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Autore: Appleeatyou    11/10/2010    4 recensioni
Ormai neanche più la Resistenza lo preoccupava. Avrebbe voluto mostrargli come le divise dei soldati della Giustizia stessero bruciando nel fuoco, all’insaputa stessa dei soldati, ugualmente inconsapevoli di star lottando per Kira, il nuovo Dio di quel mondo.
Avrebbe voluto mostrargli le ceneri della sua Giustizia, e soffiargliele in faccia.
Porta il tuo ideale nella tomba, Eru.
[Friendship]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ola^^
Sono di nuovo io... sembro particolarmente fruttuosa in questo periodo, eh?
Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto le mie due storie precedenti nei preferiti/da ricordare. Grazie mille, mi fa IMMENSAMENTE piacere sapere che il mio lavoro vi piaccia abbastanza^^
Un grazie enorme va a coloro che hanno commentato: davvero, grazie grazie grazie. Non potete immaginare quanto mi lusinghi un vostro commento!

Se vi state chiedendo perché uso sempre colori tenui per evidenziare certe parti della mia storia... ebbene, il colore è un elemento nuovo, per me. I colori troppo accesi non sono proprio in linea col mio modo di scrivere. Scusate se effettivamente le citazioni sono troppo chiare, ma evidenziando quella parte con il cursore si dovrebbe leggere meglio^^.

In realtà ho scritto un bel po' di storie, ultimamente, e sto cercando di sfoltire e mettere in un certo senso la parola fine alla maggior parte dei mie lavori per potermi dedicare ad altro... altrimenti mi viene voglia di rivedere ogni singola storia e finisco per fossilizzarmi tra tre o quattro vicende.

Comunque, spero che questa sia una buona lettura per voi... è vagamente Nonsense, anche se spiegherò meglio alla fine.

Buona lettura^^




Incubo dopo la sepoltura. [Ridere, ridere, ridere ancora]

  

 

 

 

 

Ridere ridere ridere ancora
ora la guerra paura non fa,
brucian le divise dentro il fuoco la sera,
brucia nella gola vino a sazietà
musica di tamburelli fino all'aurora
il soldato che tutta la notte ballò
vide tra la folla quella nera Signora
vide che cercava lui e si spaventò.

 

 

 

 

 

Ridere.

 

Kira era ormai convinto che non avrebbe mai più smesso di ridere. Era semplicemente tutto perfetto: quei farlocchi dei compari di suo padre l’avevano eletto secondo Eru, il Death Note era di nuovo nelle sue mani e, soprattutto, lui e Misa erano di nuovo liberi.

Ma la vittoria più schiacciante di tutte era solo una: aver ucciso, finalmente, Eru. D’accordo, era stata Rem a scrivere il suo nome sul Death Note, ma non cambiava che fondamentalmente era stato lui a preparare lo scenario dell’atto principale di quella tragicommedia.

 

Light lasciò vagare verso il cielo oscuro una risata liberatrice, mentre a sua volta vagava per il cimitero dove riposava in eterno il suo rivale.

 

Ridere, ridere, ridere ancora.

 

Se avesse potuto, avrebbe danzato sulle tombe fino all’aurora. Un soldato che per tutta la notte ballò. No, non un soldato: il generale che per tutta la notte avrebbe danzato alla sua vittoria.

 

Sollevò lo sguardo, e tra la folla di lapidi e croci vide una figura in ombra che si stava guardando intorno come se cercasse qualcuno.

Era proprio davanti la tomba di Eru, e per un secondo Light vide [credette di vedere] che stava cercando lui.

L’ombra gobba aveva un profilo troppo familiare per potersi sbagliare: nonostante fosse notte, la luna era irrealmente brillante, e restituiva  alla terra i raggi catturati dal sole. L’uomo era di spalle, quasi del tutto nascosto dalla propria stessa ombra, ma Light non avrebbe potuto sbagliarsi neanche se avesse voluto.

 

-“ Ryuuzaki.”-

 

La figura si voltò al suono della sua voce. Alzò lo sguardo tra le lapidi e cercò i suoi occhi e il suo viso.

 

-“ Light.”-

 

Il ragazzo avrebbe voluto ripetere la stessa, in un certo senso pietosa ed infantile scena di quel pomeriggio. Afferrare Eru per le spalle e gridargli Hai visto? Ho vinto io. Ho vinto io!, gettando poi il capo all’indietro e sparare una risata ragliante al cielo.

 

Ridere, ridere, ridere ancora.

