Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ROY    11/10/2010    1 recensioni
Ultimo anno alla scuola di Hogwarts. Draco e il suo atteggiamento da mago purosangue, Draco e il suo carattere duro, Draco e le sue convinzioni che lo portano ad essere così selettivo con chi decide possa stargli accanto... ma se un giorno qualcuno di davvero speciale entrasse a far parte della sua vita cosa cambierebbe o meglio chiedersi, lui cambierebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Draco… Draco mi senti

Capitolo 5

 

 

 

 

Tornato in camera, si cambiò alla svelta per poi ridiscendere al piano sottostante e tornare dove aveva lasciato sua madre. Percorrendo il lungo corridoio che portava al salone, passò davanti allo studio del padre. La porta era accostata e lui sentì provenire dall’interno una discussione abbastanza animata. Una delle voci la riconobbe subito, quella di suo padre era inconfondibile, mentre l’altra non riusciva ad accoppiarla a nessun viso che conosceva. Si avvicinò con circospezione cercando di sbirciare dentro e vedere chi ci fosse oltre a Lucius, che dava le spalle alla porta. Ma proprio mentre stava sporgendosi un po’ di più per avere più visuale, quest’ultimo si girò di scatto e lo fulminò con lo sguardo avvicinandosi a grandi passi verso di lui. Draco indietreggiò con un senso d’angoscia crescente che però lasciò spazio alla perplessità quando il padre senza dirgli nulla chiuse  la porta davanti al suo viso.

Rimase per alcuni minuti di fronte a quell’anta chiusa sbattendo le palpebre e chiedendosi cosa stesse succedendo, in quelle poche ore gli sembrava che la sua vita stesse prendendo delle vie piuttosto misteriose. Riprese quindi a dirigersi verso il salone rimuginando sui pensieri che continuavano a intricarsi sempre di più e appena vide sua madre, senza indugiare oltre aprì la bocca per fargli quelle domande che si portava dentro dalla sera prima più quelle altre che gli  si erano create da  poco.

Purtroppo quando arrivò nella grande stanza, alcuni degli ospiti erano già arrivati e lui dovette rimandare ancora. Cominciò come la sera prima una serie di saluti e convenevoli che non aveva proprio voglia di fare, ma quasi subito le porte della sala da pranzo furono aperte e presto la maggior parte dei commensali era più impegnata a mangiare che a parlare. Draco osservò la tavola e i suoi ospiti accorgendosi che c’erano dei posti vuoti. Suo padre ancora non era arrivato ma le persone mancanti  erano più di una.

“Qualcuno non è venuto madre!!!” fece notare alla madre indicando con un gesto del capo le sedie vuote dall’altra parte della tavolata.

“I Khoocs! Hanno avuto un imprevisto!” rispose distratta Narcissa continuando poi a conversare con la strega davanti a lei.

“E papà?” chiese ancora distogliendola  di nuovo  dalla sua conversazione.

“E’ nel suo studio. Ha degli affari importanti da sbrigare!” rispose tranquillamente come fosse normalissima quella situazione il giorno di Natale e con la casa piena di ospiti.

Ecco che la mente di Draco riprese a rimuginare, quella famiglia riappariva nei suoi pensieri, anche se lui non aveva chiesto apertamente nulla su di loro. Si domandò  se fosse solo una coincidenza o c’era davvero qualcos’altro sotto. Ne era sempre più convinto e cominciava a sospettare che anche gli affari importanti del padre ci avessero a che fare!

La serata sembrava non passare mai e non capiva se il motivo fosse perché era davvero  noiosa o se la sua brama di poter porre quelle domande ed avere delle risposte, la rendessero tale. Fortunatamente però, nessuno sembrava accorgersi della sua insofferenza, erano tutti presi nel conversare con chi gli era accanto o di fronte e solo quando fece il suo ingresso Lucius tutti si azzittirono voltandosi verso il padrone di casa. C’era un’atmosfera particolare quando arrivava suo padre, era come se le persone rimanessero in sospeso senza saper più cosa fare, come se aspettassero la sua approvazione anche solo per respirare. E si rese conto, guardando le facce intorno a lui, che non era il solo a cui  faceva quell’effetto. Infatti ad un sorriso e ad un cenno della mano di Lucius il chiacchierio unito al tintinnare delle posate nei piatti riprese allegramente come non fosse successo nulla.

