedo per il bene di tutti. Così sia".

Misi il foglio di carta nella bottiglia che successivamente riempii d'acqua. Con la cera nera della candela sigillai il tappo e infilai la bottihlia nel congelatore come mi imponeva il libro.

Quando andai a letto risi molto perché non potevo credere a cosa avevo appena fatto. Erano le 11 di sera ed ero più sveglio che addormentato. Dovetti attendere molto prima dell'arrivo del sonno e aspettai fino a mezzanotte dopo di che caddi addormentato inconsciamente.

Fui svegliato da una mano che mi accarezzava la faccia, ma non aprii gli occhi poiché ero davvero molto stanco.

Sentii che qualcosa si avvicinò a me. Una voce mi chiamò per nome con un tono musicale. Sembrava la voce di mia madre, ma era più meccanica e artificiale. Sapevo che avrebbe voluto aggiungere altro, ma decisi di impedirglielo ma uno strano sentimento si impossessò di me. Posso giurare di aver visto un sorriso nella mia mente. Un sorriso, nient altro, un terribile sorriso.

Aprii di colpo gli occhi ma c'era poca luce e potevo solamente distinguere una figura dalle spalle larghe.

La paura si impossessò di me e mi ritrovai sveglio sul letto appoggiato sui gomiti nell'identica posizione del sogno. Era solo un songo realisticamente terribile. "Solo un sogno" pensai. Ma il mio cuore continuava a battere.

Decisi di andare in cucina per bere dell'acqua, ero assetato perché avevo sudato molto durante l'incubo. Quando aprii il frigo un flash percosse la mia mente: La bottiglia nel congelatore!

Aprii violentemente l'area gelida. La luce al suo interno non funzionava così infilai un dito per trovare la boccetta. Soffocai un piccolo urlo poiché qualcosa mi aveva tagliato il dito. Accesi la luce del lampadario con l'altra mano e notai che il congelatore era pieno di frammenti di vetro. La bottiglia era esplosa, le schegge di vetro avevano ricoperto l'intera area e il biglietto su cui avevo scritto il suo nome era stata trapassato da un grande pezzo di ghiaccio.

Sicuramente può esistere una spiegazione razionale, ma non so trovarla. So solo che Alèa è morta.

Andai al suo funerale ma non mi sentivo affatto colpeve ne tantomeno triste per l'accaduto. In amore e in guerra tutto é permesso...

E io ho vinto. 

  
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