 

Ormai neanche più la Resistenza lo preoccupava. Avrebbe voluto mostrargli come le divise dei soldati della Giustizia stessero bruciando nel fuoco, all’insaputa stessa dei soldati, ugualmente inconsapevoli di star lottando per Kira, il nuovo Dio di quel mondo.

 

Avrebbe voluto mostrargli le ceneri della sua Giustizia, e soffiargliele in faccia. Porta il tuo ideale nella tomba, Eru.

 

Ryuuzaki lo precedette.

 

-“ Promettimi che non li sottovaluterai.”-

 

Kira spalancò gli occhi, chiedendosi di cosa diavolo Eru stesse parlando. Il discorso era cominciato così, sena un apparente filo logico, con quella richiesta assurda. A chi, poi?

Eru affondò i pugni nelle tasche e ripeté, nuovamente, le sue parole –“ Promettimi che non li sottovaluterai.”-

 

-“ Promettere che non li sottovaluterò? Ma cosa stai…?”-

 

-“ Promettimi che avrai cura di combatterli.”-

 

Ma ci sei, Light?, chiese la voce stupita di Kira dal profondo della sua mente confusa. Ma ci sei? Lui sa che sei qui? Sta parlando con te?

 

-“ Cura di combatterli?”- ripeté, incapace di fare altro che ripetere con un’inflessione interrogativa le parole di Eru. Nonostante Eru stesse guardando nella sua direzione, Kira non poté fare a meno di chiederselo: Ma è me che vede? Sono io?

 

-“ E promettimi che gli insegnerai ad essere L.”- mormorò, fissando stavolta dritto negli occhi il ragazzo.

Light aprì la bocca per ripetere le parole di Eru, sempre sottoforma di domanda, ma invece i suoi muscoli labiali e le sue corde vocali non risposero correttamente, il suo stesso cervello mandò un ordine diverso. Quello che uscì dalle sue labbra fu una semplice ripetizione delle parole di Eru -” Prometto che gli insegnerò ad essere L.”-

 

Ryuuzaki parve soddisfatto, ed un’ombra di sorriso scivolò sulle sue labbra pallide.

 

-“ Grazie, Light-kun.”-

 

*

 

 

Kira si svegliò di soprassalto.

 

Rimase per qualche secondo a fissare il vuoto al di fuori della finestra, turbato da quel dannato bastardo che lo tormentava nel sonno.

 

Si alzò dal letto che condivideva con Misa e si diresse verso il bagno, senza bisogno di accendere la luce. La luna splendeva particolarmente quella notte, e il suo chiarore illuminava debitamente la stanza.

 

Kira si sciacquò il viso, poggiando i palmi delle mani sulla porcellana fredda del lavandino ed osservando dal basso il suo stesso riflesso. Le sue spalle cominciarono a tremare mentre una risata spontanea nasceva nel suo petto.

 

Solo nei suoi sogni. Il massimo che ora Eru poteva fare era insinuarsi nei suoi sogni.

 

Ridicolo.

 

Kira uscì dal bagno e si sedette alla scrivania, splendidamente illuminata da quella grossa luna bianca che pareva particolarmente vicina, quella notte.

 

Perfino la luna desidera avvicinarsi al Dio del nuovo mondo, pensò Kira sorridendo mentre apriva il Death Note per una razione supplementare di punizioni.

 

Light Yagami. Il Dio Light Yagami.

 

No, più corretto dire il Dio Kira.

 

Perché era pur vero che era rimasta l’identità di Light, un nome ed un cognome per quel Dio umano che perfino la luna voleva omaggiare.

 

Ma di fatto, era rimasto solo Kira.

 

*

 

 

-“ Sei caduto di nuovo in una trappola semplice, Light. Dai per scontato cose che non sai.”-

 

-“ Ovvero, Ryuuzaki?”-

 

-“ Hai creduto che le mie richieste fossero solo tre, e invece ce n’era una quarta. Questo perché hai dei pregiudizi sul significato simbolico del numero tre.”-

 

Light Yagami scosse il capo, spalla a spalla con Ryuuzaki di fronte alla sua tomba.

 

-“ Se permetti, la quarta richiesta la farò io.”-

 

Ryuuzaki lo fissò. Vide che i suoi occhi cercavano lui, ma stavolta Light non si inquietò.

Non aveva nulla da temere.

C’erano solo lui e Ryuuzaki. Eru e Kira erano tornati al loro posto, erano… andati via. In fondo, erano solo titoli, come la parola professore, o Generale, o Dottor.

In quel frangente, di titoli non sapeva che farsene. Lui era Light, l’altro Ryuuzaki. Tanto bastava.