Dopo un lasso di tempo che a Draco sembrò infinito, quella lunga cena finì e lui con la complicità della madre riuscì a sgattaiolare in camera sua.

Sicuramente i suoi avrebbero avuto da fare fino a tardi quella sera e nella sua mente cominciava a delinearsi una certa idea. Mentre si cambiava infilandosi qualcosa di più comodo, un serafico sorriso si dipingeva sulle sue labbra. Si diresse poi verso la porta prendendo al volo il pesante mantello ma proprio davanti alle enormi ante in legno si fermò girandosi e prese a fissare il cassetto del comodino dove aveva riposto i petali. Non sapeva bene perché ma doveva prenderli e portarli con sé. Guardò poi la finestra e si convinse che probabilmente sarebbe stato più prudente uscire da li che dalla porta.

L’aprì e si mise seduto sul davanzale con le gambe a penzoloni nel vuoto. L’altezza era notevole e a dire il vero gli faceva anche un certo effetto ma vedendosi di fronte il viso di Harry che sembrava poter superare qualsiasi cosa, scacciò quella sensazione e si buttò giù farfugliando qualche parola magica. La neve sotto di lui si mosse velocemente accumulandosi in una morbida e soffice collinetta su cui atterrò di fondoschiena senza farsi molto male. Si alzò un po’ ammaccato e dopo essersi spazzolato con le mani  via la neve da dosso,  prese a correre verso una costruzione in legno e mattoni dietro al castello. Era una mezza specie di rimessa dove tenevano la carrozza e le scope. Prese la sua Nimbus 2001 e si diresse sempre correndo verso la cancellata che circondava il grande parco del Malfoy Manor. Una volta sotto l’inferriata gettò la scopa dall’altra parte e poi si arrampicò fino in cima e scavalcò senza grande fatica. Fuori dalla recinzione si allontanò ancora un po’ a piedi, poi montò a cavalcioni della sua scopa e volò velocemente verso il castello dei Khoocs.

Arrivò in un batti baleno, tanto che dovette frenare bruscamente per non finire contro una delle colonne  che si ergevano ai lati della grande cancellata.

Ora il problema era riuscire ad entrare senza attirare l’attenzione. Guardando attentamente il castello, Draco si rese conto che non c’era nessuno. Era tutto buio,  non c’erano luci alle finestre che testimoniassero la presenza di gente all’interno. Probabilmente si erano mossi per andare a casa sua e da quello che poteva vedere non sembrava esserci anima viva. A quel pensiero ridacchiò tra se e se!

Un forte e roco cigolio però lo fece girare allarmandolo, l’enorme cancello in ferro battuto si stava lentamente aprendo. Draco non si mosse cercando di valutare se fosse un buon segno oppure no. Rimase immobile fin quando il cancello non fu del tutto spalancato, poi si guardò intorno, qualcosa o qualcuno dovevano aver messo  in moto quel meccanismo, ma non vide nessuno.

Le ante si fermarono del tutto rimbalzando leggermente contro il paracolpi nascosto nella neve e il rumoroso cigolio cessò lasciando che la notte tornasse ad essere silenziosa. Una brezza si alzò gelida costringendo Draco a tirarsi su il colletto del mantello e ad incassarsi un po’ nelle spalle cercando di proteggersi dal freddo che stava diventando sempre più tagliente.

“Vieni dai, non indugiare oltre Draco!” quelle parole gli arrivarono leggere mischiate all’acuto sibilo del vento che aveva preso a tirare più violentemente.

“Dove?” chiese lui girandosi da una parte e poi dall’altra cercando di capire in quale direzione dovesse andare.

“Lo sai…. Dai vieni!” disse ancora quella voce che Draco aveva riconosciuto all’istante.

Si voltò verso il bosco di sempre verdi e vide un chiarore sprigionarsi dal centro.

“Arrivo!” esclamò cominciando a camminare a passo svelto verso quella macchia di color verde. “Ehi, ascolta!” disse ancora affannandosi tra la neve alta “Sto arrivando ma tu non te ne andare, aspettami!” comandò infine con tono quasi minaccioso.

In pochi minuti si ritrovò nel folto del bosco e dopo pochissimo, nella radura che sembrava essere completamente identica a come se la ricordava. Volse lo sguardo verso il pozzo e ci si avvicinò.

“Dove sei?” chiese con la voce spezzata dal fiatone “Io sono qui ma tu?” disse ancora  posando le mani sulle ginocchia e cercando di respirare più lentamente.

“Ciao!” esordì la ragazza uscendo da dietro gli intricati rovi “Sei venuto, lo sapevo che saresti venuto!” ripeté  mentre gli occhi prendevano a brillarle di una vitalità nuova.

Draco alzò il viso verso di lei spalancando gli occhi con stupore , solo vedendola in quel momento si ricordò di quanto fosse bella.

“Si sono qui!” le fece eco mentre un sorriso prendeva ad illuminagli il volto ma rendendosi conto di cominciare ad essere troppo affabile indurì subito la voce!

 Cosa vuoi da me, perché mi hai fatto venir qui?” chiese senza nemmeno prendere fiato e gonfiandosi nel tentativo di  risultare più alto ed avere lo stesso atteggiamento imponente del padre.

Lei rise divertita e gli girò intorno sfiorandogli una spalla mentre lui  buttava di getto l’aria fuori dai polmoni, avendola trattenuta troppo. Quel tocco era leggero, appena percepibile ma gli lasciò una sensazione di gelo e calore insieme.

“Allora?” chiese spazientito non avendo avuto risposta, incrociò le braccia al petto e inclinò il viso da un lato aspettando con aria di sufficienza.

“Prima di tutto non sono io ad averti fatto venire qui, ci sei venuto da solo!” puntualizzò lei sempre più divertita dalle espressioni sul suo viso “Secondo è troppo presto per spiegarti tutto ma dovevo essere sicura che tu fossi quello giusto!”

“Giusto per cosa?!” sbotto con impeto Draco non capendoci nulla  di quello che lei stava dicendo.

“Per aiutarmi!” rispose tranquilla la ragazza passandosi una mano tra i lunghi capelli per sistemarli meglio e togliersi delle ciocche dal viso.

Draco rimase inebetito a guardarla, quel viso era di una bellezza sconvolgente, la pelle chiarissima e quegli occhi così scuri e profondi impreziositi da delle folte e lunghe ciglia nerissime. Il modo in cui si muoveva era molto più che aggraziato, quasi sembrava che non toccasse terra quando camminava. La veste che indossava, nonostante fosse larga, non nascondeva, le lunghe gambe affusolate e il corpo armonioso che conteneva. E quel profumo di rose che emanava, ora ne era sicuro proveniva da  lei e non dal roseto aggrovigliato al pozzo.

La ragazza gli girò nuovamente intorno fermandosi vicinissima. Così vicina che Draco poteva vedere senza alcuna difficoltà le morbide curve del seno sparire nella scollatura. Cominciò a sentire un qualcosa alla gola, come se si restringesse e sudando freddo deglutì a fatica.

travolto da delle sensazioni violente, sensazioni che mai era gli era capitato di sentire per una ragazza. Un Malfoy non poteva farsi travolgere a quel modo, ribadì tra se e se scrollando il capo. E recuperato un po’ di coraggio si decise a fare il primo passo, doveva pur farle capire chi era a comandare! Allungò  una mano per afferrarle un braccio  ma con un veloce movimento lei si ritrasse fermandosi solo quando si sentì ad una distanza sicura.

Draco rimase da prima sconcertato da quell’atteggiamento e poi si sentì offeso nel profondo dell’anima!

“In cosa devo aiutarti?” chiese poi con tono acido piegando le labbra in una smorfia e cercando allo stesso tempo di non far trapelare quanto fosse arrabbiato dal suo comportamento, mai una ragazza aveva osato respingerlo a quel modo, a parte quella sporco mezzosangue della Granger.