 

-“ Promettimi che quando morirò, sarai lì ad aspettarmi.”-

 

Ryuuzaki sollevò il volto verso quel cielo così scuro, quella parte di infinito che la luce non riusciva a raggiungere.

 

-“ Prometto che quando morirai, io sarò lì ad aspettarti.”-

 

 

 

[ Ed entrambi mantennero la loro promessa]

 

 

 

 

"Promettimi che non ti mangerai l'uovo" stridette la gabbiana aprendo gli occhi

"Prometto che non mangerò l'uovo" ripeté Zorba.

"Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo".

"Prometto che avrò cura dell'uovo finché non sarà nato il piccolo".

"E promettimi che gli insegnerai a volare" stridette guardando fisso negli occhi il gatto ...

 

 

 

 

Note autrice.

Fondamentalmente nonsense.

E’il racconto di un incubo, che assume le sfumature di un sogno.

 

Il mio tentativo era quello di giustificare la presenza di Ryuuzaki alla fine dell’anime di Death Note.

[Beh, posso dire che dopo la stesura di questa flashfiction, mi è venuto un magone così.]

 

L’idea da cui ho preso spunto è un Director’s cut, un taglio della regia in pratica –poi ripreso e divulgato nel primo film di Death Note [Rewrite – Genshi suru Kami per chi volesse trovarlo in internet] , in cui si mostra Light che ride sulla tomba di Eru. Ecco il link: Click!,

 

Non ho molto da dire, tranne che questa fiction è ispirata sia dalle parole della gabbiana Kengah di Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar di Louis Sepulveda [bellissima storia, leggetela se potete perché è una vera perla di messaggio d’uguaglianza], sia dalla canzone Samarcanda di Branduardi e Vecchioni.

 

Inutile sottolineare che Ryuuzaki stia parlando di Mello e Near al caro vecchio Light.

 

Non fornirò spiegazioni per quanto ho scritto, perché come ho detto è tutto un incubo –che in genere non ha spiegazioni- di Light… ma credo sia abbastanza lampante il fatto che c’è una bella distinzione tra Kira e Light. Non a caso ho usato in una parte il nome Light, nella seconda il nome Kira. Stessa cosa per Eru e Ryuuzaki.

 

Vorrei concentrare la vostra attenzione su questa frase. Non l’ho scelta a caso.

 

Kira era ormai convinto che non avrebbe mai più smesso di ridere. […]Ma la vittoria più schiacciante di tutte era solo una: aver ucciso, finalmente, Eru.

 

La chiave della storia è lì. Kira è felice di aver ucciso Eru. Quello che sto dicendo, è che un assassino è felice di aver ucciso il suo antagonista, ma che alla fine ha ucciso solo un titolo. Il potere ha ucciso altro potere, ma i due ragazzi sono sempre lì.

Non ci sono rancori tra loro.

 

Ho messo anche l’avvertimento OOC… secondo voi ho fatto bene? Onestamente credo di averli resi un po’ troppo complici, per questo non proprio in character… però forse ho centrato il carattere di Kira!

Credo.

Oh, non so, ditemi voi!

 

Non so bene neanche io cosa volessi dire con quel -“ E promettimi che gli insegnerai ad essere L.”-.

In linea di massima -ripeto, è una nonsense quindi non fidatevi troppo- credo che Ryuuzaki voglia dire: insegnagli cosa significa portare quel nome. Insegnagli che quando si porta una sigla come quella addosso, non ha importanza chi c’è sotto. Se c’è Near o Light o Lawliet. Quello è solo un titolo, ma non è la tua identità.

C’è una grossa differenza. O, almeno, questa differenza io la vedo.

 

Sta parlando con me?

 

Ma è me che vede?

 

No, Kira. Lui stava parlando con Light. Vedeva Light. Tu sei Light, su questo non ci piove, ma semplicemente Ryuuzaki parlava con ciò che rimaneva del diciassettenne annoiato e fondamentalmente incorrotto del primo volume. Quella persona che voleva cambiare il mondo per renderlo un posto migliore e poi diventarne il Dio, non diventare Dio per poi rendere il mondo migliore. C’è una bella differenza, questo è il mio pensiero: col tempo, le priorità di Light si sono invertite, e forse è questa la causa del suo… declino, ecco.

Questo è quanto.

 

Grazie per aver letto.

 

E.

 

P.S: Ah, qual è la quarta richiesta di Ryuuzaki? Non lo so, onestamente. Credo che quell’ultima richiesta spetti di diritto a Light, e così non ci ho minimamente riflettuto. Forse voleva la stessa cosa di Light.

  
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