Nel percepire quell’acidità le labbra di lei s’incurvarono in un leggero sorriso, sapeva molto più di quanto Draco potesse immaginare. Si voltò poi di tre quarti mettendo in evidenza un collo sottile da cigno e assottigliando gli occhi sibilò

 “Nessuno ha detto che devi aiutarmi… e comunque non ora Draco, non c’è tempo, lo saprai al momento dovuto…” fece una piccola pausa rimanendo in silenzio a guardarlo, poi diventò terribilmente seria. Il vento prese a vorticarle intorno velocemente ma a parte i capelli che svolazzavano selvaggiamente non sembrava lei se ne accorgesse “Ora tu….  devi prometterlo, devi promettermi che ci sarai!”

Draco fece per avvicinarsi accorgendosi che la sagoma della ragazza stava lentamente perdendo corpo diventando via via  sempre più trasparente.

“Esserci? Dove? Quando? E per cosa?” chiese tutto d’un fiato dimenticandosi di essere terribilmente in collera..

“Ehi???” urlò poi riparandosi gli occhi con una mano. Il vento ora aveva invaso l’intera radura e tirava sempre più forte. Foglie e petali vorticavano sopra e intorno a loro, l’erba frustava la terra con violenza e tutto sembrava più cupo e buio.

“Promettimelo!” esclamò ancora lei ormai quasi del tutto sparita “Promettimelo Draco!”

“Si te lo prometto!” rispose di getto il biondo mago urlando contro il vento “Te lo prometto!” ripeté ancora vedendola sparire totalmente.

In quello stesso istante  il vento, come aveva cominciato, smise di tirare e la calma riprese possesso di quella radura che sembrava fosse stata  vittima di un tornado.

Draco corse al pozzo e ci girò intorno…  inutilmente. Provò a pronunciare qualche incantesimo rivelatore, ma non servirono nemmeno quelli, di lei non c’era più traccia! Si mise quasi istintivamente una mano in tasca e sentì i petali che aveva portato con se. Li tirò fuori e se li passò tra le dita come volesse rassicurarsi ancora, che non stava sognando e che quello a cui aveva assistito era reale.

Per quella sera, ormai ne era sicuro, non l’avrebbe rivista, quindi girò su se stesso e tornò sui suoi passi voltandosi però di tanto in tanto. Ripercorse il tragitto fino al cancello che era ancora aperto e come lo oltrepassò, lentamente si mosse all’inverso per chiudersi.

Poco dopo sentì un altro cigolio, questa volta non proveniva dal castello ma erano chiaramente le ruote di una carrozza. In un attimo raccolse la sua scopa e con una veloce corsetta si nascose tra i cespugli ai lati della strada rimanendo a guardare.

La carrozza dei Khoocs stava facendo rientro e Draco guardò l’orologio rendendosi conto che era terribilmente tardi. Se non si fosse sbrigato i suoi si sarebbero accorti della sua assenza. Salì nuovamente a cavalcioni della sua Nimbus e tornò di volata  a casa.

La finestra era ancora aperta, nessuno allora era venuto a cercarlo! Ci s’infilò con tutta la scopa saltandone giù al volo e rischiando di mandare all’aria il comò che si era ritrovato, davanti senza sapere come.

Subito dopo sentì bussare alla porta e preso dal panico si tolse velocemente il mantello che butto insieme alla scopa nel bagno chiudendo poi la porta.

“Avanti” disse con voce rotta dal fiatone  buttandosi sul letto. Prese il primo libro che gli capitò sotto mano e lo aprì ad una pagina a caso.

L’esile figura di Narcissa fece capolino dalla porta!

 “Volevo vedere come stavi!”  disse osservandolo attentamente sicura che stesse combinando qualcosa.

“Bene!” le rispose immediatamente Draco tirandosi indietro, con non curanza, i capelli arruffati  “Stavo leggendo” precisò inoltre  per assicurarsi che fosse chiaro quello che faceva.

“Lo vedo!” esclamò la madre inclinando la testa da un lato “Ma.. dimmi leggi sempre così?” la domanda le uscì spontanea assumendo un espressione interrogativa sul viso..

Draco non capì subito cosa intendesse poi osservando meglio le pagine del suo libro si rese conto che era capovolto. Allargò un incerto sorriso e balbettò qualcosa su un esperimento che stava conducendo.

Narcissa lo guardò poco convinta e abbassò lo sguardo sulle scarpe bagnate e infangate ma non gli disse nulla. Sospettava che il figlio covasse qualcosa da quella famosa sera ma sapeva anche, che insistere sul farsi dire che stava combinando, con lui non serviva. Sorrise dolcemente e gli augurò la buona notte chiudendosi la porta alle spalle.

Draco sospirò e posò il libro preparandosi poi per la notte. Fino a pochi minuti prima non gli sembrava ma ora si sentiva davvero stanco. Si mise a letto e dormì profondamente e bene.

La mattina dopo quando si svegliò gli sembrava di essere un leone. Si stiracchiò nel letto mettendo in evidenza il suo bel corpo scultoreo e si alzò. Il vizio di dormire completamente nudo non l’aveva perso. Solo alla scuola era costretto a indossare il pigiama visto che non era solo nella camera ma lui adorava dormire senza nulla addosso. Si lavò e vestì fischiettando per nulla turbato dai ricordi della sera prima, anzi si sentiva soddisfatto di averla data a bere ai suoi. Ora la cosa che più gli interessava era cominciare ad indagare su quella ragazza.

Scese facendo le scale quattro a quattro e passò in cucina a prendere un muffin alla carota e masticando vistosamente si diresse verso la serra sicuro di trovarvi la madre. Li però non c’era. Cominciò un tour della casa ispezionando le varie stanze in cui era solita soffermarsi. Adorava quel castello, i lunghi corridoi percorsi da pregiati tappeti e con le pareti impreziosite da finissima carta da parati e ritratti di famiglia. Amava l’odore di antico che emanavano certi mobili, il colore brunito degli specchi, il calore emanato dal fuoco nei caminetti. Passando davanti al salottino dove di solito Narcissa si dedicava alla lettura,  la vide. Era  intenta a spostare dei libri da una poltrona al tavolino.

Draco entrò deciso continuando a mangiare il muffin che gli si sbriciolava tra le mani seminando molliche sul tappeto e ancora con la bocca piena esclamòBuon giorno madre, hai tempo per  ascoltami, ho delle domande che dev…”

Le parole gli si congelarono in gola mentre una stranissima sensazione lo assalì allo stomaco.

“Ohhhh, Draco. Finalmente eccoti.” disse Narcissa illuminandosi in viso alla vista di quel suo figlio che amava tanto.

“Velvet ci ha portato una piacevole sorpresa, ci ha portato sua nipote!!

Draco era impietrito continuando a fissare la ragazza accanto alla signora Khoocs, anche se di spalle l’aveva riconosciuta… l’aveva riconosciuta all’istante.

“Lei è Cinthia!” disse ancora sua madre afferrandolo per un braccio e tirandolo con se verso la ragazza che lentamente si stava girando verso di lui.

Capelli scuri, occhi nerissimi e profondi, figura esile ma molto armoniosa e un’ormai familiare profumo di rose.

Lei si voltò di tre quarti inclinando leggermente il viso e gli sorrise mentre quel particolare luccichio prese a brillarle negli occhi.!

 

 

Nota dell’Autrice: x terryborry – scusa il ritardo ma ho avuto un week pieno e stressante! Ho cercato poi di dare una sistemata a quello che avevo scritto… ma non so con quale esito!! :-P Spero però che questo capitoletto ripaghi l’attesa! ^_^

Ho visto i tuoi disegni, sei davvero bravissima. Mi piacciono molto, soprattutto quelli su Georgie e lady Oscar che mi ricordano quando ero pupa^^ Ma scrivi anche storie, o solo disegni. Nel senso fai proprio strisce di fumetti?

 

Un grazie grande grande a tutti quelli che mi seguono, anche se non lasciano commenti! ^_^

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ROY